Casa Testori
Parliamo qui della sede dell’Associazione Testori, a Novate Milanese. È un luogo ampio e solido, la classica dimora brianzola, dove abitò lo scrittore e critico d’arte, con la sua famiglia e quella degli zii, vicinissima alla rotaia ferroviaria. In quelle stanze si è appena chiusa, nel mese di novembre, la quarta edizione della mostra “Giorni Felici” http://www.casatestori.it/
L’idea è quella di un gemellaggio ideale tra giovani artisti e artisti più conosciuti, un’esperienza davvero “felice” dove la parola “rottamazione”, tanto di moda, non ha più senso di essere. Il vecchio e il
giovane, l’affermato e l’emergente, intrecciano la loro visione artistica, l’un facendo da mecenate all’altro o il secondo ponendosi sulla scia del primo. Alla manifestazione è legato infatti anche il premio al migliore tra gli artisti giovani: un incoraggiamento a continuare in un percorso non facile.
Ogni artista trova così il suo spazio, senza che pareti o soffitti, splendidamente affrescati, disturbino la visione delle opere o che, viceversa, lavori dal taglio troppo moderno stridano con ambienti, magari, arricchiti da stucchi e decori settecenteschi. Aggirandosi nella quiete dei locali, si avverte solamente il rumore del treno che passa, un fruscio che fa vibrare appena i vetri delle finestre, quasi a interrompere la quiete quasi irreale dei luoghi e a richiamare l’attenzione del visitatore sul fatto che, fuori, esista ancora un mondo.
Tra le tante opere che mi hanno colpito, desidero segnalare i lavori di una donna e di un uomo. Quelli di Tania Pistone, catanese: concrezioni magiche di color bianco, stratificazioni di segni dove la
presenza del cristallo di Rocca acquisisce un significato quasi divinatorio, in cui il colore diventa sangue, o umore, che emerge http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=49793
Di un’intensità straziante, quasi insostenibile alla vista sono, invece, i lavori di Kei Mitsuuchi, un artista giapponese di cui non si hanno più notizie da alcuni anni. L’artista dà il suo volto e la sua figura a qualsiasi soggetto umano, a cominciare dal Cristo. Così la sua sofferta anatomia diventa la rappresentazione della condizione umana, ferita dalla corona di spine del male di vivere.
Cristina M. Cavaliere
Iniziativa lodevole, soprattutto per i giovani senza un mentore… !
Stefano
Sono iniziative davvero lodevoli. Un'altra mostra che avevo visitato aveva come titolo "Il vecchio e il giovane" e presentava le opere di Milo (autore noto) e Luca Bonfanti (meno noto). Ogni opera aveva un tema comune, su cui si erano cimentati in contemporanea. Penso di redigere un post sull'argomento, a breve. A presto.
Mi verrebbe da recitare:
"Al cor gentile, ratto s'apprende".
Ovviamente in senso di Amore umanitario.
Ciao Enzo, grazie per il tuo commento! Mi ha fatto piacere rileggere uno dei miei primi, timidi post.