Qualche tempo fa pubblicai un post un po’ particolare sui titoli di romanzi o libri, sulle emozioni che mi evocavano e su alcuni quadri che avevo abbinato. Qualora desideriate recuperarlo o rileggerlo, lo trovate qui.
Siccome l’iniziativa aveva avuto un ottimo riscontro, e alcuni di voi si erano cimentati volentieri, ho pensato di darvi seguito facendo la stessa cosa con i titoli dei film. Ero partita dall’idea di scrivere una nuova trama in 120 caratteri, abbinando una fotografia, ma mi sono incagliata quasi subito per i seguenti motivi:
1. In generale ho notato che i titoli dei film italiani sono molto più suggestivi. Alcuni di loro sono tratti da libri, che peraltro non ho letto. Dovendo mantenere molto spesso i titoli in inglese nei film, a beneficio del pubblico, la sonorità perde inevitabilmente in fascino, almeno per me. Inoltre molti titoli di film anglosassoni sono relativi al genere poliziesco, thriller o giallo, e trovo che si assomiglino un po’ tutti.
2. Dopo ogni esperimento, troverete il link al film con la vera trama. Sono tutti film molto belli e meritevoli della vostra visione.
E ora si va ad incominciare!
BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE
Io t’amo perché sei bella.
Sul tuo viso l’impronta,
diafana, di biacca e madreperla.
Sei perfetta come il colore
di cui porti il nome: Bianca.
Le tue labbra s’aprono al bacio
della vita, color vermiglio.
Amore mio, che guardi dal ritratto
che ti feci quando fosti mia.
che fuggiva poco a poco,
goccia a goccia, passo dopo passo,
come il tempo che fugge e tutti ci abbandona.
***
Opera: Ritratto di donna con cravatta nera di Amedeo Modigliani (1917)
Film: Bianca come il latte, rossa come il sangue di Giacomo Campiotti (2013)
Acqua infinita
Racchiusa dentro me,
spesso calma e serena
a volte tempestosa o triste.
Nessuno potrà rubare
Il mare che mi porto dentro.
Nessuno potrà scrutare
I segreti del mare, i suoi tesori.
Nessuno potrà scendere
Negli abissi senza fondo
Dove i mostri abitano i secoli.
Strane, orride creature
Di un mondo prodigioso e rovesciato.
***
Opera: Scena sulla spiaggia con fanciulla e cane di Alexander Averin (1809-10)
Sono avida di libri, non mi bastano mai.
Ne vorrei possedere a mucchi,
per passare al successivo,
divorarli come divoro il pane.
Un libro, un’avventura, un’esistenza.
Vivo molte esistenze,
avanti e indietro
nel tempo e nello spazio.
Compio viaggi senza fine,
in luoghi reali o in quelli
che non esistono.
Conosco genti strane, personaggi
Di cui scruto i pensieri.
Sono miei tutti i libri del mondo.
***
porte sfondate
gomme ed esistenze sgonfie.
Ruggine.
Il cimitero delle auto
e quello del cuore.
In questa discarica dell’anima
uno scheletro calcinato finisce
di consumarsi al sole.
Ruggine e ossa
si tengono compagnia.
***
Opera: No. 20 di Jackson Pollock (1948)
LA CADUTA DEGLI DEI
Un tempo si ergevano uomini
che si fecero uguali a dei.
Nella loro superbia
s’inerpicarono sulle nuvole
ponendo il loro piede
sul collo delle vittime
onde raggiungere meglio il cielo.
Avevano i raggi del sole come lance
nuvole di tempesta come cuscini.
Il mondo fu scosso da un tremito
quando caddero rovinosamente
nei larghi crepacci apertisi nella terra.
L’Inferno li inghiottì senza un lamento.
Opera: Sala dei Giganti a Palazzo Te, affresco di Giulio Romano (1532-35)
IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE
Frammiste ad arbusti, alberi e cespugli,
originate dal canto degli uccelli,
dal calore della terra.
Voi siete le vergini del sole,
destinate a scomparire nel suo abbraccio,
nel suo geloso possesso.
Mai mano d’uomo toccherà i vostri capelli,
mai abbraccio mortale accarezzerà le vostre membra,
o violerà il vostro grembo intatto.
Voi bastate a voi stesse,
l’una per l’altra, componendo un cerchio
senza inizio né fine che gira sulla terra.
***
Opera: A spray of goldenrod di Charles Courtney Curran (1916)
Film: Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola (1999)
L’UOMO SENZA SONNO
Mi interrogo sul senso delle cose,
uomo senza sonno,
cercando affannosamente
di tirare ogni capo del filo nel telaio,
di riordinare le asimmetrie dell’universo,
di trovare la formula alchemica perfetta.
Le tenebre mi sono compagne,
notte dopo notte, segmenti di tempo
che saettano attraverso le imposte.
I lampioni della strada sorvegliano
il mio mancato sonno
fino a quando un’alba sfinita
non rischiarerà i miei occhi,
ormai perennemente aperti.
***
Opera: Autoritratto con dita aperte – Autoritratto con vaso nero di Egon Schiele (1911)
Film: L’uomo senza sonno di Brad Anderson (2004)
LE REGOLE DEL CAOS
La vita è un lungo terremoto,
fatto di piccole, giornaliere scosse,
o di altre più grandi e devastanti.
Eppure dietro l’incomprensione
sta l’intuizione che ogni cosa
è armonia perfetta
che regole e caos
sono fatti per stare insieme.
Nelle equazioni matematiche,
formule di fisica,
geometrie euclidee
nel grande movimento dei pianeti.
***
Opera: Mercurio passa davanti al sole di Giacomo Balla (1914)
Film: Le regole del caos di Alan Rickman (2014)
LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA
Nostalgia di un tempo
dove la fiamma della vita
arde alta,
dove tutto sembra
pronto per esser colto
dove l’amore è a un tempo
dolore e calore, ardente.
Ma nulla è ciò che sembra.
E anche il frutto saporito
della giovinezza
nasconde il boccone amaro
il veleno dell’inganno.
***
Opera: Sulla città di Marc Chagall (1918)
Film: La dolce ala della giovinezza di Richard Brooks (1962)
LA STELLA CHE NON C’È
Sogno il cielo azzurro
io, navigante sopra acque nere.
La notte sopra il mio capo
a scrutare le stelle del mistero.
Cerco una stella che esiste
soltanto nella mia fantasia.
Colei che sola può indicarmi
la strada, in un viaggio.
Dove è lei stessa la mia meta.
***
Opera: Sogno dentro un sogno di Joan Mirò – serie “Costellazione Amorosa” (1939-41)
Film: La stella che non c’è di Gianni Amelio (2006)
***
Fonti immagini: Wikipedia
Epperò, che lavorone dall'aria super impegnativa e molto bello nei risultati.
L'unico possibile inconveniente è che alcuni di questi titoli esistono già come titoli di libri.
Grazie dell'apprezzamento, Ivano, in effetti sono piuttosto contenta dei miei abbinamenti. Hai ragione sul fatto che alcuni titoli di film derivino da libri, ma potremmo al limite considerare il post come appartenente alla serie dei "vasi comunicanti". 😉
Che lavoro immane che hai fatto Cristina con questo post, molto bello! Le poesie sono bellissime ed evocative. Ho visto quasi tutti i film da te citati, tranne Le regole del caos, La stella che non c'è, Il giardino delle vergini suicide e Sapore di ruggine e ossa.
Grazie del commento, Giulia. In considerazione dei tuoi gusti, che mi sembra di avere capito almeno un po', ti consiglio senz'altro "Sapore di ruggine e di ossa" e, in seconda battuta, "Le regole del caos". Un abbraccio e a presto.
Le tue ardite combinazioni mi fanno sentire veramente ignorante! Non partecipo, ma apprezzo. 🙂
Sai quanto mi piaccia l'arte, vero? Così ogni tanto mi lancio in questi esperimenti azzardati! 🙂
Vero, un post molto impegnativo. Comunque ho notato che molti titoli sono di libri, nel senso di libri che poi sono stati trasposti in film. Quindi diciamo che i titoli di libri forse hanno sempre un vantaggio di suggestività rispetto a quelli dei film. Comunque, lo sai che non ne ho visto neppure uno di questi film?
Il quadro di Alexander Averin è bellissimo.
In effetti sarebbe interessante capire, in termini percentuali, quanti film derivino da sceneggiature originali e quanti invece siano tratti da romanzi. Un titolo di romanzo, o di film, evocativo ha un forte potere attrattivo, ce lo siamo detti molte volte. Attualmente sto leggendo un romanzo di Tim Parks dal titolo Sogni di fiumi e di mari, il romanzo in sé non è riuscito a catturarmi, ma il titolo è senz'altro splendido.
Per quanto riguarda Averin, ti consiglio di dare un'occhiata a questo sito: https://www.settemuse.it/arte_bio_A/averin_alexander.htm, sebbene tu possa trovare altro in rete. I suoi quadri sono tutti così, pieni di luce e dal sapore ottocentesco. E, a proposito di film, ti consiglio la visione proprio di Mare dentro collegato al quadro.
Prendo nota dei tuoi suggerimenti 🙂
Il tema di Mare dentro è spinoso (l'eutanasia), ma il tutto è narrato con molta intelligenza, sensibilità e persino ironia. Poi c'è Javier Bardem in una delle sue migliori prove.
Indicati tutti, specialmente il confronto tra immagine e testo de "Il Mare dentro"e de "La Caduta degli Dei".
Grazie, Nick. Per Mare dentro avevo pensato inizialmente a un'opera di Mark Rothko, ma non mi convinceva del tutto anche perché sono quadri astratti che hanno in genere colori molto scuri e piatti, e io volevo qualcosa di più luminoso. Su La caduta degli dei non ho avuto dubbi!
Non ho visto tutti i film, solo alcuni, ma di quelli che conosco ho trovato azzeccatissime sia l'immagine per Bianca come il latte, rossa come il sangue, che quella di L'uomo senza sonno (Egon Schiele è uno dei miei pittori preferiti, trovo che i suoi quadri riescano a esprimere moltissimo nonostante la semplicità dei soggetti).
Bel post, complimenti!
Grazie, Pat! Sono particolarmente fiera di Bianca come il latte, rossa come il sangue e infatti l'ho inserita come prima opera ad aprire la mia galleria. Mi è subito venuto in mente "quel" quadro di Modigliani. Egon Schiele è molto utilizzato anche per le copertine di romanzi proprio per il tratto tormentato.
Non ho visto nessuno di questi film, però ho letto i libri da cui sono tratti Storia di una ladra di libri e Il giardino delle vergini suicide.
Quest'ultimo tra l'altro ha la particolarità (rara) di essere narrato in prima persona plurale.
Ma tu pensa! Davvero una particolarità rara quella della narrazione in prima persona plurale. Mi chiedo fino a che punto possa essere coinvolgente… sicuramente ci vuole un narratore di grande livello.
Che bel post. Ho amato tanto i tuoi versi, ma anche l'associazione con i quadri!
Grazie infinite del tuo apprezzamento, e ben ritrovata. Immagino che, da brava cinefila, tu abbia visto molti di questi film. ^_^