Carissimi,

innanzitutto vi faccio i miei

migliori auguri per un buon 2017 

ricco di voglia di fare e di progettualità. Comunque vadano le cose, sono convinta che il “ritorno” in termini di entusiasmo e passione mette in moto delle energie fortificanti che ci permettono di vivere per davvero, e non di andare avanti semplicemente mettendo un piede davanti all’altro. Personalmente sono grata per ogni cosa che il 2016 mi ha regalato, e anche per le dure lezioni che mi ha impartito.

Questo 2017 inizia per me molto bene con l’annuncio che il  mio nuovo romanzo storico Le Strade dei Pellegrini, pubblicato poco prima di Natale da Silele edizioni, è stato distribuito e ora è disponibile per l’acquisto sia presso le librerie che aderiscono al circuito distributivo di Libro.Co Italia s.r.l. sia presso tutti i principali siti di vendita online. Per quanto mi riguarda, ho ricevuto fisicamente le mie copie, le ho palpate per avere certezza che esistono e quindi sono più che felice. A chiusura del post vi fornirò maggiori dettagli sulla distribuzione, facendo per una volta un po’ di pubblicità a me medesima.

Nel frattempo molti sono stati incuriositi dalla copertina del romanzo, oltre che colpiti dalla bellezza dell’esecuzione. Dimitri Zagano e Antonio Migliozzi – un artista e un orafo che avete incontrato sul mio blog nel corso di due interviste – hanno visto l’opera in originale e ne sono rimasti ammirati. L’intersezione delle linee ha richiamato ad alcuni osservatori anche l’idea della vetrata medievale. Non ho intenzione di addentrarmi nella spiegazione dell’acquarello, tecnica in cui peraltro sono stata sempre molto scarsa, ma vorrei raccontarvi come è nata questa copertina e alcuni piccoli segreti che vi sono contenuti.

Come vi raccontavo nel post precedente, l’artista è Maurizio De Rose, che, oltre a essere un bravissimo acquarellista, è un “resuscitatore” di abiti storici in qualità di sarto perché taglia, cuce e ricama abiti e accessori che spaziano dal periodo medievale a quello rinascimentale. Maurizio e io ci siamo conosciuti per puro caso un paio d’anni fa, in seguito al corteo di inaugurazione della mostra Visconti-Sforza a Palazzo Reale di Milano. Scattavo fotografie ai figuranti del corteo come se piovesse, e dopo qualche tempo le misi su Facebook. Mi contattò Maurizio chiedendo se potevo fornirgli le foto in alta risoluzione, dato che avevo fotografato alcuni suoi abiti con tanto di biscione visconteo ricamato sopra un manto di velluto nero, e in un’altra occasione mi mandò alcuni suoi acquarelli in visione.

Nel frattempo stavo cercando di realizzare in autonomia la copertina del romanzo, prendendo come spunto un’immagine piuttosto famosa. Eccola:

Molti di voi avranno riconosciuto il viaggio dei pellegrini di Canterbury narrato nel poema di Geoffrey Chaucer. Mi ero messa quindi addietro, armata di pennelli e colori acrilici, tralasciando del tutto lo sfondo con tutte quelle chiese e quei castelli difficilissimi e minuziosi da riprodurre e devo dire che era venuta piuttosto bene. Tuttavia ero turbata dalla questione dei diritti, in quanto l’immagine si trova presso la British Library: un conto è inserire un’immagine in un blog come questo, dove tutto è senza scopo di lucro, un conto è riprodurre un facsimile dell’immagine in un libro messo sul mercato. L’ultima cosa che avrei voluto è essere chiamata al cospetto di una torma di anglosassoni inviperiti, perché so per esperienza che in Inghilterra sono molto severi sulla questione dei diritti inerenti immagini anche molto antiche e i cui artisti sono morti e sepolti da secoli. Ricordavo benissimo la diatriba su un testo di letteratura a proposito del ritratto di sir Thomas More attualmente alla National Portrait Gallery di Londra, tra l’agenzia fotografica che ci aveva fornito l’immagine e la pinacoteca, con scambi di invettive non proprio British.

A parte la questione dei diritti, però, iniziava anche a darmi sui nervi l’immagine del pretone vestito di bianco e rosso che sembra il focus della composizione in quanto l’occhio è attirato istintivamente su quello come il ferro dalla calamita. Orbene, nel mio romanzo la compagnia di cavalieri si muove senza alcuna presenza di ecclesiastici al suo interno, in quanto sono.. ehm… un po’ sui generis. Poi mi ero accorta che gli abiti non erano del tutto adatti, si tratta infatti di una miniatura eseguita all’inizio del 1500 e quindi poco ci azzeccava con i miei cavalieri del 1100 o giù di lì, e quindi sbucati freschi freschi dalla fine dell’Alto Medioevo.

A questo punto l’idea che già germogliava nel mio cervellino sempre agitato è spuntata come un rametto in piena luce: perché non chiedere a Maurizio l’immagine nuova di un cavaliere sulla falsariga di quello che potete vedere qui? L’uomo raffigurato è il patrono di Asti – il soldato romano e martire san Secondo – cittadina dove si svolge un palio che, in ordine d’importanza, è al secondo posto dopo quello di Siena.

Prima di comunicare l’idea al diretto interessato, però, ho fatto un sondaggio chiedendo ai miei conoscenti, amici e amanti dei libri che cosa ne pensavano. Quasi tutti mi hanno dato un responso positivo, a patto di rendere i colori meno delicati.

Maurizio e io ci siamo incontrati a casa sua, dove mi ha sottoposto alcuni disegni di cavalieri. Abbiamo discusso le opportune modifiche la prima delle quali riguardava l’aspetto del cavaliere raffigurato. Doveva essere biondo e avere i capelli lunghi, con gli occhi di colore azzurro chiaro. Si tratta infatti di uno dei protagonisti del romanzo: il cavaliere fiammingo Geoffroy de Saint-Omer, cofondatore dell’ordine dei cavalieri Templari insieme al più noto Hugues de Payns. Doveva avere la spada portata sul fianco destro, dato che il personaggio è mancino e quindi ha un certo sentore sulfureo secondo la mentalità medievale e non solo; in questo modo sarebbe risultata ben visibile. Sul cartiglio ai piedi del cavallo doveva esserci scritto il motto in latino Nihil est sicut apparet (“Niente è come appare”).

Abbiamo deciso che le città e i castelli raffigurati dovessero partire dalla sua mano in segno di offerta e girare attorno alla testa in modo da comunicare l’idea del viaggio e anche quella dell’aureola; un suggerimento di santità che, unita allo zolfo e al motto, contribuisce non poco all’ambiguità di Geoffroy. E poi, ovviamente, la croce di Cristo sullo stendardo doveva campeggiare e precederlo. Ho ribadito che i colori dovevano essere più vivi.

Maurizio si è quindi sbizzarrito disegnando e dipingendo un vero esercito di soggetti e portandomi, alla fine, tre tavole, tra cui ho scelto quella che vedete qui sulla destra e da me fotografata prima della scansione ad altissima risoluzione scopo copertina, e del suo finale incorniciamento. Come vedete i colori sono bellissimi, e molto equilibrati, e il cavallo per pura coincidenza è un baio come quello che monta il protagonista.  La grafica della copertina, invece, è tutta un’altra storia e i colori sono stati comunque saturati per ottenere una maggiore vividezza per la stampa.

Così è nata la copertina, e il pretone rosso e bianco, che probabilmente si era appena mangiato un’oca arrosto innaffiata da una pinta di idromele, è andato a smaltire il pasto altrove; e il suo posto è stato preso dal mio bellissimo e algido cavaliere biondo e semi-sulfureo (o semi-santo, come preferite), com’è giusto che sia.

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Bene, spero che questo post di inizio anno per scaldare i muscoli vi sia piaciuto, e che ora mi racconterete di come avete scelto le vostre copertine, o altre immagini per le vostre opere, e se qualcuno vi ha aiutato. 
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Ecco l’elenco completo delle librerie che aderiscono al circuito distributivo di Libro.Co Italia s.r.l. sul portale ibuk. Per quanto concerne i siti online, il romanzo è ora disponibile su tutti i principali siti di vendita come:
Il titolo del romanzo è Libro II – Le strade dei pellegrini. La Colomba e i Leoni, edito da Silele edizioni, ISBN 978-88-99220-71-6.