Nel farvi i miei auguri per una Buona Pasqua, quest’anno vorrei proporvi tre opere che contrassegnano i momenti salienti della Settimana Santa.

Giovedì Santo – L’ultima cena

L’Ultima Cena è un affresco (200×185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrivegni a Padova. È compresa nelle Storie della Passione di Gesù del registro centrale inferiore.

La scena illustra un passo del Vangelo di Giovanni (13, 21-26): «Gesù si commosse profondamente e disse: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: “Dì, chi è colui a cui si riferisce?”. Ed egli, reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse. “Signore, chi è?”. Rispose allora Gesù: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”».

Venerdì Santo – La crocifissione

La Crocifissione è un dipinto a tempera su tavola di Masaccio, facente parte dello smembrato e in parte disperso al Polittico di Pisa, del quale costituiva il comparto centrale superiore. L’opera misura 83×63 cm, risale al 1426 ed è oggi conservata al Museo nazionale di Capodimonte a Napoli.

Questa tavola mostra la scena della Crocifissione con tre “dolenti”: la Vergine, san Giovanni e la Maddalena, rappresentata in ginocchio di spalle al centro (riconoscibilissima dal tipico vestito rosso). Quest’ultima è creata quasi unicamente dal suo gesto disperato, mentre allarga le braccia e piega la schiena.

Il volto brunito di Cristo è colto nel momento del trapasso, quando ha appena pronunciato, rivolto a san Giovanni, le parole «Ecco tua madre!», con le quali gli ha affidato la Madonna.

Domenica di Pasqua – La resurrezione

La Resurrezione di Cristo è un dipinto a olio su tela (183×155 cm) di Pieter Paul Rubens, databile al 1616 circa e conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze.

L’opera è nota con vari titoli tradizionali, tra cui anche il Sepolcro pasquale o il Trionfo di Cristo sulla morte e sul peccato. Dal sudario e dal letto di morte Cristo si leva trionfante, reggendo il vessillo crociato (di cui si vede solo l’asta), con un angelo che lo scopre e due putti che gli reggono la corona di spine. Lo straordinario modellato della figura, viva più che mai, ricorda opere come il San Sebastiano della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, con evidenti influssi michelangioleschi. Vari elementi ricordano significati simbolici, come il grano sulla pietra, allusione al Cristo nell’eucaristia.