Questo atto teatrale unico è un omaggio ad una persona speciale, che visse all’epoca della Rivoluzione Francese e morì sulla ghigliottina il 5 aprile 1794. Era una delle penne più acuminate della Rivoluzione e una personalità brillante e focosa. Come accade alla maggior parte di noi esseri umani, specie sotto l’incalzare di momenti storici non facili, compì errori servendosi anche di queste sue qualità letterarie; ma era senza dubbio una voce libera, e pagò con la vita la sua sete di libertà e giustizia.

Malgrado sia poco nota se non agli appassionati del periodo, questa figura di scrittore e giornalista mi ha sempre affascinato per le sue vicende politiche e umane, e nel 1995 mi ispirò questo atto unico teatrale, che fu premiato l’anno successivo nel corso di una manifestazione culturale indetta dal comune di La Spezia.


L’atto ha luogo nella notte fra il 4
e il 5 aprile 1794, in pieno Terrore rivoluzionario. Nella sua cella alla Conciergerie di
Parigi, un giovane condannato a morte – la persona a cui mi riferisco – è stato separato dai compagni per ricevere la visita di un misterioso,
piccolo uomo elegantemente vestito, dai felini,
glaciali occhi verdi posti in un volto scarno. Durante il loro colloquio
notturno, prende corpo sia la drammaticità del momento storico, grazie a
flash-back che conferiscono spessore temporale all’azione, sia la
raffigurazione dei sentimenti politici e delle passioni umane. Il confronto tra
i due uomini, dapprima pacato, nel rinvangare affetti, promesse, ideali, tradimenti del passato, si tramuta in un crescente gioco al massacro che diventa via via più crudele e
sadico.

L’appel des dernières victimes de la Terreur à la prison Saint Lazare” (1850)
di Charles-Louis Muller (1815-1892)

Lo spettatore viene così a conoscenza dei legami dietro le quinte della Storia ufficiale, e delle ragioni effettive celate dietro i comportamenti (“Niente è come appare”), ma durante l’azione scenica può indovinare solo l’identità di uno dei due interlocutori, famosissimo. Alla fine dell’atto, una voce fuori campo rivela nomi e destini di carnefici e vittime, nello stupefacente compimento di una giustizia terrena che sembra preludere a quella di un Tribunale non più rivoluzionario, ma divino.

Non so se questo drammatico confronto abbia mai avuto luogo, anche se mi piace pensare di sì. E non so nemmeno se lui fosse così come lo rappresento nell’atto, sia nell’aspetto fisico (ci sono dei ritratti che credo non gli rendono giustizia…) che caratteriale. Però mi piacerebbe farvelo conoscere attraverso questo scritto, e per questo ho creato su lulu un link con un PDF dell’atto teatrale scaricabile gratuitamente:
http://www.lulu.com/shop/cristina-m-cavaliere/il-canarino/ebook/product-20951000.html

Non a caso l’ho reso visibile proprio in questa prima settimana di aprile, in memoria della sua morte. Pur essendo stato premiato, purtroppo lo spettacolo non è mai stato rappresentato, ma… chissà… le vie del web, a questo punto, sono infinite!