Le acque non hanno parole.
Da tante notti battono
silenziose agli argini
creduti invalicabili.
O liquide mani che frugano
montando implacate
gli spalti della mia vita.
Aspetto il momento del crollo
ultimo.
Allora
tutte le dighe travolte
mi getterò nel tuo
fiume che ha sete
del mio naufragio.
GIOVANNI ANGELO ABBO
Posta clandestina, Ed. di Storia e Letteratura, Roma 1984, p. 107
Giovanni Angelo Abbo (Pontedassio, Imperia, 1911 – Roma 1994) è stato un fine poeta e un diplomatico al servizio della Santa Sede. Ordinato sacerdote, per anni insegna diritto canonico e dottrina sociale della Chiesa all’università cattolica di Washington. Amico di Giuseppe Prezzolini, per anni rimane in stretto contatto epistolare con lo scrittore, fondatore della rivista “La Voce”. Le sue opere sono: Paesi e deserto (1951), Posta clandestina (1984), Motivi per una sinfonia (1987), Parole dipinte (1989).
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Cristina M. Cavaliere
Fonte testo: “Poesie di Dio”, 1999 – Einaudi
Il quadro lo conosco, si dice che uno dei soldati addormentati abbia il volto di Piero della Francesca che ha voluto autoritrarsi all'interno dell'opera.
La poesia ha un tono drammatico, l'immagine dell'acqua che travolge è apparentemente distruttrice, però nel verso finale si percepisce un sentimento di accettazione: accettazione del dolore, o della morte, con serenità e senza più paura.
Secondo me questa immagine è la più bella e potente che io abbia trovato per rappresentare la Resurrezione. Ho cercato un'alternativa inutilmente! Tutte le altre, per quanto magistrali in senso pittorico, finiscono per risultare deboli.
Ti ringrazio molto anche per aver commentato la poesia. Un caro saluto e ancora tanti auguri, ci riaggiorniamo sui nostri blog. 🙂
Bellissima poesia e dipinto meraviglioso, buona Pasqua Cristina
Buona Pasqua anche a te e ai tuoi cari, Giulia! <3
Buona Pasqua, Cristina. Il quadro bellissimo.
Grazie, Marina! Un abbraccio grandissimo. 🤗
Un Cristo di grande carisma e autorevolezza, una poesia molto bella. Tanti auguri e un abbraccio. 🙂
Come scrivevo sopra ad Ariano, questa Resurrezione fa impallidire tutte le altre. Sono contenta che la proposta ti sia piaciuta. Un abbraccio, ci sentiamo presto. 🙂
mi getterò nel tuo
fiume che ha sete
del mio naufragio.
Bellissimo verso di un poeta che non conoscevo. Grazie Cristina, carissimi auguri anche se tardivi.
Arrivare a comporre versi così semplici e nello stesso tempo così potenti è il risultato di un enorme lavoro di scavo interiore. Moltissimi auguri anche a te, Elena cara, i nostri non sono mai tardivi! <3
Mi è capitato di vedere una scena del film "Risorto". Non a lungo, perché racconta anche della Passione di Cristo, che credo sia una storia talmente agghiacciante da non poter essere retta. Quanta violenza. Quanto accanimento. Poi quella resurrezione, gli amici che si stringono a lui. Mentre guardi, sei dibattuta fra la fede e quell'agnosticismo che mi caratterizza da sempre, ma non posso fare a meno di pensare a quanto sia struggente quell'incontro. Perché la sua storia è anche una storia di amicizia. Prima o poi vorrò approfondirla, magari proprio vicino alla Pasqua.
Grazie mille, Luz, sul film ti capisco benissimo. Io non ho mai visto "La passione di Cristo" di Mel Gibson perché so che le scene sono terribili. Pensa che nei miei studi di Storia della Chiesa abbiamo affrontato nel terzo modulo "Vita di Gesù" di Ernest Renan, un testo che quando uscì a fine Ottocento provocò un vero terremoto. L'autore vendette moltissime copie e tuttora è uno dei testi più venduti sulla vita di Gesù. L'autore visse in Palestina a lungo e compì degli studi molto approfonditi sia sui Vangeli che sui luoghi dove visse Gesù. Proprio sul capitolo della resurrezione Renan però si ferma, sottolineando soltanto il dato incontrovertibile che Gesù aveva una capacità tale di farsi amare che la sua presenza era davvero viva nel cuore degli amici. Già questo lo rende un uomo straordinario.