Al tramonto di quel giorno, la cascata fluiva da una fenditura della roccia e si precipitava verso il basso, come una chioma d’acqua scrosciante. Il getto sempre diverso e sempre uguale, rompendosi sulla roccia in un impazzito scintillio, affascinava Lyra, e la giovane aveva interrotto il flusso dei suoi pensieri per rimanere lunghi minuti immobile, a fissarlo, con la mente svuotata di ogni immagine. Avrebbe dovuto alzarsi e tornare al castello, desinare al tavolo della sala deserta, andare a dormire in un letto parimenti vuoto.

D’improvviso, un movimento fra gli alberi le fece sollevare e volgere il capo: un cervo era apparso poco distante da lei. In un attimo vide, dell’animale, il pelo rossiccio, le narici umide, le corna acerbe sulla fronte, ed i grandi, fieri occhi bruni… e tutto era così vicino che le parve, stendendo la mano, di riuscire a toccarlo. Ma, non appena compì un movimento, l’animale fuggì via con un guizzo e la sua fuga fu accompagnata da un rumore di rami spezzati e un fruscio di foglie. Ed un fremito inconfondibile, risalente dalle profondità delle viscere di Lyra, l’attraversò tutta ed ella seppe che attendeva un figlio.

Offering di Mikalojus Konstantinas Ciurlionis (1909)

Saliva in quel momento lungo la montagna, Aldebaran il mago, in sella al suo cavallo nero, quando

d’improvviso il cielo al tramonto parve muoversi come un’ampia risacca di luce. Poi, le nuvole si abbassarono verso la valle, fino a toccare campi e villaggi e, di colpo, s’incendiarono, risalirono fino alla sommità delle montagne, simili a falchi predatori gonfi di fuoco. Egli fermò la cavalcatura, e trasse da sotto il mantello un medaglione di zinco con l’incisione d’un pentacolo – una stella a cinque punte ­– lo strinse nel pugno e chiuse gli occhi, aspirando l’odore della terra bagnata da piogge recenti. Dalla sagoma di Aldebaran, e da quella dell’animale, si allungò un’ombra diritta, smisurata, che spartì l’erba ondeggiante. A tratti il vento che conduceva le nuvole in cielo gli sollevava l’ampio, nero mantello, rendendolo simile a un fantastico uccello notturno, appollaiato su un destriero color della notte. E, stringendo in pugno il Pentacolo magico con tanta forza che la stella si impresse nel suo palmo, anche il Mago del Nord ebbe la certezza che nel ventre di Lyra s’era accesa la scintilla della vita.


***

Al mattino seguente, Lyra sedette alla luce della finestra, intinse la penna d’oca nell’inchiostro, e per alcuni minuti la dura punta scricchiolò sulla pergamena, tracciando le parole con cui la principessa annunziava alla famiglia degli Innocenti la buona novella.

Stava terminando la lettera quando qualcuno bussò alla porta, e, dopo che ebbe dato il permesso di entrare, Aldebaran in persona fece il suo ingresso. La salutò con la consueta cortesia e si inchinò dinnanzi a lei. Recava fra le mani una scatoletta contenente un anello adorno d’un raro zaffiro arancione, di bellezza incomparabile, ed egli accompagnò il dono per la sposa baciandola sulle labbra. Lyra intuì che l’uomo, misteriosamente o, meglio, magicamente, già sapeva del concepimento, e le parole che seguirono non le lasciarono più alcun dubbio. “Tu non puoi immaginare quanto io sia felice della tua condizione, mia signora. Affinché tu possa portare avanti la gravidanza con serenità, ti preparerò alcuni infusi di erbe per farti star bene,” le disse. Aggiunse, posando la mano sulla guancia pallida della sposa: “Farò venire una levatrice dal villaggio, nell’ultimo mese di gestazione, affinché sia tutto pronto; e allevierò io stesso i dolori del parto a distanza, per quanto mi sarà possibile.” E, alle parole dello sposo, Lyra posò la penna sulla carta, e con entrambe i palmi prese quella mano, v’appoggiò la guancia, riconoscente, sicura che Aldebaran, stavolta, non si sarebbe più allontanato dal castello fino alla nascita di suo figlio.


Fairy Tale II di Mikalojus Konstantinas Ciurlionis
(1909) – Memorial Museum of M.Ciurlionis, Kaunas