Se avete letto il romanzo di Choderlos de Laclos Le relazioni pericolose, sapete già che la forma epistolare nel Settecento raggiunse vertici di stile, contenuto ed eleganza indiscutibili. La questione mi è venuta in mente leggendo il post di Giulia Mancini Forme di scrittura nel romanzo, in cui Giulia chiede ai commentatori del suo blog se scrivere un romanzo sotto forma di diario o di lettera sia più semplice o meno. Il quesito è particolarmente spinoso ai giorni nostri in cui siamo del tutto disabituati a inviare lettere e quindi a curare lo scambio epistolare… per non parlare del resto.
L’argomento mi è di nuovo ritornato alla memoria con la lettura dello splendido saggio di Benedetta Craveri Gli ultimi libertini. Malgrado mi trovi a a metà dell’opera, ho deciso di farne l’oggetto di questo piccolo approfondimento in quanto i due protagonisti della vicenda che sto per narrarvi “diedero vita al più bel carteggio amoroso in lingua francese del Settecento“, dice testualmente l’autrice.
Ma occorre andare con ordine e dire innanzitutto come è strutturato il saggio. L’autrice prende in considerazione un gruppo di sette aristocratici, di cui traccia un ritratto iniziale in sette capitoli, arrestandosi appena prima dello scoppio della Rivoluzione nel 1789. La seconda parte del saggio intitolata 1789 dovrebbe quindi riguardare i convulsi e tumultuosi anni in cui l’Ancien Régime tramontò definitivamente e un’intera classe sociale venne spazzata via dalla tempesta rivoluzionaria; e di conseguenza come si concluse la vita dei sette uomini. Questi sette giovani aristocratici, però, non sono i soliti nobili nullafacenti, arroganti e vanesi, ma vengono accomunati da una viva intelligenza, da un sincero desiderio di riformare una società in cui contava più il censo dei meriti – militari o politici che fossero, dall’essere grandi viaggiatori – molti di loro fecero il Gran Tour e arrivarono in luoghi lontanissimi come il Senegal – dall’eleganza dei loro modi e della vivacità loro conversazione, fatta di motti di spirito, di componimenti in rima, aforismi, e dalla vastità della loro erudizione. Molti avevano legami di profonda amicizia tra loro, poiché frequentavano gli stessi salotti; e, naturalmente, quasi tutti praticarono il libertinaggio, inteso come esercizio amoroso dei sensi e della mente e tutto teso ad assicurarsi il maggior numero di conquiste femminili.
Una delle storie più belle e sorprendenti riguarda le vicende del cavaliere di Boufflers e Madame de Sabran. Stanislas de Boufflers nasce a Nancy nel 1738, da una madre mondana e colta, che lo adora; e cresce alla corte di Lunéville dell’esiliato re polacco Stanislao, che probabilmente è il vero padre di Stanislas. Avviato alla carriera ecclesiastica in quanto figlio cadetto, getta la tonaca di abate dopo pochi anni scandalosi e si volge con maggiore decisione a quella militare e letteraria. Di lui il principe di Ligne, suo amico fraterno, dice “Monsieur de Boufflers è stato successivamente abate, militare, scrittore, amministratore, deputato, filosofo, e di tutte queste condizioni si è trovato fuori posto solo nella prima.” Stanislas ha una personalità affascinante, mutevole e brusca e, pur non essendo bello, è un donnaiolo impenitente. Arriva dunque allegramente alla soglia dei quarant’anni senza incorrere in grandi intoppi sentimentali. Fino a quando, nel 1777, non conosce Madame de Sabran…
Nulla sembra cambiare nella sua vita tranquilla quand’ecco che, nella primavera del 1777, il principe di Ligne porta a casa sua, in uno dei suoi frequenti soggiorni parigini, proprio il cavaliere Stanislas de Boufflers.
– segue-
Stanislas de Boufflers di Delpech presso la Österreichische Nationalbibliothek
La contessa de Sabran, ritratta da Élisabeth Vigée-Le Brun
Madame de Sabran ha un fascino particolare. Che volto singolare, e che espressione.
Riguardo agli epistolari tanto in voga all'epoca, hai mai letto il mirabile "Le relazioni pericolose" di Choderlos de Laclos?
Ciao Luz, grazie del commento. Sì, l'autrice Benedetta Craveri racconta nel saggio che Madame de Sabran aveva una gran massa di capelli biondi e gli occhi viola. Lui la chiamava affettuosamente la "spettinata". Ti confermo che ho letto Le relazioni pericolose, è un libro geniale. Prima di dedicarsi a tempo pieno alla letteratura, Choderlos de Laclos era stato per anni uno stratega militare, e aveva applicato nel romanzo le tecniche di assedio alla corte che il marchese de Valmont fa alla signora de Tourvel.
Sìììì, ricordo questo dettaglio ora che me lo fai venire in mente!
Ecco il suo aspetto geniale. E se hai visto il primo dei due film che sono stati tratti da questo romanzo, direi che la trasposizione cinematografica punta molto sulle tattiche di assedio di guerra.
So che sono stati realizzati due film: Le relazioni pericolose del 1988, diretto da Stephen Frears, e Valmont del 1989 diretto da Miloš Forman. Dei due ho visto solo il primo.
Però mi è venuto in mente di aver visto una versione moderna della storia che non era niente male! Il titolo è Cruel intentions ambientato in un esclusivo college americano e nell'ambiente di giovanissimi appartenenti all'alta società. Si tratta del primo ruolo importante per Reese Witherspoon, nel corrispettivo della signora de Tourvel.
Voglio subito il seguito!
Arriva, arriva la prossima settimana. Non potevo sciorinare sul tavolo tutti i miei assi! 😉 A parte gli scherzi, la storia è talmente incredibile e interessante che ho voluto dividere in più parti per non sciuparla.
Mais oui! La suite, maintenant… Parbleu!
Bien sûr, mon ami! A mercredi pour l'épisode suivant. 🙂
Sempre interessanti i post su questo blog. Attendo il seguito 🙂
Grazie, Marco. Le puntate di questa miniserie potrebbero anche diventare tre, in quanto sono appunto in fase di lettura e conto di concludere il libro la settimana prossima. A dire la verità sono molto preoccupata, perché non so assolutamente che fine abbiano fatto i due protagonisti durante la Rivoluzione e quindi temo il peggio. 🙁
Caspita, se un donnaiolo impenitente si avvicina a una Rose des champs…siamo tutti qui in attesa: la prima poarte della storia ci ha già conquistati! A proposito di "Le relazioni pericolose", a me piace molto anche il film e trovo che John Malkovich nei panni di Valmont sia irresistibile 🙂
Oltretutto non bisogna sottovalutare la rosa, perché è piena di spine. Al momento credo che Madame Sabran potrebbe a buon diritto diventare la protagonista di uno dei tuoi racconti al femminile!
Il film Le relazioni pericolose era fatto molto bene, purtroppo si perde tutta la parte dell'epistolario che è il vero tocco di genio dell'autore nel narrare le macchinazioni a distanza tra gli intriganti protagonisti.
John Malkovich è strepitoso in quel ruolo, concordo.
Mi ricordo l'inizio quando veniva vestito e incipriato dalla servitù… era in pieno assetto da battaglia, come dire!
Cara Cristina, solo tu riesci a illustrare magnificamente un libro magnifico, leggerti è stato come rileggerlo con una consapevolezza in più. Il tuo blog è intelligente e imperdibile.
Cara Nadia, grazie mille per il tuo commento. Ricordo che avevi caldeggiato tu la lettura del libro, che per la verità non avevo intenzione di acquistare (avevo soltanto ritagliato l'articolo dal quotidiano). E' davvero molto bello, detto poi da Mariotta… 😉
Magnifico, mi è sembrato di vivere tra le pagine del libro mentre tu ne parlavi. 🙂
Grazie mille, Nick! Sai quanto io tenga alla tua opinione. 🙂
E vabbé non vale… lasciarci così in sospeso… 🙂
Ciao, Marco! Per l'occasione ti rifilo una frase di Honoré de Balzac: "Ogni potere umano è composto di tempo e di pazienza." XD
Sei riuscita ad attirarmi in questa trappola di curiosità di argomento amoroso! Devi essere una maga. Quasi quasi mi hai dato l'ispirazione per iniziare a leggere il primo libro di Outlander, della Gabaldon. La prima parte della serie televisiva (quella ambientata in Scozia) mi ha letteralmente risucchiata, ma poi i due piccioncini sono andati in Francia e mi sono defilata per via della mia… ehm… simpatia per l'ambiente francese. Sei la mia cura personale! 😉
Ah, ecco… avevo sentito parlare di questa serie televisiva e me la ero annotata nel mio casellario mentale. A me Scozia e Francia stanno simpatiche in egual misura, per cui procederò alla ricerca! Sono contenta di farti questo effetto curativo sull'orticaria francese. 😉
Ma quarantasette anni di differenza è pazzesco! E lei così devota!
Io l'ho letto oggi, così il tempo di attesa del seguito è minore! 😛
Molto astuta, Marina! Io ho fatto così sulla blog novel di Ivano, però ora mi sono riallineata agli attenditori. La prossima puntata di questa storia d'amore arriva sicuramente perché l'ho scritta oggi. 😉
Grazie Cristina di avermi citato! Onorata che il mio post ti abbia in parte ispirato, che bello! Stamattina tra l'altro mi sei venuta in mente perché ho letto un articolo su una donna del passato e ho pensato a te (Artemisia Gentileschi una grande artista di cui ho potuto ammirare agli Uffizi la sua opera più famosa). Tornando al tuo post mi sembra davvero l'inizio di una bella storia d'amore, due personalità complesse e passionali. Il loro incontro in un momento della loro vita in cui forse non ci si aspetterebbe più grandi passioni mi sembra emblematico, è proprio in momenti così che il fuoco della passione trova il giusto ossigeno.
Mi sei stata d'ispirazione, confermo assolutamente. 🙂 Di Artemisia Gentileschi conosco le opere e avevo letto anche una biografia. Un personaggio proprio fuori dagli schemi anche lei. Molto acuta la tua osservazione, hai notato che i protagonisti di questa storia d'amore non sono più giovanissimi. Infatti, beh, non anticipo niente per non rovinare la sorpresa, ma c'è un passaggio di una lettera su questo che è a dir poco sublime.
Sì, indubbiamente l'immagine dei nobili francesi come vanesi, viziati e corrotti e nulla più, è riduttiva. C'era anche un elemento culturale e filosofico nel loro stile di vita. La capitolazione di fronte all'amore vero, beh, quello come dice un teologo di cui non rammento il nome è un mistero di fronte al quale neppure Dio può far nulla per impedire che l'essere umano vi incorra.
Ciao, Ariano! Mi viene da pensare che quel teologo avesse fatto esperienza diretta dell'amore terreno. 😉 Del resto molti grandi santi fecero un percorso accidentato nella loro giovinezza, basti pensare a sant'Agostino.