Estate
C’è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un’erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d’aria
e il prodigio sei tu. C’è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti.
Le parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Poesie di Cesare Pavese (Milano, Mondadori 1966).
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950) è stato uno scrittore, poeta, traduttore e critico letterario italiano, tra i più influenti e rappresentativi della sua epoca. Tra le sue opere principali, si annoverano i romanzi La casa in collina (1948), La bella estate (1949) e La luna e i falò (1950) e il diario Il mestiere di vivere. Diario 1935-1950.
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Con questa poesia il blog Il Manoscritto del Cavaliere chiude per la pausa estiva. Vi auguro un’ottima estate, ovunque voi vi troviate. Ci rivediamo a settembre!
Bellissima poesia, buona pausa estiva anche a te!
Grazie, Ariano, spero che anche tu possa goderti qualche giorno di stacco!
Non ricordavo questa poesia di Cesare Pavese, un autore di cui ho letto tutto e che ho adorato. Molto bella. Ti auguro una bella estate in serenità e riposo cara Cristina.
L’ho scoperta anch’io per caso nel fare la ricerca di una nuova poesia estiva. Davvero struggente. Grazie per gli auguri, che contraccambio di cuore.