“Il blog è morto. Lunga vita al blog.” Ovvero, come si diceva un tempo, “Il re è morto, lunga vita al re” o adottando il più cinico “Morto un papa se ne fa un altro“.
Ormai la blogosfera è entrata in una fase agonica e non sono certamente la prima che intavola questo discorso o ne fa l’oggetto delle sue riflessioni. Blog che aprono e chiudono dopo pochissimo tempo, o che non vengono aggiornati da mesi e mesi, per non dire anni, articoli scritti con evidente svogliatezza, senso di fatica nel mantenere l’impegno assunto, crisi dovuta anche a legittimi motivi di carattere personale, blog tenuti in vita soltanto per pubblicizzare gli ultimi lavori, lagnanze per scarsità di interesse, lettori e commenti, tentazione incipiente di chiudere, poco tempo a disposizione… Pressoché ovunque, il panorama dei commenti è questo, inutile negarlo.
Penso che, come ogni fenomeno umano, anche la “formula blog” abbia abbondantemente superato la fase entusiasta e fresca della novità, derivata dal fatto di poter aprire uno spazio individuale da personalizzare, dove pubblicare con la massima libertà e in modo del tutto gratuito. Quasi certamente ha anche toccato la sua piena maturità, un periodo che si è verificato qualche anno fa, con la massima vivacità nelle visite reciproche, la lettura di articoli ricchi e interessanti, i commenti lasciati, anche scherzosi ma sempre pertinenti, la certezza che gli articoli pubblicati fossero in qualche modo rintracciabili in rete a differenza dei social, e anche il piacere di poter conoscere un blogger in carne e ossa dopo una frequentazione virtuale.
Siamo dunque entrati, come sostenevano alcune civiltà precolombiane nei loro cicli cosmici, in una fase di declino. Nessuno sa che cosa avverrà o come si trasformerà questa porzione così particolare del web, ma è senz’altro destinata a cambiare, e forse è giusto che sia così.
Il mio blog
Il Manoscritto del Cavaliere aveva aperto i battenti nel dicembre 2012. Ecco di lato un dipinto a colori acrilici che avevo eseguito per la sua inaugurazione, ispirato al quadro “Sir Galahad” di George Frederick Watts. Nella mia illustrazione, il “cavaliere“ ha sottobraccio una pergamena arrotolata (“il manoscritto“).
L’esperienza nella gestione di un blog è stata entusiasmante e, col tempo, il blog stesso ha mutato pelle, migliorando sotto molti aspetti. Dopo i primi timidi post, sono diventata sempre più disinvolta, e soprattutto mi sono divertita. Ho conosciuto molti blogger in gamba, con cui mantengo rapporti di reciproca stima. Il Manoscritto del Cavaliere mi ha dato enormi soddisfazioni e ho anche vinto dei premi!
Per gli argomenti dei miei articoli, e la natura degli impegni presi di recente, però, mi trovo anch’io ad arrivare col fiato corto a ogni scadenza del sabato, e ad arrancare fino al periodo della chiusura estiva o natalizia dove posso tirare un sospiro di sollievo. Le idee non mi mancano per nulla, anzi! ma il tempo, ormai, è ridotto al lumicino e si manterrà ai minimi termini fino a quando non avrò terminato il mio percorso universitario (manca poco che porti i libri anche nella vasca da bagno!). E, purtroppo, non ho altri soci con cui condividere l’onere delle pubblicazioni.
Ho quindi preso alcune decisioni:
1. sia pure con rincrescimento, ho selezionato al massimo i blog dal mio elenco tenendo quelli che seguo con più affetto e interesse, o da maggior tempo. Trovo inutile avere un lungo elenco di blog di cui riesco a leggere poco o nulla, o a cui posso fare visite saltuarie. Ho anche depennato quei blog i cui titolari non mi hanno mai lasciato un commento in tutti questi anni, o l’hanno lasciato in circostanze del tutto eccezionali.
2. ho deciso di non mantenere la scadenza del sabato, ma di pubblicare “random”. Inizialmente avevo concepito di pubblicare un articolo al mese suddiviso in due parti, o due articoli gemellari, cioè interconnessi, ma reputo che il problema per me sia proprio avere una scadenza. E la soluzione dei due post si tradurrebbe in un’altra scadenza. Capisco che la pubblicazione “random” farebbe deflettere ulteriormente visite e lettori, ma l’alternativa sarebbe quella di cessare del tutto.
Ma ora termino le mie geremiadi sul blog e passo a…
SCRITTURA E DINTORNI
Novità letterarie in arrivo!
Mi è arrivato il feedback dei primi beta-reader che durante l’estate hanno letto il manoscritto Le regine di Gerusalemme. Al di là degli inevitabili errori da correggere e di alcune integrazioni da fare, specialmente nella parte iniziale dove ho commesso una svista a causa dell’omonimia di un personaggio minore, il responso è stato entusiastico… com’è ovvio mi fa molto piacere, anche perché arriva da persone che non lesinano le critiche. Lo sto rileggendo anch’io per riportare le correzioni sul manoscritto, e poi, quando avrò il riscontro di tutti, le riporterò a video. Quindi, come annunciato in questo post, le mie ragazze, con i loro mariti e fidanzati vari, vedranno la luce preferibilmente nel mese di novembre!
In considerazione dei miei impegni, considero l’uscita di questo corposo romanzo un vero e proprio miracolo. Ormai mi sono trasformata nella scrittrice del sabato sera, ma, passo dopo passo, alla lunga questa strategia paga.
Il concorso Neri Pozza
Non nascondo che sono rimasta delusa dall’esito di questo concorso, cui avevo inviato il mio romanzo “I serpenti e la fenice” ambientato nel primissimo periodo della rivoluzione francese. Non speravo di arrivare in finale, beninteso, ma contavo di essere inserita nella rosa dei semifinalisti. Invece la risposta mai giungeva, ed è stato mio marito a leggere il verdetto sul giornale, nel mese di luglio, riportato sul sito della casa editrice. Il mio nome non compariva per nulla. Mi sembrava di aver fatto un buon lavoro, ma evidentemente non è stato abbastanza buono.
Sono diventata sempre più scettica sull’opportunità di partecipare a concorsi per quanto riguarda i romanzi (anche l’esito del concorso DeA Planeta mi aveva lasciato di stucco, peraltro). Penso che i risultati possano arrivare con dei racconti, che vengono inseriti nell’ambito di antologie o riviste in caso di vittoria, ma nel caso dei romanzi si tratta di sfondare un vero e proprio “soffitto di cristallo”. Ora ho deciso di occuparmi del nascituro e poi farò un’ulteriore riflessione su questo romanzo: se pagare un editor per realizzare la sinossi con conseguente invio a case editrici, o autopubblicarlo.
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Mi piacerebbe avere la vostra opinione sugli argomenti di cui sopra, dopodiché taccio per sempre… e soprattutto metterò una pietra tombale sulla parola “concorsi”.
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Fonte immagini:
- foto iniziale: Freepik
- foto seconda: Sir Galahad da me eseguito, da un dipinto di George Frederick Watts
- foto terza: Pixabay
Per quanto riguarda il blog, io sforno uno, due articoli alla settimana, e ricordo con simpatia il periodo (anni fa ormai), in cui pubblicavo ogni giorno. Ormai è passato e preferisco pubblicare di meno.
Sarà in crisi, il blog, ma per me resta il modo più efficace perché i lettori diventino i "tuoi" lettori. Le reti sociali non aiutano, in questo senso.
Concorsi? No, non ci partecipo. L'ditoria ha bisogno di storie e autori capaci di intercettare buona parte del pubblico, e io so che sono per una nicchia. Ecco perché non partecipo.
A me sembrano passati anni luce rispetto al periodo che descrivevo nel post: oltre che bello, era davvero divertente! Ricordo dei post non solo con tantissimi commenti, ma addirittura con "botta e risposta" tra i commentatori che "rimbalzavano" da un blog all'altro. Non ho mai pensato di fare come te, pubblicando un articolo al giorno, ma capisco che l'entusiasmo è tanto.
Il tuo punto di vista sui concorsi è più realistico del mio: le case editrici puntano su generi o autori che riescano a pescare lettori e vendite. Anche il mio genere è senza dubbio di nicchia, ma speravo almeno in una manifestazione d'interesse da parte della casa editrice.
Riguardo le tue decisioni sul ridurre l'attività blogghistica, con me sfondi una porta aperta perché come sia anch'io nel corso degli anni ho ridotto parecchio la quantità dei post e da quest'anno li ho addirittura sostituiti (quantunque non del tutto cancellati) con le strisce fumettistiche. Insomma: il blog è di chi lo gestisce, è inutile tentare di scrivere controvoglia dieci post all'acqua di rose, meglio uno solo ma fatto veramente bene.
I concorsi e gli editori sono un altro fronte in cui mi sono dichiarato sconfitto da tempo. La mia conclusione è che ci sono tantissimi più bravi di me e meritevoli di diventare professionisti della scrittura, perciò io mi accontento di pubblicare a livello dilettantesco, non chiedo altro.
Pubblicare meno, ma meglio, è proprio il ragionamento che mi ha portato alla decisione di cambiare il calendario. So per esperienza che la pubblicazione "random" porta a una maggiore disattenzione da parte dei lettori, ma non me l'ha detto mica il dottore che devo per forza pubblicare una volta alla settimana. Detto questo, sono soddisfatta dei post che ho pubblicato finora e mi sembra di non avere niente da rimproverarmi. Però il tempo è poco, scrivere un articolo mi richiede fatica, e questi sono dati di fatto.
Sui concorsi mi allineo al tuo pensiero, e preferisco rimanere una felice dilettante che una dilettante lagnosa. 🙂
La situazione attuale può dirsi stagnante a dir poco…
Io credo che come ogni umana cosa anche quella del bloggin' ha avuto un suo inizio, un suo procedere e quindi avrà anche una sua fine (o trasformazione ). Da tempo comunque ho imparato a non programmare più nulla e ad andare avanti solo finché ci si diverte, quando comincia a diventare un obbligo tanto vale fermarsi per un periodo breve o lungo che sia ed è quello che consiglio sempre di fare.
La blogosfera sta diventando la paludosfera. 🙂
Sei uno dei blogger più attivi che conosca, e con molte "linee di produzione" aperte. Per questo motivo mi davi l'impressione che tu seguissi una scaletta! Il tuo consiglio è molto saggio, in fondo il blog deve essere un piacere e un divertimento e non l'ennesimo obbligo. Prendersi un periodo sabbatico non può che essere salutare.
Concordo, blog agonizzanti, tutti fagogitati da FB e Instagram e ovviamente dalla quotidianità, ma quel che abbiamo seminato non può andare perduto.
Prometto che al prossimo giro di part time ti contatto, non è possibile che non ci si veda più solo perchè i miei nipoti ora sono autonomi e addirittura chiavi muniti!
Sui concorsi di romanzi, grande pietra sopra, coi racconti è diverso ma io ormai punto ai romanzi. I tuoi post sono sempre stati ricchi e articolati, non si scrivono in 2 minuti e io capisco bene che questo non possa essere fonte di stress per te, unito a tutto il resto.
Non ti ho fatto i complimenti per i grandiosi risultati con i tuoi esami, lo faccio ora, perchè sei veramente bravissima.
Un caro abbraccio e a presto.
Sai che ti pensavo proprio l'altro giorno quando sono uscita dallo studio? 🙂 Sì, bisogna che combiniamo per un caffè o altro: dobbiamo riaggiornarci su molte cose. Succede spesso che quando si abita nella stessa città, o vicini, ci si veda meno. Mi ricordo di aver conosciuto, prima di te, altri blogger che abitano più distanti.
Per quanto riguarda il blog, vivo come una frustrazione proprio il fatto di avere mille idee in pentola, in parte anche suscitate da quello che sto leggendo e studiando ora, e non avere il tempo per impostare un articolo decente. Fosse per me, ne scriverei uno all'ora, non uno alla settimana. Ad esempio, ci sono argomenti di antropologia culturale che sono affascinanti e sono sicura che potrebbero interessare tutti in quanto riguardano noi esseri umani.
Ormai sono diventata scettica sulla situazione editoriale e sui concorsi. Mi sembrava valesse la pena di dare una chance al romanzo, ma, parliamoci chiaro, il mondo va avanti lo stesso anche senza leggere "I serpenti e la fenice".
Grazie per i complimenti sui miei esami, è durissima, ma le soddisfazioni sono tante. ^_^ A presto!
Posso darti un consiglio? La prossima volta che decidi di togliere un blog dalla tua lista letture, forse è meglio non annunciarlo in pubblico: correresti il rischio che il proprietario del blog se ne accorga. E magari reagisca con meno filosofia di quanto sto facendo io 🙂 .
Sì, un po' mi dispiace che non mi segui più, e come ho scritto più volte sul mio blog odio la meccanica del "ti leggo se mi leggi, altrimenti non mi interessi". Infatti, coerentemente con questo, io continuerò a seguirti come ho sempre fatto, leggendo tutti i tuoi post – o quasi.
Comunque mi spiace che ti abbia disturbato che abbia commentato di rado, ma spesso non trovo granché da scrivere: se nei post d'opinione è facile dire la propria, in quelli come i tuoi, per esempio sulla Rivoluzione Francese, è molto più difficile. Specie se, come me, sei un appassionato di storia ma non la conosci in maniera approfondita: mi sono ritrovato quasi sempre ad apprezzare tutte le curiosità storiche di cui parlavi, ma a non avere nulla da aggiungere. E no, non me la sono sentita di scrivere "bel post, complimenti", visto che ricevere un commento così generico a me darebbe parecchio fastidio 😀 !
Secondo me, comunque, questo è proprio uno dei meccanismi che sta portando al declino di cui parli giustamente nel post. Manca il tempo, è vero (lo so bene), ma non solo: a mancare è anche l'interesse verso i blog altrui. Ed è un bel problema: se tutti vogliono essere letti ma a nessuno importa più leggere, finirà che nessuno verrà più letto. E' un'equazione da cui non si scappa.
Questa però non vuole essere una critica diretta a te in particolare, anzi. Parlo piuttosto in generale: di questo genere di comportamenti ne ho visti tantissimi, in modalità molto peggio della tua, che in fondo è stata molto tranquilla. E poi, questa è solo la mia modesta opinione, e non sono nessuno per dire che è quella più giusta. Spero che non ti darà fastidio: non è certo questa l'intenzione di questo commento 🙂 .
Caro Mattia,
grazie di cuore per il tuo commento. Ho esitato a lungo prima di togliere il tuo blog, ma – credimi – per me è fonte di enorme stress vedere comparire degli articoli nuovi e non avere il tempo di leggerli. E, di solito, quando leggo, leggo con attenzione e lascio un commento circostanziato. A differenza tua, a me fa piacere ricevere anche un "bel post, complimenti". 😀 E' proprio vero che il mondo è bello perché è vario.
Il riferimento a chi non ha mai commentato in sette anni era inteso proprio alla lettera: ci sono blogger che ho sempre seguito, ma non mi hanno mai lasciato nemmeno un "ciao". Tu non sei sicuramente tra quelli! E io credo nell'interazione tra blogger, che naturalmente non si può pesare con il bilancino… ma se in sette anni il riscontro è zero, beh, penso che chiunque lo noti. Capisco anche che i miei articoli non possano interessare o piacere a tutti: è pienamente legittimo. A me non interesserebbe leggere un blog sulle automobili, ad esempio.
Al momento la situazione è questa, quindi preferisco rallentare molto su tutti i fronti anziché fare finta. Chissà, magari tra pochi mesi cambierà ancora! 🙂
Cara Cristina, non potrei essere più in linea con te. Senz'altro occorre prendere atto che siamo tutti in una fase di declino, e come insegna la storia (e tu lo sai meglio di me) credo si tratti di un processo inevitabile. Meglio guardare in faccia la realtà che fingere che vada tutto bene. Quindi è giustissimo ridurre le attività secondo le proprie esigenze.
Io non ho ancora sfoltito la lista dei blog da leggere, per ora. Ma sempre più spesso leggo i post senza commentare, e a volte salto a più pari degli aggiornamenti per mancanza di interesse o tempo.
Ormai siamo lontani dagli scambi vivaci di alcuni anni fa, ma forse ci sono lati positivi in questo. Magari c'è più libertà nella lettura o nei commenti, senza obblighi di reciprocità. Alla fine è giusto che si legga o si scriva per il piacere di farlo e di scambiare opinioni.
A parte questo, non mi resta che augurarti tutto il bene possibile per il tuo nuovo romanzo! Un caro abbraccio
Cara Maria Teresa,
da molto tempo si parla di questa realtà bloggistica di declino. Per quanto riguarda me, si tratta di un affanno che si è manifestato soltanto dopo essermi iscritta all'università, quindi in tempi relativamente recenti. Si tratta di un impegno enorme e mi trovo sempre con l'acqua alla gola. In queste condizioni scrivere un post decente diventa una fatica improba. Da almeno un anno, ad esempio, avevo in mente di riprendere il filone delle grandi donne, con un post su Etty Hillesum di cui ho letto due opere. Avevo in programma di scrivere la recensione sul film "Marie Antoinette", rivisto… un anno e mezzo fa. Oppure di recensire "L'armata dei sonnambuli". Niente da fare, non c'è tempo e modo. Ora, ad esempio, sto studiano Storia del cristianesimo antico, esame che vorrei dare a dicembre, con un colossale libro di almeno cinquecento pagine, un altro in inglese sul Concilio di Nicea e altri due. E poi c'è l'esame sulla storia delle donne che vorrei dare a gennaio.
Il fatto di leggere frettolosamente dei post, quasi per dovere (perché magari è tanto tempo che non ti riaffacci, o ti dispiace perdere l'articolo…), è un chiaro indizio di stanchezza e disattenzione. Anche in questo caso, preferisco leggere meno e meglio. Non me ne voglia nessuno, ma sono un essere umano anch'io.
Grazie per gli auguri su tutto il resto, sono molto contenta che esca questo nuovo romanzo con le donne come protagoniste! Noi ci sentiamo in pvt sulle altre questioni.
Sui concorsi letterari sono anni che ho smesso di partecipare. Vanno bene agli inizi, per fare esperienza e cominciare a conoscere un mondo, ma alla fine non ti portano da nessuna parte. Sono molto scettico al riguardo.
Comunque è invidiabile la tua produzione sui romanzi, ne sforni come biscotti! 🤪
L'argomento della prima parte del post me l'avevi già anticipata sul blog.
Credo sia anche giusto limitarsi a frequentare pochi blog con cui si interagisca bene nelle due direzioni, piuttosto che tanti in maniera frammentaria.
Il mio pensiero riguardo lo stato attuale della blosogosfera l'ho già espresso. Non credo sia tanto una questione di commento poco/commento tanto, ma di cosa e come commento. Ci sono persone che da me intervengono raramente ma lo fanno con piacere, e persone che commentano spesso che su certi post a cui tengo ti lasciano una parola una o li saltano proprio, che francamente vedo come una presa per i fondelli.
Come già detto, non sono i numeri, sono i comportamenti.
Più che biscotti, direi che i miei romanzi sono come dei pandori vista la mole. 😀
Per quanto riguarda il blog, i commenti o meno sono soltanto un aspetto del problema, che è più vasto e generalizzato. Anch'io, comunque, preferisco sempre leggere con attenzione e lasciare un commento circostanziato, come spero si capisca. Però un argomento può suscitare interesse e un altro meno, e la cosa vale anche per me. Ho avuto degli articoli che sono piaciuti moltissimo, nonostante l'argomento da "addetti ai lavori", come la recensione dell'opera di Montanari sull'alimentazione nel Medioevo ad esempio. Altri cui ho lavorato molto e che sono passati pressoché inosservati.
Con "post a cui tengo" intendevo quelli personali o quelli sui miei libri, gli altri è ovvio che la recezione dipenda (anche) dall'argomento.
Comunque secondo me la crisi è iniziata col fioccare dei meme-award. Se tutti vincono un premio, il premio non ha valore: era un raccontarsi esasperato un "siamo bravi tutti", ma è quella non era realtà, era solo un incensarsi a vicenda che, partito come gioco, alla lunga era solo irritante. Mettiamoci poi dei comportamenti e delle situazioni da disagio emotivo e a un certo punto le cose hanno cominciato a incrinarsi.
Può essere che i meme-award abbiano contribuito alla crisi, ma non li vedrei così determinanti. Oltretutto si poteva declinare la partecipazione. Secondo me è una stanchezza generalizzata, che dipende molto dalla saturazione nei riguardi dei mezzi digitali (nel loro complesso).
Ahimè, è innegabile che sia come hai ben descritto. Anch'io ho scritto un paio di post su questo declino. Credo comunque che stia a noi fare in modo che il declino non diventi una chiusura definitiva. Io per esempio, esattamente come te, leggo bene i post dei blog che frequento e offro un commento che rappresenti un contributo vero. Comporta fatica, per questo anch'io ho sfoltito. Mi rammarico a volte di non sapere proprio cosa rispondere dinanzi a un post molto " di nicchia", magari su generi letterari e cinematografici di cui non so nulla e che non suscitano in me lo stesso interesse del blogger, pur riconoscendone la bravura nel postare una bella analisi, e via dicendo.
Sarebbe bello tornare ai tempi che descrivi, ricordo bene anche questo blog, come lo scoprii e cominciai a interagire con te. Fu subito stima.
Credo che oltre al fisiologico calo di scrittura e condivisione, si tratti proprio di cambiamenti di vita. Nel tuo caso, l'università ha comportato questo drastico calo, perché per il resto sei un'entusiasta come me, per questo ci si segue reciprocamente così volentieri.
Io non mollo. Non ho mai tenuto scadenze, quelle sì che sono difficili da mantenere, ma scrivo quando sento di avere davvero qualcosa da dire. I commentatori ai miei post sono amici che hanno questa consuetudine, che frequento anche sui loro blog, ma sento che non si tratta solo di un "do ut des", quanto proprio di suscitare vero interesse e mantenere questa attività ancora viva. Non potrei rinunciare al blog perché in particolare le recensioni sono cosa che mi piace scrivere per "fermare" idealmente quel libro nella mia mente. Le rileggo a volte, proprio per ripercorrere quelle letture.
Riguardo ai concorsi… non ci ho mai creduto veramente. Credo che per la maggior parte si tratti di specchietti per le allodole per tenere attenta l'attenzione su quella determinata casa editrice, e nulla di più.
Aggiungo di essere spesso una fervida commentatrice di blog altrui, senza aver mai o quasi ricevuto un commento da me, e va bene così. Guai se fosse tutto solo uno scambio.
Grazie anche di questo lungo e particolareggiato commento. ^_^ L'argomento in effetti non è nuovo e, come scrivevo, per me la "crisi" – che poi è una crisi relativa – è incominciata soltanto in tempi recenti e in concomitanza con la mia iscrizione all'università. Quindi, come hai giustamente sottolineato, con un cambiamento di vita notevole, pur supportato in tutti i modi dalla famiglia che mi sgrava da tutta una serie di obblighi. Come sai meglio di me, lo studio universitario fagocita ogni momento della giornata: leggo in metropolitana e nei ritagli di tempo, studio quando ho anche mezz'ora libera, faccio ricerche su mappe, tabelle e prendo appunti. E questo per ogni singolo esame, portando avanti due-tre in contemporanea, sia pure a velocità diverse. Come dice mio marito: "Hai voluto la bicicletta… e adesso pedala!" E poi è frustrante imbattermi in tantissimi argomenti interessanti, e non avere il tempo di scrivere degli articoli.
Per quanto riguarda il blog, non ci rinuncio, non soltanto perché sono affezionata, ma anche perché è un deposito di materiale che non mi appartiene totalmente. Mi spiego meglio: all'interno ci sono interviste ad altri, recensioni di romanzi o saggi altrui, presentazioni ed esperienze condivise che continuano a permanere in rete (non da ultimo tutti i materiali su Il Diavolo nella Torre). Ricordo che, qualche anno fa, un blog di storia che conteneva del mio materiale, dopo una contrazione notevole chiuse i battenti di colpo, e ci rimasi piuttosto male anche perché non fui avvisata. Capisco che alla base della decisione vi furono problemi personali, ma fu un vero peccato perché conteneva un autentico patrimonio che avrebbe potuto essere letto e sfruttato da altri.
Cara Cristina, convengo con la tua analisi su tutta la linea: prima era tutto diverso e chi, come noi, ha vissuto l”epoca d’oro” del blogging capisce bene quanto tutto sia davvero cambiato, adesso. E non è solo un fatto di visite e commenti (io, dopo le vacanze estive, per esempio, ho toccato il mio minimo storico 🙂), ma di contenuti che non sono più quelli di una volta: forse è stato detto tutto, il mondo letterario sviscerato in tutti i modi, l’interesse per l’interazione si è persa. Lo so, la quotidianità ha vinto e questo, probabilmente, è un bene, però non riusciamo più a spostare l’attenzione sugli articoli scritti dalle vecchie conoscenze, non troviamo più il tempo, semplicemente non ci va più. È triste, tutto questo, ma si accetta: le persone, quelle che abbiamo conosciuto e stimiamo, restano, per fortuna, i blog diventeranno “vintage”: una simpatica consolazione, tutto sommato.
Cara Marina, grazie mille per il tuo commento. Hai ragione, è stata un'epoca d'oro in tutti i sensi ed è stato bello partecipare. Ricordo con stupore i premi che ricevevo e che sono stati molto gratificanti. ^_^ Se intendo bene le tue parole, si tratta anche di una disaffezione dal mondo virtuale a favore di quello reale; non soltanto causata, quindi, dai numerosi impegni, ma da una specie di saturazione. Conosco molte persone che si stanno letteralmente disintossicando da internet, e questo com'è ovvio comporta una lunga assenza dal web, blog incluso. Sarà interessante assistere a questa trasformazione, comunque!
Le situazioni cambiano, dici bene. Per me il blog resta comunque un piacere e un contatto con le persone, ma naturalmente dipende anche dal tempo a disposizione. Se io avessi i tuoi impegni, sarei visibile solo in cartolina alle feste comandate, altro che social e blog! 😉
Ahahah, grazie dell'osservazione. Gli impegni sono tanti, ma tengo duro, anzi durissimo. 🙂
Personalmente ai concorsi non credo nemmeno più io, il Dea anche se non ho partecipato ha aperto gli occhi. Il tempo per aggiornare e seguire il blog manca pure a me quindi nella più totale comprensione sottoscrivo le tue intenzioni che mi pare siano simili a quelle di Maria Teresa. A volte il tempo diventa proprio un lusso che è sacrosanto scegliere dove spendere. Però complimenti per riuscire a ritagliare quello della scrittura, sei la dimostrazione che volere è potere.
Avevo rinunciato ai concorsi sui romanzi dopo un paio di brutte esperienze, una bruttissima anzi. Anch'io non avevo partecipato al Dea perché non avevo pronto il romanzo e poi perché avevo deciso di privilegiare Neri Pozza.
Il tempo è il nuovo lusso, hai detto bene. Bisogna dare delle priorità, e il blog scivola in ultima posizione senza colpo ferire. Grazie per le tue parole sulla scrittura, sono molto contenta della riuscita di questo romanzo. Vedremo poi il responso dei lettori, molti stanno aspettando che esca per leggerlo.
Cara Cristina, per il blog ti capisco bene, tra esami universitari, lavoro e famiglia mi sono chiesta come facessi a scrivere anche dei post così approfonditi. Purtroppo il tempo è sempre più risicato e bisogna fare delle scelte, anch'io seguo solo alcuni blog (leggo e commento ma dedicandoci del tempo, non mi piace lasciare commenti frettolosi). Anch'io probabilmente dovrò scrivere meno sul mio blog se voglio dedicare del tempo alla scrittura, per ora sono stata abbastanza costante (ma ho approfittato del periodo di ferie per mettermi avanti con i post)…Riguardo ai concorsi capisco la tua delusione, penso che sia un ambiente forse pilotato, almeno a certi livelli. Mi dispiace perché conoscendo la tua accuratezza e precisione sicuramente il tuo romanzo meritava di piazzarsi almeno tra i semifinalisti. Intanto però dedicati al nuovo nascituro Le regine di Gerusalemme, una bella emozione in arrivo a novembre wow, quindi manca pochissimo!
Cara Giulia, anch'io leggo con attenzione gli articoli e lascio sempre un commento perché so che fa piacere. Altrimenti faccio a meno di leggere e quindi di commentare. I blog interessanti sono potenzialmente infiniti… proprio come la rete, e per seguirli tutti dovrei passare ore e ore a computer a leggere e commentare. Purtroppo non abbiamo dei cloni che possano fare il lavoro per noi! Mi è sempre dispiaciuto, invece, non avere un socio per condividere il blog, ma vedo che nemmeno quello è una certezza perché bisogna essere organizzati e avere il medesimo grado di costanza e motivazione.
Per quanto riguarda il concorso, non so che dire. Mi sarebbe piaciuto attirare l'attenzione di questa casa editrice, che ha una bella collana di romanzi storici. Comunque vadano le cose, il romanzo vedrà senz'altro la luce. Non mi sembra vero, invece, che esca "Le regine di Gerusalemme", da tanti anni parlo di questi personaggi al femminile! 🙂
Con l'università e tutto quanto è evidente che il tuo tempo è vampirizzato dalle cose da fare. Quindi credo che vivere il blog con leggerezza, senza angosce, riscoprendo il piacere di farlo sia la cosa migliore. I tuoi articoli, specie quelli storici sono meravigliosi. Non importa se arriveranno un po' più dilazionati: basta che arrivino!
Quanto ai concorsi… Ho mandato un'opera che pensavo valida sia a DeaPlaneta che a Neri Pozza, con gli tessi tuo risultati. Non so bene cosa pensare. Per carattere mi dico che non era abbastanza. Però… Un po' di dubbio rimane
Grazie di cuore del commento, so che anche tu sei molto impegnata! Sì, sono convinta anch'io che pubblicare quando mi va di farlo sia la soluzione migliore per salvare capra e cavoli. La mia avventura universitaria è entusiasmante, al di là dei risultati al di là di ogni più rosea aspettativa, però è molto impegnativa. Ora sto preparando Storia del Cristianesimo Antico, che è meraviglioso, e quest'autunno riesco persino a frequentare il corso di Storia della Chiesa. Non vedo l'ora.
Per quanto riguarda i concorsi… non voglio pensare male nemmeno io. Però speravo di suscitare un po' di interesse, di essere contattata.
Cara Cristina, allora anche tu sei un essere umano! 🙂
Mi sono domandata spesso come facessi a tenere in piedi a ritmi regolari un blog come il tuo, con articoli così complessi e articolati, lavorando e frequentando l'università, e con risultati così brillanti poi. Perché, inutile girarci attorno e senza voler far torto a nessuno, non tutti i blog sono uguali, così come non tutti i post richiedono lo stesso tipo di documentazione e di lavoro per l’elaborazione e la stesura.
Non so se la blogosfera stia agonizzando o se si tratti di una fase di passaggio, ma per quanto mi riguarda il distacco dal blog è cominciato in modo lento e graduale già da molto tempo. In questo momento sento il bisogno di dedicarmi a qualcosa che per molto tempo ho trascurato: la cura di me stessa. Quando mi sono ritrovata a piangere per il mal di schiena mi sono resa conto che se anche mi piego e mi curvo sulla scrivania fino a diventare gobba nessuno mi ricorderà come avviene ai grandi poeti del passato �� e che forse era il caso di ricominciare a fare un po' di esercizio fisico. Aggiungici il fatto che l'azienda dove lavoro sta affrontando una fase di cambiamento epocale e che ho appena avuto una promozione a cui assolutamente non tenevo, ma che mi è capitata fra capo e collo, e puoi ben capire che la sera a volte sono così stanca che non riesco neppure a leggere più di quindici minuti di fila, figuriamoci a scrivere qualcosa. Anche se non mancano le idee e la voglia, al momento mi mancano il tempo e le energie per scrivere per il blog, ma non ne faccio un cruccio. Per fortuna il blog è più di TOM che mio e finché c'è lui a portare avanti la baracca, posso stare serena… �� Scherzi a parte… Come commentatrice, negli scorsi uno/due anni mi sono sforzata di essere più attiva e presente, ma poi mi è capitato di scrivere un paio di commenti a sproposito, e non certo per scarso interesse, ma perché evidentemente leggere i post "a pezzi" (che è l'unico modo in cui riesco a farlo ultimamente) non è il modo migliore per focalizzarsi sui concetti. Siccome non voglio che ricapiti credo che continuerò a centellinare i miei interventi, purtroppo. Paradossalmente se passi a una pubblicazione "random" a me fai un favore, perché così magari riesco a non perdermi nessun post, e a leggerlo senza l’ansia che nel frattempo ne esca uno nuovo.
Ne approfitto per farti i complimenti per i tuoi risultati scolastici. Non ho mai commentato i post dove ci parlavi del piano studi e dei tuoi esami perché non avendo frequentato l'università onestamente mi riesce difficile mettermi nei tuoi panni e, insomma, mi sentivo un po' fuori luogo. Sull’altra questione non posso esprimermi, ma posso dirti che se l'argomento/la trama mi interessa leggo qualsiasi tipo di racconto o romanzo, che sia proposto da un editore o autopubblicato.
A presto. ^_^
Cara Simona, il tuo commento iniziale è esattamente quello che ha scritto una mia amica su Fb! 😀 In effetti posso dare l'impressione di "wonderwoman"… diciamo che sono molto organizzata e quindi spesso riesco a sfruttare il tempo al massimo. Per quanto riguarda gli articoli del mio blog, gran parte dell'impegno riguarda proprio la documentazione che sta alla base, come se fossero delle microtesi. Questo è valido sia per le recensioni sia per gli articoli di carattere tematico. Ad esempio, anche gli articoli per la rubrica Il Caffè della Rivoluzione, che mi sembra ti piacessero in modo particolare, richiedono un attento uso di fonti. La stesura vera e propria non mi richiede più di tre o quattro ore, ma poi rileggo continuamente prima di pubblicare. C'è da dire che anche la ricerca iconografica mi porta via tempo, perché le immagini sono una parte importante del blog nel suo complesso, e molto spesso non trovo immagini soddisfacenti, e quindi va via altro tempo.
Per quanto riguarda la cura di te stessa, mi trovi concorde su tutta la linea. Proprio di recente infatti ho intrapreso non soltanto l'ennesima dieta, perché la vita sedentaria mi stava trasformando in una specie di balenottero, ma anche una moderata attività fisica che sta producendo miracoli. In breve, alla mattina cammino per lunghi tratti. Oltre al beneficio fisico, che è indubitabile (respirazione, schiena, peso, cuore, umore, ecc.), è anche molto interessante osservare la città che si sveglia e la tipologia di persone che escono di casa di buon mattino. Incluse le persone che procedono con l'occhio incollato allo smartphone, zigzagando come se fossero ubriache. 😀 Noti anche moltissimi particolari che altrimenti ti sfuggono.
Leggere i post a pezzi era capitato anche a me, in passato. Penso che buona parte della nostra saturazione non dipenda soltanto dalla scarsità di tempo e di energie, ma anche dal fatto che continuiamo a leggere a video tutto il tempo, sia per lavoro che per diletto. La lettura a video predispone alla volatilità e alla disattenzione, lo dicono anche le neuroscienze.
Ti ringrazio tanto anche del tuo commento sui miei risultati scolastici, e su tutto il resto mi raccomando: continua a prenderti i tuoi spazi, com'è giusto che sia. Dobbiamo imparare tutti a rallentare molto, ne va della salute e della qualità della vita.
Un abbraccio! ^_^