LA BLOGOSFERA

Il blog è morto. Lunga vita al blog.” Ovvero, come si diceva un tempo, “Il re è morto, lunga vita al re” o adottando il più cinico “Morto un papa se ne fa un altro“.

Ormai la blogosfera è entrata in una fase agonica e non sono certamente la prima che intavola questo discorso o ne fa l’oggetto delle sue riflessioni. Blog che aprono e chiudono dopo pochissimo tempo, o che non vengono aggiornati da mesi e mesi, per non dire anni, articoli scritti con evidente svogliatezza, senso di fatica nel mantenere l’impegno assunto, crisi dovuta anche a legittimi motivi di carattere personale, blog tenuti in vita soltanto per pubblicizzare gli ultimi lavori, lagnanze per scarsità di interesse, lettori e commenti, tentazione incipiente di chiudere, poco tempo a disposizione… Pressoché ovunque, il panorama dei commenti è questo, inutile negarlo.

Penso che, come ogni fenomeno umano, anche la “formula blog” abbia abbondantemente superato la fase entusiasta e fresca della novità, derivata dal fatto di poter aprire uno spazio individuale da personalizzare, dove pubblicare con la massima libertà e in modo del tutto gratuito. Quasi certamente ha anche toccato la sua piena maturità, un periodo che si è verificato qualche anno fa, con la massima vivacità nelle visite reciproche, la lettura di articoli ricchi e interessanti, i commenti lasciati, anche scherzosi ma sempre pertinenti, la certezza che gli articoli pubblicati fossero in qualche modo rintracciabili in rete a differenza dei social, e anche il piacere di poter conoscere un blogger in carne e ossa dopo una frequentazione virtuale.

Siamo dunque entrati, come sostenevano alcune civiltà precolombiane nei loro cicli cosmici, in una fase di declino. Nessuno sa che cosa avverrà o come si trasformerà questa porzione così particolare del web, ma è senz’altro destinata a cambiare, e forse è giusto che sia così.

Il mio blog

Il Manoscritto del Cavaliere aveva aperto i battenti nel dicembre 2012. Ecco di lato un dipinto a colori acrilici che avevo eseguito per la sua inaugurazione, ispirato al quadro “Sir Galahad” di George Frederick Watts. Nella mia illustrazione, il “cavaliere ha sottobraccio una pergamena arrotolata (“il manoscritto“).

L’esperienza nella gestione di un blog è stata entusiasmante e, col tempo, il blog stesso ha mutato pelle, migliorando sotto molti aspetti. Dopo i primi timidi post, sono diventata sempre più disinvolta, e soprattutto mi sono divertita. Ho conosciuto molti blogger in gamba, con cui mantengo rapporti di reciproca stima. Il Manoscritto del Cavaliere mi ha dato enormi soddisfazioni e ho anche vinto dei premi!

Per gli argomenti dei miei articoli, e la natura degli impegni presi di recente, però, mi trovo anch’io ad arrivare col fiato corto a ogni scadenza del sabato, e ad arrancare fino al periodo della chiusura estiva o natalizia dove posso tirare un sospiro di sollievo. Le idee non mi mancano per nulla, anzi! ma il tempo, ormai, è ridotto al lumicino e si manterrà ai minimi termini fino a quando non avrò terminato il mio percorso universitario (manca poco che porti i libri anche nella vasca da bagno!). E, purtroppo, non ho altri soci con cui condividere l’onere delle pubblicazioni.

Ho quindi preso alcune decisioni:

1. sia pure con rincrescimento, ho selezionato al massimo i blog dal mio elenco tenendo quelli che seguo con più affetto e interesse, o da maggior tempo. Trovo inutile avere un lungo elenco di blog di cui riesco a leggere poco o nulla, o a cui posso fare visite saltuarie. Ho anche depennato quei blog i cui titolari non mi hanno mai lasciato un commento in tutti questi anni, o l’hanno lasciato in circostanze del tutto eccezionali.

2. ho deciso di non mantenere la scadenza del sabato, ma di pubblicare “random”. Inizialmente avevo concepito di pubblicare un articolo al mese suddiviso in due parti, o due articoli gemellari, cioè interconnessi, ma reputo che il problema per me sia proprio avere una scadenza. E la soluzione dei due post si tradurrebbe in un’altra scadenza. Capisco che la pubblicazione “random” farebbe deflettere ulteriormente visite e lettori, ma l’alternativa sarebbe quella di cessare del tutto.

Ma ora termino le mie geremiadi sul blog e passo a…

SCRITTURA E DINTORNI

Novità letterarie in arrivo!


Mi è arrivato il feedback dei primi beta-reader che durante l’estate hanno letto il manoscritto Le regine di Gerusalemme. Al di là degli inevitabili errori da correggere e di alcune integrazioni da fare, specialmente nella parte iniziale dove ho commesso una svista a causa dell’omonimia di un personaggio minore, il responso è stato entusiastico… com’è ovvio mi fa molto piacere, anche perché arriva da persone che non lesinano le critiche. Lo sto rileggendo anch’io per riportare le correzioni sul manoscritto, e poi, quando avrò il riscontro di tutti, le riporterò a video. Quindi, come annunciato in questo post, le mie ragazze, con i loro mariti e fidanzati vari, vedranno la luce preferibilmente nel mese di novembre!

In considerazione dei miei impegni, considero l’uscita di questo corposo romanzo un vero e proprio miracolo. Ormai mi sono trasformata nella scrittrice del sabato sera, ma, passo dopo passo, alla lunga questa strategia paga.

Il concorso Neri Pozza


Non nascondo che sono rimasta delusa dall’esito di questo concorso, cui avevo inviato il mio romanzo “I serpenti e la fenice” ambientato nel primissimo periodo della rivoluzione francese. Non speravo di arrivare in finale, beninteso, ma contavo di essere inserita nella rosa dei semifinalisti. Invece la risposta mai giungeva, ed è stato mio marito a leggere il verdetto sul giornale, nel mese di luglio, riportato sul sito della casa editrice. Il mio nome non compariva per nulla. Mi sembrava di aver fatto un buon lavoro, ma evidentemente non è stato abbastanza buono.

Sono diventata sempre più scettica sull’opportunità di partecipare a concorsi per quanto riguarda i romanzi (anche l’esito del concorso DeA Planeta mi aveva lasciato di stucco, peraltro). Penso che i risultati possano arrivare con dei racconti, che vengono inseriti nell’ambito di antologie o riviste in caso di vittoria, ma nel caso dei romanzi si tratta di sfondare un vero e proprio “soffitto di cristallo”. Ora ho deciso di occuparmi del nascituro e poi farò un’ulteriore riflessione su questo romanzo: se pagare un editor per realizzare la sinossi con conseguente invio a case editrici, o autopubblicarlo.

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Mi piacerebbe avere la vostra opinione sugli argomenti di cui sopra, dopodiché taccio per sempre… e soprattutto metterò una pietra tombale sulla parola “concorsi”.

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Fonte immagini:

  • foto iniziale: Freepik
  • foto seconda: Sir Galahad da me eseguito, da un dipinto di George Frederick Watts
  • foto terza: Pixabay