Il mattino dopo il Diluvio. Mosè scrive il libro della Genesi
di Joseph Mallord William Turner (1843), Tate Gallery, Londra

Al tuo lume naufrago

Nasco al tuo lume naufrago,
sera d’acque limpide.

Di serene foglie
arde l’aria consolata.

Sradicata dai vivi,
cuore provvisorio,
sono limite vano.

Il tuo dono tremendo
di parole, Signore,
sconto assiduamente.

Destami dai morti:
ognuno ha preso la sua terra
e la sua donna.

Tu m’hai guardato dentro
nell’oscurità delle viscere:
nessuno ha la mia disperazione
nel suo cuore:

sono un uomo solo,
un solo inferno.

Erato e Apòllion
in Poesie e discorsi sulla poesia

Salvatore Quasìmodo, poeta italiano (Modica 1901 – Napoli 1968). Premio Nobel per la letteratura (1959). Formatosi nel gusto della poesia ermetica fra Ungaretti e Montale, più vicino a quello per l’essenzialità quasi epigrammatica dell’espressione, per l’altezza del tono, più affine a questo per le soluzioni paesistiche del suo analogismo, Quasimodo è venuto temperando tali influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera quella sua intensa sensualità in trepide visioni.

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Fonti testi:
Poesia: Poesie di Dio a cura di Enzo Bianchi
Biografia: Treccani on line

Fonte immagini:
Wikipedia