Il romanzo “Suite francese” di Irène Némirovsky è composto da due parti separate (“Temporale di giugno” e “Dolce”), entrambe ambientate nella Francia della Seconda Guerra Mondiale, dapprima durante l’arrivo dei tedeschi e poi sotto l’occupazione nazista. La scrittrice aveva in mente il progetto di una grande “sinfonia in cinque movimenti”, ma fece in tempo a scrivere solo i primi due. Pochissimo tempo dopo la conclusione dei due romanzi, i tedeschi arrestarono lei, e successivamente il marito, in quanto di origine ebraica, e li deportarono ambedue ad Auschwitz. Di loro non si seppe più nulla. Le due bimbe della coppia furono nascoste da un’amica di famiglia durante l’occupazione, e poi allevate grazie anche al concorso di fondazioni americane, che inviavano denaro per poter crescere le due figlie della scrittrice. Nata a Kiev ma francese d’adozione, Irène era già molto nota e apprezzata in Francia. Moltissimo tempo dopo la maggiore di quelle bambine, Denise, aperse la valigia della madre e trovò il manoscritto, poi pubblicato nel 2004.
La copertina del romanzo |
“Temporale di giugno” narra della notizia dell’arrivo dei tedeschi a Parigi, e della conseguente fuga e sfollamento di molti parigini, presi dal panico alle notizie dell’irresistibile avanzata nemica. La scrittrice è abilissima nell’intrecciare storie di varia umanità che, in qualche modo, nel corso del romanzo entrano in contatto fra loro: dalla ricca famiglia altoborghese con molti figli e nonno al seguito, su un’automobile stipata di stoviglie e biancheria fine, al prete idealista incaricato di condurre fuori città una trentina di ragazzi di un riformatorio, al banchiere con l’amante installata sull’automobile in compagnia del cagnolino, al giovane soldato ferito e febbricitante accolto e nascosto in una casa di campagna, allo scrittore vanaglorioso che pensa solo a salvare sé e i manoscritti, al collezionista che considera più importanti le porcellane degli esseri umani, alla coppia d’impiegati di banca con il figlio al fronte. Un moto imponente di sfollati fluisce dalla capitale, i più fortunati a bordo di vetture, gli altri che – inutilmente – cercano di prendere un treno inesistente, la maggior parte faticosamente a piedi. Durante la marcia emerge tutta una serie di comportamenti, come se nei momenti della prova venisse davvero fuori l’ossatura della personalità: spesso l’egoismo, l’avidità, la sopraffazione, la vigliaccheria, il timore, l’istinto di sopravvivenza. Impagabile, ad esempio, la scena dove il collezionista di porcellane ruba la benzina a una coppia di giovani innamorati alla vigilia delle nozze, approfittando di un momento d’intimità che egli stesso ha favorito. Ci sono però anche i comportamenti improntati all’altruismo, alla dignità, alla pietà, anche se, a dire il vero, non sembrano essere la maggioranza nel romanzo. La scrittrice tuttavia non giudica e non punta mai il dito: si limita a mostrare, con precisione e lucidità, le reazioni delle persone sotto l’incalzare degli eventi, in prove che alcune superano e altre no. E c’è la natura, descritta in modo splendido, con i boschi rigurgitanti di uomini e donne, la luna impassibile e lontana, la notte che dona freschezza, il cinguettio di uccelli ignari.
Nella seconda parte, “Dolce”, ormai i tedeschi si sono solidamente attestati in Francia come forza occupante. La storia è qui ambientata in un piccolo paese di campagna, lo stesso dove il soldato ferito di “Temporale di giugno” era stato accolto e curato in precedenza. Anche qui l’abilità della scrittrice eccelle nel descrivere i rapporti tra francesi e tedeschi in maniera variegata, sfumata, complessa, ambigua, come se fosse impossibile separare in maniera netta, e quindi semplicistica, i “buoni” dai “cattivi”.
Pérouges, Ain, 1921, musée du monastère royal de Brou, Bourg-en-Bresse. Maurice Utrillo, 1883-1955. http://brou.monuments-nationaux.fr |
(Questo file, caricato su Flickr, è sotto la licenza Creative Commons Attribuzione 2.0 Generico – Autore: Renaud Camus.)
Il rapporto fra conquistati e conquistatori è un misto tra attrazione, repulsione, disprezzo, simpatia. Attrazione, ad esempio, da parte di Lucile, una “sposa di guerra” che mai ha amato il marito, per un ufficiale tedesco di nobile lignaggio, che la ricambia; repulsione della suocera per lo stesso ufficiale, che vive sotto il loro tetto, e conseguente disprezzo; simpatia delle madri per i giovani soldati, dell’età dei loro figli. I tedeschi sono gli invasori e i nemici, eppure per molti versi la dolcezza della vita in famiglia, che cercano di ricreare in Francia, li riporta con la memoria alle loro stesse famiglie e alle loro case. Opportunismo, anche: i francesi subiscono l’occupazione, sì, ma molti fanno affari con gli occupanti; anzi, fanno pagare le loro merci il triplo, come pure le autorità che cercano di accattivarsi i più alti in grado.
Infine, nella chiusa del romanzo, i tedeschi se ne vanno verso il fronte russo appena aperto, e memorabilmente, in un finale bellissimo, che meriterebbe di essere annoverato tra i migliori della letteratura: “Gli uomini si misero a cantare, un canto lento e grave che si perdeva nella notte. Poco dopo, sulla strada, al posto del reggimento tedesco non restò che un po’ di polvere.” E ci si stringe dolorosamente il cuore al pensiero che, di lì a poco, questa grande scrittrice, che avrebbe potuto donarci altre opere di uguale calibro, sparirà nel nulla, come milioni di altre persone di cui si celebra, ogni anno, la Memoria.
Riassunto perfetto e recensione impeccabile. Come sempre!
Grazie, carissima! A presto!
Trovato e letto. Condivido come sai ogni parola. Un bacione!
Un bacione anche a te!