Qualche tempo fa mi è capitato di visitare la mostra “Dracula” alla Triennale di Milano, e di leggere nella sezione letteraria il riferimento alla donna-vampiro Carmilla come l’equivalente al femminile del più famoso collega dagli aguzzi canini, generato dalla fantasia di Bram Stoker. Ho potuto ora leggere questo famoso racconto del 1872 dello scrittore irlandese Joseph Sheridan Le Fanu, che porta il nome della protagonista, il quale è anche, anagrammato, Millarca o Mircalla. Il racconto è scritto in maniera molto raffinata, e la storia possiede un suo ambiguo fascino erotico, malgrado sfumato con l’eleganza dello stile e del tempo in cui fu scritta la vicenda. La fanciulla Carmilla esercita difatti le sue arti più sottili proprio sulle sue coetanee, che seduce tramite un misto di passione sensuale e aderenza spirituale, proprio come se fosse l’altra faccia di una medaglia nascosta, quella più oscura, che si annida nell’anima delle sue vittime.
La copertina del libro, con “Carmilla” e altri racconti |
Proprio per questo motivo sembrano non aver scampo, una volta entrate nel raggio d’influenza di questa ragazza-vampiro, e solo il caso o fortuite coincidenze possono sottrarle al loro destino, e farle sopravvivere. Carmilla sbuca, invariabilmente, dalla notte, come se ne fosse generata, ed è bellissima e giovanissima, ma in realtà proviene da un tempo remoto e si perpetua tramite il sangue delle vittime. Come Dracula, sembra essere un guscio svuotato di spirito, che si muove ormai per una coazione a ripetere. Nonostante possa essere sconfitta, lascia comunque tracce di sé nel ricordo e nel sogno.
L’edizione che ho letto contiene altri racconti di gran calibro, tra cui segnalo l’agghiacciante “Il fantasma della signora Crowl”, che riesce a far scaturire brividi persino nelle nostre schiene di lettori temprati a ogni sorta di racconti dell’orrido.
Del resto, anche lo scrittore di queste storie era un uomo singolare, né potrebbe essere altrimenti per chi voglia davvero immergersi fin nel midollo in questo mondo di tenebra e imparare a conoscere sul serio queste creature demoniache. Nel 1916 il suo figlio minore rivela: “Il suo metodo di lavoro era alquanto particolare. Usava scrivere soprattutto di notte, a letto, adoperando dei grossi quaderni rilegati. Vi erano sempre due candele sul comodino, e una di queste veniva lasciata accesa anche mentre si concedeva qualche breve sonno. Risvegliatosi verso le due del mattino, si preparava del tè molto forte – ne beveva tantissimo – poi scriveva ancora un’ora o due e in quel periodo strano della notte in cui la vitalità umana sembra venire meno e si dice che le potenze occulte prendano il sopravvento. Non c’è quindi troppo da stupirsi, con il cervello così costantemente in attività giorno e notte a creare vicende terribili e misteriose, se Le Fanu fu spessissimo tormentato da sogni orrendi.”
Ritratto dello scrittore |
Il Principe Invisibile, come veniva chiamato lo scrittore dagli amici per la sua tendenza all’isolamento sociale, morì per un collasso cardiaco nel 1873. Anche per chi ritiene che i vampiri non esistono, si può sempre pensare che essi si annidino nei recessi della propria mente, e costituiscano quei grumi oscuri che, solitamente, non vedono la luce nelle esistenze ordinarie. A meno di non risvegliarli stimolando l’immaginazione e la penna, e darvi corpo come fece Le Fanu. Se Le Fanu abbia davvero incontrato Carmilla non è dato sapere; ma a chiunque si accosti davvero a questi mondi di tenebra è richiesto, presto o tardi, di pagare lo scotto della conoscenza.