Mangiatori di ricotta di Vincenzo Campi (1580 ca.)
Musée de Beaux-Arts, Lione

S’i’ fosse foco

S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;

s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti cristïani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.

S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre,

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.

Rime (LXXXVI), 1280-1310 ca.

Francesco Angiolieri, detto Cecco (Siena, 1260 circa – Siena, 1311/1313), è stato un poeta e scrittore italiano, contemporaneo di Dante Alighieri e appartenente alla storica casata nobiliare degli Angiolieri. La poetica di Cecco Angiolieri rispetta tutti i canoni della tradizione comica toscana. I suoi sonetti possono essere considerati la caricaturale rifrazione del Dolce stil novo: questa posizione antistilnovistica emerge specialmente nella poesia dialogata Becchin’ amor, dove si narra di un’amante sensuale e meschina, con dei connotati certamente antitetici a quelli angelici della Beatrice di dantesca memoria Questa sua polemica contro i poetae novi del dolce stile, attuata con uno smodato uso della mimesi caricaturale e con uno stile tagliente e impetuoso, viene inoltre calata nei vicoli tumultuosi della sua Siena natia. Nel 1968 il cantautore genovese Fabrizio De André mette in musica il sonetto di Angiolieri nell’album Volume III:


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