Cristina: Ci sono notizie di una tale brutalità da lasciarci intontiti per giorni, come se avessimo ricevuto un colpo di maglio sulla testa… e, dopo, nulla pare più avere un senso, al di là del credo religioso o la fede in una rinascita. Ho ricevuto una notizia del genere: la mia amica Stella ci ha lasciato il 5 novembre dopo un male terribile che se l’è portata via velocemente.
Clementina: Ricordo molto bene il messaggio vocale col quale mi avvisavi dell’improvvisa morte di Stella, e ricordo altrettanto bene la reazione che ebbi: mi si bloccò il respiro, per l’angoscia che mi procurò la notizia. Devo aggiungere che, in questi ultimi tre anni, a seguito della morte prematura, prima di mia sorella e poi di mio fratello, a distanza di una manciata di mesi l’una dall’altra, fatico a elaborare i lutti delle persone care. E Stella rientrava a pieno titolo fra queste ultime, nonostante ci sentissimo raramente.
Cristina: Infatti in questi mesi l’avevo sentita al telefono, e sapevo che era in cura, ma mai avrei immaginato un decorso così infausto. Stella era un’insegnante, una scrittrice, un’appassionata di arte e bellezza, e soprattutto un’amica. Spesso si dice che a lasciarci in modo prematuro siano le persone “speciali”, ma nel suo caso era proprio così: Stella era – ed è – una persona speciale. Era nata addirittura il giorno di Natale, a riprova di questo fatto incontrovertibile. Una donna minuta come uno scricciolo, di una finezza impareggiabile sia nei lineamenti che nel modo di parlare che nei gesti. Ecco, se cerco con la memoria l’esempio di una donna fine, mi si presenta il viso di Stella.
Clementina: Sono d’accordo con te: anch’io ho sempre pensato a Stella come ad una persona che possedeva “un certo che”, un qualcosa che la faceva notare ed apprezzare ancor prima di conoscerla. Possedeva senza dubbio un fascino particolare: era sensibile, empatica, molto intelligente e al contempo allegra e spiritosa. Si porgeva a tutti con garbo e leggerezza. Ci conoscemmo in occasione di un evento di presentazione dei nostri rispettivi libri. A pelle mi sembrò molto simpatica ed ebbi l’impressione che il sentimento fosse reciproco, tanto che iniziammo subito a conversare affabilmente. Ricordo soprattutto che appena appresi il suo nome mi dissi che sarebbe stato impossibile dimenticarla: Stella era anche il nome della protagonista del mio romanzo! E, per l’appunto, non l’ho mai dimenticata. Infatti, abbiamo avuto modo di ritrovarci virtualmente, con grande gioia, molte e molte volte. Abbiamo persino pubblicato alcuni nostri racconti nella medesima antologia. Era una donna che aveva viaggiato molto – aveva anche vissuto in Cina diversi anni fa – era dunque di larghe vedute. Eppure, aveva lasciato il cuore nella sua città natale e ricordo molto bene quanto fosse felice la volta che mi disse che sarebbe tornata finalmente nella sua amata Firenze!
Cristina: Noi invece ci eravamo conosciute su ilmiolibro.it, una delle prime piattaforme nate per consentire l’autopubblicazione, all’epoca un luogo molto vivace di scambi e commenti, ed eravamo subito entrate in sintonia. Aveva pubblicato un bellissimo romanzo incentrato sul mondo artistico di Sandro Botticelli, Simonetta Vespucci e Filippino Lippi, che era stato poi riproposto da Graphopheel col nuovo titolo “I delitti della primavera – Un serial killer nella Firenze del Rinascimento” di cui avevo parlato in questo blog. Vi riporto anche il testo della quarta per darvi un’idea dell’altissima qualità del romanzo, oltre che dell’intreccio accattivante: “Firenze, 1486: una serie di omicidi sconvolge la vita della città. Le vittime sono donne appartenenti alla ricca borghesia, e lo spietato assassino sembra ispirarsi all’Allegoria della Primavera, capolavoro di Sandro Botticelli e del suo assistente Filippino Lippi. Su ogni cadavere viene trovato un oggetto che rimanda a un dettaglio del quadro: il ramoscello infilato tra le labbra di una ninfa, il mantello rosso che avvolge la Dea, la ghirlanda di fiori che adorna il collo della Primavera… Tra passioni e intrighi Leonardo da Vinci, Amerigo Vespucci, Lorenzo il Magnifico, popolano le pagine di questo romanzo colto e raffinato, in cui si combatte l’eterna guerra tra Amore e Morte.” In un altro articolo sul mio blog avevamo persino immaginato di intervistare i suoi personaggi. Ci eravamo poi incontrate a Fidenza per visitare insieme la città, trovandoci a metà strada, e mi aveva donato una copia del libro per ringraziarmi dell’aiuto che le avevo dato nel commentare la nuova versione.
Clementina: Come autrice, infatti, era raffinatissima, veramente capace di fare la differenza. Basta leggere le sue opere per rendersene conto. Il suo stile la rispecchia perfettamente: è elegantissimo, capace di elevarsi rispetto anche alla pesantezza della realtà, facendo ricorso anche all’ironia sottile; i suoi personaggi sono caratterizzati da un’intelligenza viva e brillante che trasformano anche la penombra in qualcosa di affascinante e lunare.
Cristina: Ricordo che Stella era anche autrice di due deliziosi libri umoristici, a riprova del suo multiforme talento: “Algoritmi di capodanno” e “Io e i miei piedi”, ma non c’è alcun dubbio che la sua corda letteraria migliore risuonava non appena si confrontava con l’arte. Nel 2018 era uscito infatti “Le impressioni di Berthe”, un romanzo ispirato alla vita della pittrice Berthe Morisot, la “maga dell’Impressionismo”. Ecco cosa ci racconta la quarta: “Nel marzo del 1896, a un anno esatto dalla morte di Berthe Morisot, viene organizzata la prima retrospettiva a lei dedicata, con 394 opere tra dipinti e disegni, dal gallerista Durand-Ruel. Per tre giorni gli amici più cari di Berthe, Renoir, Degas, Monet e Mallarmé, affiancati da Julie e da Edma, rispettivamente la figlia e la sorella della pittrice, lavorano senza posa per allestire l’esposizione. Mentre gli artisti discutono animatamente, in disaccordo sulla sistemazione ideale delle opere nelle sale della galleria l’attenzione di Julie viene attratta da alcuni quadri; rivive cosi la storia professionale e personale di Berthe, a cominciare dal suo primo incontro col grande artista.” Stella non si limitava a scrivere, dipingeva con la scrittura, al punto tale che, attraverso le pagine, entravi nei quadri e ti immedesimavi nella vita degli artisti. E la cosa straordinaria è che, un ambiente molto spesso invidioso, fasullo e arrivista come quello delle persone che si dilettano nella scrittura – autori affermati o meno – non ho mai avvertito in lei la minima traccia di tali aspetti negativi. Quando ancora non abitava a Firenze, una volta aveva preso addirittura un treno per venire alla presentazione di un mio romanzo a Roma, sobbarcandosi un lungo viaggio perché non voleva mancare. Ripeto, era una persona unica. Quando penso a lei mi si stringe il cuore, e anche nello scrivere questo post riesco a stento a trattenere le lacrime.
Clementina: Stella, cara amica, questa malattia ti ha strappato a noi tutti davvero troppo presto! Se è vero che esiste una continuità, in qualche modo ci ritroveremo e ci abbracceremo ancora.
Cristina: Sì, e io auguro alla mia Stella di godere appieno della Luce e della Bellezza divine. Sono sicura che c’è un paradiso e che lei è già lì, ma, anche se non ci fosse, ne creerebbero uno come lo desidera. Ciao, amica mia, ti lascio dedicandoti questa poesia di Cesare Pavese che spero aumenterà il tuo grado di felicità. Arrivederci a presto.
Cristina e Clementina
L’amico che dorme
Che diremo stanotte all’amico che dorme?
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce.
Guarderemo l’amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.
La notte avrà il volto
dell’antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo.
Il remoto silenzio soffrirà come un’anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.
Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell’ansia dell’alba,
che verrà d’improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio.
L’inutile luce svelerà il volto assorto del giorno.
Gli istanti taceranno.
E le cose parleranno sommesso.
Ho letto la notizia su Facebook e sono di corsa venuta a leggere il vostro articolo. Non conoscevo questa donna incredibile, ma attraverso le vostre parole è passata tutta la sua straordinarietà. Capisco la vostra incredulità e il dolore che un evento così definitivo come la morte provoca in ogni animo sensibile. Mi unisco al dispiacere per la perdita di una così bella persona, pur non conoscendola, e provo a immaginarla anch’io nel luogo in cui credo: il Paradiso.
Marina
L'avevo sentita al telefono a settembre, come scrivevo nell'articolo e, oltre all'amicizia e alla stima che provavamo reciprocamente, Stella era anche una nostra coetanea. Ho passato il fine settimana della notizia a piangere. Provo un grande senso di vuoto, ma sono sicura che lei sta finalmente bene, e gode di un grande abbraccio di Luce e Bellezza. Perché lei andava sempre verso la luce, anche e soprattutto attraverso l'arte, e una persona del genere non può "perdersi".
Grazie mille, Marina. L'amore di Stella per l'arte lasciava trasparire una sensibilità decisamente acuta che non poteva che essere accompagnata da una spiritualità altrettanto elevata.
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E' stato bello, per me che la conoscevo soltanto di nome, sapere qualcosa di lei attraverso il vostro articolo. La voce della vostra amicizia l'ha sicuramente raggiunta dove si trova ora.
Anch'io sono sicura che Stella riceve ogni cosa dalla terra – affetto, ricordi, amore. Sono anche sicura che i suoi romanzi ti piacerebbero molto, Grazia.
Gradisco molto il tuo pensiero, Grazia. Stella era davvero una bella persona, intelligente, forte e allo stesso tempo delicatissima. Meritava l'affetto di tutti.
Mi spiace tanto, perdere amici cari in modo inatteso è un'esperienza dolorosa. Condoglianze a voi e ai famigliari della vostra amica.
In effetti si è più preparati quando si tratta di patologie molto lunghe, anche se in questo caso fa male vedere la persona soffrire per troppo tempo. Mio padre se ne andò nel giro di due mesi.
Grazie di cuore, Ariano. Di fronte alla morte di una persona cara ci si ritrova sempre impreparati, purtroppo.
Mi ha turbato molto. Non ho mai avuto il piacere di scambiare qualche parola con lei, almeno credo, ma la ricordo in qualche commento al tuo blog, quando emergeva tutta la sua intelligenza e cultura. Che peccato. Peccato anche non averla conosciuta.
Avevo scritto degli articoli per lei sul blog, soprattutto quando era uscito il suo romanzo su Botticelli che ho prestato a molte persone e che considero straordinario.
Non riesco ancora a credere che Stella non ci sia più…
Grazie infinite, Luana. Sono sicura che Stella sarebbe piaciuta tanto anche a te. Era una donna dalle idee molto chiare, un carattere deciso, una personalità brillante e un animo molto puro!
Non conoscevo Stella, ma questa notizia mi colpisce molto perché si tratta di una persona che sento vicina per età e per la comune passione per la scrittura, immagino non sia affatto facile per voi Cristina e Clementina che la conoscevate di persona. Purtroppo la morte ci viaggia accanto (ho appena scritto un post sul tema per un altro evento) e colpisce quando meno te lo aspetti. Ognuno di noi pensa di avere un tempo indefinito davanti a sé, invece questo tempo può finire all’improvviso e non possiamo farci nulla, solo celebrare il ricordo delle persone care che sono andate via troppo presto, come hai fatto tu Cristina con questo articolo. Un abbraccio
Penso che sia impossibile non venire colpiti da un fatto del genere, in primo luogo perché legato a una persona cara e poi per la velocità con cui Stella ci ha lasciato. Conosco delle persone che si sono ammalate di malattie definite una volta “incurabili”, ma ne sono uscite più che bene dato che la scienza ha fatto enormi progressi. Nel suo caso evidentemente non è bastato.
Hai ragione, la morte è sempre qui con noi, e ti rendi conto anche del tempo che passa quando si aprono dei vuoti improvvisi tra le tue conoscenze e amicizie. Come sai, in questi anni terribili ho riflettuto molto sulla morte e su ciò che lasciamo dopo di noi. Un abbraccio anche a te, cara Giulia, dopo vado a leggere il tuo post.
Sono ancora affranta e incredula per questa perdita. Le sue opere letterarie sono straordinarie e raffinate come la sua intelligenza, e meriterebbero un successo molto più grande di quello già notevole che hanno avuto. Restano anche dopo di lei. Mi auguro di cuore che arrivino lontano, nelle mani di qualcuno importante che possa comprenderne il valore e dare loro il giusto riconoscimento. Lei lo merita tutto.
Stella meriterebbe certamente di essere conosciuta e apprezzata di più, in mezzo al ciarpame che viene pubblicato e spacciato per capolavoro sul mercato editoriale. Anzi, ho sempre pensato che “I delitti della primavera” sarebbe un bellissimo film. Come scrivevo sopra a Giulia, di recente ho riflettuto molto sulla morte, e sull’eredità che lasciamo, che è principalmente immateriale: la cura dei propri cari e l’attenzione per il prossimo, gesti di gentilezza, scritti di valore… proprio come ciò che ha lasciato lei.
Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno voluto leggere il post, condividerlo e commentare. Terremo viva la memoria di Stella tramite le pagine dei suoi romanzi e il ricordo della sua bella persona che, ne sono sicura, continua a vivere in un luogo splendido chiamato paradiso.