Nell’ultimo post sulle tecniche di scrittura avevo promesso di accennare all’argomento della mappatura, uno dei tanti modi per orientarsi durante il viaggio creativo nella scrittura di un romanzo. Di solito questa operazione si dovrebbe fare dopo la prima stesura, per tirare le fila del discorso nell’ottica della revisione, che è un momento cruciale. Tuttavia, specie nel caso di romanzi voluminosi o di personaggi che prendono molto la mano all’autore, ad un certo punto si può avere a sensazione di procedere alla cieca o essere in balia di condizioni climatiche avverse. In questo caso sarebbe meglio fermarsi e cominciare a fare la cosiddetta mappatura, o “elenco della spesa” se preferite rimanere in un ambito più mangereccio. Armati di santa pazienza si torna all’inizio del romanzo e si comincia a stilare un elenco delle scene, riassumendole in una o due righe, o anche etichettandole con una breve frase come fosse un titolo. Vi si slogheranno le mascelle dalla noia, ma vi assicuro che si possono avere parecchie sorprese a posteriori.

Autoritratto sbadigliante” di Joseph Ducreux (1783),
 Getty Museum  (http://www.getty.edu/museum/)
Probabilmente ha appena fatto una mappatura, o sta per farla…

Fare la mappa del romanzo, difatti, è molto utile per vari motivi:

1. per tracciare il percorso già intrapreso, e capire dove si sta andando a parare (e se a noi sta bene);
2. per applicare la tecnica del flashback e del flash forward allo scopo di movimentare la narrazione (vedi Conversazione X – La scatola del tempo);
3. per controllare se non vi siano ripetizioni di scene, o scene troppo simili tra di loro, che necessitano quindi di essere tagliate o cambiate;
4. per verificare se non vi siano scene “tirate via” o altre eccessivamente prolisse;
5. per farsi venire altre idee ad integrazione dei tagli e degli spostamenti o cambiamenti di cui sopra, senza spegnere il sacro fuoco creativo.

Ci sono poi altri metodi che permettono di tenere sotto controllo lo sviluppo di un manoscritto. Ciò è indispensabile soprattutto nel caso dei romanzi storici, dove la parte ufficiale, quello che risulta da pergamene, scritti, dipinti, trattati, resoconti ecc., deve sposarsi bene con la parte da far emergere, quella che attiene allo scrittore, quindi la parte creata dalla fantasia. Si possono utilizzare perciò le schede dei personaggi, cui ho già accennato in un post precedente, e gli schemi temporali.

Newton di William Blake (1795-1805) 460 x 600 mm. Collection Tate Britain
http://www.tate.org.uk. Il Newton di Blake sembra molto più motivato del soggetto nel quadro precedente!

Le schede dei personaggi non sono altro che delle carte d’identità in cui sono segnate le caratteristiche fisiche e psicologiche di ciascun personaggio, come si è detto. Questo è indispensabile se non si ha buona memoria visiva, e non ci si ricorda se ad un personaggio si siano attribuiti occhi azzurri oppure occhi verdi; e non farlo diventare un camaleonte strada facendo. Gli schemi temporali sono invece delle tabelle, che potete organizzare in Word, anche se personalmente io preferisco usare Excel, dove segnare ad esempio: in orizzontale l’anno, con il relativo avvenimento che può essere sia di tipo storico (una battaglia, un trattato, un matrimonio…) sia di tipo personale (inerente il romanzo…), e in verticale il nome del personaggio con l’età. In questo modo saranno ridotti gli errori relativi alle età dei personaggi, come ad esempio farli partecipare ad una battaglia quando sono già defunti, o farli disquisire dottamente quando hanno ancora i dentini da latte! E potrete aggiornare man mano il vostro schema e controllare le età dei personaggi tra di loro, per farli interagire in maniera adeguata, gli avvenimenti storici da sfruttare per allestire delle scene ad effetto, o nel caso abbiate qualsiasi dubbio di carattere temporale.

Johannes Vermeer, Una Donna che scrive, c. 1665, 
National Gallery of Art http://www.nga.gov/
Pronti con la mappatura?

Se avete davvero intenzione di farvi del male, a questo punto il culmine del masochismo è quella di disegnare le cartine degli ambienti principali in cui si muovono i personaggi, se molto frequentati nel corso del romanzo. Non è necessario che siate artisti talentuosi o geometri nati, basta che siate ordinati e chiari. Quindi, come farebbe un architetto d’interni, riprendere le scene dalla vostra mente e trasferirle sulla carta… e penso proprio che l’argomento degli ambienti formerà l’oggetto del prossimo post, che dite?