Vladimiro Forlese non è solo un fine ed intenso poeta (e chi mi conosce sa che non esprimo mai concetti per piaggeria, ma perché li sento davvero – o altrimenti mi taccio), ma anche un ottimo romanziere, e lo dimostra con questa sua prima opera narrativa, Alpha Ursae Minoris, pubblicata ora con la casa editrice Montecovello. Alpha Ursae Minoris non è altro che il nome latino della Stella Polare, sin dall’antichità guida dei naviganti su mari pericolosi e sconosciuti, in epoche dove non esistevano navigatori satellitari ma nemmeno l’ago della bussola. Perché un nome latino per un romanzo che in realtà è un attuale atto di denuncia politica, sociale e civile? Lo vedremo alla fine, ma già da questa scelta possiamo capire il taglio originale che l’autore ha voluto dare alla sua opera. Questa è strutturata in tre racconti, che si richiamano e si intersecano tra loro sia attraverso gli eventi sia attraverso i personaggi. Ciascuna delle parti ha il compito di offrire un diverso punto di vista della stessa storia, anche con i vissuti dell’infanzia e adolescenza dei protagonisti, per presentare non solo più sfaccettature, ma anche approfondire la visuale interiore.
La copertina del romanzo |
Ambientata negli anni ’90 in alcune città del nord Italia, riconoscibilissime per le loro inconfondibili caratteristiche nonostante venga data solo la prima lettera del nome, la storia prende l’avvio dal ribaltamento di un camion sull’autostrada del Brennero. Il mezzo contiene rifiuti tossici che riveleranno dapprima alla giovane magistrato Di Simone e al direttore di giornale Alberto Gasperi, poi ad una compagine di altri giornalisti, l’esistenza di un traffico internazionale collegato con la Russia. Non solo, ma la ragnatela, nel corso della narrazione, si rivela essere sempre più ampia e vischiosa, e svela come chi tiri le fila sia posto molto in alto, negli apparati politici, militari e imprenditoriali italiani. Là, oscuri personaggi mirano a smantellare lo stato democratico, sia attraverso il controllo dei media sia attraverso l’appiattimento delle coscienze e l’omologazione culturale. Lo scopo è quello di instaurare un regime che, davanti all’opinione pubblica, assume una faccia rassicurante e perbene, scandito da slogan volti a promuovere un mondo soporifero e artificiale in cui tutto va per il meglio e in cui i burattinai continueranno indisturbati nei loro traffici, lasciando poche, illusorie briciole.
The Eclipse of the Sun 1926 – George Grosz Oil on canvas – 207.3 x 182.6 cm The Heckscher Museum of Art, Huntingdon, New York © Estate of George Grosz/Licensed by VAGA, New York |
Grazie, Cristina! Ancora una delle tue coinvolgenti recensioni. E grazie a Vladimiro Forlese per aver scritto un ottimo romanzo, che offre preziosi spunti di riflessione assieme a una scrittura sapiente e bella…
Cara Cristina, grazie come sempre per le tue ammirevoli recensioni. Personalmente mi sento di aggiungere che il romanzo di Vladimiro Forlese, che ho letto con immenso piacere, è veramente molto intenso, indubbiamente amaro, ma carico di una particolare carica emotiva capace di coinvolgere lungo l’intera lettura e di attivare riflessioni profonde. Eccellente anche la scelta di accostare l’immagine de L’eclissi del sole di Grosz, artista espressionista che guardando dentro di sé trova l’angoscia e guardando dentro gli altri vede la bruttura mascherata dall’ipocrisia borghese. Il dipinto rispecchia appieno tutta l’aggressività e la sicumera dei loschi protagonisti che, come i protagonisti del romanzo di Vladimiro Forlese, attraverso il dio-denaro e la violenza mascherata, sanno di poter dominare il mondo intero.
Cristina, che dirti?Se non fossi io l'autore del romanzo, grazie alle tue coinvolgenti e appassionate parole, sarei spinto a leggere il libro. Sei riuscita a cogliere il senso "politico" oltre che letterario del mio romanzo, cogliendo sin nei particolari la specificità dei singoli personaggi, l'ambientazione e la loro credibilità umana e sociale. E poi, la tua scrittura, impreziosisce il mio lavoro e mi dà stimoli per proseguire narrativamente la mia ricerca tra gli impervi sentieri della realtà. Grazie, ti sono grato e riconoscente. Un abbraccio!
Grazie a tutti per i vostri commenti, e ricambio l'abbraccio di Vladimiro. Come dicevo nell'apertura della recensione, il merito è tutto dell'autore che ha scritto il libro. Il romanzo è piuttosto complesso grazie proprio al gioco dei tre racconti che si richiamo, e certo non si esaurisce con la lettura che ne ho fatto. Oltre a quello che è già stato detto, e l'abilità con cui è stata resa la vicenda politico-giornalistica, a me hanno colpito molto anche gli inserti personali dei protagonisti, ad esempio la 'voce' che parla con Luca. Arricchiscono molto la narrazione.