Dannati nella gola del Leviatano –
Facciata del Duomo di Fidenza



Nei due post precedenti ho parlato di come gestire un personaggio storico famoso in narrativa, innanzitutto considerandone l’aspetto fisico sulla base delle testimonianze dei suoi contemporanei; ho espresso poi alcuni dubbi su quando e come un’esistenza possa essere piegata alle esigenze della narrazione, e quindi operando un tradimento più o meno grave della stessa. In questo post prenderò in considerazione, invece, un aspetto più sottile ma altrettanto insidioso, e cioè quando si vuole scrivere un romanzo su un personaggio celebre che sia stato trattato da altri. Il pericolo è dunque:

il confronto con scrittori affermati e,
soprattutto, più bravi.

Vi faccio qualche esempio di personaggi storici celebri davvero indimenticabili, corredando ogni romanzo di una breve descrizione:

Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Scritto tutto in prima persona dal punto vista dell’imperatore vissuto nel II secolo d.C., il romanzo è una lunga lettera indirizzata al giovane amico Marco Aurelio, allora diciassettenne e che poco dopo diverrà suo nipote adottivo nonché successore al trono. Nel romanzo Adriano narra la sua vita pubblica e privata, con riflessioni sia sulle sue campagne militari che sulla poesia, sulla musica e sulla filosofia. Particolarmente toccanti sono le pagine dedicate al suo giovane amante Antinoo, che muore tragicamente, e in ricordo del quale commissiona sculture per celebrarne la bellezza. Un altro aspetto considerato nel romanzo è la religione, in quanto il paganesimo non è ancora tramontato, e quindi i vecchi dei convivono con i nuovi culti cristiani.

Rinascimento privato di Maria Bellonci. Anche questo romanzo è stato scritto tutto in prima

persona, ed è un’autobiografia immaginaria della marchesa Isabella d’Este (1474-1539). La marchesa riceve lunghe lettere da un ecclesiastico inglese, Robert de la Pole, un personaggio di fantasia che si muove attraverso l’Europa. L’interpretazione che l’autrice offre di questa donna forte, colta e determinata la rende talmente vicina a noi da farcela sentire una presenza viva, e non un semplice personaggio emerso dalle pagine dei libri di Storia. C’è un misto molto equilibrato tra attenta documentazione e fantasia, e la storia è narrata con un stile che in qualche modo richiama il linguaggio rinascimentale. Il romanzo è diviso in sette parti dai titoli altamente suggestivi (“Misura di giovinezza”, “Coraggiose paure”, “Armata di solo scudo”, “Fuggire per tornare”, “Federico anima mia”, “Roma Roma”, “Per non morire di malinconia”). Questo romanzo è l’ultimo scritto da questa grande autrice di narrativa storica.

– A place of greater safety di Hilary Mantel. Questo monumentale romanzo che ebbi modo di leggere in inglese è stato suddiviso in tre parti e tradotto in italiano di recente. Nel 2014 sono usciti i primi due volumi, La storia segreta della rivoluzione e Un posto più sicuro. Il romanzo è tutto in terza persona e si focalizza in modo preminente su tre figure-chiave della Rivoluzione Francese: Georges Danton, Maximilien Robespierre e il meno noto giornalista Camille Desmoulins, e sulle loro vite che si intrecciano sin dalla prima giovinezza fino alla loro tragica morte sulla ghigliottina. Nonostante sia narrato in terza persona, la storia movimenta di continuo l’angolazione e offre spaccati quasi “paesaggistici” sulla Parigi rivoluzionaria. La mia sensazione è che si tratti di un romanzo teatrale nel senso più ampio del termine, e trovo che sia il migliore sulla Rivoluzione tra quelli attualmente in circolazione. Ad esempio, lo trovo superiore a The gods are thirsty di Tanith Lee che è molto virato sul gotico. Una curiosità: il rassicurante titolo A place of greater safety è la tomba che attende tutti i protagonisti e dove finalmente troveranno riposo.

Il signore del falco di Valeria Montaldi. In questo ottimo romanzo storico il “signore del falco” del

titolo è nientemeno che Federico II di Svevia, soprannominato lo Stupor Mundi per la poliedricità del suo genio. Tuttavia il romanzo non ruota attorno a Federico, ma a personaggi inventati, tra cui un frate investigatore. Il vero colpo di genio dell’autrice è che il sovrano svevo costituisce l’elemento risolutore della storia e, tra l’altro, entra in campo solamente a metà del romanzo. Questo si apre con un delitto, ma fin dall’inizio si sa chi è l’autore (quindi non si può considerare un vero e proprio giallo). La storia è ambientata a Milano nel 1226, dove si può ritrovare con sorpresa e divertimento una città medievale quasi del tutto navigabile, con canali, mercati e mercanzie, monasteri e chiese poste fuori città, boschetti abitati da streghe, sante guaritrici in odore di eresia, armaioli, maniscalchi e branchi di maiali che grufolano allegramente nelle strade in piena libertà.

RIFLESSIONE

Se volessimo cimentarci con una delle figure citate, il rischio è uscirne, come minimo, con le ossa rotte, a meno che uno non sia molto, molto sicuro del fatto suo perché ha qualcosa di assolutamente nuovo da proporre, o molto incosciente o anche molto presuntuoso. L’altro rischio è quello di fare dell’emulazione, anche non volontaria. Se vogliamo evitare confronti, possiamo comunque stare su figure minori e di contorno o, ancora una volta, sulla gente comune. Però… il fascino esercitato da alcune figure celebri di re, dame, rivoluzionari, ecclesiastici è davvero immenso, e la tentazione è fortissima; e non si può scegliere a mente fredda di che cosa si vuole scrivere.

Detto questo, anch’io mi sono cimentata con una figura storica celebre ne Il Pittore degli Angeli in cui uno dei due protagonisti è il pittore Tiziano Vecellio. A parte un romanzo di Neri Pozza, però, non erano stati pubblicati altri lavori di narrativa. La seconda cosa che vi rivelo, e che mi colloca in una delle tre categorie precedenti (spero la seconda, quella sull’incoscienza) è che ho deciso di incominciare a scrivere su un romanzo sulla Rivoluzione Francese che ha come protagonisti proprio i tre personaggi di Hilary Mantel, Non so quanto tempo mi richiederà – probabilmente anni – e quale sarà il risultato finale, ma vorrei provare.

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La mia domanda è: e voi, ve la sentireste di scrivere un romanzo storico su una figura celebre, con predecessori del genere? Quali dubbi e difficoltà avreste?