Ritorna con noi l’autore di romanzi storici Gianpiero Pisso, che già ci aveva proposto l’avvincente storia dell’inventore di Udine Arturo Malignani. Se avete perso il suo articolo intitolato “Quando la luce squarciò le tenebre”, che ha avuto un numero altissimo di visualizzazioni, lo potete recuperare qui.

Gianpiero stavolta ci porterà ancora più indietro nel tempo, addirittura all’epoca degli antichi romani, con il suo romanzo “Aurum Tolosanum, la vendetta di Apollo“. Già il titolo è intrigante di suo! Non siete curiosi?

Ecco a voi tutta la storia, che, come tutte le vicende connesse alle maledizioni divine, è particolarmente appassionante.

 

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Un furto sacrilego

Le origini di questo romanzo prendono piede nel III° secolo a.C., quando alcune orde celtiche iniziarono dal nord Europa a discendere verso la penisola balcanica, alla ricerca di nuove terre da conquistare.

Una di queste orde, comandate da Brenno, omonimo di quel condottiero dei Senoni che cento anni prima mise al sacco Roma, riuscì ad arrivare sino al santuario di Delfi, sacro ad Apollo, privandolo dell’oro delle offerte votive con le quali gli elleni erano soliti ringraziare gli dei per qualche evento propizio a loro accaduto. Tonnellate di oro furono fuse in pani e trasportate dai celti nei loro luoghi d’origine, per poi essere occultate in nascondigli sicuri.

Rovine del tempio di Apollo a Delfi. Fonte: Wikipedia.

La tribù dei Volci Tectosagi, riportò parte di quel tesoro nella Gallia meridionale, dove, nella città di Tolosa, nell’anno 105 a.C., il console romano Quinto Servilio Cepione, in quelle terre per combattere con le sue legioni i barbari germani (Cimbri e Teutoni), lo rinvenne, ma anziché consegnarlo all’erario di Roma lo tenne per sé e per la sua famiglia.

Aulo Gellio scrive le Noctes Atticae – Fonte Wikipedia.

Quanto sopra diede origine alla leggenda dell’oro di Tolosa e alla relativa maledizione che ne conseguì.

In quanto frutto del sacrilego saccheggio del tempio di Delfi, alcuni decenni dopo questi avvenimenti e in virtù di molti eventi funesti che toccarono coloro che in un modo o nell’altro avevano messo mano a quel tesoro, si iniziò a parlare di punizione e di giusto castigo da parte del dio Apollo, adirato per l’oltraggio subito.

Troviamo traccia di questo fin dal II° secolo d.C., nelle opere dello scrittore e giurista romano Aulo Gellio, noto principalmente in quanto autore delle “Notti Attiche”, un’opera divisa in venti libri sulle maggiori curiosità del sapere umano. In essa si legge: “Nam cum oppidum Tolosanum in terra Gallia Quintus Caepio consul diripuisset multumque auri, in eius oppidi templis fuisset, quisquis ex ea direptione  aurum attigit, misero cruciabilique exitu perit.”

“Infatti il console Quinto Cepione, avendo distrutto la città di Tolosa nella Gallia ed essendoci molto oro nei templi di questa città, chiunque prese l’oro da questa distruzione perì con una morte misera e crudele.”

 Il romanzo interpreta eventi storici realmente accaduti, integrandoli con ingredienti mitologici e leggendari. È un dato di fatto che a tutti coloro che si impadronirono di parte di quel tesoro accaddero calamità ed eventi funesti particolarmente singolari, dunque la chiave di lettura che sembrerebbe imputare tali fatti all’ira e alla vendetta del dio Apollo, offeso per l’oltraggio subito anni prima, è un filo conduttore che ha la sua ragion d’essere.

 

Una catena di accadimenti funesti

Apollo di Veio. Museo di Villa Giulia. Fonte: Wikipedia.

Apollo, il dio del Sole, della Scienza, della Musica e della Poesia, il Maestro delle Muse, quando si adira sa essere crudele e vendicativo, e in questa  occasione non avrà pietà per alcuno. Passiamo in rassegna alcuni di questi eventi negativi:

  • La morte a Delfi del celta Brenno, che operò il saccheggio del tempio e di sua moglie Igerna.
  • La disfatta romana nella battaglia di Arausio (l’odierna Orange), nel 105 a.C., lo scontro con i barbari germani combattuto dal console Quinto Servilio Cepione. Si trattò, forse, della più sanguinosa sconfitta patita dalle legioni romane in tutta la storia della Roma repubblicana e imperiale, superiore per numero di vittime anche al tracollo di Canne, avvenuto alcuni anni prima contro Annibale.

La battaglia di Arausio. Fonte: Rebellion Research.

  • L’esilio a Smirne del console Cepione e la sua misera esistenza nella provincia d’Asia.

La provincia d’Asia, I secolo a.C. Fonte: Wikipedia.

  • Le tragiche sorti dei figli del console, Servilia Cepionide e Quinto Servilio Minor, nonché di Marco Livio Druso, marito di Servilia Cepionide e tribuno della plebe.
  • Le tribolazioni di Gaio Cluvio e del suo banco a Puteoli, propretore della provincia d’Asia, reo di aver rubato il tesoro al console.

Non solo vendetta

Matrimonio fra due cittadini romani. Sarcofago nel Museo di Capodimonte. Fonte: Wikipedia.

Il romanzo dà ampio spazio alla vita sociale e politica della repubblica e ai tanti cambiamenti che in quel secolo iniziarono ad affacciarsi: le schermaglie politiche tra optimates e populares, le richieste sempre più pressanti degli Italici, che aspiravano ad avere la cittadinanza romana, il ruolo della donna nella società.

Ora le matrone romane avevano maggiore libertà, erano più indipendenti, più padrone del loro destino e del loro corpo e, soprattutto, più trasgressive.

I tempi nei quali Cornelia, madre dei Gracchi, Lucrezia, moglie di Collatino e Verginia, figlia di Lucio Verginio, erano state prese a modello della virtuosa faemina romana, pudica e fedele, ligia agli ordini del marito o del fidanzato e pronta a sacrificare la vita per non tradire questi principi, erano ormai lontani. Le faeminae patrizie, molte delle quali maritate, erano passionali ma riservate, audaci ma solo in privato e dai loro amanti accettavano al massimo qualche regalo.

Le condizioni della donna stavano mutando ma vi era ancora molto da fare, se l’uomo, con una semplice frase: “Vade foras. Res tua stibi habeto” poteva, con il ripudio, troncare la relazione con la moglie.

 

Dal romanzo “Aurum Tolosanum, la vendetta di Apollo”

“Livia Drusa era impegnata in una frivola discussione con la cognata. 

«Petronia ha agito maldestramente, senza preoccuparsi delle conseguenze del suo gesto.»

Servilia arricciò il naso, sbatté le ciglia, rese più folte dalla fuliggine e guardò con stupore la cognata.

«Conosciamo Petronia da una vita» mormorò. «Credi che una donna giovane, in salute, passionale e risoluta, possa tollerare a lungo l’assenza del marito?»

«Servilia! Suo marito Gellius è in Gallia con tuo padre, a combattere!»

«Credi che non lo sappia?» L’espressione della ragazza si fece maliziosa.

«Fare la guerra è prerogativa degli uomini. L’imbecillus sexus preferisce, invece, la seduzione, la schermaglia amorosa, la complicità. Che cosa ha fatto di male Petronia?»

«Petronia è stata sorpresa ad amoreggiare con uno dei suoi schiavi!»

«Cara Livia, se vogliamo gli stessi diritti dei maschi, dobbiamo imitarli in tutto. Credi che mio fratello conceda solo a te le sue attenzioni? Che non ti abbia mai tradita?»

Livia Drusa guardò la cognata con una certa apprensione.

«Non lo so. Siamo stati insieme così poco. E penso che ora non ne abbia l’opportunità. Mio fratello, però, non ti tradirebbe mai.»

Servilia abbozzò un sorriso.

«Si crede sempre che i padri e i fratelli siano diversi dal resto degli uomini. Dobbiamo emanciparci, cara Livia, toglierci le catene che ci serrano le caviglie e magari partecipare anche alla vita pubblica. Soprattutto abbiamo bisogno delle attenzioni dei nostri mariti, invece di dover aspettare che le battaglie ce li restituiscano, cosa che, del resto, non sempre avviene.»”

 

Gianpiero Pisso

 

Chi è l’autore

Gianpiero Pisso è nato in provincia di Varese, sulle sponde del Lago Maggiore, dove risiede con la sua famiglia. Laureato in ingegneria aeronautica ha, per molti anni, lavorato come dirigente industriale in grosse società italiane e multinazionali straniere. Ama dipingere e viaggiare, oltre che scrivere e leggere.

Vincitore del premio nazionale “Le Porte del Tempo”, categoria saggistica, con l’opera “La profezia del Cristo pagano” (Eremon Edizioni). Ha scritto poi “La tela del maligno”, mistery storico, pubblicato da Eretica Edizioni. Con Le Mezzelane Casa Editrice ha pubblicato:

  •  ”Pieve Cipolla” (2017), romanzo bucolico/umoristico, classificatosi al secondo posto al premio nazionale, editi e inediti, “Parole di Terra” (2016/17) ebook+carta
  •  “Il Regno di NonSoDove” (2018), racconto per bambini, ebook+carta
  •  “Quando la luce squarciò le tenebre” (2018), romanzo storico, ebook+carta
  •  “Aurum Tolosanum, la vendetta di Apollo”, (2021), romanzo storico, ebook+carta
  •  “Gli ultimi giorni di Rapa Nui”, (2022), romanzo storico, ebook+carta

Il romanzo “Aurum Tolosanum, la vendetta di Apollo” è disponibile cartaceo o e-book su Amazon, Ibs, Mondadori online, Feltrinelli online, Libro Co. Italia e sul negozio online dell’editore: Le Mezzelane casa Editrice: https://negozio.lemezzelane.eu/prodotto/aurum-tolosanum-la-vendetta-di-apollo-carta

Per contattare l’autore potete scrivere alla sua mail gianpieropisso@hotmail.it