Bentornati sul blog Il Manoscritto del Cavaliere, dopo il turbine di festività a chiusura di un anno che, per quanto mi riguarda, mi sono lasciata volentieri alle spalle.
Non c’è niente di meglio che iniziare il 2023 leggendo un articolo sul blog ringiovanito, e in compagnia di Clementina e dei suoi articoli di altissima qualità. Qui vi proponiamo il proseguimento della serie sui Tarocchi, nello specifico con le Regine. Finalmente è arrivato il loro turno! Buona lettura.
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Il nostro viaggio tra le figure degli Arcani minori, finalmente, riprende. Questo spazio, come già preannunciato, sarà dedicato interamente alle Regine.
Introduco l’argomento con il capolavoro di Velasquez, Las Meninas di Diego Velasquez, 1656, Museo del Prado, Madrid, un dipinto nel quale l’artista mette a punto un trucco formidabile.
Infatti, a dispetto del titolo che suggerisce le “piccoline”, ossia le damigelle d’onore dell’infanta, quali personaggi principali del quadro, i due veri protagonisti sono il pittore e l’infanta Margherita Maria Teresa (futura moglie dell’imperatore d’Austria Leopoldo I).
In realtà, Las Meninas è tante cose messe insieme: un autoritratto estremamente complesso, un ritratto della famiglia reale di Spagna, un quadro rivoluzionario, a metà tra uno spaccato di vita quotidiana e la cristallizzazione della visita di re Filippo IV e congiunti nello studio dell’artista, un dipinto nel quale il re e la regina vengono posti, per la prima volta nella storia della pittura, in secondo piano (li vediamo all’esterno della scena solo grazie ad uno specchio appeso sulla parete di fondo, che ci rimanda il riflesso dei loro volti).
Come mai ho voluto iniziare con Las Meninas? Prima di tutto, perché è un dipinto di straordinaria bellezza, poi perché ci presenta una principessa (che diventerà imperatrice, ma per noi vale come regina) e una regina (madre, nello specchio), infine per l’inganno visivo del gioco di specchi, di piani infiniti, nel quale ci potremmo perdere all’infinito e che con il suo potere magico celebra la pittura stessa.
E il tema dell’inganno (e disinganno) lo ritroviamo anche nella poetica spagnola di quegli stessi anni e, ad esempio, risulta fondamentale per Calderon de la Barca, che ne farà il perno del suo capolavoro, La vita è sogno.
La vita è un sogno di Calderon de la Barca è anche un testo che s’interroga filosoficamente sul concetto di realtà e mentre l’autore riflettendo sul rapporto tra vita e sogno arriva a definire la prima quale una dissoluzione dell’esistere in un perpetuo sognare, noi che siamo protagonisti e spettatori, discutiamo ancora oggi su cosa si debba intendere per reale. Non è forse così?
Come Las Meninas, La vita è sogno sviluppa il proprio racconto all’infinito attraverso una labirintica costruzione di trame e di livelli al quale lo spettatore può accedere attraverso innumerevoli percorsi.
Inoltre, anche La vita è un sogno si snoda all’interno di una corte e i suoi protagonisti sono re, principi, dame, infante… e paradossalmente manca la regina. Per ritrovarla, dovremo aspettare qualche secolo, quando Pasolini scriverà il Calderón, ispirato a La vita è un sogno e a Las Meninas,… ma questa sarà un’altra storia!
Per quanto riguarda il post di oggi è utile tener presente che il concetto di inganno è legato a doppio filo al mondo dei Tarocchi.
I detrattori attribuiscono alle carte una connessione diretta con un demone ingannatore, pronto a fornire al consultante risposte appaganti allo scopo di legarlo sempre di più per portarlo sulle strade sbagliate esponendolo al rischio di infiltrazioni spiritiche negative. I sostenitori seri, individuano l’inganno fuori dal mazzo di cartoncini illustrati.
In altre parole, l’uomo che ha difficoltà a decifrare le ombre e a vivere consapevolmente i lati oscuri della propria esistenza, depositandoli nell’inconscio per ritrovarli nei sogni, potrà incontrare negli Arcani uno stimolo a guardarsi dentro, ad ascoltarsi, a fidarsi del proprio intuito per tirar fuori delle parti di sé utili a comprendersi meglio e procedere più speditamente nel proprio percorso. Inseguendo questo obiettivo, il senso dei Tarocchi non sarà tanto prevedere cosa accadrà, bensì capire meglio il presente. Pertanto, essi andranno intesi come uno strumento di meditazione, uno dei tanti, ma si sa, è una questione di punti di vista! 🙂
Detto questo, siccome è passato un po’ di tempo dall’ultima puntata, prima di procedere alla descrizione dei significati delle regine nei loro semi, vi propongo una breve rassegna info-grafica che ho preparato all’uopo, attraverso la quale troviamo riassunti i passaggi necessari a riprendere il filo del discorso pertinente alle figure degli Arcani minori:
Rivediamo, dunque, la collocazione dei semi nella struttura dell’arcano Il Mondo (chiave di orientamento dei Tarocchi, secondo il punto di vista di Jodorowsky).
Il ciclo dell’evoluzione dei gradi, secondo Jodorowsky.
Il percorso delle quattro figure (Fante, Regina, Re, Cavaliere) intorno al proprio seme.
E ora occupiamoci delle Regine. In linea generale esse si collocano tra il grado 4 e il grado 5, cioè si trovano a metà tra la stabilità e la potenza raggiunte e la tentazione di un nuovo ideale.
Avviciniamoci e analizziamole a fondo. Come sempre, metterò in evidenza alcuni aspetti, lasciando a voi il piacere di individuarne altri che, se vorrete, commenteremo insieme.
La regina di Spade
Si presenta con un aspetto piuttosto severo: l’espressione del volto è grave, l’abito che indossa non è tra i più frivoli, impugna la spada e la osserva come se in essa si concentrasse il peso di una responsabilità importante.
Jodorowsky la colloca “tra il razionalismo e il pensiero metafisico”, visto che le Spade rappresentano i pensieri, il centro intellettuale e la dipinge come “una donna che aspetta un essere che riconosca la sua intelligenza, la sua mente”. Invece, Laura Tuan ne dà una definizione che risente ancora degli influssi di Etteilla: “la vedova”.
Sulla base della mia esperienza mi sento di prendere un po’ le distanze da entrambi, perché in essa vedo una figura stoica, che con coraggio, forza d’animo e dignità sopporta un destino difficile. Questa donna, probabilmente resa guardinga dalle pesantezze della vita, è una persona gentile che sa dispensare consigli saggi, preziosi, seppure un po’ amari e forse anche fin troppo rigidi.
Quasi sempre ci si riferisce a una donna bruna di mezz’età, volitiva, combattiva, ma arroccata su posizioni difensive. È una donna cui non sono mancati dispiaceri, delusioni e che lotta per raggiungere il suo obiettivo, soprattutto in campo intellettuale. La carta, infatti, tradizionalmente si riferisce al momento chiave della scelta, quindi alla chiarezza di idee, alla concentrazione, ma parla anche di privazioni, di rimpianti per qualcosa di gioioso che è andato perso. Potrebbe anche esser vista come una donna che non desidera legami sentimentali per non perdere vantaggi acquisiti, di vario tipo e forse anche economici.
Quando nel gioco la lama appare capovolta, ci troviamo di fronte ad una duplice lettura. Se riferita ad una persona, si tratta di una donna falsa, spregiudicata, vendicativa, subdola, arrogante; potrebbe essere la stessa consultante che attraversa un momento negativo nel quale desidera rivalersi dei torti subiti, senza guardarsi dentro e, quindi, incapace di riconoscere la propria responsabilità nell’aver dato vita a situazioni che si sono ritorte contro. Diversamente, quando riferita al contesto in cui vive il consultante, la lama allude a maldicenze, critiche, vendette, litigi.
La regina di Coppe
Sul suo volto compare un sorriso (è l’unica delle quattro in questo atteggiamento), sostiene con la mano destra la coppa (il suo seme) e lo osseva con gioia, con la mano sinistra, invece, sorregge lo scettro (dignitoso, ma non sfarzoso), indossa una veste dai colori allegri e di foggia piuttosto mondana.
Questa Regina si colloca tra l’affetto stabile e la tentazione di un amore più elevato (le Coppe corrispondono al centro delle emozioni).
Secondo Jodorowsky si tratta di una Regina che “attende di venire sedotta, e che vuole occuparsi solo di sentimenti”. Diversamente, di fronte a qualcuno che desidera avvicinarla per ottenere altro, userà tutta la violenza di cui è capace, con crudeltà.
Personalmente mi sento più vicina all’interpretazione di Laura Tuan, secondo la quale la carta allude a una donna dai capelli, incarnato e occhi chiari, di qualunque età, dal carattere tenero, dolce, amabile, di aspetto piacevole, generosa nei modi, materna. Può trattarsi di una fidanzata, di una moglie, una madre, un’amica, una sorella, in ogni caso sarà sempre una persona molto amata dal consultante. In alcune combinazioni la Regina di Coppe può indicare la rivale in amore e la competizione con lei sarà sempre molto difficile, sotto moltissimi punti di vista. Talvolta questa lama non si riferisce a una persona in particolare, ma accenna ad affetti profondi, oppure a un sogno che si insegue, a una certa sensibilità e sensitività. L’arcano, inoltre, è sempre favorevole alle donne: promette evoluzioni positive nei rapporti di coppia, nelle relazioni in genere, indica aiuti ricevuti sul piano professionale e benefiche entrate economiche.
Quando appare capovolta, si parla ancora di una donna chiara e seducente, ma capricciosa e mutevole nel carattere, oppure di intrighi, raggiri, scandali, un ambiente ostile ai progetti del consultante.
La regina di Denari
Ancora prima dei tratti somatici, colpisce la postura di questa Regina, per più ragioni. Anzitutto è l’unica a presentarsi in piedi e questo si lega al suo stringente contatto con la materia, il denaro, la terra. Con la mano destra sollevata sorregge il suo seme, lo rivolge verso il cielo e lo guarda con ammirazione: è un tutt’uno con esso. Con la mano sinistra, invece, brandisce uno scettro molto appariscente: è consapevole del proprio potere e lo mostra con orgoglio.
L’arcano simboleggia il dinamismo tra il denaro e il suo investimento (i Denari rappresentano il centro materiale, che va inteso come necessità).
Jodorowsky la tratteggia come una Regina più che soddisfatta da ciò che possiede, estremamente determinata “a difendere il proprio territorio con forza incommensurabile e spiccato spirito pratico”. Mi ritrovo perfettamente in questa lettura.
La Regina di Denari è tradizionalmente associata a una donna bruna, di mezz’età, intelligente, abile, sicura di sé, spesso molto ricca e cosciente di avere grande influenza su chi le sta accanto. Non è una fredda calcolatrice, anche se sa amministrarsi benissimo, sa anche essere appassionata e persino gelosa. Qualunque sia il suo ruolo nella vita, è una persona moralmente retta, un po’ volubile, un po’ capricciosa, molto legata agli agi e al lusso. Non è una donna particolarmente affettuosa, gentile, amorevole e non è affatto un tipo condiscendente, ma non è malvagia.
Quando la carta non si riferisce ad una persona allude a proposte di affari e altre soddisfazioni di carattere materiale.
Se nel gioco esce al rovescio, la sicurezza, il successo, la ricchezza dell’arcano dritto si trasformano in incertezza, esitazione, dubbi che ostacolano il consultante. I progressi che vede intorno a sé si rivelano fittizi, le promesse infondate, la fedeltà versa in intrigo, l’affidabilità diventa irresponsabilità, la bontà diventa egoismo. Si è disposti a tutto pur di accumulare ricchezza, si è attorniati da falsi amici.
La Regina di Bastoni
Più di ogni altro particolare, colpisce il suo sguardo: meditabondo e piuttosto malinconico, oltre che rivolto verso terra, o verso un altrove che non sembra renderla felice. Eppure questa Regina si presenta come una donna seducente, affascinante, basti guardare la lunga e fluente chioma (in mezzo alla quale spiccano alcune ciocche di capelli bianchi) che accarezza dolcemente le spalle. La sua testa è cinta, oltre che dalla corona, da un serto di alloro che allude alla sapienza. Le sue vesti sono sontuose, elaborate. Il Bastone è anche il suo scettro e lo stringe nella mano destra per rivolgerlo verso l’alto, però appoggiandolo alla spalla, come se pesasse troppo. Con la mano sinistra raccoglie le pieghe di un tessuto che le copre le gambe.
La Regina di Bastoni simboleggia il dinamismo tra sicurezza e sperimentazione (i Bastoni fanno riferimento al centro sessuale e creativo).
Come potrete immaginare, mi dissocio completamente da questa interpretazione maschilista. Ma prendo le distanze anche dall’immagine malinconica restituita dall’arcano, che a mio giudizio risente di una visione sessuofobica legata all’epoca nella quale è stata realizzata.
Mi trovo, invece, d’accordo con l’analisi che ne fa la Tuan, ovvero di una donna di forte connotazione positiva, che sa combinare bene la dolcezza femminile, volendo anche materna, con la dinamicità dei Bastoni, che rappresentano un seme molto dinamico e proiettato, non solo alla sessualità, ma alla sfera lavorativa e al successo.
La personificazione che ne deriva è quella di una donna thirty-forty-something, volendo anche più matura, ma dall’indole fresca, che appare serena perché è risolta. Può essere single o coniugata, fidanzata, non importa, ma è in ogni caso una donna che vive bene la propria condizione. È onesta, generosa, affettuosa, dotata di buon senso. Generalmente si tratta di una signora bruna o dagli occhi scuri, molto dinamica, colta e con la vocazione a ruoli direttivi, specialmente nelle professioni creative.
La carta allude alla protezione, che può essere agita o recepita dal consultante e fa anche riferimento a rapporti equilibrati e soddisfacenti ad ogni livello. Inoltre, parla di viaggi, di spostamenti, di lezioni importanti.
Quando l’arcano si presenta capovolto, il dinamismo si tramuta in stagnazione, l’autonomia in bisogno di aiuto.
Solo in posizione fortemente negativa nel gioco e abbinata ad altri arcani pesanti, può riferirsi a gelosie, incomprensioni, ostilità, tradimenti.
Cari amici, siamo arrivati alla fine di questa puntata. Mi auguro che abbiate gradito i suoi contenuti, vi invito a fornirmi le vostre opinioni e vi saluto cordialmente.
Il prossimo post sui Tarocchi verterà sul simbolismo della figura dei Re.
Clementina Daniela Sanguanini
Bibliografia:
La via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky, Marianne Costa, Feltrinelli
Il linguaggio segreto dei Tarocchi, Laura Tuan, De Vecchi Editore
Iconografia:
Las Meninas, Diego Velasquez, 1656, Museo del Prado, Madrid – via Wikipedia, pubblico dominio
Tutte le altre immagini sono frutto dei miei scatti fotografici
Davvero interessante questo excursus sulle regine, grazie di questa attenta analisi e buona ripresa sul nuovo blog
Grazie a te, cara Giulia!
Buon Anno di cuore! 🙂
Grazie di essere passata, Giulia! Buon Anno anche da parte mia e… a presto.
Buon inizio anno al tuo rinnovato blog, Cristina e grazie a Clementina Daniela per la lettura. A proposito, interessante l’analisi della postura e il confronto interpretativo tra i due esperti di Tarocchi, ma che ne pensi dei simboli sulle carte delle Regine? La coppa, il bastone, la moneta e la spada? Come influiscono sul vissuto e su quell’immaginario che tu giustamente affermi essere il vero senso delle carte? Elena
Grazie a te, Elena!
Credo di aver ampiamente risposto alla tua domanda, ma volendo essere ancora più precisa aggiungo qui di seguito un sunto.
Le figure delle regine vanno accostate con la consapevolezza che si tratta di arcani rappresentativi di una combinazione di mente, spirito ed emozione , tre componenti che trovano un preciso equilibrio a seconda del seme rappresentato. Il seme, cioè il simbolo, infatti ne colorerà l’impronta. Come avrai ben notato, ciascuna di queste donne afferra il proprio simbolo e ce lo mostra. Vogliamo definirle streghe? maghe? fate? Di certo, si tratta di donne perfettamente consapevoli del proprio potere e in grado di gestirlo perfettamente.
La Regina di Spade farà perno soprattutto sull’attività mentale. Per il fatto stesso che la mente non può mai essere del tutto serena, questa sovrana incontrerà difficoltà che andrà a risolvere facendo ricorso alle arti diplomatiche. Ha una forte volontà, ha sempre voglia di imparare, è feconda di idee, talvonta diventa algida e scostante.
Per quanto concerne la Regina di Bastoni il suo seme, che fa riferimneto al fuoco, quindi all’energia sensuale e spirituale, la dispone verso il dinamismo. Questa regina incarna il costante rinnovamento della vita, la tenacia, la fertilità, la bellezza, la joie de vivre e anche un carattere impetuoso.
La regina di Coppe, invece, rappresenta il campo delle emozioni, per cui è tutto un ribollire di sentimenti e passioni. E’ una donna molto attenta agli affari di cuore e al piacere. In senso negativo, può diventare l’emblema della perversione.
Infine, parliamo della Regina di Denari. I Denari fanno riferimento al pragmatismo, sono il risultato dei nostri sforzi, del nostro impegno. Ma bisogna ricordare anche che il pentacolo che regge in mano questa regina era anche un oggetto di metallo sul quale comparivano incise delle precise formule magiche. Pertanto, questo seme fa riferimento alla fortuna intesa in senso ampio e, appunto, alle arti magiche. La sua Regina è una donna di viva e sottile intelligenza, ricca e generosa. che ci parla di abbondanza, di percorsi per arrivare accedere alla fortuna, nonché di sicurezza e di prosperità.
Buona continuazione 🙂
Ti ringrazio moltissimo, Clementina, per questa ulteriore spiegazione. Sono sempre incantata dalla tua conoscenza di questi “oggetti” – anche se il termine è riduttivo – che sembrano essere organismi viventi.
Buon inizio dell’anno anche a te, Elena. Trovo che questo post sulle Regine sia particolarmente affascinante, anche perché sono figure di potere al femminile. Le carte dei Tarocchi offrono una miriade di dettagli, osservandoli si scoprono altri particolari che a un primo sguardo sfuggono. Sembra quasi che queste carte si trasformino!