Rievocazione storica. Un’espressione che, agli occhi dei
profani, sta a metà strada tra un atto magico, quasi da negromante, e un più
spensierato gioco di ruolo. In realtà le
rievocazioni storiche, e tutti coloro che lavorano alla loro riuscita, sono
allestimenti molto impegnativi se condotte con professionalità.
rievocatori storici, e si occupa in modo particolare del confezionamento degli
abiti che servono per far rivivere un pezzo del nostro passato, quello del
Medioevo e del Rinascimento italiano. Conosce molto bene il settore del tessile,
essendo stato per lunghi anni operaio alla Zucchi, ma non è un sarto di
professione; eppure il suo talento è fiorito nei modi più inaspettati, come se
aspettasse l’occasione giusta per essere risvegliato. Ha accettato volentieri di
rispondere ad alcune domande su questa sua passione, che coltiva ormai da molti
anni, ed entrambi speriamo che la nostra
chiacchierata possa suscitare interesse e curiosità.
Maurizio nel suo laboratorio. In primo piano e alle sue spalle campeggia lo stemma del biscione visconteo. |
1 Che cos’è per te la
rievocazione storica? E come ti sei avvicinato a questo mondo?
nei giorni nostri con piccoli adattamenti. Attraverso la ricerca storica, si
tenta di arrivare il più possibile a rendere somiglianti i costumi, gli
accessori, le acconciature che appartenevano a questi nostri avi. Per quanto
riguarda il mio approdo alla sartoria storica, ho sempre avuto la passione per
la Storia. Man mano ho cominciato a fare delle mie ricerche sui personaggi che
avevano animato il nostro periodo più ricco in assoluto, visivamente parlando,
e cioè il Medioevo e il Rinascimento. Parallelamente, ho anche iniziato a
frequentare come spettatore i vari palii più importanti d’Italia, come quello di
Asti e di Siena. Mi sono avvicinato alle acconciature, agli accessori, ai
costumi e ai simboli araldici. Anche ai colori, perché ogni colore ha in sé un
simbolo. Ad esempio il rosso è associato alla regalità, il porpora è
cardinalizio.
all’inizio di questa tua avventura?
Calendimaggio di Assisi. Si tratta di una delle sfilate meno famose, ma molto
ricca di fascino anche a livello organizzativo. In secondo luogo, ho
frequentato il Palio di Legnano con la sfilata storica, e in quell’occasione notai
i simboli delle chiese romaniche riprodotti nei costumi, come l’albero della
vita che è un simbolo molto antico.
compagnie dei rievocatori costituiscano un mondo a se stante?
forma di pensiero: coloro che si occupano di sfilate storiche e chi, invece, cura
le rappresentazioni storiche a livello didattico. I primi non rifiniscono molto
i dettagli, mentre nella rappresentazione storica didattica ci sono non solamente
i tessuti e le fogge di una volta, ma stoffe che vengono fatte con i mezzi
dell’epoca.
Tomba di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este alla Certosa di Pavia Cristoforo Solari (1460-1527) Da Wikipedia: fotografia di Ugo Franchini. |
Purtroppo ci sono delle inevitabili lacune anche quando lo
sforzo è massimo. Ad esempio, da un dipinto non si può mai capire l’intera foggia
dell’abito, ad esempio l’allacciatura sul retro o la parte nascosta, quindi
occorre anche andare a interpretazione per colmare queste mancanze. Secondo me
la statuaria è la più interessante e completa per riconoscere le proporzioni, e
i dettagli con i rilievi, come nella splendida scultura funeraria di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este alla Certosa di Pavia. È interessante
notare, comunque, come anche nel passato vi siano state contaminazioni
stilistiche nella moda italiana. Un esempio significativo è la tomba di Ilaria
del Carretto nella Cattedrale di San Martino a Lucca: lei indossa un tipo di
abito francese. Un altro esempio è l’alto cappello a cono che indossavano le
dame del primo Medioevo, come quello indossato dalle “fate”, e che pure è
francese.
ludico in questa tua passione per la rievocazione storica?
un personaggio. Ad esempio è divertente assumere la postura del personaggio che
si interpreta, regale o popolano che sia, dato che si è costretti a portare
degli oggetti che lo caratterizzano. È una piccola, grande soddisfazione,
perché si diventa come degli attori itineranti. E provo grande soddisfazione
anche quando vedo un amico, o una persona che conosco, indossare un abito
preparato da me. Diventa vivo, indossandolo.
il Medioevo e non altri periodi storici, come ad esempio il Risorgimento
Italia è oggetto di numerose rievocazioni con battaglie e altri episodi?
viaggiare con la mente e la fantasia in un’altra dimensione storica, un’epoca
in cui molte cose devono ancora essere scoperte, o riscoperte. È un’epoca
particolare, che va a confluire nel Rinascimento, periodo sfarzoso e magico.
più che altro imperniato sulle battaglie, e non lo trovo abbastanza creativo e
interessante. Anche perché nel 1800 non c’era un vero e proprio ricambio
culturale, almeno secondo me. E forse anche perché è un periodo molto falsato
dalla propaganda post-Unità d’Italia, e per la troppa pressione con cui lo
facevano studiare a scuola. Ci sono state molte storture e vere e proprie
barbarie, perpetrate ad esempio nel meridione d’Italia da dove provengo.
L’input era avvenuto con il Carnevale di Venezia nel 1991,
cui ero andato come spettatore. L’avevo trovato troppo fantasioso e per niente
storico, con abiti persino pacchiani! Ad ogni modo la scintilla si è
sprigionata da là, e mi aveva dato l’idea per la costruzione di maschere di
cartone inventate da me. Poi sono passato ad ago e filo grazie ad una manualità
che ho sempre avuto, pur senza aver frequentato alcuna scuola di sartoria o
corsi. Avevo comprato dei libri e mi ero documentato.
Maschere e abiti realizzati in occasione del Carnevale di Venezia. |
7 Quali criteri usi
per confezionare i modelli? Ti ispiri a pitture o affreschi dell’epoca?
statuaria come si diceva, ma anche a medaglioni e immagini sui forzieri . L’obiettivo
è quello di ricostruire l’abito così com’era, con colori che lo rendano anche
convincente a livello stilistico.
stoffe scegli e da chi ti rifornisci? È vero che c’è molto scarto nel tagliare?
elegante; ma anche broccati e damascati. Questi tessuti sono arricchiti, poi,
con passamanerie dorate e argentate. Mi servo di fornitori all’ingrosso. Lo
scarto c’è eccome, specie all’inizio! Non è facile per niente capire le
proporzioni che richiede il cartamodello e calibrare le metrature del pezzo di
tessuto. Gli scarti possono essere comunque riutilizzati per i bordi, le
cinture o la scarsella.
studiato molto gli abiti dei Visconti e degli Sforza che avevano abiti davvero
sontuosi.
costruire accessori come corone, diademi o altro? Metti un pizzico d’inventiva?
mercatini, spacci, botteghe di antiquariato, per ricavare corone, medaglie e
altri oggetti. E uso anche… i segreti del mestiere!
essere attenti ai dettagli per conferire veridicità alla rievocazione? Che cosa
curi in modo particolare?
stesso, non indosso mai gli occhiali, e mi dà fastidio vedere altri che li
indossano. Gli occhiali c’erano nel 1400-1500, ad esempio, ma certamente non
avevano le montature di oggi! Non mi piace nemmeno vedere il trucco nelle dame.
Un’altra cosa che noto è quando si indossano scarpe del tutto sbagliate come quelle
da ginnastica. È vero che le scarpe di foggia medievale sono introvabili, e
bisognerebbe farsele fare su misura da un calzolaio, ma eviterei calzature
troppo moderne. Le calzature poi si notano soprattutto nell’uomo, mentre nelle
donne sono più nascoste dalle gonne lunghe. Comunque, spesso c’erano scarpe
straordinariamente simili a quelle di oggi. Beatrice d’Este nella tomba
funeraria alla Certosa indossa pianelle alte, infatti spesso le dame dovevano
essere sorrette dai servitori perché rischiavano di cadere.
somiglianti possibile ai personaggi in questione. Non dico che debbano essere
identici, ma almeno avvicinarsi. Se c’è un Ludovico il Moro nel corteo, non
dovrebbe essere interpretato da un vichingo alto e biondo. Tante volte però non
è facile trovarli. Le fisionomie di allora erano più rozze, secondo me, poi
vivevano tutti all’aria aperta: i contadini nei campi, i signori intenti alla
caccia, quindi le carnagioni erano molto più abbronzate.
Alcune illustrazioni ad acquarello di regine e Madonne. |
12 Quali sono i
maggiori fattori di rischio per un abito?
all’improvviso: il velluto rischia di rovinarsi anche se è un tipo di tessuto
idrorepellente. Di solito le manifestazioni vengono rinviate se c’è la quasi
certezza del maltempo; ma non si può mai dire, a me è capitato due volte ad
Abbiategrasso. Poi c’è il fango della strada, anche se, in teoria, il tessuto
dovrebbe proprio strusciare per terra, sia per i mantelli degli uomini che per
le gonne delle donne. Gli abiti più delicati sono quelli dei nobili (velluto e
broccato). Anche in occasione di banchetti, dove si mangia con le mani, si
corre il rischio di rovinare un abito.
ambientazioni si prestano maggiormente a esaltare una rievocazione?
castelli, ma anche gli interni delle chiese, quando ci sono i ciceroni in
costume.
paura di sbagliare nel confezionare un abito?
questo caso preferisco rifare il lavoro che lasciarlo così. Ci sono stato dei
colli che ho rifatto per tre volte perché non avevano la giusta rigidità. E
anche cappelli di fattura complicata.
bravissimo acquarellista, e che naturalmente prediligi soggetti di genere
medievale: cavalieri, dame, Madonne… Come si intrecciano la tua passione per il
disegno e la preparazione dei costumi per le sfilate?
l’abito… io faccio il contrario! Durante il procedimento cambio e faccio magari
una manica diversa, proprio in corso d’opera. Comunque ho in mente come farli
ancor prima di realizzarli. Mentre lavoro, riesco a riconoscere la figura
completa. Solo in un secondo momento realizzo il disegno ad acquarello.
trasformare questa passione in una vera e propria professione?
tutto più complicato, sia quando incontri quelli che ci capiscono troppo, sia
quelli che non ci capiscono niente. Preferisco lavorare per una cerchia di
persone che si avvicinano al mio stile. Il cliente molte volte non riesce a capire
le questioni di tipo tecnico, il tempo che occorre per preparare un abito, e dà
tutto per scontato. Si lavora controvoglia.
di rievocatori lavori ultimamente?
Amici del Palio di Abbiategrasso. Anche con l’Asilo dei cerimonieri del Palio
di Legnano, il Palio di Vigevano, la Trecentesca di Morimondo (che ha uno stile
più tecnico, nel senso che di occupa di allestire accampamenti e mercati ecc.)
e altri gruppi storici. Di recente ho sfilato per il Palio di Vigevano nella
bellissima piazza.
progetti nell’immediato futuro?
Beatrice d’Este e Ludovico il Moro. Ma anche cimentarmi con l’abito di Beatrice
Regina della Scala, moglie di Bernabò Visconti nell’affresco a S. Maria Novella dove si trova
accanto al marito, che ha un falcone sul braccio, e dove lei ha un cagnolino in
grembo. Ha un abito magnifico. A livello ideale mi piacerebbe aprire un
laboratorio (per la preparazione non solo di abiti, ma anche di oggetti, scudi
ecc. per la rievocazione storica).
***
Nella
speranza che i suoi progetti si realizzino e, soprattutto, che non perda mai la
passione di realizzare i suoi splendidi abiti e, in questo modo, contribuisca a far rivivere un pezzo della nostra Storia.
Copyright delle fotografie, dove non diversamente indicato: Maurizio De Rose
Che bello!
Adoro le rievocazioni storiche.
Da archeologa (purtroppo ormai non praticante) ho anche un passato in archeologia sperimentale, che è un po' l'equivalente archeologico della rievocazione storica: rifare il manufatto dell'antichità come veniva fatto nell'antichità. A livello casalingo porta a momenti di tragicommedia, come quando spieghi a tuo padre che vuoi distruggere l'orto per cuocere dei vasi in fossa. A livello professionale è una follia bellissima (del tipo, per fare la capanna ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l'ascia, per fare l'ascia ci vuole la pietra levigata, quindi andiamo in montagna a cercare la nostra pietra da levigare!)
Grazie del commento, Tenar. In effetti è un mondo a cui mi sono avvicinata solo di recente grazie all'Associazione Italia Medievale, pur amando molto le rievocazioni storiche ben fatte. Ricordo anni fa una cena medievale davvero curata e a prenotazione per pochi posti al castello di Corneliano Bertario, con ricette dell'epoca, naturalmente un pochino adattate al gusto moderno – altrimenti sarebbero state immangiabili. Nella cena c'era anche la ciotola di pane contenente zuppa, che poi si doveva mangiare. Ricordo anche il bellissimo corteo storico che aveva preceduto la cena.
Il tuo resoconto sugli esperimenti di archeologia è molto gustoso davvero! 🙂 Posso immaginare le facce sbigottite e le resistenze in famiglia davanti alla prospettiva della distruzione dell'orto. Immagino che tu abbia parecchi altri episodi simili da raccontare.
Che meraviglia tutto questo! Ci hai portato davvero in un mondo affascinante, del quale non avevo proprio idea. Sono rimasta colpita da quanto amore per la storia traspaia da questa persona, che si può definire un vero artista.
Tra parentesi, ho sempre trovato gli abiti d'epoca di grande suggestione, tanto che nel mio primo romanzo avevo parlato di una persona che li collezionava, ma non sapevo che esistessero queste ricostruzioni minuziose.
Ciao Maria Teresa, grazie del tuo commento. La cosa straordinaria è che Maurizio è un autodidatta. per cui ci deve essere qualcosa di veramente irresistibile, a livello interiore, per riuscire a portare a compimento questi suoi lavori ricchi e complicati. Io, tra parentesi, non sono nemmeno capace di attaccarmi un bottone!
Molto interessante questa intervista, che tratta un argomento così affascinante e poco conosciuto, almeno da me. Traspare la passione, l'amore per i dettagli, la precisione maniacale. Sono tratti che tutte le arti condividono, credo. Quanto al Risorgimento, mi sono espressa negli stessi termini proprio oggi, in famiglia. E' un peccato che la scuola talvolta uccida l'interesse verso la storia, invece di farlo nascere. Una volta usciti dalla logica di battaglie, date e interrogazioni, lo scenario cambia radicalmente.
Anch'io ho scoperto tutti i risvolti di questo mondo in tempi molto recenti,come scrivevo a Tenar. Prima di piaceva osservare i cortei e le sfilate, ma non immaginavo tutto quello che c'è dietro, e il grado di progettualità prima di confezionare un abito. A quanto pare, poi, la pignoleria è prerogativa di chi lavora in modo serio: conosco anche pittori e mastri orafi, e sono persone paciose, ma, quando si tratta del loro lavoro, rivelano il loro lato da Mr Hyde, in un certo senso.
Vi ringrazio x i vostri preziosissimi commenti. …..un saluto a tutte voi.
Ciao Maurizio, grazie a te per averci fatto conoscere la tua impagabile passione.