“Cristina Rossi, la commissione, considerato il curriculum degli studi da Lei compiuto e valutata la tesi di laurea, attribuisce alla prova finale la votazione di 110/110 con conferimento della Lode. Per l’autorità conferitami dal Magnifico Rettore la proclamo Dottoressa in Storia.”
Quando ho sentito pronunciare queste parole pronunciate dal presidente di commissione attraverso lo schermo del computer e dopo aver sostenuto la sessione di laurea online, mi sono chiesta: “Ma parla proprio di me? Ma sarà vero?” Ebbene, è tutto magnificamente vero e posso finalmente dire che sono arrivata al termine di questo lungo, impegnativo, faticoso, esaltante e tortuoso percorso e che sono ufficialmente
Ma andiamo con ordine altrimenti potrei perdere la testa, come disse Robespierre un giorno in cui era in vena di battute. Dunque vi parlerò sia dell’argomento scelto e della stesura della tesi, dell’iter burocratico che ancora una volta ha colpito duro e della sessione di laurea vera e propria. Ci sarà come sempre la parte semiseria con cui spero di farvi sorridere. Infatti sono rimasta silente sull’argomento in questi mesi per scaramanzia e perché mi sembrava di remare a bordo di una scialuppa su un mare immerso in una fitta nebbia e senza una bussola per orientarmi.
LA TESI DI LAUREA
L’incontro con il relatore
Siccome tutti suggerivano di non “arrivare all’ultimo momento” con la tesi, ero andata in università a fine ottobre per incontrare il professor Antonino De Francesco, il quale è tra l’altro direttore del Dipartimento di Studi Storici, e uno dei massimi studiosi italiani del giacobinismo e delle rivoluzioni del Settecento, e il cui nome mi era stato fatto da più parti. Appresa la mia intenzione di incentrare la mia tesi triennale su un argomento qualsiasi purché relativo alla rivoluzione francese, mi aveva proposto di lavorare su una serie di lettere scritte da un poeta americano di nome Joel Barlow alla moglie Ruth rimasta a Londra, nell’estate del 1792 – periodo in cui si trovava in Francia. Mi ha chiesto infatti se fossi in grado di leggere sia in inglese sia in francese, cosa che ho confermato. Queste lettere sono state digitalizzate e messe a disposizione del pubblico nell’archivio della Harvard University. Se avessi accettato la proposta, mi avrebbe fornito poi una bibliografia su cui lavorare. Una volta a casa, mi sono collegata al sito, ho letto la prima lettera e mi sono venuti i lacrimoni per l’emozione… già sapevo che sarebbe stata una tesi molto umida! Ecco la prima lettera di Barlow:
Naturalmente ho accettato già travolta dall’entusiasmo e, in attesa di affrontare gli ultimi due esami che mancavano al completamento del mio cursus honorum (Storia dell’Illuminismo e delle Rivoluzioni a fine novembre, Storia dell’Arte Medievale a gennaio), ho cominciato a scaricare e a trascrivere le lettere. Il professore mi aveva detto di concentrarmi sulle quattro-cinque lettere con le vicende politiche della primavera e dell’estate del 1792, ma nel frattempo mi sono talmente appassionata che ho cominciato a scaricare, a trascrivere e a tradurre anche tutte quelle del 1793 e l’unica del 1794 in preda al sacro furore.
I materiali per la tesi
Ho ordinato una biografia in inglese di Joel Barlow dall’Inghilterra, dato che non esiste nessun materiale accademico in lingua italiana, e ho scaricato altri articoli in inglese sul periodo temporale specifico, tramite il sistema bibliotecario collegato con altre biblioteche di tutto il mondo e che mette a disposizione degli iscritti ogni sorta di articolo e libro, sia in forma cartacea che ebook, da usare naturalmente per motivi di studio e ricerca e non per farne mercimonio.
I corsi online
Ho partecipato anche a un paio di corsi online organizzati dalla biblioteca: il primo ci ha insegnato come usare al meglio Jstor (https://www.jstor.org/), una biblioteca digitale statunitense fondata nel 1995. Nata in origine per conservare le digitalizzazioni di numeri passati di periodici accademici, include ora un numero esorbitante di libri, fonti primarie e numeri correnti di periodici, e consente di effettuare ricerche sull’intero testo di più di un migliaio di testate. Il secondo corso verteva su come organizzare il lavoro sulla tesi (“Verso la tesi”). I suggerimenti delle bibliotecarie, cui bisognerebbe fare un monumento per gentilezza e competenza, sono stati preziosissimi, soprattutto per il sistema delle citazioni e su come evitare il plagio.
Chi era Joel Barlow?
Man mano che continuavo ad approfondire, ho scoperto che Joel Barlow era un vero personaggio da romanzo, e non è escluso che un giorno lo utilizzi in qualche libro… insomma, mi sono così affezionata a lui, e lo conosco talmente bene, che lo considero ormai “il mio Joel”.
Pochi invece possedevano una conoscenza di prima mano quanto Barlow sia della rivoluzione americana (1776-1789) cui partecipò in gioventù che della rivoluzione francese (1789-1794). Per diciassette anni, dal 1788 al 1805, egli visse prevalentemente tra Londra e Parigi, viaggiando in modo pressoché instancabile sul continente europeo. Intelligente, ambizioso, dotato di un fascino e un’amabilità che persino i suoi numerosi detrattori gli riconoscevano, questo poeta americano fu catturato dal cataclisma che travolse l’Europa dal 1788 in poi. Il suo ardente repubblicanesimo e le sue simpatie liberali, unite a un occhio molto acuto e teso a cogliere le opportunità offerte dalle circostanze, lo indussero a ritagliarsi un ruolo attivo nella rivoluzione.
Era anche un uomo dalle molte sfaccettature e dalle mille risorse: fu di volta in volta uno speculatore e un agente commerciale nella vendita di territori dell’occidente americano; si accostò ai circoli radicali inglesi e divenne il promotore del movimento riformatore che intendeva importare in Inghilterra la rivoluzione francese e le sue conquiste; gli fu conferita la cittadinanza francese, e divenne propagandista della rivoluzione; e, infine, si trasformò ancora una volta in un uomo d’affari internazionale che colse le opportunità offerte nel tempo della guerra. Altri aspetti di straordinaria modernità e interesse sono l’essere stato un poliglotta e un autentico cittadino del mondo secondo lo spirito Illuminista. Amò in ugual misura la sua patria di origine, gli Stati Uniti, e la Francia rivoluzionaria che lo ricambiò ampiamente e lo adottò.
Contenuto della tesi
Avevo dunque intenzione di ampliare l’ottica, anche se il professore mi aveva detto che stavo scrivendo troppo per una tesi di laurea triennale, e comunque, se volevo sbizzarrirmi, non c’erano preclusioni sulla lunghezza. Dopo queste parole non ho più avuto freni e ho concluso la tesi con ben 120 pagg. al mio attivo… e del resto solo le lettere del 1792, che ho trascritto e tradotto e poste in appendice, ammontano a una quarantina di pagine! La mia tesi si compone di un’Introduzione, quattro capitoli – il Capitolo 3 è dedicato alle lettere e al commento ed analisi delle stesse – e una Conclusione. Ed ecco il risultato:
“Un poeta americano tra due rivoluzioni” Lettere di Joel Barlow a Ruth Baldwin Barlow, 1792 |
L’ITER BUROCRATICO
La burocrazia universitaria: “Lasciate ogni speranza…”
Mentre lavoravo alacremente alla tesi, però, tenevo d’occhio le date utili per le sessioni di laurea, e avevo programmato di consegnare al professore la tesi subito dopo Pasqua per avere un mese e mezzo onde procedere a eventuali integrazioni e correzioni da parte sua. Infatti c’erano tutta una serie di scadenze, alcune delle quali piuttosto sibilline. In linea generale per laurearsi bisognava infatti:
– avere sostenuto tutti gli esami di profitto previsti dall’ultimo piano di studio approvato = FATTO
– aver pagato tutte le tasse dovute compresa la tassa di laurea = FATTO
– aver depositato online la tesi in formato PDF/A = DA FARE
– aver compilato il questionario laureandi obbligatorio = DA FARE
– essere in regola con gli altri adempimenti previsti dal corso di studio, come precisati nelle disposizioni pubblicate sul sito di ateneo. = ???
Sarebbe stato troppo semplice avere tutto quanto in un unico luogo e in maniera ordinata, infatti da un’altra parte c’erano scritte una serie di date per la sessione estiva (prima sessione – appello unico) – a.a. 2021/2022, come segue:
· Periodo esami di laurea: dal 7 luglio 2022
· Presentazione domanda di laurea online: dal 2 maggio al 6 giugno 2022
· Compilazione del questionario laureandi obbligatorio: entro il 16 giugno 2022
· Termine per sostenere gli esami: 15 giugno 2022
· Deposito online tesi (solo ad esami conclusi): dal 2 maggio al 16 giugno 2022
· Proclamazione: 20 e 21 luglio 2022. Il calendario di convocazione sarà reso noto da metà giugno, nella sezione sottostante Calendari di laurea: discussioni e proclamazioni. Il numero di accompagnatori ammessi alla cerimonia dovrà garantire i limiti necessari a consentire il regolare svolgimento della cerimonia e sarà definito e reso noto dopo la scadenza delle domande di laurea.
Avrò fatto tutto giusto?
Approvata la tesi ed eseguite le procedure di cui sopra, a ogni pie’ sospinto continuavo ad accedere alla pagina “Laurearsi” e saltabeccavo poi da una pagina all’altra del sito universitario per confrontare le informazioni, segnare le date, controllare le procedure e sperare di avere fatto tutto corretto. Infatti tu fai la domanda di laurea essenzialmente tramite l’upload della tesi, e ti arriva la ricevuta in automatico, come pure ti arriva la ricevuta in automatico quando paghi la tassa o compili il chilometrico questionario, ma NESSUNO ti manda una mail in casella per rassicurarti che è andato tutto a buon fine e che la tua domanda è stata accettata: sei costretto a rimanere nel tuo limbo immersa appunto nella nebbia e in uno stato di grave incertezza e con mille dubbi. Mi sarebbe seccato aver sbagliato un passaggio ed essere “rimandata a settembre” per un cavillo burocratico.
La laureanda è dispersa in mare, l’orizzonte è nebuloso, senza punti di riferimento o terra in vista. |
Esami online o in presenza?
Nel frattempo mi sono recata a una copisteria davanti all’università perché volevo stampare 6 copie della tesi da regalare ad alcune persone scelte o tenere come ricordo (e ho poi mandato il marito a ritirare le copie perché in quella giornata ero in “modalità rottame ON” in quanto non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto per via dei miei dolori osteoarticolari di cui vi ho parlato qui). Mi ero già portata avanti anche con il negozio per ordinare almeno le bomboniere da regalare con il bigliettino interno e la data di luglio, e in quanto c’era carenza di alcune materie prime. Siccome continuavo a non sapere la data precisa, a un certo punto ho detto alla signora del negozio – sfinita quanto me per l’attesa – che faceva testo il mese e di lasciare soltanto “luglio”.
Il decreto del rettore
Nel frattempo scopro, in un altro anfratto del sito, che c’era stato un decreto del rettore del 22 febbraio 2022 che nella sessione estiva gli esami per le lauree triennali sarebbero stati online, e lì ho cominciato a farmi delle domande esistenziali: perché tutto il mondo affolla concerti, stadi, ristoranti e mezzi pubblici e noi ancora lì a fare gli esami online? Il decreto del rettore non equivale alle Tavole della Legge incise sulla pietra o alla Costituzione, ma qualcosa che si può modificare. Quindi il (da remoto) posto alla fine della frase era giusto, perché gli esami erano TUTTI DA REMOTO.
I calendari di convocazione!!!
Il fatidico giorno ….. consulto per l’ennesima volta la pagina “Laurearsi” e scopro che finalmente sono comparsi i calendari di convocazione per gli esami online, cerco freneticamente il mio cognome con numero di matricola e tiro un sospiro di sollievo nel vedermi inserita il 7 luglio 2022 alle h 16:00-18:00. Però poi la comunicazione non è completa perché mancano i link per accedere a ciascun gruppo virtuale, come invece vedo scritto per i laureandi in Filosofia. Come faccio ad accedere se manca il link? Faccio una seduta spiritica? Chiamo in soccorso il mio animale totemico?
IL GIORNO DELLA SESSIONE DI LAUREA
Prima dell’esame
Per prepararmi all’esame di laurea, mi ero esercitata davanti allo schermo. Intuivo però di avere a disposizione poco tempo, e che non avrei potuto dispiegare in lungo e in largo la mia eloquenza. Prima di parlare del focus della tesi – le lettere – vogliamo non dire qualcosa sulla biografia di Joel Barlow, e altri punti che dalla rivoluzione americana lo raccordano alla Francia rivoluzionaria? Certo che sì, il problema è che il cronometro mi indicava un range di esposizione che variava dalla mezz’ora ai quarantacinque minuti come minimo. Insomma, si rischiava di far notte…
Il giorno dell’esame
Mi vesto tutta elegante con una nuova camicetta e collego con cinque minuti di anticipo, e vedo comparire man mano le sigle dei candidati e i visi dei professori. Il mio relatore ha qualche difficoltà a collegarsi, e partiamo con dieci minuti di ritardo. La prima in ordine sono proprio io, il professore-presidente spiega le regole, ovvero che avremmo dovuto parlare in maniera stringata del nostro elaborato, poi ci avrebbe interrotto facendoci una domanda per poi chiedere ai colleghi se volevano avanzare anche loro delle domande.
Ero la prima, e quindi sono partita lancia in resta come mi ero riproposta, e mentre parlavo mi veniva da ridere perché ero consapevole di parlare come Giovanna Botteri, cioè enfatizzando alcune parole. Gli altri membri della commissione sono a dir poco pietrificati. Resosi probabilmente conto che avrei potuto parlare per ore, il professore mi interrompe e mi chiede di passare direttamente alla “famosa estate del 92”, e “spiegando il lavoro che lei ha fatto sulla trascrizione e traduzione delle lettere.” Obbedisco come Garibaldi, e faccio quindi un salto temporale di non poco conto e balzo in Inghilterra, e poi plano direttamente in Francia. Comincio a commentare le prime due lettere evidenziando la parte politica, che poi è la cosa più interessante, e sto per passare alla successiva e alla lettera del giugno 1792, ripartendo a spron battuto con l’assalto al palazzo delle Tuileries da parte della folla parigina, quando vengo di nuovo interrotta dal professore, che mi dice che secondo lui può bastare, e se gli altri vogliono fare domande. Nessuno mi chiede niente, sembrano tutti ancora pietrificati, quindi mi ritiro disattivando audio e video e rimanendo in ascolto.
e, in quanto agli addetti della segreteria, hanno preso ferie in massa sia per far bisboccia sia per riprendersi da questi cinque anni in cui li ho bombardati senza pietà di mail.
Ebbene, spero di avervi fatto sorridere per un’ultima volta! 🙂 Quali sono le vostre impressioni sull’ultimo atto della mia lunga avventura universitaria?
***
Fotografia di apertura: freepik.com
Congratulazioni e felicitazioni vivissime per il bellissimo traguardo raggiunto.
Ti ringrazio moltissimo, Andrea! Alla mia età è stato un percorso scelto unicamente per passione, ma che mi ha dato enormi soddisfazioni! 🙂
Prima di tutto congratulazioni, d'altronde la materia ti piace tanto quindi me lo aspettavo che saresti riuscita a prendere il massimo.
Riguardo le peripezie propedeutiche alla laurea in chiave burocratica, resto convinto che la frase ironica di Ennio Flaiano sul fatto che in Italia la linea più breve fra due punti è un arabesco, sia tristemente sempre attuale e… non così ironica come sembra.
Ti ringrazio, Ariano, sì, in effetti penso che si "percepisca" quanto io ami la Storia anche da questo blog. 🙂 Però mi sono resa conto che l'università è altra cosa rispetto a delle letture in proprio: ti dà una panoramica completa per ciascuna materia e nello stesso tempo una sorta di carotaggio. Insomma, è come se illuminassero anche delle zone rimaste in ombra, poi naturalmente il processo di conoscenza è potenzialmente infinito.
Per quanto riguarda la burocrazia, faccio mia la frase degli inquisitori medievali: "È uno strumento del demonio"…
Congratulazionissime, cara dottoressa! Anche Barlow, da qualche parte, sarà soddisfatto di te! Mi hanno fatto molto ridere i professori pietrificati!
Non so per quale motivo il commento mi appare come anonimo! ero io!
Ti ringrazio moltissimo! 🙂 Sono sicura che Barlow sia contento di essere ritornato sulla ribalta. 😉 E sono anche contenta di averti fatto ridere. 😀
Avevo comunque intuito che eri tu, Kuku. 😉
Congratulazioni! Deve essere una soddisfazione enorme!
Mille grazie, Marco! Sono davvero emozioni molto forti.
Carissima, ho colto entusiasmo per il compito e la ricerca che ti sono stati assegnati e sollievo per il raggiungimento di una meta che ti libera non tanto di un impegno di studio ( continuerai sicuramente in autonomia le tue ricerche a partire dai tanti spunti che il soggetto della tesi ti ha offerto ) quanto di un apparato burocratico sempre più difficile da capire e sostenere. Sembra che la tecnologia ci renda sempre più indifesi. Complimenti per l'esito brillante e per lo spirito e la tenacia con cui hai affrontato le assurde complicazioni dell'iter nelle sue battute finali
Giacinta ( Il cavallo di Brunilde )
Carissima Giacinta, ti ringrazio di cuore del bellissimo commento. <3 Hai colto i due termini della questione con la consueta acutezza: passione ed entusiasmo per una materia che custodisco nel cuore da molto tempo, e nello stesso tempo sollievo per essermi finalmente sottratta alla pesantezza di un apparato burocratico che complica inutilmente un percorso già impegnativo di suo. Ormai siamo costretti a confrontarci con algoritmi, piattaforme e assistenti virtuali, e non con esseri umani in carne e ossa. Un abbraccio grande.
Sarai anche stata in mezzo alla nebbia, cara Cristina, ma hai guidato la tua scialuppa con una maestria esemplare. Già comunque laurearsi lavorando è un gran bel colpo, ma farlo durante la pandemia è una cosa da brividi, e ti sei meritata pure la lode. Complimentoni di vero cuore.
Diciamo che la storia a te piace proprio tantissimo, avevi già una conoscenza importante, e questo è il succo della questione, ma le cose vanno comunque studiate, comprese, rielaborate. Tocca trovare le energie, il tempo, la voglia, e negli ultimi anni molta gente non ha fatto altro che piegarsi su se stessa e lamentarsi. Vero che quando ti sei iscritta il covid non c’era ancora, ma avresti potuto mollare il colpo, arrenderti o procrastinare, invece no. Sarò molto, moltissimo felice di congratularmi di persona il 21.
Carissima Sandra, grazie per lo splendido commento che mi hai lasciato. "La nebbia agli irti colli piovigginando sale…" recitava la poesia di Carducci, e nell'ultimo tratto mi sono trovata proprio così, persa con gli ultimi arcani burocratici.
L'impegno nello studio di tutti questi anni è stato enorme, e i sacrifici fatti sono stati moltissimi. Poi la pandemia, l'incertezza, l'ansia crescente, gli esami online (che sono stati devastanti per il mio sistema nervoso), insomma, gli ostacoli sono stati innumerevoli e di vario genere… è stata durissima davvero.
Dici bene, in effetti un conto è leggere – e come sai io ho sempre letto tanto – un conto è rimettersi a studiare dopo tanti anni. Infatti al primo esame mi sono detta: "Vediamo come va…" tutt'al più ho buttato via 156 euro di iscrizione. Ricordo che era "Metodi degli studi storici" ed ero agitatissima, invece è andato bene e ho preso il primo 30, sono uscita dall'università che mi veniva da piangere per l'emozione. È stato un percorso anche molto divertente, a tratti addirittura spassoso, specialmente quando ho avuto la possibilità di frequentare i corsi. Infatti all'università hai modo di fare amicizia con persone di tutte le età, giovani e meno giovani: quando si è studenti si è tutti uguali, ci si dà una mano con gli appunti, ci si scambiano informazioni e pettegolezzi sui corsi e sui professori, se sono o meno severi. In una parola, ci si aiuta a vicenda.
Sono proprio contenta se riuscirai a venire, io comunque manderò un messaggio whatsapp un paio di giorni prima come promemoria! 🙂 Un abbraccio e a prestissimo. <3
Non mi meraviglio che siano rimasti pietrificati! Quando mai trovano uno studente così appassionato dell'argomento e della storia in generale? Complimenti ancora, cara Cristina. 🙂
In effetti ieri sono passata in università per lasciare la bomboniera alla gentilissima signora della biblioteca che mi ha consigliato durante la stesura della tesi, e mi ha confermato che in genere gli studenti scrivono il minimo indispensabile per la tesi triennale. Non avrei comunque pensato di arrivare in fondo a questo percorso con il 110 e Lode! :)))
Sei stata bravissima non solo a laurearti cum laude (ma su questo non avevo dubbi vista la tua grande passione per la storia) ma a destreggiarti tra i meandri burocratici dell’Università (mi chiedo anch’io perché fanno tutto in presenza ma le lauree no, mah…almeno la proclamazione sarà in presenza bene). Trovo molto bella anche la tesi su un autore meno conosciuto ai più ma davvero interessante. Complimenti Cristina, aver vissuto le peripezie universitarie, da lavoratrice, tra pandemia e problemi di salute rende il tuo traguardo ammirevole e anche un po’ eroico. Ora goditi gli applausi il 21-7 e dopo una meritata vacanza!
Grazie infinitamente, Giulia! 😘 In effetti più che un percorso di studi per conseguire una laurea a un certo punto mi è sembrato un corso di vera e propria sopravvivenza! 😱 Francamente se avessi avuto la sfera di cristallo, non so se mi sarei iscritta… meglio così che non si riesca a prevedere il futuro. L'assurdità delle lauree triennali a distanza mi ha lasciato senza parole, ma è uno degli arcani universitari.
L'argomento che mi aveva proposto per la tesi mi era piaciuto subito perché molto particolare, Joel Barlow poi era davvero un personaggio incredibile, avremmo tanto da imparare da un uomo con la sua capacità di adattamento e resistenza alle situazioni più critiche della vita.
Ora sto organizzando per il 21-7, il che comunque è un piacere, e poi mi riposo davvero. 😊
Cara Cristina, cinque anni, sembra incredibile come siano passati in fretta. Ricordo quando annunciasti le tue intenzioni di seguire un corso di laurea in questa materia straordinaria, così appassionante. Comincio col dirti che sono passata dal riso alla commozione leggendo il tuo post. La risata la puoi immaginare, la commozione si è affacciata alla fine, quando mi sono immaginata nei tuoi panni dinanzi alla proclamazione. Ci sono momenti nella vita che sanno donarti emozioni intense, ma solo se dietro c'è un lavoro enorme, e quello che hai fatto tu è stato davvero tale. Immagino che la commissione non abbia avuto dubbi riguardo alla lode, perché il tuo percorso è stato brillante senza se e senza ma, e ogni docente ha potuto constatare in ogni esame la tua serietà, professionalità anzi, nell'affrontare ogni passaggio. E ti sei costruita un'abilità, una competenza in più, ma ogni volta mettendoci l'anima. Resto del tutto affascinata da quello che hai saputo fare. Oltretutto anche in mezzo alla tempesta perfetta della pandemia. Questi esami online degli ultimi anni, come questa discussione da remoto, hanno modificato il percorso ma non tolto impegno e passione alle cose, pur dibattendoti nelle mille pastoie burocratiche che, leggo, hanno caratterizzato anche questo ultimo passo importante. Mi chiedo ogni volta come facciano a mancare certi dettagli in atenei importanti, come possano esserci difetti nella comunicazione, ma tant'è. Quello che conta è aver vissuto poi questa esperienza e averla resa vincente. L'argomento mi piace molto, inedito, poco battuto e semisconosciuto anzi. Entrare nell'intimità di missive private significa immergersi in un'epoca e immagino la passione con cui tu abbia studiato ogni riga di quelle lettere. Cristina, sono, io stessa da remoto, felice di saperti felice. Al termine di tutta questa fatica vivrai appieno il meritato riposo, gioirai del tuo alloro. Sono davvero contenta per te. Un abbraccio immenso e ancora congratulazioni. 🙂
Carissima Luz, ti ringrazio del tuo splendido commento. Posso confermarti che sono stati cinque anni vissuti pericolosamente come nel famoso film, con la differenza che là si trattava di un solo anno! Per usare un altro termine di paragone cinematografico, a volte è stato un film d’avventura, altre volte una tragedia, altre volte ancora una commedia. Insomma, posso ben dire di non essermi annoiata un solo istante. Confermo di aver svolto un lavoro gigantesco e con tantissimi sacrifici e, se guardo i tre scaffali e mezzo di libri che ho dovuto studiare, e ripenso a tutte le ansie pre-esame, mi chiedo ancora come abbia potuto arrivare in fondo (oltretutto lavorando). Posso anche dire, senza tema di essere smentita, che nessun esame è stato facile, nemmeno quello in lingua inglese. Potrei stilare una graduatoria nella difficoltà, sia in termini di testi da studiare sia per le modalità dell’esame in sé, e ai primi posti primeggerebbero senz’altro Storia del Cristianesimo Antico, Storia Romana e Storia Medievale, ma sono stati tutti esami ardui dal primo fino all’ultimo.
L’argomento che mi aveva prospettato il professore per la tesi mi è piaciuto subito. Io gli avevo proposto un lavoro sull’iconografia politica, per esempio i grandi quadri di David, ma non era molto nelle sue corde, così ha rilanciato con le lettere di Joel Barlow. Sono stata contentissima di aver lavorato su questo soggetto a pieno ritmo.
Sì, la pandemia ha complicato il tutto in maniera esponenziale, e il Castello di Kafka, come chiamo io l’università, è diventato ancora più tortuoso e labirintico. Per me ogni esame online è stato devastante per il mio sistema nervoso, in primo luogo il fatto che ci fossero centinaia di persone collegate ad ascoltare. Meglio che non ci pensi… La comunicazione universitaria fa acqua da tutte le parti sia nel pubblico che nel privato, peraltro: la signora del negozio di bomboniere mi ha raccontato di uno studente del Politecnico di Milano che ha ricevuto la convocazione all’esame di laurea allo scoccare della mezzanotte del giorno precedente!
Questo mio percorso di laurea triennale mi ha anche confermato che la riforma universitaria con il 3+2 è stata una vera follia. Il numero di esami rispetto a coloro che si sono laureati negli anni ’80 – che so, in Lettere – è rimasto quasi invariato, ma è stato compresso in tre anni anziché in quattro. Per il mio corso di Storia sono 22 esami + la tesi per un totale di 23 (e io comunque calcolo come doppi esami che hanno la parte scritta e orale, come Storia e Web o Letteratura Italiana). In teoria per non andare fuori corso dovresti dare una media di 7 esami all’anno, il che ti porterà sicuramente a un esaurimento nervoso. L’alternativa è provare a dare esami studiando quel tanto che basta, nella speranza di prendere la sufficienza, e so che tanti fanno così… ma in tal modo il percorso di apprendimento non ha nessun senso, viene stravolto completamente il significato dello studio e della conoscenza. E meno male che io non avevo esami-sbarramento, come per esempio in Economia, ma potevo decidere io la successione.
Sono comunque felice e ancora incredula, forse soltanto con la cerimonia di proclamazione me ne renderò conto appieno. 😊 Sarà comunque rinnovata l’emozione fortissima che ho provato attraverso lo schermo del computer. Senza falsa modestia, mi piace pensare a me stessa come al “cavaliere che fece l’impresa”. Un abbraccio grande grande e a presto!