Il titolo di questo post contiene una bella frase di Carlo Dossi, scrittore, politico e diplomatico italiano, e introduce l’argomento dei malvagi: il mysterium iniquitatis, ovvero il mistero del male, qui per fortuna soltanto in letteratura.
Mentre nella vita quotidiana cerchiamo di tenerci ben lontani da loro, le cosiddette anime nere svolgono una parte cruciale nei romanzi o nei racconti, perlomeno quelli fortemente connotati dalla trama. Fateci caso: se in un romanzo manca il personaggio negativo, o più personaggi negativi, oppure esce di scena troppo presto, la storia si affloscia, diventa noiosa e arranca. I cattivi sono il vero carburante della macchina-romanzo e, in un certo senso, la pietra scartata dai costruttori che diventa testata d’angolo. Non a caso si parla spesso di “cattivi che amerete odiare“.
Amo i personaggi malvagi, ma devono essere complessi, sorprendenti e connotati da una perfidia raffinata. I cattivi a tutto tondo e senza sfumature – alla Trono di Spade per intenderci – non mi interessano. Ci sono tanti personaggi malvagi in letteratura tanti quanti sono i libri in circolazione e, per stilare la mia personale classifica, suddividerò i miei magnifici in alcuni post separati per dare a ciascuno il giusto spazio (idealmente vorrei scriverne tre per un totale di nove cattivi). Non sono in ordine di negatività, ma disposti in modo del tutto casuale, e accompagnati dalla scelta di un film o un cartone animato o fumetto che li ha rappresentati.
Vediamo se vi piacciono le mie prime tre proposte!
1. Long John Silver in L’isola del tesoro: il fascino del pirata
La storia che vede come protagonista il pirata Long John Silver è notissima: Jim Hawkins è un ragazzo di 14 anni che vive con la madre in una taverna, “Ammiraglio Benbow”, affacciata sul mare in un villaggio nei pressi di Bristol. Per una serie di circostanze seguite alla morte di un vecchio pirata, Jim entra in possesso del suo baule dove rinviene una mappa che lo condurrà all’isola dove è nascosto un favoloso tesoro. Parte insieme al dottore e al signor Trelawney, a bordo dell’Hispaniola e dopo aver arruolato l’equipaggio. A bordo c’è Long John Silver in qualità di cuoco di bordo e con l’intenzione, insieme con gran parte dell’equipaggio, tutto composto da ex-pirati come lui, di impadronirsi del tesoro.
Long John è privo di una gamba e si muove con l’aiuto di una stampella, ma, nonostante la sua menomazione, è abile e temibilissimo e sa difendersi molto bene. Ha un pappagallo appollaiato sulla spalla.Si tratta un personaggio che ha sempre suscitato in me una simpatia fortissima, non soltanto perché lo definisco “a cipolla“, nel senso che si svela a poco a poco nel corso della narrazione, ma perché ha un lato paterno innegabile. Infatti fa da mentore al piccolo Jim Hawkins, orfano di padre, e questo rapporto connota fortemente tutte le vicende che intercorrono tra l’uomo e ragazzino. Long John Silver è un crudele e simpatico cialtrone, ma ha comunque alcune indubbie qualità… che ha perduto per la strada! Si tratta del classico cattivo che cade sempre in piedi e riesce a cavarsela anche nelle situazioni dove sta per avere la peggio. Ecco una scena nella cucina della nave (Jim è la voce narrante in prima persona).
L’equipaggio intero lo rispettava e l’obbediva. Per ciascuno di loro aveva una speciale maniera di parlare e render servigi. A me non si stancava di prodigar cortesie; e godeva di di vedermi nella cucina, che teneva pulita come uno specchio, coi rilucenti piatti appesi al muro, e, in un canto, dentro una gabbia, il suo pappagallo.
«Vieni qua, Hawkins», diceva, «a fare una chiacchieratina con John. Nessuno è più benvenuto di te, piccolo mio. Siedi, e ascolta le nuove. Ecco qui il capitano Flint — chiamo così il mio pappagallo in memoria del famoso filibustiere — ecco qui il capitano Flint che predice buona fortuna al nostro viaggio. Non è vero, capitano?»
E il pappagallo a gridare a perdifiato: «Pezzi da otto! Pezzi da otto!», finché John non gli gettava il fazzoletto sopra la gabbia.
Il cartone animato: Il pianeta del tesoro (2002)
Nel 2002 è stato realizzato questo originale cartone animato dove il romanzo viene trasposto in forma fantascientifica. In questa versione John Silver è un cyborg (metà biologico e metà macchina): ha una gamba meccanica, un braccio meccanico mille usi (come un coltellino svizzero molto elaborato) e una parte della testa (un occhio meccanico che può fungere da mirino e raggio x, ed un orecchio cibernetico) ed è a capo della banda dei pirati del film. In questo cartone animato è particolarmente evidente il rapporto padre-figlio tra Silver e Jim, a caccia del Bottino dei Mille Mondi di Flint.
2. Steerforth in David Copperfield: il seduttore per antonomasia
James Steerforth è un personaggio insolito nell’economia delle opere di Dickens, e per questo tanto più interessante. C’è una forte caratterizzazione sociale ed economica nei personaggi dell’autore, ma il comportamento di questo eroe al negativo – quasi l’opposto di David Copperfield – è anomalo in quanto sembra porsi fuori dagli schemi della sua classe sociale. I due si incontrano a Salem House, e Steerforth, essendo di qualche anno maggiore di David, lo difende dalle prepotenze di un gruppo di ragazzi finendo con il diventarne una sorta di fratello maggiore. La cosa si evince bene in questo passaggio.
Ma la cosa più straordinaria che sentii del signor Creakle fu che vi era nel collegio un ragazzo sul quale non aveva mai osato alzare la mano e che quel ragazzo era J. Steerforth. Lo stesso Steerforth lo confermò quando se ne venne a prlare, dicendo che gli sarebbe piaciuto vederglielo tentare. Richiesto da un ragazzino timido (che non ero io) su come si sarebbe comportato se lui avesse tentato di farlo, Steerforth intinse uno stecchino nella sua scatola di fosforo per illuminare la sua risposta e dichiarò che, tanto per cominciare, lo avrebbe sbattuto a terra colpendolo in fronte con la bottiglia d’inchiostro da sette scellini e sei pence che era sempre sulla mensola del camino. Noi restammo acquattati nell’ombra per qualche momento, senza respiro.
Steerforth è ricco dalla nascita, bello, affascinante, libertino, cinico e sportivo. Dunque anche lui è dotato di eccelse qualità, che sperpera nella più totale indifferenza. Si tratta del seduttore per antonomasia, che esercita il suo fascino di “bello e dannato” su coloro che lo attorniano, incluso il suo creatore. Seduce e abbandona Emily senza neanche fare un plissé, ma producendo una serie di catastrofi a raffica. Oltre all’estrema seduttività del personaggio, occorre sottolineare anche l’eleganza di ogni sua azione, persino nel compiere il male. Steerforth è un eroe romantico, anche se volto al negativo: una sorta di Lucifero vittoriano.
La mini-serie TV: David Copperfield (1999)
Ci sono moltissime trasposizioni cinematografiche di questo capolavoro letterario, ricordo la mini-serie TV del 1999 con un Daniel Radcliffe (sì, l’attore che ha interpretato Harry Potter) nel ruolo del piccolo David, e la grande Maggie Smith. Qui James Steerforth è interpretato con grande charme da Oliver Milburn.
3. Annie Wilkes in Misery: la fan psicopatica
Eccola, l’ammiratrice che nessun scrittore sano di mente vorrebbe incontrare. Sì, perché a essere poco sana di mente è lei, Annie Wilkes, l’incubo su due gambe contenuto nel romanzo Misery di Stephen King. La storia è molto semplice, e nella semplicità sta la sua grandezza: Annie salva lo scrittore Paul Sheldon dopo che questi ha subito un incidente in un tormenta di neve e lo porta nella sua baita di montagna. Inizialmente Paul crede di essere al sicuro, sebbene isolato, poiché Annie ha mille premure nei suoi riguardi. Non appena la donna scopre che Paul ha intenzione di far morire il suo personaggio preferito al termine del suo ultimo romanzo, cioè l’eroina Misery, il suo comportamento cambia radicalmente. Ecco un assaggio della reazione di Annie nell’apprendere che la sua eroina è morta.
Il film: Misery non deve morire (1990)
Non si può non menzionare questo film diretto da Rob Reiner. Per l’interpretazione della psicopatica Annie Wilkes, Kathy Bates ha vinto sia l’Oscar, sia il Golden Globe, ed è stata inserita dall’American Film Institute al 17º posto nella classifica dei 50 migliori “cattivi” del cinema statunitense. Eccola nel fotogramma in un momento di particolare buonumore, e armata di un grosso martello. Vabbeh, chiudo qui il post perché cominciano i brividi… ho letto sia il libro che visto il film, e mi sono venuti gli incubi anche dopo aver letto il romanzo.
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- Wikipedia per le trame
- L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson – traduzione dall’inglese di Angiolo Novaro
- David Copperfield di Charles Dickens – Garzanti
- Misery di Stephen King – Sperling & Kupfer
Fonti immagini, Wikipedia:
- Pablo Picasso, Ritratto di Ambroise Vollard, 1909-1910, olio su tela, cm 92 x 65. Mosca, Museo Puškin
- Jim, Long John Silver and his Parrot by en:w:N. C. Wyeth from 1911 edition of en:Treasure Island
- Steerforth a character in Charles Dickens’ David Copperfield di Frank Reynolds
- Cover of Misery, by Stephen King. Published by Viking Press
- Kathy Bates in the film
Il capitano Achab! Il capitano Achab di "Moby Dick". Il primo che mi viene in mente.
"Misery" è un romanzo straordinario. Per quanto riguarda il pirata: dai un'occhiata a "La vera storia del pirata Long John Silver" di Bjorn Larsson. 🙂
Il capitano Achab è pure un cattivo interessantissimo perché appartiene alla serie dei personaggi tormentati: l'odio che lo divora nei confronti di Moby Dick lo porta alla follia. E voglio leggere assolutamente il libro che proponi su Long John Silver!
Un "cattivo" che è anche il protagonista (unico) del romanzo in cui compare è la voce narrante di "Memorie dal sottosuolo" di Dostoevskj. Un personaggio straordinario. A livello cinematografico la scelta è enorme, complice anche la bravura di certi interpreti. Hannibal interpretato da Anthony Hopkins ruba la scena a Jodie Foster, come pure il John Dillinger di Johnny Depp al cui confronto il poliziotto interpretato da Christian Bale è assai meno carismatico.
Dostoevskj ha creato dei cattivi che è impossibile dimenticare, dei veri giganti, mi viene in mente il vecchio e libidinoso Karamazov oppure il superbo Raskolnikov. Hannibal the Cannibal è scolpito nella roccia anche per l'interpretazione di Anthony Hopkins, che mette davvero i brividi. Fa quasi più paura nelle scene dove c'è la classica "calma apparente", che quelle in cui si scatena. Mi pare invece di non aver visto il film su John Dillinger.
Che bel post hai scritto, i cattivi sono sempre molto interessanti e danno verve alla storia. Tra i miei cattivi preferiti c'è Hannibal Lecter, anche se mi fa davvero paura è un personaggio che resta impresso (ogni tanto scherzando dico "ho un amico per cena"…), altro personaggio cattivo che trovo incredibilmente interessante è Dorian Gray del famoso romanzo di Oscar Wilde. Sono sicura che ce ne sono altri ma in questo momento non mi vengono in mente.
Grazie, Giulia, era un po' che meditavo di scriverlo… mi sono resa anche conto che era meglio fare una piccola serie invece che scrivere un post unico con quattro notizie. Hannibal è stato menzionato anche da Ariano, come vedi. Dorian Gray è un altro malvagio indimenticabile, e il ritratto che cambia è un simbolo straordinario… un po' come se il dottor Jekyll vedesse la sua parte oscura, Mr Hyde, dipinta su tela.
Post molto interessante. Ne Il Signore degli Anelli i cattivi pullulano, in tutte le forme possibili: Sauron è il Male; Gollum un essere meschino di suo e rovinato dall'anello; Saruman era saggio, ma viene corrotto dal desiderio del potere; e poi ci sono gli orchetti, re Denethor… una galleria di ritratti molto nutrita, quasi un'analisi delle diverse forme che la cattiveria può assumere. Il Bene, invece, è uno.
Verissimo, come dimenticare "Il Signore degli Anelli"? Lì i cattivi spuntano proprio come i funghi, e spesso in forme del tutto inaspettate. Ci sono cattivi che "nascono" così, come gli orchi, altri che sono trasformati dal male come forza attiva dentro di loro. Gollum è un personaggio tragico perché è corrotto dal suo desiderio per l'anello, ma subisce anche una scissione schizofrenica dell'io. Come hai acutamente notato, il Bene è uno e fa rimanere integra l'identità.
Ho visto il film “Misery non deve morire e l’attrice, in questo ruolo, è perfetta. Per me un bel cattivo, in letteratura, anche se in un’accezione diversa è Heatcliff di “Cime tempestose”, accidenti quanto l’ho detestato!
Nelle classifiche dei cattivi sul web, Heatcliff è quasi sempre ai primi posti. Sicuramente è detestabile, sebbene gran parte della sua cattiveria sia generata e nutrita dal pessimo trattamento ricevuto dalla famiglia che lo ha ospitato da bambino. Infatti anche Hindley Earnshaw, il fratello di Catherine, non è per nulla simpatico, anzi, è proprio odioso. A favore di Heatcliff depone anche la sua passione divorante per Catherine. ^_^
Caspita il fascino del cattivo è qualcosa di davvero insidioso. Fa quasi paura ammetterlo perché non è poi così politicamente corretto raccontarlo, anzi. Di solito preferisco i personaggi buoni, in quanto eroici, ma quando guardo o leggo il controeroe mi rendo conto che senza di lui non brillerebbe altrettanto, quindi probabilmente se scavo meglio qualche cattivo che mi piace particolarmente esiste.
I cattivi più pericolosi sono proprio quelli affascinanti, di cui non diresti mai… Infatti ho definito James Steerforth come un Lucifero vittoriano, perché Lucifero era l'angelo più bello di tutti. Proprio come le tenebre esaltano la luce, così anche gli eroi positivi sono messi in rilievo proprio dalla loro lotta contro i loro avversari.
Tra l'altro l'idea per questo post è nata dal fatto che mia mamma sta vedendo una telenovela spagnola, "Il segreto", e a un certo punto donna Francisca, una ricca proprietaria terriera, che fa il bello e il cattivo tempo, era sparita di scena e tutta la storia era diventata una noia mortale.
Un caso secondo me unico è quello del professor Moriarty, che tra i malvagi è divenuto l'avversario per antonomasia. L'atipico è il fatto che compare in unico racconto, quello dove poi (apparentemente) Sherlock Holmes muore assieme a lui alle cascate di Reichenbach.
Il professor Moriarty è il cattivo intelligente, anzi geniale. Ricordo di aver letto la storia dove compare quando stavo leggendo tutta la serie di Sherlock Holmes. Invece Moriarty viene molto sfruttato nella serie tv dedicata a Sherlock, quella interpretata da Benedict Cumberbatch e Martin Freeman.
Mi sento leggermente tirato in causa… 😛
Comunque anch'io ammiro tantissimo la figura di Long John Silver. È stato il primo personaggio "grigio", direi veramente umano, che ho letto da bambino e ogni tanto mi rimetto a leggere il romanzo per rituffarmi in quelle atmosfere.
Forse i fascino dei cattivi sta nel fatto che molto spesso hanno uno sviluppo molto più articolato ed interessante dell'eroe protagonista.
Ahahah, ci credo che ti senti tirato per la giacca… 😉
Long John Silver è proprio come dici, un personaggio "grigio", io l'ho definito "a cipolla", ma il concetto è quello. Anch'io ho amato molto "L'isola del tesoro" e l'ho riletto alcune volte, come ho riletto i romanzi di Emilio Salgari. A proposito, in questi ultimi non si può non menzionare famosi antagonisti come Lord Brooke, l'olandese Van Gould ne "Il Corsaro Nero" e Suyodhana, il capo dei thug.
Se mi citi pure il capitano di lungo corso Salgari vado in brodo di giuggiole.
P.S. Che poi Salgari era un signor scrittore, purtroppo non molto fortunato.
Salgari è il mito della mia infanzia, mi ha fatto vivere moltissime avventure. Ne parlo spesso sul blog. ^_^ Tra i suoi romanzi, il mio preferito è "Capitan Tempesta", con la descrizione dell'assalto dei turchi a Famagosta ti senti proprio là, sul posto…
Con un buon cattivo, secondo me, hai fatto metà della storia. Quelli da te citati sono eccezionali. Io "amo" anche Jorge de Il nome della rosa oltre al già citato Achab. Ma che dire dei casi in cui eroe e cattivo un po' coincidono, come Otello e la sua gelosia?
Jorge appartiene alla tipologia di cattivi che si tende a sottovalutare per via della loro infermità, e che sono invece delle autentiche pesti. Per quanto riguarda Otello, nel prossimo post parlerò non tanto di lui, ma di qualcuno che, ehm, gli ronza attorno. 😉
Questo è uno di quei post veramente stuzzicanti.
Concordo: il "cattivo" è essenziale, è il deus ex machina, colui che tutto muove. Può è sfaccettato più è affascinante.
Mi piacciono i cattivi che citi e ricordo con piacere lo Steerforth di David Copperfield… che fascino! (ma davvero esiste una versione televisiva del romanzo con un piccolo Radcliffe nel ruolo di protagonista? devo recuperarla).
Al momento sto leggendo "Notre Dame de Paris", in cui devo dire giganteggia un Claude Frollo con la sua malvagia anima nera su tutti i personaggi.
"Il cattivo" migliore ha delle profondità che il personaggio positivo non possiede, a cominciare dal suo groviglio interiore che lo rende però molto umano. Si tratta di un infelice, che cerca di rendere infelici anche gli altri, o comunque di portarli ad assumere il suo punto di vista.
Sì, ti confermo che c'è questa versione televisiva con Radcliffe bambino, ho fatto fatica a riconoscerlo ma è proprio lui con un visetto smunto e triste. A proposito di "David Copperfield", c'è un cattivo che in un primo momento avevo inserito nell'elenco, ma che poi ho tolto, avendolo già trattato nei post sui padri: Mr. Murdstone, cioè il patrigno di David.
"Notre Dame de Paris" è un romanzo immenso.