In seguito all’ottimo riscontro che aveva avuto il mio articolo sugli sceneggiati storici Rai (qui il link, per chi volesse leggerlo), colgo l’occasione per parlarvi di un altro sceneggiato che ha una storia molto particolare. Non l’ho visto da ragazzina, a differenza di molti altri sceneggiati e film inerenti al periodo della Rivoluzione, vecchi e nuovi, e che sto rivedendo con immensa goduria; anche perché… scomparve nel nulla.
Sto parlando de I Giacobini del 1962, diretto da Edmo Fenoglio e basato sull’omonimo dramma teatrale di Federico Zardi, anche curatore della riduzione televisiva. Leggo che si trattò, all’epoca, della più grande produzione realizzata dalla televisione italiana, con un costo intorno ai 300 milioni di lire del tempo e un cast, fra attori e comparse, mai così ricco per una produzione destinata al piccolo schermo. Come sempre, i ruoli principali, e non solo, erano affidati a eccellenti attori di teatro. Tanto per citarvi qualche nome Serge Reggiani recitava nei panni di Maximilien de Robespierre, Alberto Lupo in quelli di Camille Desmoulins, e Sylva Koscina nel ruolo della moglie Lucile Duplessis. Gli altri ruoli principali sono ricoperti da Carlo Giuffré, Valeria Ciangottini, Warner Bentivegna (ovviamente nel ruolo di Saint-Just), Franco Volpi e Lia Zoppelli.
Dopo essere stato replicato nel 1963, lo sceneggiato scomparve dagli Archivi RAI. Pouf. Come se si fosse volatilizzato. Su alcuni articoli ho letto che, essendo stato troppo apprezzato dal Partito Comunista Italiano, le “pizze” vennero fatte sparire di proposito per non essere mai più ritrovate. Il solo audio delle sei puntate è stato recuperato nel 2012, grazie a uno spettatore che lo registrò, e che lo ha donato all’emittente di Stato.
Le sei puntate audio sono dunque reperibili su Youtube. Ora, ho una discreta conoscenza della Rivoluzione Francese, ma senza le immagini è quasi impossibile capire che cosa sta succedendo. Ho provato a sentire un pezzetto della prima puntata in cui presumibilmente c’è una scena all’Accademia dei Rosati, un circolo letterario e poetico cui il giovane Robespierre si iscrisse nella sua città natale, Arras. Il ritmo è lento come era consuetudine per questi sceneggiati Rai dell’epoca, dato che l’azione era in presa diretta esattamente come succede in teatro, e la mancanza delle immagini contribuisce ad accentuare il senso di estraniamento. In conclusione… chi ci capisce è bravo e si va a finire nel mero campo delle ipotesi.
La cosa strana è che è invece reperibile lo sceneggiato che parla dell’epoca successiva, ovvero I Grandi Camaleonti del 1964 sempre diretto da Edmo Fenoglio. Il titolo si riferisce al trasformismo di personaggi come Paul Barras, Joseph Fouché, Talleyrand, e lo stesso Napoleone Bonaparte, che non esitarono a rinnegare gli ideali su cui avevano fondato l’inizio della loro ascesa politica. Come a dire che nulla cambia nella Storia. Mentre nel caso del primo sceneggiato è impossibile che io l’abbia visto, essendo nata per l’appunto nel 1963 (anno della sua ultima apparizione), qui la memoria mi tradisce e non sono in grado di dire se l’abbia visto o meno. Mi piacerebbe però recuperarlo, visto che ne ho facoltà, e vi propongo qua sotto un fotogramma tratto dalla puntata 11, con abiti ricamati in puro stile Direttorio.
Ora, come è possibile che un innocuo sceneggiato, e non un manifesto di violenta propaganda politica, sparisca in questa maniera dagli archivi della nostra emittente di Stato? La Democrazia Cristiana ne aveva così paura? Purtroppo all’epoca non esistevano ancora i videoregistratori, e forse bisogna consolarsi dicendo che almeno abbiamo l’audio. Però è davvero un peccato.
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Siccome ho rivisto di recente parecchi sceneggiati Rai, vi piacerebbe se scrivessi altri post sull’argomento, suddividendoli per generi in modo da continuare il nostro amarcord collettivo?
Beh, nel 1962 c'era ancora la guerra fredda in corso, anche un innocente sceneggiato televisivo poteva sembrare "sovversivo" 😉
Sì, hai ragione, Ariano. In effetti tutti avevano una gran paura del compagno Berlinguer. 😉
In effetti, scandaloso. Non ricordo nessuno dei due sceneggiati neppure io (spesso passano spezzoni di quelle produzioni oppure entrano in replica in qualche palinsesto) e non faccio fatica a credere che fossero serie molto ben fatte, di altissima qualità.
In tutti gli spezzoni visti di Alberto Lupo, questo magnifico interprete mi ha ipnotizzata, immagino come contribuisse alla qualità di quella produzione.
Apprezzo anche moltissimo Warner Bentivegna, nell'ultima parte della sua carriera ingaggiato solo per sceneggiati televisivi dei primi anni Duemila, non un granché.
Vecchi leoni del palcoscenico che diedero un gran pregio alla televisione.
Questa cosa che siano spariti gli sceneggiati di cui scrivi, Cristina, è davvero riprovevole e in effetti sarà come ipotizzi, facevano paura alla DC.
Ah, beh, certamente che devi fare questi magnifici post. 🙂
Questa notizia del "ritrovamento" dello sceneggiato l'avevo letta sul Corriere della Sera qualche anno fa, e naturalmente ero saltata sulla sedia per l'entusiasmo. Avevo visto poi un servizio in cui mi si erano spenti i bollenti spiriti, in quanto spiegavano che un gentile telespettatore aveva registrato l'audio, ma che le immagini non c'erano per nulla. Gli attori all'epoca erano superlativi, giusto ieri sera mi sono vista col marito una puntata di Nero Wolfe dal titolo Il pesce più grosso, era incredibile la naturalezza con cui recitavano.
Allora ti prendo in parola e mi metterò all'opera sul filone degli sceneggiati Rai. Grazie mille. 🙂
Potrebbe essere l'inizio di un thriller in stile Codice Da Vinci, nello sceneggiato c'era un indizio per ritrovare il tesoro di un qualche nobile francese (ereditato da un antenato che aveva avuto contatti con i templari, possibilmente).
Mica male, se ci danno il "la" chi ci ferma più? Poi i templari c'entrano sempre in qualche modo. 🙂
Oh, che storia pazzesca.
Io figurati sarei molto interessata ai tuoi post sugli sceneggiati, ma proprio tanto, grazie.
Sandra
Bene! Allora mi devo mettere al lavoro, tempo permettendo… sgrunt!
Potrebbe anche esserci una spiegazione più semplice. So che alcune puntate di "Alto gradimento" non sono più disponibili perché il sonoro si è rovinato senza rimedio. E a quanto ne so, lo sceneggiato del 1963 "Delitto e castigo", con Luigi Vannucchi, è perso per sempre: la pellicola si è compromessa e hanno dovuto gettare tutto.
Un'ipotesi ragionevole, Marco. In effetti hanno sottoposto a restauro molte vecchie pellicole in bianco e nero, ad esempio le comiche con Stan Laurel e Oliver Hardy. Però perlomeno si sa che lo sceneggiato con Vannucchi fu rovinato, invece questo sui Giacobini è proprio scomparso. Mistero.
Son sempre belli i tuoi post su questo argomento e vorrei trovarli anche in futuro. Riguardo alla polemica, invece, nutro molti dubbi, tuttavia la mano sul fuoco non ce la metto. Il fatto è che la supervisione del Vaticano sull'intera produzione Rai esisteva già da decenni, così come le veline governative che arrivavano alla redazione del telegiornale con l’indicazione su come dare certe notizie. Esisteva da un pezzo una lista delle parole impronunciabili e delle scene vietate. Ma l'ostracismo censorio si abbatté con forza sulla satira all'interno dei programmi in diretta (per quegli anni vedi i casi Noschese, Vianello, Tognazzi, Fo e Rame, che han fatto storia), non sugli sceneggiati, che non potevano sfuggire al controllo effettuato già in fase di ripresa. Molto probabilmente la perdita di quelle pellicole è attribuibile ad una conservazione inadeguata.
Grazie del commento, Clem. In effetti i casi che citi di "bando" dalla Rai sono celeberrimi, come pure le parole vietate (una per tutte: non si poteva dire "membro" del Parlamento perché la torbida immaginazione dei telespettatori andava subito all'organo maschile). Anche le scollature delle presentatrici non dovevano essere troppo profonde e rivelatrici. Se la perdita dello sceneggiato dovesse attribuirsi a un guasto della pellicola, sarebbe sicuramente meno grave.
Auguriamocelo che sia solo una questione di usura! A proposito di parole, ricordo di aver letto anche che non si poteva dire nemmeno "cosce", ancor meno "divorzio" e così via… e alle gemelle Kessler avevano imposto la calzamaglia nera! Comunque è durata molto molto a lungo la censura.
Sì, le gambe delle gemelle Kessler avevano fatto epoca. Loro poi erano bellissime. Ricordo anche come particolarmente sconvolgente l'ombelico di Raffaella Carrà!
Che bella,Cristina, questa tua promessa di una serie di post sui vecchi sceneggiati RAI! Al di là delle reali cause, peccato davvero per questa sparizione…il cast che citi è di tutto rispetto! Vedo che siamo accomunati dalla nostalgia per un'epoca non tanto lontana nel tempo ma in generale lontanissima, per qualità, dalla produzione televisiva di oggi. Un caro saluto 🙂
Sì, una mia amica aveva letto il primo sugli sceneggiati storici ed era rimasta entusiasta del post. Così mi aveva consigliato alcuni sceneggiati, che in questi mesi ho rivisto. Alcuni sono stati autentiche rivelazioni, me ne sono proprio innamorata… me ne parlerò in futuro.
Peccato davvero per la perdita dello sceneggiato, in qualsiasi modo sia avvenuta! A presto e buon fine settimana. 🙂
Se scrivi un post sull'argomento ti leggo di sicuro! Certo che far sparire uno sceneggiato la Rai faceva una censura terribile, però se penso al maccartismo (si scrive così dubbio) degli americani non mi stupisco troppp!
Ti ringrazio tanto, Giulia, è un bell'incoraggiamento. Il mio problema sostanzialmente è: "Tante idee e poco tempo". Comunque ho intenzione di procedere.
Maccartismo si scrive proprio così. 🙂
Anch'io aspetto altre puntate sull'argomento, anche se non conosco le produzioni di cui parli, conosco bene molti degli attori di cui mia madre mi parlava sempre. Non trovo strano che "abbiano fatto sparire" la pellicola, se questa ipotesi dovesse rivelarsi fondata: i tempi non erano maturi per tante cose.
In effetti tutta questa faccenda è molto strana. Purtroppo non c'erano i videoregistratori all'epoca: era il 1963, anno in cui sono nata. 🙂 Ricordo ancora quando mio padre aveva portato a casa dalla Germania il primo registratore, marca Hitashi, e la prima audiocassetta in regalo. Che novità e che meraviglia sentire le musiche e riuscire a registrare le voci. Ce la devo avere ancora da qualche parte.