Firenze, 1486. Celato all’ombra di un palazzo, un giovane aspetta la fidanzata, in mano una rosa che intende donarle; e il bagliore delle torce nell’oscurità indica che è molto tardi. Tutto potrebbe far pensare ad un appuntamento
galante, seppure clandestino. Ma, si legge:  “… per essere una notte di primavera, l’aria
spirava straordinariamente tiepida, un calore umido si staccava
dall’acciottolato e dalle pietre dei palazzi…”
È un’aria vischiosa, dunque,
che fa sudare, ma non per l’ansia trepidante dell’incontro amoroso, bensì per la
consapevolezza che quella rosa è un’esca mortale di cui il giovane è il semplice
portatore. Infatti, dopo che la fanciulla ha aspirato gli effluvi dell’etere di
cui il fiore è impregnato e si è accasciata tra le braccia di lui, il vero
sicario esce dal suo nascondiglio e la uccide.
L’Allegoria della Primavera di Sandro Botticelli (particolare)
(1477-1482) Firenze, Galleria degli Uffizi
Con questa scena potente, che inaugura il primo di una serie
di delitti destinati a sconvolgere la città medicea, si apre il nuovo romanzo di Stella Stollo, I delitti della Primavera.  Si tratta di un libro non etichettabile come mera storia gialla né come puro romanzo storico e nemmeno come semplice romanzo d’amore, bensì narrazione in cui i tre generi si mescolano con grande sapienza ed armonia come i colori di un quadro. Proprio attorno ad un quadro, L’Allegoria della
Primavera
,
celeberrima opera di Sandro Botticelli,
 ruotano infatti le vicende e i destini dei
protagonisti.
Il Maestro Sandro ama la sua splendida modella, Simonetta Vespucci, che ha
prestato volto e corpo alla raffigurazione di Venere, ed è da lei riamato benché sia
moglie di un altro. Tuttavia, è a sua volta amato segretamente dall’allievo
prediletto, il giovanissimo Filippino Lippi. 



Attraverso gli occhi dei tre principali protagonisti, un mondo intero si schiude dunque al
nostro sguardo come fossimo spettatori non visti, quello rinascimentale della
Firenze di Lorenzo de’ Medici. Nelle pagine del romanzo, entriamo nelle
botteghe degli artisti, siamo partecipi degli opulenti banchetti ed ospiti nelle nobili
dimore dell’intellighenzia dell’epoca; ma anche osservatori e quasi complici della mano omicida che colpisce e semina
morte seguendo una sua efferata ritualità. Esistono dunque gemellaggi sottili
tra il quadro che mostra il culmine di un’inquietante, contemporanea fioritura
di varie specie arboree, e la città
fiorentina al massimo del suo splendore; tra la passione che scalda e irrora la
vita dei protagonisti, e anima le loro schermaglie amorose, e la morte – una
morte delinquenziale e sporca, da serial
killer
dell’epoca – in cui vittime sono quasi tutte donne. Come pure vi
sono corrispondenze speculari tra il potere politico e il fanatismo religioso di Savonarola, ma
anche tra la ricerca dell’ideale filosofico, artistico e umanistico e l’anelito
alla scoperta di mondi nuovi ad opera di Amerigo Vespucci.  

La copertina del romanzo,
della casa editrice Graphofeel
La scrittura di Stella
Stollo è di grande raffinatezza stilistica, in un tripudio di
colori e sfumature davvero in grado di calarci non solo negli ambienti sociali
e pittorici dell’epoca, ma nella mente dei personaggi, attraverso schermaglie
amorose e scambi di sguardi tra i due sessi opposti, o anche tra amanti rivali
a qualsiasi genere appartengano. Si tratta anche della tensione che da sempre corre
tra l’egemonia maschile e la subalternità femminile, quest’ultima costretta a
utilizzare gli strumenti a sua disposizione per conquistare l’uomo o,
semplicemente, sopravvivere al sospetto e alle accuse; nella trama
delittuosa, per sopravvivere nel senso più reale del termin
e. E la figura di donna che, nella copertina, guarda attraverso le ombre dense del fogliame, come se avesse presentito un pericolo, induce alla domanda di sempre: se nella condizione femminile qualcosa sia veramente differente tra la Firenze del 1486 e il nostro attuale Anno Domini 2014.





LINK AL TRAILER DEL ROMANZO, di imminente pubblicazione
https://www.youtube.com/watch?v=kJcXyr0MD-I&feature=share