Bentornati sul blog, come prima cosa! In secondo luogo, ecco a voi il proseguimento del nostro discorso sulle figure dei Tarocchi, e nello specifico sui Cavalieri. Nel primo post, che potete trovare qui se lo avete perso, Clementina ci ha parlato della figura di Bartolomeo Colleoni, del suo mestiere di capitano di ventura e della sua vita avventurosa ma lunga (dato che morì nel proprio letto alla ragguardevole età di ottant’anni).

Già, ma dove visse nell’ultimo periodo della sua esistenza?

È venuto il momento di entrare nel bellissimo castello di Malpaga grazie a una vera e propria visita guidata condotta dalla nostra amica con alcune immagini. Ci avviciniamo a piccoli e grandi passi alla primavera, e quindi esploriamo, anche se in maniera virtuale, questo luogo affascinante. Potrebbe costituire un ottimo spunto per una visita in loco!

 

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Castello di Malpaga. Cortile interno dal loggiato.

Eccoci dunque arrivati al castello di Malpaga in località Cavernago. La cittadella, molto ben conservata, è ricchissima di affreschi e all’interno del dongione sono stati riprodotti, con rigore storico, il letto del Colleoni, alcuni oggetti di vita quotidiana e gli indumenti che indossava. Queste immagini, oltre a testimoniare l’altissimo valore artistico delle opere in essa contenute (tra cui l’affresco del XV secolo, Dame al gioco dei Trionfi) e le imprese del condottiero, suggeriscono anche il modus vivendi dei cavalieri e il perenne stato di allerta nel quale versavano.

Entriamo in questa fastosa reggiaseguitemi!

Al piano terra troviamo la Sala dei Banchetti, il locale dentro il quale si svolgevano le udienze e in cui venivano accolti gli ospiti. Potete ammirarlo nell’immagine sosttostante (fonte: Wikipedia). Su ogni parete possiamo osservare dei pregevoli affreschi nello stile del realismo lombardo, attribuiti a Fogolino, un allievo del Romanino, che risalgono al XVI secolo.

A commissionarne la realizzazione fu un erede di Bartolomeo, che in quel modo volle rendere omaggio al suo casato. La loro particolarità è, infatti, quella di riprodurre alcune scene topiche della biografia del Colleoni, fatti che si svolsero durante i tre giorni in cui Re Cristiano I di Danimarca arrivò in visita al castello. Potete osservare qui sotto la scena dell’ingresso del re nella cittadella.

Tenete presente che il Colleoni è sempre riconoscibile dal berretto rosso sulla testa. Ve lo mostro qui sotto in un dettaglio appartenente a un altro affresco che andremo poi ad ammirare e vi ripropongo il condottiero nel ritratto di Cristofano dell’Altissimo (fonte immagini: Wikipedia).

In occasione del soggiorno del re danese venne organizzato un torneo. Eccolo rappresentato nel seguente affresco, il quale, oltre a mostrarci con precisione i singoli dettagli (i costumi, le gualdrappe, gli stendardi, le armi spuntate, le tribune degli spettatori,…), ci offre anche l’opportunità, sia di ammirare la famosa lizza, la palizzata che veniva eretta per recintare il luogo dei combattimenti, che di comprendere meglio quale fosse il compito dei fanti.

Secondo le usanze del tempo, oltre alla giostra, arrivava il momento della caccia e nella rappresentazione di Fogolino è possibile ammirare una magnifica scena di caccia con il falco, che però non pubblico.

Ebbene, tra tanti affreschi, non potevano certo mancare le scene del banchetto, di cui abbiamo visto un dettaglio sopra. Ma, l’artista, ancor prima di calarci nell’esperienza del pranzo, ci descrive un fatto inquietante! Stante che in una delle numerose scene dedicate alla organizzazione del convito è ben visibile l’assaggiatore, figura sempre presente nelle corti coeve, preposta ad accertare che il cibo non fosse avvelenato (il veleno andava di gran moda a quei tempi), pare che il nostro Bartolomeo, in prossimità dell’importante evento, abbia sventato un altro terribile attacco.

Infatti, tra i tanti uomini impiegati al suo servizio, ve n’era uno che, approfittando della confusione di quei giorni di festa, dopo aver tramato a lungo, attentò alla vita del Colleoni, però senza successo: si trattava, nientemeno, che del suo scrivano. Osservando l’affresco, individuerete l’attentatore nascosto dietro la seconda colonna. Le minacce si celavano ovunque!

Ed ecco la scena del banchetto, vero e proprio. Al di là della squisitezza della fattura di quest’opera d’arte, che ci restituisce con precisione calligrafica uno spaccato attraverso il quale possiamo ammirare la fastosità della sala, l’opulenza del simposio, coi suoi servitori, i musici e così via,  possiamo anche notare come, ancora una volta, non ci si stancasse mai di essere prudenti.

E, infatti, noterete che tutti i convitati mangiano con le mani: le posate potevano essere impiegate solo da una persona al tavolo, proprio perché rappresentavano potenzialmente delle armi

Saliamo al piano nobile, dove troviamo le camere dei signori del castello: la grande camera da letto coniugale in cui prendevano alloggio Tisbe e le figlie, la camera delle figlie, quella degli ospiti, la sala da bagno e la camera da letto di Bartolomeo. Su questo piano gli affreschi sono tutti in stile gotico cortese del ‘400.

Anche di queste opere ve ne mostrerò solo una parte. Inizio presentandovi la camera del Colleoni. Sempre per rimanere sul tema della prudenza e del costante stato di allerta in cui viveva un Capitano di Ventura, vorrei richiamare la vostra attenzione su tre particolari. I primi due si riferiscono al camino e alla finestra. Il camino, era stato murato appositamente dal suo proprietario, che aveva anche fatto apporre alla finestra un’inferriata per evitare eventuali intrusioni di nemici.

Il terzo particolare ci viene restituito grazie alla riproduzione fedele dei mobili presenti in quel locale. Il letto dove dormiva Bartolomeo non era più lungo di un metro e cinquanta, sebbene l’uomo fosse molto alto per gli standard dei tempi, oltre un metro e ottanta. Il motivo risiede nel fatto che il nostro cavaliere dormiva seduto, probabilmente con la spada a portata di mano, sempre pronto a scattare in caso di allarme! 

Un ultimo sguardo a questa camera per mostrarvi qualche altra meraviglia: una carrellata di strappi di affreschi in cui sono rappresentate le personificazioni delle Virtù: la Prudenza (poteva forse mancare?), la Temperanza, la Speranza, la Fortezza, e così via.

Passando sul Loggiato possiamo osservare, tutt’intorno alla dimora dei Colleoni, le case destinate ai soldati: così era sicuro di averli vicini a sé.

Affacciandoci da una finestra, diamo un’occhiata alla Torre.

Invece, in basso, sulla parete accanto alla quale sosta il gruppo di visitatori, trova alloggio un ulteriore affresco, questa volta rappresentante un’importante scena di battaglia. Si tratta della Battaglia della Riccardina, durante la quale il Capitano usò, per la prima volta, le armi da fuoco, annientando in quel modo il nemico. I tempi stavano decisamente cambiando!

Ora, ci sposteremo nella camera da letto coniugale, che come vedrete è interamente decorata, sulle pareti e sulle cantinelle del soffitto, sia con i classici temi tratti dal bestiario medievale e sia con temi che rimandano direttamente alla sfera dei Tarocchi.

 Questa stanza, come già accennato, era riservata alla moglie e alle figlie. La camera è molto spaziosa e vi ricordo che al castello vivevano tutte otto le figlie del Capitano, sia quelle legittime, che quelle illegittime.  

Anche attraverso le raffigurazioni che vi vengono accolte, ci possiamo rendere conto di quanto quest’uomo, che sarà stato senza ombra di dubbio tutto d’un pezzo e, probabilmente anche piuttosto spigoloso, in realtà doveva amare moltissimo la propria famiglia.

Nella prima inquadratura potete osservare le cantinelle del soffitto, nelle quali spiccano gli elementi del bestiario. Nella seconda, invece, vedete la decorazione delle volte, a colori accesi e motivi ornamentali.

 

Visitando il Castello avrete modo di scoprire moltissime altre pitture murali, una più bella dell’altra.

Se volete organizzare una visita, il castello è situato in Via Marconi, 20, Cavernago (Frazione Malpaga) – (Bg). Qui il link al sito del castello per avere notizie su tempi di percorrenza, orari, eventi e altre informazioni utili per organizzare la vostra visita.

Per quanto mi riguarda, concludo qui la mia esposizione con un ultimo affresco, ancora una volta contenuto all’interno della camera coniugale, nel quale sono rappresentate alcune dame intente al gioco dei Tarocchi.

E con quest’immagine, vi do appuntamento al prossimo post del ciclo Arcani, nel quale tratteremo la simbologia della figura dei Cavalieri.

A presto!

Clementina Daniela Sanguanini

FONTE IMMAGINI: a parte le foto da Wikipedia, espressamente citate nel testo, le immagini sono frutto di scatti miei e di Cristina.