Di recente il nostro “vulcanico” governo, nella persona di Claudio Borghi della Lega presidente della commissione bilancio, ha ventilato la proposta di introdurre i Minibot per onorare i debiti che lo Stato ha nei confronti delle imprese e dei privati che hanno già svolto un lavoro e che attendono di essere pagati. Si tratta di un surrogato di Buono del Tesoro che non viene assegnato in un’asta dal Ministero dell’Economia, e che nell’aspetto assomiglia molto alla moneta cartacea e circolerebbe soltanto in Italia. Però… “O sono moneta, e allora sono illegali, oppure sono debito e allora il debito sale“, ha detto Mario Draghi.
Sono convinta che alla base di ogni rapporto di lavoro ci sia un principio sacrosanto: se io svolgo un lavoro per chicchessia è giusto essere pagati con denaro o con un bonifico, insomma con un compenso come da contratto, e possibilmente non con il ritardo cronico con cui lo Stato si diletta nel pagare i fornitori. Peraltro lo stesso Stato che è molto solerte nel pretendere con prontezza il pagamento dei suoi crediti.
Inoltre, pur essendo una capra in economia – e infatti con lo studio della storia economica ho scoperto un sacco di cose interessanti – ho avuto subito la sgradevole sensazione che in questa mirabolante pensata ci fosse qualcosa che non funzionava. A questo proposito mi sono tornati alla memoria “gli assegnati” della rivoluzione francese, e il paragone è stato ripreso dai pareri di alcuni esperti, senz’altro più ferrati della sottoscritta.
Seguitemi nel discorso che, mi rendo conto, non è propriamente da ombrellone e vedrete che ne varrà la pena. Sono in gioco i risparmi che abbiamo in banca, oppure sotto il materasso, e un minimo di consapevolezza su alcune questioni non guasta. Sarebbe un po’ seccante essere “cornuti e anche mazziati”, non è vero?
Come sempre, la Storia docet. La rivoluzione francese, infatti, venne originata anche da un enorme problema di deficit finanziario e si concluse con una gigantesca bancarotta. L’Assemblea nazionale infatti, come a dire il nostro odierno parlamento, si trovò a dover porre rimedio a una situazione finanziaria drammatica: le entrate fiscali erano ben al di sotto delle esigenze di spesa e non si poteva fare ulteriore affidamento sulle anticipazioni della Cassa di Sconto, ormai in profonda crisi di liquidità.
Nel 1789 l’Assemblea intervenne con due provvedimenti interrelati, e portati avanti con le migliori intenzioni:
1. la confisca dei beni ecclesiastici, trasformati in beni nazionali e posti in vendita attraverso aste, come dire che ci impadroniamo delle proprietà e delle terre del Vaticano, presenti sul territorio italiano, e con quelle cominciamo a fare un po’ di cassa. Scommetto che molti di voi sarebbero anche d’accordo, vero? Penso che solo l’attico del cardinal Bertone frutterebbe dei bei soldoni. 😉
La messa in vendita dei beni ecclesiastici nella terra del giglio fu affidata alla Cassa straordinaria, creata il 19 dicembre. Il problema era che per la vendita di tanti beni occorreva del tempo, come minimo un anno. Si trattava di un periodo troppo lungo. Pensa che ti ripensa…
2. la creazione di titoli di debito: gli assegnati. A questo punto furono emessi dei biglietti, gli assegnati appunto, che rappresentavano il valore di questi beni (potete vedere qui un esemplare da 15 soldi).
Chiunque desiderava comprare dei beni nazionali doveva farlo attraverso gli assegnati. Quindi se volevi l’attico del cardinal Bertone compravi gli assegnati dallo Stato e così lo Stato veniva in possesso di moneta.
Una volta effettuata la vendita, gli assegnati, ritornati nelle mani dello Stato, dovevano essere distrutti. In questo modo lo Stato veniva in possesso della moneta prima ancora di vendere i beni.
Questi assegnati ammontavano a 400 milioni di lire tornesi, ogni taglio nominale era di 1.000 lire tornesi e avevano un interesse del 5%. In pratica i beni ecclesiastici garantivano gli assegnati.
Dal 1790 gli assegnati furono progressivamente trasformati in cartamoneta. Vi furono poi l’abolizione dell’interesse e la moltiplicazione dei tagli e, per far fronte alle spese del governo, le emissioni iniziarono a crescere a ritmo esponenziale.
E a questo punto la creatura si trasformò in un mostro e cominciò a rivoltarsi contro il suo creatore: seguì una progressiva e inarrestabile perdita di valore degli assegnati-cartamoneta. Al deprezzamento del titolo si accompagnò un movimento vertiginoso di prezzi verso l’alto che neanche la legge del “maximum”, varata dal Terrore, che notoriamente usava il rasoio nazionale con grande facilità, riuscì ad arrestare.
Il tentativo del Direttorio, cioè il governo successivo alla fine del Terrore, di sostituire gli assegnati con titoli analoghi rivalutati, detti mandati territoriali (qui un esempio), naufragò per la completa perdita di fiducia del pubblico nella moneta cartacea. Mi sembra ovvio che se tu, Stato o governo rivoluzionario che dir si voglia, hai cercato di rifilarmi carta straccia e mi hai fatto perdere soldi, non vorrò saperne di altre fregature.
La smonetizzazione degli assegnati nel 1797, con un cambio a 1% del loro valore, e sottolineo 1% per i più distratti, segnò la bancarotta definitiva della rivoluzione. Detto in parole povere, se io avevo investito cento “euro” riuscivo a recuperare solo un “euro” del mio capitale… e potevo soltanto andare a bermi un caffè al bistrot, sempre che il suo prezzo non fosse decuplicato.
Le similitudini con i Minibot mi sembrano evidenti. Tra le economie avanzate, solo la Grecia e il Giappone hanno rapporti di indebitamento pubblico più elevati del nostro. A differenza dei paesi dell’eurozona, però, il Giappone ha una valuta nazionale che quindi può stampare. L’utilizzo dei Minibot si traduce nella solita ricetta miracolosa, e con finalità propagandistiche, per affrontare la scarsità di risorse stampando denaro, il che farebbe aumentare il già consistente debito pubblico dello Stato italiano, e uso l’aggettivo “consistente” per usare un eufemismo.
Oppure la creazione dei Minibot sarebbe il primo passo per un’uscita dall’Europa. Con quali conseguenze, ve lo lascio immaginare.
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E voi accettereste di essere pagati con questi buoni del Tesoro? Mi piacerebbe avere il vostro parere sull’argomento: magari c’è qualcosa che mi sfugge.
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Fonti testo:
- “Potere e ricchezza” – Una storia economica del mondo di Ronald Findlay, Kevin H. O’ Rourke
- “Internazionale 1311, 14 giugno 2019” – Da sapere – I minibot e il possibile scontro con l’Europa
Fonti immagini:
- Claudio Borghi – ansa.it
- Il risveglio del Terzo Stato che rompe le catene – stampa dell’epoca – Wikipedia
- Un assegnato da 15 soldi – Wikipedia
- Un mandato territoriale – Wikipedia
Pagato con Buoni del Tesoro? Ma nemmeno per sogno!
Articolo come al solito interessante 🙂
Sono contenta che la pensi come me… nutro un'istintiva diffidenza per le "proposte" dello Stato. Per quanto riguarda l'articolo, in questa rubrica mi piace spesso fare dei collegamenti tra passato e presente, e la rivoluzione offre molto spunti. 🙂
Interessante, se non consolante, questa spiegazione su quanto è già accaduto in passato, anche se gli cambi nome e sembra nuovo di zecca… magari! No, non desidero ricevere Minibot al posto del denaro normale. Hanno già troppo spazio gli strumenti finanziari, che spesso con la realtà… reale hanno ben poco a che fare.
Di finanza ci capisco poco, però mi sembra che questi Minibot nascondano una fregatura nemmeno troppo velata. Il denaro comunque è diventato sempre più impalpabile e volatile, niente a che vedere con gli avari come Scrooge che accumulavano e palpavano le monete…
La penso come te, un pagamento in titoli è sempre un'incertezza, se poi il titolo in questione viene riconosciuto solo dallo stato italiano ma non equivale alla sua cartamoneta, beh… insomma, vale meno di un marco tedesco negli anni della crisi economica dopo la Prima Guerra Mondiale 😉
P.S.: effettivamente a sequestrare gli immobili del Vaticano (o in alternativa a farsi pagare l'Imu, arretrati e interessi passivi compresi) io ci starei. Se un ministro italiano riuscirà a farlo diventerà il mio eroe 😀
Uh, l'iperinflazione tedesca del 1922! Con il Papiermark che fu prodotto in enormi quantità: esistevano anche tagli da 100.000.000.000.000 di marchi (centomila miliardi).
Il sequestro dei beni ecclesiastici fu attuato diverse volte nella storia… e la storia si ripete sempre, come sappiamo. 😉
La penso come te, non mi fido assolutamente di questi Minibot e, più in generale, delle proposte statali.
Anch'io, come Adriano, che saluto e saluto tutti i tuoi ospiti, sono favorevole all'introduzione dell'IMU sui beni del Vaticano, almeno.
I tuoi parallelismi con la Storia sono sempre graditissimi e istruttivo.
Grazie mille e un abbraccio!
Mi sembrano dei dilettanti allo sbaraglio, e il problema che il loro dilettantismo si ripercuote su di noi e sui nostri risparmi, per non parlare del resto! Anch'io sono favorevole all'IMU sui beni del Vaticano, non si parlava qualche anno fa di introdurlo?
Un abbraccio a te e grazie mille del tuo commento. ^_^
Quando ho sentito in TV la proposta dei minibot mi si sono drizzati i capelli in testa, li ho subito associati alla cartastraccia. Dopo aver letto il tuo articolo sugli assegnati mi sono convinta ancora di più. Bello e istruttivo questo parallelismo storico. Riguardo ai beni della chiesa, forse far pagare l'imu non è una cattiva idea, certo che mettersi contro il Vaticano non so se il governo ci riesce…
Ecco, anche tu hai subito associato i Minibot alla carta straccia. Mi sono venuti in mente negli anni Settanta anche quei gettoni di plastica di vari colori – ogni colore corrispondeva a un valore – che davano nei supermercati perché non c'erano spiccioli. Dai tempi dell'Unità d'Italia, e in special modo della breccia di Porta Pia, abbiamo avuto varie diatribe con il Vaticano, nonostante i concordati…
io mi ricordo di un dibattito tv dove Gianfranco Fini (Gianfranco Fini chi???) (qualcuno se lo ricorda ancora?) faceva battute sul giudizio dell'agenzia Fitch riguardo all'attendibilità dei nostri titoli di Stato. Fini diceva e ripeteva: "Fitch? mai sentita, non esiste, ve la siete inventata voi…".
Sono passati dieci anni…
Io associo subito Gianfranco Fini allo scandalo dell'appartamento di Montecarlo. 😉 Per il resto si è rovinato con le sue mani, intendo dire a livello politico (a livello personale veda un po' lui).
A me sembra che questa classe politica non sappia davvero di che cosa sta parlando, e quali siano gli "effetti" devastanti di certe decisioni.
Un altro post meraviglioso! Grazie! Ma poi li raccogli in una pubblicazione? Io la voglio!
Grazie a te del commento! Non è una cattiva idea radunarli in un libro. 🙂 Potrebbe diventare uno dei miei mille progetti. 😉
Il denaro in mano, in cambio di lavoro, è cosa sacrosanta e il resto sembrerebbe pura fuffa. Penso che ci siano oltre all'esempio da te citato, molti altri in cui la valuta circolava sotto forma di "pagherò", facendone le spese soprattutto le classi medie e inferiori. Un altro esempio stuzzicante è l'episodio della Banca Fugger, dei facoltosi tedeschi che si misero a vendere le "indulgenze" dopo aver prestato al papa un'enorme somma di denaro che servì a costruire San Pietro.
La Storia è disseminata di questi momenti strettamente legati all'economia. Vorrei andare a fondo anch'io ma sia i miei studi non mi hanno mai portata in questa direzione. È come se l'economia fosse una materia relegata a poche osservazioni per esempio in terza media, quando si studia la globalizzazione, e alle superiori poco altro. Invece l'economia ha modellato la Storia. Ecco, mi viene in mente anche l'epoca della creazione di recinti per l'individuazione dei demani privati e statali, che porterà ulteriori conseguenze durante il Medioevo.
… e anche il genocidio ebraico contiene una ragione squisitamente economica.
L'economia ha modellato la Storia intera, hai detto bene, ed è stupefacente vedere con quale ampiezza ha agito. Se si approfondisce, tutto quanto ruota attorno all'economia, sia nelle forme più semplici come i Longobardi che si spostavano per cercare nuove zone in cui vivere, e altre tribù da razziare, sia in quelle più complesse degli ultimi secoli. Gli esempi sono davvero innumerevoli, a me viene in mente un'altra famosa confisca ecclesiastica, cioè quella di Filippo il Bello di Francia! Associo i Fugger anche all'enorme somma con cui finanziarono le elezioni di Carlo V, che non fu mai restituita ma che fruttò loro innumerevoli vantaggi e diritti di sfruttamento.
… sì, anche il genocidio degli ebrei è mosso dall'odio per la loro superiorità finanziaria.
L'attico del cardinal Bertone è a Città del Vaticano, quindi in uno stato estero. Appropriarsene da parte dello stato italiano sarebbe come voler mettere in vendita un palazzo a Nizza. Da un punto di vista della politica internazionale temo potrebbe suscitare qualche imbarazzo.
Se l'attico del cardinal Bertone è in Vaticano, allora ci si può indirizzare agevolmente a qualche altra proprietà che sia in territorio italiano. Mi sembra che ci sia solo l'imbarazzo della scelta!
Ogni volta che sento parlare di minibot e bitcoin assimilati al vero denaro storgo il naso,ora a maggior ragione ricevute le debite spiegazioni capisco meglio il perché! Sempre utile e chiara, Cristina.
Anche i bitcoin sono pericolosissimi, e non lo dico io ma degli economisti. Non a caso si parla di "criptovaluta", difficilmente controllabile e che si presta a losche operazioni di trasferimenti.