Tra le tue braccia
C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.
Alda Merini
Dedicato a mia mamma Natalia, 17.01.1932 – 27.08.2024
Ti sono vicina con sincero affetto Cristina, un abbraccio
Ti ringrazio infinitamente, Giulia. Quando muore un genitore, ci si sente più soli… anche se è nell’ordine delle cose.
Leggo solo ora e ti porgo le mie condoglianze.
Purtroppo gli anni si portano via la vecchia generazione delle famiglie. É una cosa che già sappiamo, ma con la quale è praticamente impossibile venire a patti, quando arriva il momento il dolore è sempre terribile.
Ti ringrazio molto, Ariano. Hai detto bene, negli ultimi tempi se ne sta andando le generazioni precedenti, questo dimostra che anche noi siamo… vecchierelli. Quando ci sono, malgrado tutto, ci sentiamo sempre un po’ bambini.
Mi spiace Cristina, so quanto eri legata a tua mamma, una donna tenace come spesso erano le persone a quei tempi, ma anche piena di affetto. Vero – leggo sopra – è nell’ordine delle cose ma non si è mai sufficientemente preparati né pronti. Un abbraccio.
Ti ringrazio moltissimo, Sandra. Abbiamo passato un’estate che definire terribile è dir poco, dal giorno della caduta e della conseguente rottura al femore (25 luglio) fino al giorno della morte (27 agosto) non abbiamo avuto un attimo di bene. Oltre all’ansia per il fatto che continuasse a peggiorare, fino a trovarle le neoplasie al fegato che ne hanno determinato il decesso, e ai trasferimenti in quattro ambienti ospedalieri diversi, abbiamo dovuto disdire le due settimane di vacanza che comunque era impossibile godersi.
Cara Cristina, come sai ho vissuto questa perdita lo scorso febbraio, quindi comprendo bene ogni tua sensazione e tutto il carico di dolore.
La madre è davvero un pilastro delle nostre vite, la sua perdita ci rende orfani. Io, dopo tanti mesi, pensandola ogni giorno custodisco dentro di me i ricordi più belli e mi lascio andare a questa inevitabile nostalgia. Ho cercato di mettere in quel post sul blog tutto quello che avevo nel cuore e questo senso di “assenza”.
Un abbraccio…
Ti ringrazio tanto, cara Luz. Devo dire che un po’ me lo aspettavo da un anno con l’altro, in un certo senso, perché mia mamma aveva una bella età (92 anni portati splendidamente, soprattutto con la mente). Poi sentivo ogni tanto di qualche mamma che veniva a mancare, tra le mie coetanee, per cui appunto me lo aspettavo. Però è stato tutto talmente veloce che non abbiamo fatto in tempo a metabolizzare, in un mese se ne è andata. Abbiamo trascorso un’estate terribile, ogni giorno era un continuo adattamento o trasferimento in un nuovo ambiente ospedaliero per accertamenti. Lo so che mi capisci perfettamente, il vuoto creatosi è immenso.