Il Sabato prima di Pasqua è aliturgico – non si celebra la Messa – perché è un giorno di pausa e riflessione. Vorrei tuttavia proporvi la Discesa di Gesù agli Inferi, oltre al consueto brano musicale, alcuni passi biblici e l’opera artistica.
È bene ricordare che la parola “inferi” non corrisponde a “inferno”. Gli inferi sono generalmente la sede dei morti, dove dimorano le anime delle persone defunte; l’inferno è invece, secondo alcune religioni, tra cui il cristianesimo (ma anche l’Islam), il luogo di punizione per le anime che in vita hanno compiuto il male.
Brano musicale: 3 Responsori per il Sabato Santo: No. 2, O vos omnes
3 Responsori per il Sabato Santo: No. 2, O vos omnes · Coro Euridice di Bologna · Maurizio Guernieri · Giorgio Federico Ghedini · Anonymous Pizzetti & Ghedini: Opere corali sacre ℗ 2024 Tactus Records (Italy) Released on: 2025-01-03 Choir: Coro Euridice di Bologna Conductor: Maurizio Guernieri Composer: Giorgio Federico Ghedini (3:10)
https://www.youtube.com/watch?v=B3OlhwsagPU&ab_channel=Release-Topic
La discesa di Cristo agli Inferi
Se ne può trovare traccia nei seguenti passi:
- “4. [Gesù] patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; 5. discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte.” (Dal Simbolo degli apostoli)
- “Dio lo ha risuscitato, infrangendo i dolori dell’Inferno, non essendo possibile che egli vi fosse trattenuto.” (Atti 2:24 della Vulgata Clementina, come citati in Summa Theologiae, III, q. 52)
Altri riferimenti si possono rinvenire nei versi seguenti:
- “era disceso nelle regioni inferiori della terra. Colui che discese è lo stesso che anche ascese.” (Efesini 4:10)
- previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: / questi non fu abbandonato negli inferi, / né la sua carne vide corruzione.” (Atti 2:31)
- 18 Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 19 E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione. Essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.” (1 Pietro 3:18-20)
Discesa nel Limbo di Jacopo Robusti detto il Tintoretto (ca. 1568)

La Discesa nel Limbo è un dipinto del pittore veneziano Tintoretto realizzato circa nel 1568 e conservato nella Chiesa di San Cassiano a Venezia.
L’ho scelto rispetto ad altre opere perché esprime uno straordinario dinamismo, oltre che una contrapposizione magnifica tra le tenebre della morte dove è immersa l’umanità e la salvezza rappresentata dalla discesa sfolgorante di Cristo.
A un primo impatto, nella raffigurazione pare dominare un caos assoluto, specialmente nella parte bassa dove alcune figure sono maggiormente definite – tra loro spicca il corpo luminoso di Eva – altre sono appena accennate, formicolanti nel buio profondo, e con l’espressione tormentata e spaventata.
La composizione è impostata su due diagonali. Cristo in alto a sinistra ha abbattuto le porte della morte, rappresentate da una cancellata di ferro robusto che s’inclina e crolla sotto il suo impeto. Il Salvatore ha il corpo muscoloso e l’espressione determinata, è vestito di un drappo rosso che fluttua attorno a lui, e la sua testa emana una luce irresistibile. Dalla sua persona spiccano dei raggi che sembrano lance, rese con pennellate elettriche.
Cristo protende la mano verso Adamo ed Eva in ginocchio in basso a destra, che lo guardano straniti, come se si risvegliassero da un lungo sonno. Subito dopo Eva, che riceve in pieno la luce di Cristo, troviamo le testoline dei committenti: Christiano de’ Gori e altri commissionari dell’opera della Scuola del Santissimo Sacramento.
Nell’altra diagonale troviamo due angeli in qualità di aiutanti dell’opera di Cristo: uno in basso a sinistra che spezza le catene, generando nuovi crolli, rovinio di pietre e nuvole di polvere, e l’altro – probabilmente San Michele Arcangelo, che spicca il volo come ad aprire un varco, e quindi una strada di fuga, verso l’alto.
Tintoretto impiega una tavolozza di marroni profondi, rossi intensi e oro, creando magistrali contrasti di luce e ombra dall’effetto potente e drammatico.
Buon Sabato Santo!
Cristina M. Cavaliere