Carissimi,

ieri sera il Diavolo si è scatenato e, come sapete, quando lo si lascia andare libero è molto difficile tenerlo a freno! E quindi ha preteso subito un articolo senza perdere altro tempo. Ancora una volta, grazie a una compagnia di attori bravissimi e perfettamente calati nella parte, alla regia sapiente di Claudio Settembrini, alle trovate tecniche e alla collaborazione della proloco di Trezzo sull’Adda e di tutti, l’opera alchemica e magica del teatro è stata resa possibile. Con questo post vorrei ringraziare tutti coloro che hanno trovato modo e tempo di essere presenti per assistere al bellissimo allestimento de


Il Diavolo nella Torre

ovvero le vicende del terribile e magnifico Bernabò Visconti, e l’hanno grandemente apprezzato. Quando si scrive un romanzo i personaggi vivono soltanto nella mente dell’autore, o del lettore che li “costruisce” anche in maniera molto diversa a seconda della propria sensibilità. Ma nel teatro avviene qualcosa di più, per un autore di testi: i tuoi personaggi prendono finalmente vita e sono lì, in carne e ossa. Senza l’allestimento un copione è qualcosa di morto.

E questi personaggi, oltretutto, sono vissuti davvero nella nostra storia italiana e lombarda, uno per uno: Bernabò Visconti, Gian Galeazzo, i due legati papali, Giovannola e la povera Bernarda, ma anche altri cosiddetti minori, le nutrici, le serve, i popolani, i contadini… Sono tutti vissuti, hanno amato, a volte combattuto, odiato, sperato, e quindi ieri sera sono stati risuscitati. Perché è il teatro è, appunto, un’operazione magica che si fa anche con pochi oggetti, a differenza del cinema, ed è anche meraviglia e divertimento. Guai se non ci fosse divertimento nel teatro, persino in un dramma come questo, perché è il riflesso della vita che è dramma e farsa insieme.

Vorrei quindi proporvi alcuni fotogrammi tratti dal video che ha girato mio figlio, relativi ad alcuni momenti salienti della rappresentazione.

Ed ecco le prime apparizioni in cui “Lui” si manifesta nella notte, colpito dalla luce bluastra della luna: indossa un mantello con cappuccio a punta e la sua ombra si proietta sul muro creando un effetto fantastico e inquietante:
“Se si potesse vederli a volo d’uccello, quei castelli, sarebbero come pietre
incastonate in una corona.
La corona della Biscia. Quella che non abbiamo mai avuto. La Corona d’Italia.”

“Nessuno avrebbe mai osato far proprio il simbolo del Diavolo.
Solo noi Visconti potevamo.”

Ecco l’arrivo dei due terrorizzati legati papali, giunti per incontrare il temibile signore di Milano sulle sponde del fiume Lambro:

“Ma bene… chi abbiamo qui? Due inviati del Papa
venuti difilato da Roma a porgermi omaggio.”

L’infido nipote Gian Galeazzo, signore di Pavia e conte di Virtù, convocato a banchetto alla Ca’ di Can di Milano per ascoltare la strabiliante proposta dello zio:


Il modo insolito di amministrare la giustizia da parte di Bernabò:
“Ultima richiesta di udienza nell’anno Domini 1378. Al cospetto di messer Bernabò si presentano
Maffiolo da Pandino, contro cui è stato emesso bando di convocazione
e Ambrogiola da Marignano con sua figlia Caterinuzza.”

C’è anche tempo e modo per i ricordi… e lui ricorda le sue donne:


“Ah, le donne! Le donne! Fonte del mio piacere,
insieme al cibo e alla guerra di cui ero maestro!”

Il duetto tra Giovannola da Montebretto, madre di Bernarda, e il suo antico amante:

“Signora, me ne andavo a caccia di fagiani e leprotti,
quando ho udito il suono del vostro dolce, femminile passo. E mi son detto:
‘Toh! Nei paraggi, c’è una preda di taglia diversa, e assai più ambita.'”

La danza del fantasma:

L’astrologo ed erborista di corte, il Medicina, ha cattivi presentimenti:

L’astrologo di corte: “Mio signore, l’infausta congiunzione di Saturno, Giove e Marte
nella casa dei Gemelli mi fa presagire grandi sventure.” 

Non aggiungo altro, ma vi assicuro che queste poche foto non rendono giustizia allo spettacolo, che naturalmente si avvale anche di una musica molto suggestiva, e non rende giustizia soprattutto alla bravura assoluta dell’attore principale, che è stato un gigante in quanto ha retto letteralmente tutto il peso sulle sue spalle essendo quasi sempre in scena.

Ancora grazie a voi della pazienza con cui mi avete seguito fino in fondo alla mia carrellata di articoli su questo personaggio immenso. Per concludere, messer Bernabò, ormai libero e scatenato, vi invita per la prossima rappresentazione del

9 settembre al Castello di Trezzo sull’Adda

Non mancate!