“È l’ultima notte della mia vita. L’ultima. Non appena Febo diffonderà la sua luce nel cielo, e le stelle impallidiranno, i miei carnefici entreranno da quella porta, scintillanti di lance e con la spada al fianco. Non mi giustizieranno qui, ma, con tutta probabilità, mi trascineranno nell’Ager Calventianus, la plaga desolata che si stende attorno alla città. Là mi decapiteranno, mi strangoleranno, o peggio.”


Così inizia il mio racconto


Il più grande dei re

che, come molti di voi sanno, ha ricevuto il premio come primo classificato nell’ambito di Philobiblon, che è la costola letteraria del premio Italia Medievale. Quest’ultimo coinvolge molte sezioni dedicate a diffondere la conoscenza del Medioevo, tra cui saggistica, prodotti multimediali, compagnie storiche, progetti scolastici…

Tenevo particolarmente a partecipare perché da molto tempo volevo scrivere su un personaggio che mi ha affascinato sin da quando ero bambina e mi sono innamorata di quella grande narrazione che è la Storia. In essa si possono leggere vicende avventurose e ricche di colpi di scena, coincidenze e intrighi che sono degni della penna di un grande scrittore: non bisogna aggiungere nulla o, in realtà, molto poco, al di là dell’aderenza alla fedeltà delle fonti.

Il protagonista del racconto è  un re che arrivò in Italia alla testa del suo popolo, i Goti, nel lontano 489 dopo Cristo, descritto in prima persona da chi lo amò e lo venerò oltre misura. Un re soprannominato il Grande per la lunghezza del suo regno e soprattutto per la magnificenza delle sue imprese; e soprattutto per il suo tentativo di far convivere due popoli – i Goti e i Romani – che non si amavano e che si disprezzavano. Un tema, quello della convivenza, quanto mai attuale! Si tratta di Teodorico di stirpe germanica, che nasce sulle sponde del lago Balaton dalla nobile famiglia degli Amali, e il cui nome significa “dono di Dio”. Ed è un principe la cui esistenza e personalità sono talmente incredibili che le sue gesta si mescolano al mito, come spesso accade quando si arretra molto nel tempo:

“Del resto, Teodorico era una leggenda vivente. Al suo passaggio scaturivano narrazioni, generate dalla terra che calcava, dalle acque dove si bagnava, dall’aria che solcava, dal fuoco presso cui si riscaldava: a caccia nelle foreste, incontrava cerve dalle corna d’oro, parlava con i pesci magici di un lago, vinceva in combattimento Laurino delle Dolomiti con la sola forza del suo braccio vigoroso, induceva le rupi ad assumere le sue sembianze.” 



Come ho detto in occasione della premiazione, vorrei anche spezzare una lancia per difendere in primo luogo la Storia, che tanti screditano o ci fanno odiare soprattutto in ambito scolastico, e che non è un argomento noioso, fatto dell’enumerazione di date, battaglie o trattati. Certo, ci sono anche quelli, ma si tratta di histoire-bataille, come asseriva sprezzantemente il grande storico Marc Bloch, che ci ha indicato la strada per la riscoperta degli studi sociali. “La Storia siamo noi”, come recita lo slogan del blog ripreso da una fortunata canzone e un altrettanto fortunato programma, ed è fatta da esseri umani di carne e sangue. Noi non siamo un succedersi di miniature o immagini inerti, ma uomini donne mossi dalla passione. Nello scorrere della Storia, come individui e come parte di un flusso ininterrotto, il nostro destino è quello di prendervi parte, sempre, anche in questo momento.

La Storia è passione espressa in molteplici direzioni al positivo o al negativo, verso la politica, gli ideali, la giustizia, il potere, la religione, il lavoro, l’arte, l’amore e l’avidità, anche il dolore e la fatica di vivere dei contadini, degli schiavi, degli operai, delle donne che aspirano a un mondo più giusto e di uguali. Come tale spesso è racchiusa nel non detto, e come tale rischiarata da luci e incupita da ombre. Anche il re dei Goti Teodorico era fatto di luci e ombre ed era molto amato ma anche molto temuto. Era grande ma, forse, non era lui il più grande dei re.

Se volete ammirare la splendida sacrestia del Bramante presso Santa Maria delle Grazie dove si è svolta la cerimonia di premiazione, non vi resta che cliccare sul seguente link del mio canale Youtube dove potrete vedere un breve video di circa 4 minuti con la mia modesta persona, ripresa da un amico, per fortuna in lontananza. Se invece volete vedere l’intera premiazione, ecco qui il video di Italia Medievale.

Per quanto riguarda il racconto inserito nell’antologia, immagino che vogliate leggerlo e siate curiosi di scoprire chi è la voce narrante e chi fosse il più grande dei re. In questo caso occorre aspettare l’approntamento e il caricamento su Amazon dell’antologia da parte di Italia Medievale. Vi tengo informati. 🙂

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Fonti immagini: Wikipedia

  • Frontespizio di Teodorico, da un manoscritto tedesco del XII secolo – Università di Leida
  • Mosaico nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, con “Il palazzo di Teodorico”di scuola ravennate italo-bizantina. I dignitari Goti di questo mosaico furono frettolosamente rimpiazzati da tende, per opera dei bizantini.
  • Soffitto del Battistero degli Ariani a Ravenna, fatto costruire all’epoca del re ostrogoto Teodorico, a partire dalla fine del V secolo, terminato poco dopo, nella prima metà del VI secolo.