“Solo sei desideri impossibili?” mi sono chiesta nel leggere il me-me dal titolo Alice in Wonderland o delle sei cose impossibili. Io ne avrei moltissimi! Però bisogna sapersi accontentare, e quindi partecipo volentieri all’iniziativa avviata dal blog Cuore rotante, e proseguendo sulla scia di Ivano Landi.
Nel frattempo molti altri blogger hanno aderito, tra cui Clementina Daniela Sanguanini, Ariano Geta e Giulia Mancini, solo per nominare alcuni che seguo con maggior attenzione.
Ecco le regole:
– inserire il logo di Alice ‘s in Wonderland, che potete vedere qui sopra
– descrivere sei cose impossibili
– nominare tutti i follower che volete.
L’ho detto più di una volta e quindi mi ripeto, ma uno dei miei desideri più ardenti, da brava appassionata di storia, è avere una macchina del tempo con cui viaggiare in lungo e in largo e senza limite alcuno. Naturalmente potrei avere delle cocenti delusioni in merito a personaggi o periodi storici a me cari, ma almeno mi leverei lo sfizio di sapere alcune cose, ad esempio:
– ficcare il naso in una certa stamperia di Magonza dove un certo Guteberg diede l’avvio a una delle più grandi rivoluzioni culturali che la storia ricordi. L’invenzione della stampa fu definita “una rivoluzione inavvertita”, ma fu certamente una delle grandi svolte dell’umanità
Naturalmente vorrei essere al riparo da eventuali incidenti di percorso, cioè non vorrei accadesse come nel film Timeline – Ai confini del tempo dove i i protagonisti si trovano catapultati nei boschi della Dordogna nel 1357 in piena guerra: niente si svolge come previsto e rischiano di venire infilzati più di una volta. O come nel celeberrimo film Ritorno al futuro di Zemeckis con Marty e Doc e la loro macchina del tempo, di cui potete vedere una scena.
2. Possedere dei cloni di me stessa.
Siccome viaggiare nel tempo porta via… tempo, mi piacerebbe avere almeno dieci cloni di me stessa che nel frattempo possano dedicarsi a tempo pieno alla lettura, e altri dieci alla scrittura. Lascerei a ognuno delle consegne precise, perché poi vorrei vedere anche dei risultati al mio ritorno. Non sia mai che battano la fiacca, come nel proverbio “Via il gatto e i topi ballano”! Forse ce ne vorrebbero altri dieci per i miei studi universitari, ora che ci penso, mmm… quindi diciamo che ci vorrebbe un moltiplicatore di cloni.
Comunque i cloni andrebbero bene anche senza attivare la macchina del tempo, visto che, rispetto ad esempio alle mie letture, mi sembra di svuotare il mare con il classico cucchiaino da caffè. Non tocchiamo poi il dolente tasto della scrittura dei romanzi…
Questo desiderio invece va nella direzione opposta ai precedenti, e quindi attua un’involuzione tecnologica. Di recente mi è capitato di maneggiare uno di quei cellulari di qualche anno fa, che svolgevano esattamente la funzione per cui erano preposti, cioè telefonare, e di aver provato una fitta acuta di nostalgia.
Alle volte mi fa impressione prendere la metropolitana, o qualsiasi altro mezzo pubblico, e vedere le persone curve sopra il cellulare con lo sguardo dilatato, a file e file interminabili; e alcune di loro hanno anche gli auricolari nelle orecchie. Per non parlare poi di quelli che scendono dal mezzo, e continuano a camminare con l’occhio allo smartphone, salendo o scendendo le scale e rischiando di ruzzolare e rompersi l’osso del collo. Per strada ti vengono addosso, in casa ti chiedono “eh?” perché non hanno capito che cosa hai detto nemmeno dopo la quarta volta (vedi mio figlio). Beninteso, non ne faccio una questione generazionale perché siamo tutti sulla stessa barca. Barca come quella su cui era a bordo il tizio, talmente concentrato sul suo aggeggino da non vedere nemmeno la maestosa balena che gli passava accanto.
Sembra un’epidemia.
Un’epidemia i cui effetti sono paragonabili a una ludopatia: dipendenza, mancanza di concentrazione, superficialità, incomunicabilità, scarsa attenzione per il prossimo ecc.
Posto che sarebbe assurdo rinunciare alla comodità della tecnologia, gli unici rimedi mi sembrano due:
– che al posto dello smartphone di ultima generazione l’oggetto si trasformi in un modello basic;
– come alternativa, che lo smartphone si trasformi magicamente in un libro cartaceo o un e-reader. Sono esenti soltanto coloro che leggono i libri sul cellulare.
4. Vedere i miei personaggi in carne e ossa.
Chi scrive sa benissimo ciò di cui sto parlando, e cioè che molto spesso i nostri personaggi sembrano prendere vita propria. Ebbene, mi piacerebbe che ciò accadesse veramente e non soltanto grazie alla mia immaginazione o alla “tridimensionalità” del personaggio. Magari potrei farci anche delle belle litigate, chissà. Sicuramente Ghassan sarebbe un osso duro con cui confrontarmi, ma dialogare con il buon medico sufi Mandhur sarebbe impagabile. E poi vuoi mettere l’emozione di incrociare l’algido sguardo del fiammingo Geoffroy de Saint-Omer?
Tutto questo mi fa ricordare ancora una volta un film molto divertente, Alla ricerca dell’isola di Nim con Jodie Foster nei panni di una scrittrice nevrotica e paurosa. Lei è autrice di una serie di romanzi che hanno come protagonista l’intrepido esploratore Alex Rover, un avventuriero molto simile a Indiana Jones. Li potete vedere qui insieme.
Tra le scene più esilaranti del film ci sono proprio quelle in cui la scrittrice discute con il personaggio, o meglio ci litiga, specialmente quando, dopo essere approdati sull’isola, lui la pianta in asso invitandola a cavarsela da sola. Alex Rover è la personificazione delle paure della protagonista, ma è anche un esempio perfetto di come a volte i personaggi sembrano assumere un peso tutto loro al punto da mettersi in contrasto con le tue intenzioni, e a dare svolte inaspettate alla storia.
5. Volare come gli uccelli.
Ebbene sì, ho in comune con Leonardo da Vinci il desiderio di emulare il volo degli uccelli (qui accanto, schizzi dell’ornitottero di Leonardo, datati 1488), e quindi con il corpo fisico oppure con un’esperienza extracorporea. Penso che vedere il mondo da una certa altezza sia una delle esperienze più forti ed emozionanti che si possano avere, e ricordo ancora la brevissima salita in mongolfiera nel campetto dietro casa mia. Oltretutto non soffro di vertigini…
Nel punto 4. ho parlato di personaggi, qui riporto un passaggio del “volo” del medico sufi Mandhur tratto da Le strade dei pellegrini. Il sufismo è una corrente mistica dell’Islam, che nei secoli è stata spesso considerata con sospetto dall’ortodossia. Durante le meditazioni a questo anziano medico accade di uscire dal corpo, e dunque nello stralcio il protagonista sorvola il Mediterraneo, partendo dal Maghreb per arrivare fino alle terre dei Franchi. Tutto il brano è in prima persona e quindi è dal punto di vista di chi vive l’esperienza.
Tenebra assoluta. Ancora tenebra.
Poi le immagini arrivarono di lontano, come le onde di un mare via via più possente, nella forza e nel suono, e io mi trovai a volare in alto, al di sopra del palazzo, come un uccello. Avevo becco, zampe e, soprattutto, penne, piume e ali. Mi lasciai alle spalle la città rosseggiante, volai verso le montagne. Battevo le ali quando volevo solcare l’aria con forza, in altri momenti lasciavo che le correnti mi trasportassero su strade invisibili. A un certo punto, presi a volare con lievità sopra un mare azzurro. Vedevo quel mare farsi piccolo, poiché mi trovavo tra le nuvole, là dove l’aria si faceva rarefatta, e scorgevo le terre come fossero state tracciate su una pergamena. M’accorgevo con sorpresa di come i bordi di quelle terre fossero infinitamente più frastagliati delle mappe vedute fino a quel momento, e come ogni tratto di mare e di terraferma fosse ricchissimo di sfumature. Il mare possedeva cromie non solo azzurre, ma verdi e bianche, le montagne s’ammantavano di boschi con addensamenti così verdi da sembrare neri, o erano scabre dove la roccia si ergeva nella sua nudità, con toni che variavano dal marrone al grigio. Non erano solamente i colori a sorprendermi, ma anche gli avvallamenti e le cavità, i picchi frastagliati, gli specchi azzurri dei laghi, le venature dei fiumi e dei torrenti, le nuvole che transitavano e si riflettevano nelle acque oppure sembravano impigliarsi nelle cime delle montagne. Stavo guardando ogni cosa dall’alto, non osavo pensare all’Occhio Divino, che andava oltre le terre degli uomini e l’infinito, e tuttavia era qualcosa che molto gli s’avvicinava. Forse, era come vedeva il mondo la mia Guida angelica…
Il sole stava tramontando a ovest, e gli ultimi riflessi della luce si spandevano nel cielo. Volando, giunsi sopra una zona montagnosa oltre il confine tra l’impero almoravide andaluso e le contee, i ducati e i marchesati franchi, coperta da fitte foreste, fino a individuare una costruzione posta alla sommità di uno sperone di roccia. Pareva un castello abbandonato, vuoto come un vaso rotto. Mi abbassai dolcemente, sfiorai la sommità delle torri, cercai un’apertura; trovai una finestra ancora intatta, ritornai a poggiare i miei piedi sul terreno e scopersi di aver ritrovato il mio corpo d’uomo.
6. Essere teletrasportata.
Ancora una volta sono stata ispirata dal mio sesto e ultimo desiderio impossibile da un film, o meglio una serie che ormai è entrata nell’immaginario televisivo collettivo, e cioè Star Trek, e al modo con cui i suoi protagonisti si fanno trasportare dalla loro astronave al luogo dove vogliono atterrare, e usano lo stesso mezzo nei loro viaggi di ritorno. Sto parlando del celeberrimo teletrasporto.
Non mi dispiace essere una pendolare anche perché la cosa mi permette di fare grasse letture, ma è indubbio che il fatto di dovermi spostare dal paese dell’hinterland milanese dove vivo fino a Milano, dove solitamente accadono gli eventi più appetibili o ci sono i luoghi più interessanti, mi ruba parecchio tempo. E quante volte ho pensato che dover rimettermi in pista sui mezzi pubblici nel fine settimana fosse superiore alle mie forze o presentasse oggettive difficoltà organizzative.
Dunque vorrei attivare il teletrasporto cinque minuti prima ed essere teletrasportata sul luogo dell’evento, al comando “energia”!
***
Bene, questi sono i miei desideri impossibili! Dato che molti hanno già partecipato, non nomino nessuno ma mi farebbe piacere avere comunque qualche vostro commento. 🙂
Sulla necessità di una involuzione tecnologica mi trovi assolutamente d'accordo, anche se per quel che mi riguarda sono già involuto, visto che il mio cellulare permette solo telefonate e sms. Altri dispositivi portatili non ne ho.
Mentre, disponendo di una macchina del tempo, credo che nel mio primo viaggio andrei a trovare Erszebet Bathory, per vedere se era davvero così tremenda come dicono.
Grazie mille per il link!
Io invece ho uno smartphone piuttosto recente, ma lo tengo rigorosamente spento dalla sera al mattino, e altrettanto rigorosamente lo mantengo silente quando studio. Mi sono sempre rifiutata di iscrivermi a gruppi whatsup e similari, e oppongo fiera resistenza all'invito a scaricare app di qualsiasi tipo perché sono convinta che farei danni epocali.
Per quanto riguarda Erszebet Bathory, secondo me la tua visita potrebbe essere l'inizio di una storia d'amore molto passionale! 😉 E poi chissà perché i "cattivi" sono sempre così interessanti…
Per la menzione del link, mio dovere. 🙂
Come dire che, dopo Caravaggio, andrei anch'io ad arricchire la lista degli amanti improbabili di Erszebet ;-D
Si potrebbe ipotizzare di fare una vera e propria serie tv, a questo punto. Che ne dici? 😉
Purché mi facciano interpretare la parte di me stesso… altrimenti non cedo i diritti di sfruttamento della mia immagine.
Fai benissimo! Bisogna rimanere sempre in campana. 🙂
Bellissimo anche questo post!
Avrei sempre voluto avere una macchina del tempo con la quale esplorare epoche territori e personaggi differenti della storia, ma che userei anche con funzione di teletrasporto… calcolo, ricalcolo, zac! :)) Poi, forse, intervenire a modificare il corso degli eventi potrebbe essere rischioso, ma chissà… 😉
Anche rispetto all'abuso tecnologico mi trovi completamente d'accordo: serve senza dubbio una riflessione collettiva seria.
Infine, come te, vorrei essere dotata di strumenti per il volo. Credo che non ci sia cosa più bella al mondo, capace di offrire un senso di libertà assoluto… che emozione…
Grazie di cuore per il link!
Grazie a te, Clementina! La macchina del tempo è sempre affascinante, da qualche parte avevo letto che non è un'idea così peregrina, ma non mi lancio in disquisizioni perché la fisica non è il mio forte. Resta l'idea che mi piacerebbe curiosare, almeno da una finestrella della mia astronave, su determinati periodi storici…
L'abuso tecnologico crea delle vere e proprie patologie a livello comportamentale e sociale. Senza demonizzare niente e nessuno, bisognerebbe imparare a staccare ogni tanto per lasciare riemergere il cervello dal flusso di informazioni che lo sommerge.
Per quanto riguarda il volo, c'è sempre il parapendio ma vorrei nel mio desiderio essere sicura di non schiantarmi, e quello lo sanno fare soltanto gli uccelli.
Non c'è di che per il link. 🙂
D’accordo su tutto al 100%.
A proposito di parapendio, invece, devi sapere che quando i miei figli erano piccoli andavamo spesso in una baita in cima all’Alpe Giumello, in alta Valsassina, un luogo dal quale si ha una vista mozzafiato sul lago di Como e da quelle finestre, mentre eravamo intenti a pranzare, vedevamo un sacco di impavidi a bordo del parapendio riemergere in quota dinanzi ai nostri occhi, dopo aver spiccato il volo dal punto di partenza a pochi metri dal nostro fabbricato. Era talmente divertente ed emozionante quello spettacolo che un giorno, senza badare di trovarmi di fronte ai bambini, espressi di getto il desiderio di iscrivermi al corso per effettuare anch’io il lancio. Ma Giacomo e Andrea, terrorizzati dall’idea che mi schiantassi a terra, mi fecero subito giurare che non l’avrei mai fatto e così fu. Sarei bugiarda, però, se dicessi che non mi dispiacque affatto… 🙂
In effetti Giacomo e Andrea hanno parlato con la voce della saggezza. 🙂 Io preferisco ammirare i voli degli altri ardimentosi a distanza di sicurezza. Invece un bel giro in mongolfiera lo farei volentieri, specialmente sopra la Francia. Avevo letto dei resoconti che c'è un silenzio bellissimo, oltre che una vista straordinaria naturalmente.
Post molto bello!
Volevo fare anch'io un post simile, ma mi sono resa conto che i miei veri desideri impossibili vanno un po' troppo sul personale perché vengano condivisi.
Volare come gli uccelli, però, credo sia un sogno universale. E anche il teletrasporto sarebbe parecchio comodo.
Grazie mille, Tenar. Se i tuoi desideri sono troppo personali, fai bene a non rivelarli. Anch'io avevo inserito un desiderio molto particolare, ma poi l'ho tolto e l'ho sostituito con un altro.
Il desiderio di volare come gli uccelli risale ai tempi del buon Icaro. E spero ardentemente che il teletrasporto possa essere un'invenzione realistica!
Sono tutti desideri bellissimi e pienamente condivisibili.
Nel mio caso escluderei il 4 perché in genere rendo la vita difficile ai miei personaggi, quindi temo che se prendessero vita verrebbero a cercarmi per prendermi a ceffoni… 😉
In effetti anch'io tratto parecchio male alcuni personaggi, anche se non tutti beninteso, per cui il rischio di essere presa a sberle esiste eccome. 😉 La variante potrebbe essere quella tratta da "Blade Runner" con il replicante Roy Batty che, dopo aver discusso con il suo creatore sulla richiesta di allungargli la vita, gli schiaccia la testa come una noce. 🙁
Però il creatore è costretto a dirgli la verità, ovvero che non ha la possibilità di accontentarlo. Io invece potrei pure cambiare il destino dei miei personaggi, e non c'è dubbio che se fossi sotto minaccia di morte lo farei subito 😀
Questo e altro pur di portare a casa la buccia! 😉
TEsoro, posso essere d'accordo sul resto ma sui cloni proprio no!
Io già mi immagino se ci fossero 3/4 patricie quanto pretenderebbero… no no! Si clonino loro! ahahahahh
Ahahahah! Ti ricordi il film "L'invasione degli ultracorpi"? Al di là della produzione patriciesca, però l'idea dei cloni potrebbe essere un bell'incipit per "Insieme raccontiamo". 😉
Forse.. boh! Quanti secoli son passati?
Uhm… cloni cloni…. guarda che ti prendo in parola eh….. :D)
Dai dai, "famolo strano" come diceva Verdone nel film! 😉
TEsoruccio!!!!!!!
Detto fatto ahahahahhahahaha mai deludere le amiche blogger!
Subito preparato incipit e già scritto pure il mio finale ahhahahah
BAciooooooooooo
Che bello, mi hai proprio fatto felice!!! Un abbraccio domenicale, e pure pasquale!!!
una volta c'erano le donne che circolavano con il rosario in borsetta, oggi sono tutte chine sullo smartphone, magari per fare un solitario con le carte (è quello che ho visto più spesso, in metropolitana). Forse anche don Abbondio andrebbe in giro con la smartphone, invece che con il breviario.
Direi comunque: la nuova religione del nuovo millennio.
La macchina del tempo la userei per trovare un Parlamento migliore, un anno qualsiasi dal 1946 al 2001.
L'idea di don Abbondio con lo smartphone invece che con il breviario è simpaticissima. A questo punto i bravi avrebbero senza dubbio un modello costosissimo appena uscito dal negozio, e vestirebbero capi firmati…
Per trovare un buon Parlamento con la macchina del tempo mi sa che dovremmo cercare nei primissimi anni del dopoguerra.
Sul volare e sulla macchina del tempo sono pienamente d'accordo, in parte anche con il teletrasporto. Ho detto in parte, perché in fondo in fondo sono peggio del dottor McCoy, avrei troppa paura di essere perso nello spazio.
In "Star Trek the Next Generation" c'è quell'altro personaggio, l'ingegnere Reginald Barclay, che è terrorizzato dal teletrasporto ma alla fine riesce a superare le sue paure. Ormai sono diventata espertissima della serie, l'ho vista tutta nelle varie versioni con mio figlio! ^_^
Ah, i cloni, che bella invenzione sarebbero! E non ti dico quante simpatiche incombenze si ritroverebbero, da quelle burocratiche a quelle domestiche… 😉
Verissimo, anche quello è un utilizzo molto utile! La prassi è quella di affidare le incombenze rognose agli ultimi arrivati nell'azienda familiare, cioè i cloni. 😉
Ma sai che avere un clone di se stessi è una bellissima idea! Li voglio anch'io, me ne basterebbero un paio, un clone lo manderei al lavoro al mio posto, un altro farebbe le pulizie di casa, la spesa e tutte quelle attività che non faccio volentieri e che mi tocca incastrare nelle mie giornate facendo mille acrobazie…ah ah cara Cristina sarebbe una bella cosa impossibile, appunto. La macchina del tempo è un'altra bella idea, io adoro il film Ritorno al futuro (il mio preferito è in assoluto il primo). Incontrare i miei personaggi sarebbe bello, chissà cosa combinerei con loro. Il teletrasporto mi fa un po' paura, per il resto le tue cose impossibile mi piacciono tutte, sì anche una minima involuzione tecnologica, vedere tutti questi automi che girano con lo sguardo fisso sullo smartphone è piuttosto irritante…però ammetto che per me è davvero comodo leggere gli eBook sul cellulare, quindi quella funzione la lascerei.
A quanto pare l'idea dei cloni piace molto, a dimostrazione del fatto che siamo tutti parecchio impiccati con il tempo e le varie incombenze. Speriamo allora nei robot che faranno le pulizie al posto nostro, sempre che non si ribellino come nel film "Terminator"! 🙁 La macchina del tempo in fondo è molto simile alle tue sliding doors, con la differenza che il segmento temporale è più lungo. Per quanto riguarda l'involuzione tecnologica, in effetti ho escluso dal cambiamento la lettura degli ebook sul cellulare. I tuoi romanzi infatti li ho letti dal cellulare con la funzione kindle android. 🙂
Che magnifiche cose impossibili, Cristina! I cloni, un’idea pazzesca, ma non per me, grazie! Come Pat lascio ad altri il piacere. 😂
Volare piacerebbe anche a me e anche essere teletrasportata: chiudere gli occhi e in un batter di ciglia trovarmii a casa dei miei, giù in Sicilia, in quel bel divano del salone che mi manca tanto! 😊
Pensa a un esercito di Marine(s) che marciano all'attacco di ogni cosa che si muove. 🙂
Il tuo spunto di teletrasporto in Sicilia potrebbe fare al caso mio, anche se non mi permetterei di atterrare sul divano dei tuoi. Però vorrei arrivare davanti a quella bella cattedrale che si vede nei telefilm del commissario Montalbano! E anche davanti al mare.
A Ragusa Ibla non smetteresti di ammirare ogni bellezza.
Prima o poi riuscirò a visitarla, la Sicilia! Questo non è un desiderio impossibile, per fortuna.
Mi sembra giusto desiderare in grande 😀 Condivido quasi tutto, quasi perché volare non mi attrae particolarmente. Ma per il resto siamo d'accordo, viaggiare nel tempo e nello spazio sarebbe meraviglioso, i cloni ci faciliterebbero la vita e incontrare i personaggi è un'ipotesi divertentissima (potrebbe essere l'idea per un post!). Quanto a tornare indietro con la tecnologia, ti comprendo bene, credo che stiamo correndo troppo, con tutte le conseguenze del caso. Io ho un cellulare del Giurassico e finché non passa a miglior vita me lo tengo 🙂
Esatto, Maria Teresa, perché volare basso (tanto per prendere spunto da uno dei miei sei desideri impossibili)? 😉 Sarebbe bello scrivere un post sull'incontro con i nostri personaggi preferiti, credo che potrebbe essere davvero divertente come dici. I miei personaggi poi provengono tutti da un'altra epoca: sarebbero quantomeno spaesati o avrebbero delle reazioni iperboliche nel caso dei miei cavalieri crociati.
Sull'argomento tecnologia penso che quando si soffre di determinati sintomi bisognerebbe vedere se un determinato uso spasmodico ci sta portando più vantaggi o svantaggi. Io mi sono data delle regole, anche per impedire eventuali "allargamenti" indesiderati. Fai bene a tenere caro il tuo cellulare del Giurassico! 🙂 Pensa che mio marito non ha proprio il cellulare, e vive alla grande!
Ora lo so, la fantasia non ti manca! Se almeno uno di questi desideri lo potessi realizzare credo toccheresti il cielo con un dito, ma in quanto impossibili a priori ammetto che restano bei voli pindarici.
sei un bel passo avanti rispetto alla lampada di Aladino, perché si sa che noi donne non ci si accontenta di poco!
In effetti la mia fantasia galoppa, pure troppo alle volte! Penso che il desiderio cui terrei davvero sarebbe il primo, cioè la macchina del tempo, perché contiene un sacco di altri desideri come ad esempio fare un viaggio in diligenza.
Eh sì, noi donne siamo esigenti! 😉 Dopo vengo a trovarti sul blog, avevo iniziato a leggere il tuo ultimo post, ma poi mi sono dovuta interrompere.
In quanti dei tuoi desideri impossibili da realizzare mi ritrovo.
Concordo pienamente col quel volere tornare indietro, a quel tempo in cui tutto pareva assai più facile, senza tecnologia. A quel dover pensare senza immaginarsi un clic che apparentemente risolve tutto.
E poi… quanto è bello quel brano. L'ho letto a voce alta, come fosse un monologo. Hai un modo di scrivere me-ra-vi-glio-so. Leggerò i tuoi romanzi.
Per quanto riguarda la tecnologia, trovo che tutto stia diventando enormemente più complicato o è reso complicato apposta. Tanto per fare un esempio, non si fa in tempo a imparare come usare il sito della propria banca che cambiano la piattaforma dopo cinque minuti. Non parliamo poi della necessità di parlare con un operatore in carne e ossa al telefono. M'è capitato di recente con un sito di vendita online, dovevo mettermi in contatto con un operatore per aggiungere un dato a un ordine di libri, ma non c'è stato verso.
Davvero ti è piaciuto il mio brano? Pensa che quando rileggo a distanza quello che scrivo non mi piace mai… sono molto esigente con me stessa. Grazie di cuore del tuo commento, Luz. Anzi, se vuoi, ho un monologo al femminile su una storia realmente accaduta che sto proponendo a chiunque voglia metterlo in scena.
Al momento sto scrivendo un copione sugli ultimi giorni di Anna Magnani, ma è in corso il laboratorio sull'arte del monologo che tengo ogni lunedì. Se mi invii il testo, e ne sarei felicissima, potrei estrapolarne un brano per lo studio del mese di aprile, che prevede testi nuovi (gli allievi curano un solo testo ogni mese, per poter lavorare a fondo su un brano).
Fammi sapere. Scrivi divinamente.
Ciao Luz! Fantastico, sarei felicissima e onorata se le tue allieve potessero fare questo lavoro. Nel fine settimana ti scrivo e ti mando il copione. Un abbraccio e grazie del tuo ultimo commento.
I punti 1 e 2 erano un qualcosa di regolarmente presente nelle strisce di Calvin & Hobbes, ovviamente con spassosi effetti collaterali…
Per il 4 non posso che rimandarti all'episodio 1×36 della serie Ai confini della realtà… 🙂
Grazie per la dritta sul punto 4., andrò senz'altro a visionare su Youtube l'episodio 1×36: sono molto curiosa!