Meridiana di Luce



SINOSSI:

Il fluire del tempo s’accompagna al movimento della luce, chiara al mattino e innalzatasi fino a raggiungere lo zenith, per poi discendere e scomparire fra le prime ombre della notte. Ed è il mistero della vita umana, che riflette il destino di quella luce, prima radiosa e via via calante in un mare di tenebre.

In questa raccolta di poesie e fotografie, Meridiana di Luce, il tempo infinito e quello dell’esistenza si contraggono fino a diventare un’unica giornata, scandita dalle tre sezioni di Mattino, Pomeriggio e Sera. La vita incomincia, dunque, come un viaggio cui uno stormo di rondini fa da orchestra e contrappunto. Vi sono attimi di grazia, durante quel peregrinare, di fronte alla bellezza incomparabile della natura e alla sua perfezione; illuminazioni repentine dove cielo e terra sembrano toccarsi; la percezione di essere sul punto di squarciare il velo e riuscire finalmente a guardare oltre. Ma vi sono anche momenti di sconforto e incomprensione, dove tutto sembra diventare faticoso, immiserirsi e avere poco o nullo valore.

Presto però ritornano la leggerezza e il gioco – nel grigio della pioggia, l’ombrellino rosso che trottola col vento – aiutati dal dialogo fra poesie ed immagini. Queste ultime rispecchiano il testo, rinforzandolo; oppure, per contrasto, ne chiamano solo poche parole, e ne evocano altre, sorprendenti, in un infinito gioco di rimandi.

Così, la raccolta si chiude con la poesia e l’immagine del mare al tramonto, e della sua eterna litania che, come in un percorso circolare, ci porta alla copertina. In quel raggio di luce che squarcia le nuvole, c’è già la promessa di una nuova esistenza, e di una nuova giornata. Di una nuova Meridiana di Luce.



 
 
Il movimento
 

 


Onde del mare avanzano,
arretrano, di nuovo tornano…
nel movimento eterno
del respiro di Dio che si fa mare.
 
Siamo noi i Suoi respiri, 
quelle onde, uguali nell’avanzare,
in ordinata, tumultuosa schiera –
diversi dopo che abbiamo unito
le nostre acque con il Grande Mare.
 
E la vita che viviamo è come fugace cresta, 
come bianca schiuma:
la vedi, e l’attimo dopo già scompare.
 
novembre 2009