Crocifissione di Giotto (1303-1305 ca.) Cappella degli Scrovegni, Padova |
Elegia Pasquale
Pasqua ventosa che sali ai crocifissi
con tutto il tuo pallore disperato,
dov’è il crudo preludio del sole?
e la rosa la vaga profezia?
Dagli orti di marmo
ecco l’agnello flagellato
a brucare scarsa primavera
e illumina i mali dei morti
pasqua ventosa che i mali fa più acuti.
E se è vero che oppresso mi composero
a questo tempo vuoto
per l’esaltazione del domani,
ho tanto desiderato
questa ghirlanda di vento e di sale
queste pendici che lenirono
il mio corpo ferita di cristallo;
ho consumato purissimo pane.
Discrete febbri screpolano la luce
di tutte le pendici della pasqua,
svenano il vino gelido dell’odio;
è mia questa inquieta
Gerusalemme di residue nevi,
il belletto s’accumula nelle
stanze nelle gabbie spalancate
dove grandi uccelli covarono
colori d’uova e di rosei regali,
e il cielo e il mondo è l’indegno sacrario
dei propri lievi silenzi.
Crocifissa ai raggi ultimi è l’ombra
le bocche non sono che sangue
i cuori non sono che neve
le mani sono immagini
inferme della sera
che miti vittime cela nel seno.
Andrea Zanzotto, poeta italiano (Pieve di Soligo 1921 – Conegliano 2011). La poesia di Zanzotto s’inscrive nelle tracce e memorie del suo paese di nascita: “qui non resta che cingersi intorno il paesaggio”, contemplato in Filò. Laureato in lettere a Padova nel 1942, e a lungo insegnante di scuola media, raramente si allontana dal suo altopiano, dalle tracce del “petèl”, mentre la sua cultura, le traduzioni, la saggistica, di ampi orizzonti europei, rendono più vivida la sua “ignarità che brucia pur di estreme sapienze” (Ligonàs, 1998).
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Poesia tratta da: https://www.poesieracconti.it/poesie/a/andrea-zanzotto/elegia-pasquale
Biografia di Andrea Zanzotto da treccani online
Immagini da Wikipedia
Zanzotto talvolta compone versi troppo oscuri, ma in questo caso riesce proprio a trasmettere quel senso di inquietudine legato al periodo pasquale, quello stato d'essere sospeso tra lutto e speranza.
Avevo già proposto questa poesia sul blog anni fa, ma ho voluto riproporla proprio perché, come dici, è particolarmente adatta a rappresentare il venerdì santo. Trovo di particolare bellezza e potenza il verso iniziale "Pasqua ventosa che sali ai crocifissi".