Eccomi con la seconda bella novità del periodo, dopo la presentazione del mio libro La Terra del Tramonto che, se avete perso, potete recuperare qui.

Chi mi segue sui blog, sui social e soprattutto tramite uno scambio telefonico o incontri de visu sa che soprattutto a partire dal 14 gennaio 2022 per me è cominciata una vera discesa agli inferi nel campo della salute. Ho peregrinato da uno specialista all’altro, spendendo un sacco di soldi in visite e medicine e trovando diagnosi della serie “non so che pesci pigliare”, inizi di depressione e amenità varie.

A coloro che hanno avuto voglia di ascoltarmi, con mente aperta e cuore affettuoso, ho spiegato che cosa mi era successo. Con coloro che hanno eretto una barriera, soprattutto psicologica, o si sono mostrati increduli a prescindere, ho semplicemente lasciato perdere. Ho lasciato la mia doverosa testimonianza nelle sedi opportune, e se qualcuno ha voglia di saperne di più può contattarmi liberamente alla seguente mail: cristina.m.cavaliere@gmail.com

Una nuova avventura

Veniamo invece alla seconda bella notizia, cioè sono tornata a essere

UNA STUDENTESSA UNIVERSITARIA!!!

e quindi sono alle prese con una nuova giungla burocratica. In realtà avevo già fatto domanda d’iscrizione a Scienze Storiche per la laurea magistrale lo scorso anno, perché in università bisogna fare domanda di accettazione entro il mese di agosto, per essere poi confermati, o convocati per accertamenti sui requisiti, dalla commissione. Naturalmente mi avevano ammesso senza problemi, però ero ancora nel de profundis e stavo per intraprendere un percorso di cure lungo ma efficace, e volevo togliermi qualsiasi motivo di stress. Grazie a questo percorso, ora sto davvero bene, a parte qualche sporadico problema di notte (tengo le dita incrociate), e quindi ho ripreso in considerazione la possibilità di iscrivermi, ma senza stress.

I corsi singoli

Avevo infatti scoperto che l’Università degli Studi di Milano offriva la possibilità di iscriversi liberamente fino a un massimo di quattro corsi singoli per anno accademico. Al solito gli esami si possono dare come frequentante e non frequentante, e non è tutto! La cosa bellissima è che possono accedervi non solo i laureati, ma anche i diplomati di scuola secondaria di secondo grado (le nostre ex-superiori), che vogliano approfondire un argomento di loro interesse, per motivi di lavoro o passione personale. Per l’anno accademico in corso si ha tempo fino a febbraio del 2025 per studiare e dare gli esami, quindi i tempi sono da “taglie comode”.

Ho quindi scelto tre materie dal curriculum per la laurea magistrale in Scienze Storiche, verificando che un domani possano essere accreditate nel piano di studi. Ecco le mie scelte, con i relativi libri.

Il primo corso: INTELLECTUAL AND CULTURAL HISTORY (9 crediti)

Il corso è in inglese e la presentazione recita: “The course aims to present the methodology of intellectual and cultural history through an investigation of the main theories and historiographical debates. It provides the theoretical tools with which to analyse the history of Italy, from the Middle Ages to the 20th century, through an intellectual and cultural approach.”

In questo gruppo di esami obbligatori si poteva scegliere tra questo e Storia del Mezzogiorno, ma volevo mettermi alla prova con testi in inglese e un esame, presumibilmente, in lingua inglese. Ecco i testi con un estratto della quarta di copertina. In più c’è un pdf scaricabile dalla piattaforma universitaria: Annabel Brett, What is Intellectual History Now?, in David Cannadine (ed.), What is History Now?, Basingstoke, Palgrave MacMillan 2002, pp. 113-131.

Peter Burke, What is Cultural History?, Cambridge, Polity 2004

Burke begins by providing a discussion of the ‘classic’ phase of cultural history, associated with Jacob Burckhardt and Johan Huizinga, and of the Marxist reaction, from Frederick Antal to Edward Thompson. He then charts the rise of cultural history in more recent times, concentrating on the work of the last generation, often described as the ‘New Cultural History’. He places cultural history in its own cultural context, noting links between new approaches to historical thought and writing and the rise of feminism, postcolonial studies and an everyday discourse in which the idea of culture plays an increasingly important part. The new edition also surveys the very latest developments in the field and considers the directions cultural history may be taking in the twenty-first century.

Ward-Perkins, Brian, The fall of Rome and the End of Civilisation, Oxford, Oxford University Press 2006

Why did Rome fall? Vicious barbarian invasions during the fifth century resulted in the cataclysmic end of the world’s most powerful civilization, and a ‘dark age’ for its conquered peoples. Or did it? The dominant view of this period today is that the ‘fall of Rome’ was a largely peaceful transition to Germanic rule, and the start of a positive cultural transformation. Bryan Ward-Perkins encourages every reader to think again by reclaiming the drama and violence of the last days of the Roman world, and reminding us of the very real horrors of barbarian occupation. He looks at both the wider explanations for the disintegration of the Roman world and also the consequences for the lives of everyday Romans.

Ben-Ghiat, Ruth, Italian Fascism’s Empire Cinema, Bloomington, Indiana University Press 2015

Ruth Ben-Ghiat provides the first in-depth study of feature and documentary films produced under the auspices of Mussolini’s government that took as their subjects or settings Italy’s African and Balkan colonies. These “empire films” were Italy’s entry into an international market for the exotic. The films engaged its most experienced and cosmopolitan directors (Augusto Genina, Mario Camerini) as well as new filmmakers (Roberto Rossellini) who would make their marks in the postwar years. Ben-Ghiat sees these films as part of the aesthetic development that would lead to neo-realism. Shot in Libya, Somalia, and Ethiopia, these movies reinforced Fascist racial and labor policies and were largely forgotten after the war. 

Il secondo corso: STORIA DELL’EUROPA IN ETÀ MODERNA (9 crediti)

Il corso intende fornire un orientamento circa il processo di costruzione geo-politica e culturale dell’Europa di età moderna a partire dalla storiografia italiana ed europea dell’immediato dopoguerra. Si approfondiranno in particolare questioni relative alla coesistenza di diversi attori politici e confessionali (monarchie, repubbliche, confederazioni) e alla loro complessa interazione. I libri che ho scelto, tra obbligatori e non obbligatori, sono i seguenti con la relativa quarta.

Chabod, Storia dell’idea d’Europa, Laterza, Roma – Bari 2007 (I ed. 1969)

“Come e quando i nostri avi hanno acquistato coscienza di essere europei”? Uno dei più grandi storici italiani ripercorre la storia di questa consapevolezza quale si è venuta svolgendo all’interno di una tradizione di pensiero che parte dai Greci per arrivare alla fine dell’Ottocento. Un libro nato “dalla fede in alcuni valori supremi, morali e spirituali, che sono creazione della nostra civiltà europea”.

A. Raviola, L’Europa dei piccoli Stati. Dalla prima età moderna alla crisi dell’Antico regime, Carocci, Roma 2008

Se il concetto di piccolo stato si attaglia oggi, in Europa, a poche entità territoriali di dimensione davvero ridotta (Vaticano, Monaco, San Marino, Liechtenstein ecc.), tra l’autunno del Medioevo e il declino dell’Antico Regime esso poteva riferirsi a una pluralità di attori geo-politici che a vario titolo interagivano con le grandi monarchie nazionali garantendosi una certa visibilità e la sopravvivenza. Il libro è dedicato a queste formazioni città-stato, principati, ducati o repubbliche – con un excursus che si sofferma tanto sulle dinamiche di cui furono protagoniste attive o passive quanto sulle aree di maggior frammentazione regionale e statuale. 

Negruzzo, Europa 1655. Memorie dalla corte di Francia, Cisalpino Editore, Milano 2016

Il 1655 fu un anno intenso per Michele Morosini, ambasciatore veneto. Il quadro internazionale, disegnato dai trattati di Vestfalia, e le vicende interne richiedevano una particolare responsabilità per la Serenissima Repubblica di Venezia. Morosini aveva già maturato esperienza come ambasciatore presso la corte francese, che stava diventando la principale d’Europa ed era retta dal giovanissimo Luigi XIV, sotto l’attenta guida del cardinale Mazzarino. In tale congiuntura e confidando nella sua pregressa esperienza, il Senato Veneto incaricò Morosini di elaborare e redigere un supplemento informativo sugli orientamenti politici del momento. Da tali osservazioni politiche fu stilata un’ampia Relatione, ritrovata nell’Archivio di Stato di Venezia. 

A. Visceglia (a cura di), Le radici storiche dell’Europa. L’età moderna, Viella, Roma 2007

La ricerca di radici comuni e tradizioni condivise tra i paesi dell’Europa contemporanea non può corrispondere all’invenzione di una “storia europea” che sostituisca le varie storie nazionali di Otto e Novecento, ma deve tradursi in un ripensamento problematico del passato. In questo volume dodici tra i maggiori storici europei, di orientamenti e nazionalità differenti, mostrano l’importanza e la ricchezza del contributo dell’età moderna alla costruzione culturale dell’Europa, focalizzando problemi cruciali quali lo stato, le confessioni religiose, le frontiere, gli scambi economici e scientifici, la vita intellettuale, le minoranze. 

Il terzo corso: STORIA DELLA CHIESA E DEI MOVIMENTI ERETICALI (6 crediti)

Il corso si propone di offrire elementi di conoscenza della storia della chiesa attraverso i diversi orientamenti storiografici e la terminologia specialistica nel lungo corso della storia del cristianesimo. Il corso mira a fornire gli strumenti concettuali e terminologici idonei alla comunicazione storica di carattere scientifico e divulgativo.

H. Jedin, Riforma cattolica o Controriforma? Tentativo di chiarimento dei concetti con riflessioni sul concilio di Trento, Morcelliana, Brescia, 2023

I cattolici tendono a far derivare il rinnovamento della Chiesa dalla sua forza vitale, che erompe da un nucleo divino, e a contestare l’influenza che ebbe lo scisma avvenuto nel XVI secolo in questo processo. Considerano la “Riforma cattolica” come la vera “Riforma” e si oppongono al concetto di “Controriforma”, perché pensano possa nascondere l’idea che la rigenerazione della Chiesa sia solo un movimento reazionario. I non cattolici considerano la Riforma protestante come il vero rinnovamento della Chiesa tendente al cristianesimo originario e vedono nella Controriforma la vittoria del papato, politicamente in auge, sul luteranesimo apolitico e sul calvinismo politicamente isolato. 

M. Firpo, Riforma cattolica e concilio di Trento. Storia o mito storiografico?, Viella, Roma 2022

Quali furono i caratteri salienti della reazione messa in campo dalla Chiesa cattolica nel ’500 per reagire alla drammatica crisi della Riforma protestante? E quali categorie storiche meglio ne definiscono la natura? Con varia fortuna si è parlato di Restaurazione cattolica, Riforma cattolica, Controriforma, ora contrapponendo l’una all’altra ora tentandone una difficile sintesi. Il libro ricostruisce tale discussione, per concentrarsi poi sulle aporie della cosiddetta Riforma cattolica e sulla stentata e talora inesistente applicazione dei decreti emanati dal concilio di Trento anche un secolo dopo la sua fine, il che non impedì tuttavia la creazione di un mito del Tridentino.

Ho già comprato tutti i libri e per me è stata una festa quando sono arrivati! Sto già leggendo il primo in inglese. 😉 Quindi, come recitava il titolo del film di Troisi “Ricomincio da tre”, anch’io ricomincio con tre esami e, secondo me, in segreteria staranno già urlando dal terrore: “Noooo!!! È tornata la rompiscatole!!!”

***

Ebbene, che cosa ne pensate di questa nuova svolta? Quali sarebbero le materie di vostro interesse, se doveste iscrivervi a un corso?

 

  • Foto di apertura: Pixabay – Lilawind
  • Foto delle copertine: Amazon