Carissimi,

il Natale si avvicina rapidamente, e non c’è niente di meglio che proporvi il settimo Arcano, il Carro, e scoprire che c’è un collegamento con questa festività cristiana. Come di consueto, faremo questo viaggio in compagnia della nostra amica Clementina cui cedo subito la parola.

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Avevamo incontrato L’Innamorato (qui la parte prima, qui la parte seconda), una lama attraverso cui ci siamo trovati di fronte a una scelta, una scelta fatta con l’anima, ora incontriamo il settimo Arcano, Il Carro. I significati di questa lama sono molteplici, ve ne accorgerete presto. Andiamo a conoscerli!

Anche se incappiamo subito in un giovane principe, il nome di questa carta non allude al personaggio, com’era sempre accaduto finora, ma al veicolo sul quale egli viaggia: il Carro, appunto.

Iniziamo dicendo che ci troviamo di fronte a una lama che parla di azione, di movimento. Anche il numero abbinato a questo Tarocco, il VII, è un numero primo, divisibile solo per se stesso e che appartiene, dunque, anche alla famiglia dei numeri infiniti. Questo numero, fin dall’antichità, è stato considerato sacro, potente, magico e di buon auspicio, basterà ricordare i sette colori dell’arcobaleno, le sette note musicali, i Sette Spiriti di Dio citati nell’Apocalisse (usati anche per riferirsi alla perfezione e al completamento), i sette vizi e le sette virtù, i sette arcangeli della tradizione giudaica del Libro di Enoch, i sette giorni della settimana, i sette pianeti dell’astronomia antica, i sette sigilli dell’Apocalisse, i sette sacramenti,…

Nell’immagine qui accanto,  trovate la “Sinassi dell’Arcangelo Michele”. Si tratta di un’icona ortodossa dell’Assemblea dell’Arcangelo Michele, in tempera su legno del XIX secolo, raffigurante i sette Arcangeli. 

Da sinistra a destra abbiamo Jegudiel, Gabriel, Selaphiel, Michael, Uriel, Raphael, e Barachiel. Sotto la mandorla del Cristo Emmanuele sono rappresentati due Cherubini (in blu) e un Serafino (in rosso). L’icona è collocata nella chiesa Ortodossa Russa di Nižnij Novgorod.

Proseguendo nella mia ricerca, vi propongo anche questa coincidenza: ritroviamo il numero sette e il carro anche ne La Divina Commedia di Dante, nel Canto XXIX. Qui, Dante e Matelda risalgono le sponde del fiume Lete. Poco lontano, a Dante sembra di vedere nell’aria sette alberi d’oro, che però quando si avvicina gli appaiono chiaramente come sette candelabri che risplendono in modo tale da rischiarare tutto il cielo. Matelda invita il poeta a osservare non solo i candelabri, ma ciò che avviene dentro ad essi e Dante nota sette liste luminose, lasciate dalle lampade, simili ai colori dell’arcobaleno. Dietro ai candelabri avanzano ventiquattro vecchi che cantano le lodi alla Vergine e, al loro seguito, giungono quattro animali che circondano un carro trionfale a due ruote… :

“Ed ecco un lustro sùbito trascorse
da tutte parti per la gran foresta,
tal che di balenar mi mise in forse…
Sotto così bel ciel com’io diviso,
ventiquattro seniori, a due a due,
coronati venien di fiordaliso […]
Lo spazio dentro a lor quattro contenne
un carro, in su due rote, triunfale,
ch’al collo d’un grifon tirato venne[…].

L’immagine che potete vedere s’intitola “Beatrice si rivolge a Dante da un carro, un dipinto realizzato tra il 1824 e il 1827 dal pittore William Blake e conservato alla Tate Britain di Londra.  Questo dipinto è parte di una serie di illustrazioni realizzate per la Divina Commedia e rappresenta il primo incontro di Dante e Beatrice. Un grifone traina il carro su cui si trova Beatrice.

Tornando ai Tarocchi di Marsiglia, e ai significati di questa carta sottolineati da Jodorowsky e Tuan, ci soffermiamo sul suo aspetto iconografico. Ecco, infatti, davanti a noi un Carro di forma cubica, sormontato da un baldacchino e trainato da due cavalli, i quali tirano in due direzioni opposte, pur guardando entrambi a destra, cioè nella stessa direzione in cui guarda il conducente. Questo conducente, come abbiamo già detto, è un giovane principe, il quale regge uno scettro d’oro nella mano destra.

Com’è possibile vedere nella rappresentazione, il principe non ha bisogno di usare le briglie per condurre il carro, gli basta la sua asta dorata con la quale capta le energie del mondo e dirige il cocchio.

I due cavalli rappresentano le forze vitali, gli istinti abissali e la ragione. In pratica, il Carro può essere interpretato anche come la mente. Per esempio, Platone, nel suo Fedro, descrive la mente come un carro trainato da un cavallo bianco e uno nero (rispettivamente l’istinto e la ragione).

Già da questi pochi elementi è chiaro che il principe, che vediamo all’interno di questo veicolo, domina, sicuro, la situazione e, nonostante la quiete del suo apparire, egli vigila con riflessi prontissimi. Il suo scettro domina la vita materiale. Sulle spalle di questo personaggio vediamo due maschere, due mezze lune, che potrebbero rappresentare il passato e il futuro, oppure il positivo e il negativo, o il tempo e lo spazio, oppure, come suggerisce Laura Tuan, potrebbero rappresentare le emozioni, gli istinti sui quali ha già ottenuto il dominio.

Il Carro, infatti, è una lama che ci parla di mistero: il mistero esteriore il cui scopo è quello di condurci al mistero interiore.

Abbiamo detto che i due cavalli trainano in due direzioni opposte, ma essi hanno una meta comune, poiché, come il guidatore, guardano entrambi a destra. Quindi, tra i tanti significati, abbiamo l’unità di intenti e l’unità di direzione.

Le quattro colonne che racchiudono lo spazio in cui il giovane si muove fanno riferimento, sia alle colonne del Tempio, sia ai quattro elementi (acqua, terra, fuoco, aria).

Il principe si trova in alto e in questa posizione riesce ad avere un punto di vista superiore e centrale che gli consente di superare il concetto di dualità delle cose.

Questa situazione di equilibrio dato dal movimento e di movimento, dato dall’equilibrio, rimanda a una condizione di dinamismo che ci ricorda il senso de I’Ching: “l’esistenza si costruisce sul mutamento”.

Così come per gli orientali è chiaro che tutto nell’universo avviene costantemente attraverso il trapasso di un fenomeno in un altro, anche nei Tarocchi di Marsiglia è altrettanto chiaro che non ci si possa sottrarre a questa legge. Non per nulla il Carro ci ricorda quanto sia importante procedere verso una direzione unitaria per andare incontro a un processo di trasformazione.

Ecco, dunque, un altro importante significato di questa carta che ci indica un importante punto di svolta sul cammino spirituale in cui è vitale domandarsi come ci stiamo muovendo sul sentiero, mettendo alla prova i nostri pregiudizi e i nostri modelli routinari.

Continuando a guardare Il Carro, ci accorgiamo che sembra quasi di vedere il carro di Helios, il Sole, che percorreva la volta celeste dall’alba al tramonto per tuffarsi poi negli abissi del maree illuminare, così, il mondo intero.

Il carro di Helios ci riporta anche al Carro di Fuoco di Elia, citato nell’Antico Testamento, nel Secondo Libro dei Re, Capitolo 2: “Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo.”

Nell’immagine proposta, potete vedere l'”Ascensione al cielo del profeta Elia“, Novgorod, seconda metà del XIII secolo.

 

L’iconografia cristiana delle origini ha utilizzato spesso iconografie pagane, in particolare nei primi tre secoli. Due di queste sono il Sol radiante e il Carro di sole, entrambi collegati al concetto di Sol Invictus.

Un mosaico forse raffigurante Gesù come Apollo-Helios è stato scoperto in un mausoleo sotto la basilica di San Pietro e datato circa al 250, nel periodo cioè delle persecuzioni di Valeriano. Potete vederlo qui accanto. La valenza cristiana del mosaico si dedurrebbe dai tralci di vite che circondano l’immagine del dio Helios.

In pratica, l’arcano Il Carro potrebbe avere un collegamento anche con la festività del Dies Natalis Solis Invicti (“Giorno di nascita del Sole Invitto”) che, fin dall’antichità, veniva celebrata nel momento dell’anno in cui la durata del giorno cominciava ad aumentare dopo il solstizio d’inverno: la “rinascita” del sole.

Fondamentalmente, il Carro indica lo stato di colui che riesce a dominare ogni aspetto della propria vita, servendosene per andare avanti. Di conseguenza, questo Arcano ci richiama a prestare attenzione alla nostra disposizione mentale e spirituale nel momento in cui ci attiviamo per affrontare i nostri problemi.

Pertanto, Il Carro, è una carta di trionfo sugli eventi, sulle difficoltà. Rappresenta anche (o soprattutto) la traversata dell’uomo nella materia per raggiungere il mondo spirituale. È una carta che parla di impegno da prendere in fretta, ci parla di proseguimento nella ricerca del sé, evoca la ricerca alchemica.

In particolare, vi segnalo un paio di passaggi della lettura di questo arcano, rispettivamente da parte di Jodorowsky e Tuan.

Secondo Jodorowsky:

“Si tratta di una carta che cammina verso il successo. Gli unici pericoli sono l’imprudenza e l’inflessibilità del conquistatore, che non ha dubbi circa la legittimità della sua conquista… Il Carro incita a porsi delle domande sui mezzi che si utilizzano per intervenire sul mondo e sul modo con cui uno guida la propria vita”

Secondo Tuan:

“Maturato attraverso le scelte e le prove, il consultante sperimenta una nuova condizione di consapevolezza, stabilità emotiva, fiducia in se stesso, autocontrollo. Una nuova fase, attiva ed energica dell’esistenza, arricchita da progetti, conquiste, riuscita ottenuta grazie alle proprie capacità direttive e alla facoltà di persuadere facilmente chi incontra… Carta di espansione e di massima indipendenza, non esclude tuttavia qualche rischio… Non mancheranno gli aiuti insperati, protezioni, appoggi: un periodo di lotta e di esperienza, spesso solitaria, estremamente fecondo” 

 

Bene, cari amici, cosa pensate di questo tarocco? Siete rimasti colpiti da qualche suo dettaglio? Da cosa, eventualmente, e perché?

Clementina Daniela Sanguanini

 

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BIBLIOGRAFIA:

La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa, Universale Economica Feltrinelli

Il Linguaggio segreto dei Tarocchi, Laura Tuan, De vecchi Editore

 

ICONOGRAFIA:

“Sinassi dell’Arcangelo Michele”. Icona ortodossa dei sette Arcangeli presso la Chiesa Ortodossa Russa, di Nižnij Novgorod, dell’Assemblea dell’Arcangelo Michele. Tempera su legno, XIX sec. Wikipedia

Beatrice incontra Dante, William Blake, Tate Britain, Londra, 1824 – 1827, Wikipedia

Ascensione al cielo del profeta Elia, Novgorod, seconda metà del XIII secolo, tempera su tavola, Collezione Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, Vicenza.

Sol Invictus, Wikipedia

Mosaico sotto la Basilica di San Pietro, Wikipedia