“1Q84” è un romanzo mutante, a partire dal titolo. Esso è ripreso da “1984” di orwelliana memoria, in cui però il numero 9 è sostituito dalla lettera Q, che sta per Question in inglese. Questa è una delle moltissime sorprese di un romanzo che definirei ipnotico, e che quindi non intendo commentare in maniera troppo dettagliata, per non sciupare il piacere della lettura. Una volta che lo si prende in mano, difatti, si è inghiottiti in una trama e in una scrittura straordinarie, che equivalgono alla discesa nella tana di una formica-leone o lo smarrimento in un labirinto che ti irretisce.
La copertina dei primi due volumi della trilogia |
Il romanzo è organizzato tramite la scansione alternata di due vite disgiunte, quella della dura e spietata Aomame (letteralmente, in giapponese, “piselli verdi”), e del suo coetaneo Tengo, un professore di matematica in una scuola preparatoria, che è anche il ghost writer di una casa editrice. Aomame è come un insetto, chiusa in una scorza dura come un carapace: la sua fisionomia passa inosservata, come quella di una maschera, ma si deforma sotto l’impeto di qualche emozione. La sua professione è quella di allenatrice sportiva in una palestra per ricchi, ma la sua vera attività è un’altra, ben più terribile. Tengo è quello che rimane di un ragazzo prodigio, visitato da ricordi ossessionanti da cui non riesce a distaccarsi, e dubbi di filiazione che non riesce a risolvere. Per via della loro infanzia, entrambi sono come circondati e condannati da un muro di solitudine che non permette loro di avere durature relazioni umane e a non poter esprimere un’interiorità comunque ricca. A fare da collante tra i due giovani è solamente un tenero, intenso e condiviso ricordo di scuola.
Durante tutto il romanzo ci sono corrispondenze di fatti anche apparentemente banali (la sinfonia di un autore ceco, una misteriosa setta religiosa, brani letterari…), disseminati con abilità dallo scrittore, e un amalgama ben riuscito di elementi culturali orientali e occidentali, dalle epopee letterarie alla musica, fino ai manga. Ma c’è di più: la realtà nel romanzo sembra mutare di continuo non solo agli occhi dei protagonisti, ma persino davanti a quelli del lettore. Sempre più stranito e attonito, il lettore finisce per perdersi in questo mondo irreale ed instabile, privo di riferimenti certi e, ad un certo punto, sconfitto, mette da parte la propria razionalità e cessa di farsi domande, destinate comunque a non avere risposte. Fino a quando l’apparizione di due lune nel cielo segnerà la sua appartenenza definitiva al mondo ammaliante di “1Q84”, come lo sarà per Aomame e Tengo.
“Infinity Mirrored Room – Filled with the Brilliance of Life” di Yayoi Kusama |