Evviva! La primavera è puntualmente arrivata con le prime fioriture, e Clementina ci offre una nuova carrellata di libri e del loro profumo, stavolta in Occidente. Se avete perso la prima parte, la trovate qui. Buona lettura e buon inizio di primavera!
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Già sul finire del Quattrocento divenne celebra la “ballata delle rose”, I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino, scritta dal segretario di Lorenzo il Magnifico, Angelo Ambrogini, detto il Poliziano, nella quale la valenza predominante del profumo è quella erotica e sensuale (tema caro allo Stil Novo):
I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino di mezzo maggio in un verde giardino. Eran d’intorno violette e gigli fra l’erba verde, e vaghi fior novelli azzurri gialli candidi e vermigli: ond’io porsi la mano a côr di quelli per adornar e’ mie’ biondi capelli e cinger di grillanda el vago crino. Ma poi ch’i’ ebbi pien di fiori un lembo,vidi le rose e non pur d’un colore: io colsi allor per empir tutto el grembo, perch’era sì soave il loro odore che tutto mi senti’ destar el core di dolce voglia e d’un piacer divino. I’ posi mente: quelle rose allora mai non vi potre’ dir quant’eran belle: quale scoppiava della boccia ancora; qual’eron un po’ passe e qual novelle. Amor mi disse allor: «Va’, co’ di quelle che più vedi fiorite in sullo spino». Quando la rosa ogni suo’ foglia spande, quando è più bella, quando è più gradita, allora è buona a mettere in ghirlande, prima che sua bellezza sia fuggita: sicché fanciulle, mentre è più fiorita, cogliàn la bella rosa del giardino.
Circa un secolo più tardi, gli aromi hanno alimentato i sogni degli spettatori delle opere shakespeariane; chi non ricorda la frase “Che c’è nel nome? Quella che chiamiamo rosa, anche con un altro nome avrebbe il suo soave profumo. Anche Romeo senza più il suo nome sarebbe caro, com’è, e così perfetto. Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per il nome che non è parte di te, prendi me stessa”, pronunciata da Giulietta?
Potete osservare l’amore tra gli sfortunati amanti raffigurato in una tela di Francesco Hayez dal titolo “L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo”.
Nell’Ottocento ritroviamo la passione per le essenze e l’attenzione per le percezioni olfattive nella poesia decadentista. Prendiamo ad esempio la lirica di Charles Baudelaire, Corrispondenze, in cui tutti i sensi si fondono per dar luogo a un’esplorazione irrazionale della dimensione più profonda del reale, che attinge al lato oscuro:
La natura è un tempio in cui viventi colonne lasciano talvolta sfuggire confuse parole; l’uomo vi passa, attraverso foreste di simboli, che lo guardano con sguardi familiari. Simili a lunghi echi,che di lontano si confondano in una tenebrosa e profonda unità – vasta come la notte e la luce – i profumi, i colori e i suoni si rispondono. Profumi freschi come carni di bimbi, dolci come il suono dell’oboe, verdi come praterie. Ed altri corrotti, ricchi e trionfanti, vasti come le cose infinite: l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso, che cantano i rapimenti dello spirito e dei sensi.
Sempre in quell’epoca divenne indimenticabile il “maggio odoroso” nei versi di A Silvia, di Giacomo Leopardi, mentre altrove si muoveva un altro personaggio, ben diverso dal “nostro” malinconico poeta, che a modo suo si intendeva parecchio di profumi.
Costui era Pierre Loti, al secolo Louis Marie Julienne Viaud, ufficiale francese di marina, assiduo viaggiatore e, soprattutto, instancabile autore di romanzi esotici, che si aggirava, appunto, per Istanbul in abiti orientali, intrisi di Patchouli, a incantare le donne del bel mondo. Eccolo in uno scatto in bianco e nero in Turchia. Che delizia!
Ma non tutti gli autori hanno manifestato la vocazione proustiana a trasformare il passato in presente, liberando un ricordo dal suo nascondiglio, grazie a una fragranza, come Pierre Loti. E non tutti i profumi sono stati associati a momenti di raffinatezza! Ad esempio, tra gli autori più influenti del Novecento troviamo chi, come Hemingway, con stile graffiante e asciutto, fa in modo che un gatto accomuni l’odore delle prostitute alla sensazione di totale appagamento, nella sua opera postuma Isole nella corrente:
Ma quella sera Thomas Hudson era sbarcato da tre o quattro giorni quando si prese una sbornia colossale. […] Quella notte, quando era tornato alla fattoria, era molto ubriaco e nessuno dei gatti volle dormire con lui, tranne Goats, che non era allergico all’odore del rum, non aveva pregiudizi contro l’ubriachezza e apprezzava l’intenso e volgare odore delle puttane, sostanzioso come un bel panettone natalizio.
Lasciando Hemingway a occuparsi dell’animalità dell’olfatto, scoviamo una scrittrice, poetessa e giornalista acutissima, nonché spietatamente cinica, che non perdeva occasione per massacrare spettacoli teatrali, romanzi e autori (anche di amici e conoscenti, come lo stesso autore di Per chi suona la campana), ricorrendo a battute così caustiche da meritare il titolo di “donna più spiritosa di New York”.
Ed ecco, dunque, Il profumo, di Patrick Suskind, nel quale Grenouille, un misero disadattato, dotato di un olfatto formidabile, trascina le sorti della Francia del XVIII secolo.
Ossessionato dal desiderio di realizzare il profumo perfetto, quello che avrà il potere di suscitare l’amore in chiunque lo annusi, fa strage di fanciulle del cui odore si è inebriato. Eccone un passaggio:
La catastrofe non fu un terremoto, né un incendio nel bosco, né una frana, né un crollo della galleria. Non fu affatto una catastrofe esterna, bensì interna, e quindi tanto più grave, in quanto bloccò la via di scampo privilegiata di Grenouille. Avvenne nel sonno. Per meglio dire in sogno. O piuttosto, nel sogno nel sonno nel cuore nella sua fantasia.
Era disteso sul divano nel salotto purpureo e dormiva.
Intorno a lui c’erano le bottiglie vuote. Aveva bevuto enormemente, alla fine addirittura due bottiglie del profumo della fanciulla dai capelli rossi. Probabilmente era stato eccessivo, perché il suo sonno, per quanto di una profondità simile alla morte, questa volta non fu privo di sogni, bensì pervaso da scie di sogni spettrali.
Per lasciarvi in compagnia di qualcosa di più gradevole cito semplicemente il titolo di un romanzo strepitoso, di Jorge Amado, in cui si narra la storia di una splendida creatura, una giovane donna, sensuale, libera e generosa come la sua terra, che si muove in un mondo di falsi moralisti e gretti maschilisti: Gabriella, garofano e cannella.
Eh, il naso! Ogni volta s’inventa nuove e suggestive vie d’ingresso alla memoria e alla fantasia! Bene, cari amici, per oggi il nostro viaggio nell’universo letterario dei profumi si chiude qui, ma potrebbe anche riprendere!
Avete letto qualcuno di questi libri o avete altri da proporne? Buon tutto e al prossimo post!
Clementina Daniela Sanguanini
BIBLIOGRAFIA:
- Leopardi, Tutte le opere, Sansoni, vol. I, “Canti: A Silvia”, cit. pag.26
- Poliziano, Canzoni a ballo: I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino, in Il Quattrocento in classici italiani, Zanichelli, cit. pag. 743
- Baudealire, Corrispondenze, in I fiori del male, Rizzoli, cit. pag. 16
- Hemingway, Isole nella Corrente, Mondadori, cit. pagg. 99-101
- Shakespeare, Romeo e Giulietta, atto II, scena II, Le Tragedie, Mondadori editore, I Meridiani, cit. pag. 87
- Dorothy Parker, Wikipedia
- Patrick Suskind, Il profumo, Tea edizioni, cit. pagg. 138 e 139
- Jorge Amado, Gabriella, garofano e cannella, Einaudi editore
ICONOGRAFIA:
- Pierre Loti, 1893, Wikipedia
- Francesco Hayez, L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo, Villa Carlotta, Tremezzo
- Baudealire, I fiori del male, Rizzoli, Bur.eu
- Hemingway, Isole nella Corrente, Mondadori, mondadoristore.it
- Dorothy Parker, Wikipedia
- Patrick Suskind, Il profumo, Tea edizioni, tealibri.it
- Jorge Amado, Gabriella, garofano e cannella, lafeltrinelli.it
Parecchi anni fa lessi I fiori del male di cui ricordo poco o nulla, impresso nella memoria é invece il maggio odoroso di Leopardi, mese per me sempre speciale, ma forse più nella sensazione che mi porta (la sua vicinanza dirompente all’estate) che a quello che effettivamente è…
Gabriella, garofano e cannella invece mi porta alla memoria il film tratto dal romanzo con Marcello Mastroianni e Sonia Braga, un piccolo capolavoro dimenticato.
Ti ringrazio per questo bel commento, cara Giulia. Pensa che non ero nemmeno a conoscenza dell’ esistenza della trasposizione cinematografica del romanzo di Amado. Lo apprendo da te e da Ariano e vi ringrazio anche per questo. Oltretutto, mi dici che la splendida creola è interpretata da Sonia Braga, un’ulteriore ragione per recuperare la pellicola!
Alla prossima, un abbraccio affettuoso e tanti cari auguri di Buona Pasqua!
Ho letto molte poesie de “Les fleurs du mal” e anch’io come Giulia vidi a suo tempo il film tratto da “Gabriella garofano e cannella”.
Come opera attinente all’argomento dei profumi, mi viene invece in mente un film che fa riferimento all’esatto opposto, il cattivo odore. Mi riferisco a “La ballata di Narayama” di Shoei Imamura , ambientato in uno sperduto villaggio nelle campagne del Giappone dell’epoca dei samurai. Il film è un affresco (con scene anche abbastanza crude) della vita difficile degli abitanti di quel villaggio, tra i quali vi è anche Risuke, un giovane che tutti chiamano “puzzone” perché emana un odore corporeo estremamente sgradevole. Questa spiacevole caratteristica condiziona la sua vita poiché nessuna ragazza del villaggio intende sposarlo per ovvie ragioni, costringendolo a una vita miserabile.
Caro Ariano, come appena scritto a Giulia, andrò sicuramente a recuperare il film di Gabriella, garofano e cannella, poiché considerando gli interpreti, lo ritengo imperdibile.
Invece, avevo completamente rimosso il ricordo di questo film giapponese che vidi da giovanissima! A dirla tutta, rammento bene la protagonista, non ancora settantenne, che decise di sacrificarsi per permettere al figlio di vivere con un pizzico di miseria in meno; mi torna in mente anche la povertà e la brutalità di quei montanari; ricordo che lei scelse anche di rompersi i denti, ma sul cattivo odore di Risuke, e sul suo soprannome, è nebbia fitta! Era un film un po’ agghiacciante, devo dire, però di sicuro era di grande impatto.
E quindi, grazie mille!
Anche a te auguro di trascorrere una bellissima e serena Pasqua, e ti do appuntamento alla prossima pubblicazione!