La passeggiata di Marc Chagall (1917-1918) Museo di Stato Russo di San Pietroburgo |
Accanto a un bicchiere di vino
Con uno sguardo mi ha reso più bella,
Ho lasciato che mi immaginasse
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
immaginaria fino al midollo.
Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d’amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un’invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell’abbraccio
che mi crea.
Eva dalla costola, Venere dall’onda,
Minerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.
Maria Wisława Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) è stata una poetessa e saggista polacca.
Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni, e una delle poetesse più amate dal pubblico della poesia e non solo di tutto il mondo d’oggi. Szymborska preferisce usare il verso libero nelle sue poesie. Le sue opere sono contraddistinte, dal punto di vista linguistico, da una grande semplicità. Szymborska utilizza espedienti retorici quali l’ironia, il paradosso, la contraddizione e la litote, per illustrare i temi filosofici e le ossessioni sottostanti. Szymborska è una miniaturista, le cui poesie compatte spesso evocano ampi enigmi esistenziali.
Benché molte delle sue poesie non superino la lunghezza di una pagina, esse toccano spesso argomenti di respiro etico che riflettono sulla condizione delle persone, sia come individui che come membri della società umana. Lo stile di Szymborska si caratterizza per l’introspezione intellettuale, l’arguzia e la succinta ed elegante scelta delle parole.
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Fonte testi:
Una poesia sulla perdita di percezione della propria coscienza di individuo, di dissolvimento dell'io, almeno così la percepisco.
Un po' ci sentiamo tutti così questi giorni, speriamo di tornare presto a sentirci parte di un universo benevolo…
Grazie del commento, Ariano. Sai che io ho interpretato la poesia in maniera opposta? Nel senso che c'è il dissolvimento dell'io, come dici, ma parte dallo sguardo dell'innamorato. I versi finali lo confermano: se la persona amata non ti guarda, rimane soltanto il chiodo.
Speriamo comunque di ritrovare il nostro posto nel mondo!
Bellissima poesia sull'amore come forza che manda all'aria l'individualità e fa entrare in una dimensione strana, da ubriachezza gioiosa. Bellissima anche la tua idea per questi post, come anche l'idea delle persone che cantano sui balconi delle città. Luce! 🙂
Questa poetessa ha scritto poesie bellissime, molto spesso basate sulla quotidianità, così mi è venuto spontaneo sceglierla come prima proposta. Avevo in casa una vecchia raccolta, sono stata indecisa nella scelta. C'è bisogno di positività in tutti i sensi. 🙂
Bellissima immagine e bellissima poesia! Grazie.
Grazie a te di essere passata e aver letto! Un abbraccio.
Belle le due opere e bello l'accostamento. C'è del delizioso surreale in entrambe.
Sì, vero? Sembrano fatte l'una per l'altra! Grazie di essere passata di qui. 🙂