Rieccomi con il mio contributo a proposito delle letture dello scorso anno, come da migliore tradizione! Non ho letto un numero spropositato di libri, ma mi sono riassestata su un quantitativo più che degno dopo il tracollo dello scorso anno, li ho letti senza fretta e soprattutto ho recuperato la voglia di leggerne altri. Alcune letture si sono rivelate particolarmente succulente, altre vere e proprie sorprese.

Ho letto in tutto 38 libri, per cui, se la matematica non è un’opinione, suddivido l’argomento in due parti con 19 libri ciascuna (e la seconda e ultima si concluderà con le mie preferenze). Di ogni opera potrete leggere il genere, la quarta di copertina in modo da farvi un’idea più precisa, e una breve opinione da parte mia. Dalle informazioni potrete subito valutare se il libro potrebbe interessarvi, e quindi leggere oppure saltare a pie’ pari il tomo in questione.

 

Introduce questa prima parte “L’Arlesiana” di Vincent van Gogh, dipinto del 1888 che raffigura una donna con alcuni libri aperti sul tavolo.

 

1. Il re e il suo giullare: L’autobiografia di Enrico VIII annotata dal buffone di corte Will Somers di Margaret George – ROMANZO STORICO

Uomo dispotico e gaudente, rozzo e smodato negli appetiti, inarrivabile nelle ambizioni come nelle bassezze: questo è il ritratto convenzionale che abbiamo di Enrico VIII. Ma chi fu veramente questo sovrano che fu sul trono d’Inghilterra e d’Irlanda dal 1509 al 1547? A gettare luce su questo gigante della storia, questo re che ebbe sei mogli, delle quali due mandò a morte e tre ripudiò, che promosse lo scisma anglicano e si proclamò capo della Chiesa inglese, che fece giustiziare senza esitazioni Tommaso Moro, giunge ora questo romanzo imponente: dilagante autobiografia – immaginaria, sì, ma saldamente documentata – contrappuntata dalle annotazioni del buffone di corte. Un poderoso romanzo storico, un’inarrestabile epopea, un magistrale «romanzo dal vero» sul più famoso monarca d’Inghilterra e sulla vita di corte del XVI secolo.

MAESTOSO. Un miracolo di romanzo dove Enrico ci racconta la “sua” verità e ci offre una disamina della sua vita lontanissima dallo stereotipo cui la Storia lo ha inchiodato. Il romanzo non è soltanto l’autoritratto di un uomo che si trovò per caso, e senza essere preparato, nel ruolo di re. È anche uno splendido affresco dell’Inghilterra cinquecentesca dove l’autrice ci fa toccare con mano suoni, odori, visioni, e dove si sente tutta la forza di una documentazione storica accuratissima. Mai un momento di stanchezza in ben 960 pagine.

 

2. Ho scelto la vita di Liliana Segre – DISCORSO

A novant’anni Liliana Segre, superstite della Shoah e senatrice a vita, decide di interrompere il trentennale impegno di testimonianza davanti a migliaia di ragazzi, in centinaia di scuole. Lo fa con un ultimo, indimenticabile discorso pubblico il 9 ottobre 2020 a Rondine (Arezzo). Un ideale passaggio di testimone alle nuove generazioni, un documento per preservare la memoria di ciò che è stato, raccontato dalla voce di chi l’ha vissuto. E, insieme, un messaggio di incoraggiamento e speranza, di altissimo valore civile, per i giovani e per tutti. Il testo, in cui Liliana Segre ripercorre la sua tragica esperienza, dalle leggi razziali del 1938 alla deportazione ad Auschwitz-Birkenau, è raccolto integralmente in questo libro. Nel volume anche altre parole, immagini, ricordi della senatrice, dal lager fino a oggi, con proposte di approfondimento e un percorso cronologico. Per non dimenticare. E perché la storia non si ripeta né oggi né mai.

IMPERDIBILE. La lucida e pacata testimonianza storica di Liliana Segre che tutti dovrebbero leggere, per affrontare fantasmi che ricominciano a circolare nel mondo contemporaneo e non prendere sottogamba situazioni che dovrebbero costituire un campanello d’allarme. Essenziale è coinvolgere le giovani generazioni, proprio perché la scomparsa di coloro che vissero la Shoah non dissolva il ricordo di eventi che definire drammatici sarebbe riduttivo. Ne avevo parlato anche nel mio articolo sul Memoriale della Shoah a Milano, che potete trovare qui.

 

3. Letteratura italiana vol. 1 e vol. 2 – Dalle origini a metà Cinquecento di Giancarlo Alfano, Paola Italia, Emilio Russo e Franco Tomasi / 4. Letteratura italiana – Da Tasso a fine Ottocento di Giancarlo Alfano, Paola Italia, Emilio Russo e Franco Tomasi – ANTOLOGIE PER L’UNIVERSITÀ

I due volumi propongono un racconto della storia della letteratura italiana, dalle sue Origini fino alla fine dell’Ottocento, attraverso la selezione di autori e questioni fondamentali. Articolato in dieci sezioni, il manuale si propone come uno strumento mirato agli studi universitari; offre dunque una trattazione avanzata dei momenti principali della tradizione letteraria, intrecciando in modo equilibrato la discussione storica con una lettura approfondita dei testi più rappresentativi. Uno spazio significativo è infine riservato ai classici maggiori, presentati e commentati in capitoli autonomi (8 nel primo volume, 10 nel secondo), e individuati come testi decisivi per il definirsi di un’identità culturale italiana.

ESAURIENTE. Ho acquistato ex-novo queste due antologie, dato che le mie “Belle Lettere” del liceo linguistico appartenevano ai “tempi che Berta filava”. 🙂 Costicchiano, ma è stato un ottimo investimento in rapporto ai contenuti e al numero di pagine, dato che sono quei libri che rimangono sullo scaffale. Altrettanto non posso dire della dispensa obbligatoria con i brani presi in esame durante il corso: un vero e proprio FURTO da 16 euro, con materiale fotocopiato da altre letterature, malissimo impaginato e con poco spazio per scrivere le note.

 

5. Cigni selvatici – Tre figlie della Cina di Jung Chang – ROMANZO AUTOBIOGRAFICO

Questa è la storia di tre figlie della Cina. Tre donne: Jung Chang, sua madre e sua nonna. Nella loro vita si rispecchiano le vicende tumultuose della Cina del ventesimo secolo: un’epoca di rivoluzione e tragedia, di rinnovamento e catarsi, ripercorsa attraverso lo stupefacente comporsi di un grande affresco famigliare. Alla nascita della nonna di Jung Chang, nel 1909, la Cina è una società feudale: alle donne si fasciano i piedi per impedirne la crescita e a quindici anni si può essere cedute come concubine a un «signore della guerra» per ritrovarsi poi abbandonate, vittime della malvagità dei suoi servi. Un destino atroce, al quale la donna riesce a sottrarsi quando, nel 1932, fugge insieme con la figlia. E un mondo diverso attende la madre di Jung Chang che, cresciuta sotto l’occupazione giapponese e poi russa, allo scoppio della guerra civile tra i comunisti e il Kuomintang di Chiang Kai-shek entra a far parte del movimento clandestino, diventando un’eroina della rivoluzione e incarnando la figura della donna cinese emancipata, al cui fianco può stare soltanto un uomo pari a lei per ideali e impegno. I genitori di Jung Chang, diventati alti funzionari del regime di Mao, offrono dunque alla figlia un mondo di privilegi in cui però solo i fedelissimi possono sopravvivere. E Jung Chang, dopo essere stata «guardia rossa», matura la sua opposizione al sistema: i suoi genitori vengono reclusi, suo padre viene dichiarato insano di mente e lasciato morire, lei stessa – esiliata ai piedi dell’Himalaya – è costretta a lavorare come contadina e come «medico scalzo», sino a quando, nel 1978, non si presenterà l’occasione di lasciare il paese per l’ospitale Gran Bretagna.

SCONVOLGENTE. Una mia collega che, tra l’altro, stava facendo un corso di cinese aveva letto questo romanzo uscito nel 1991, me lo aveva segnalato. Devo dire che sono rimasta impressionata dal racconto delle vicissitudini di tre generazioni di donne coraggiose. Allo stesso tempo, è il racconto del martirio collettivo di un popolo, che subisce una vera e propria trasformazione antropologica attraverso sconvolgimenti economici, sociali e politici molto rapidi. Servendosi di una prosa molto semplice e lucida, e senza emettere condanne, l’autrice riesce a far trapelare tutto l’affetto che prova per la sua famiglia, e lo sgomento per una realtà a volte persino troppo orribile per essere immaginata.

 

6. Le grandi opere del pensiero politico di Jean-Jacques Chevallier – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

La prima edizione francese di questo libro apparve nel 1949. Invece di costruire un panorama storico, Chevallier ha voluto offrire al lettore una sorta di galleria di ritratti. Sono sedici i testi prescelti da Chevallier per coprire l’arco temporale che va dalla stagione dell’assolutismo (Machiavelli, Bodin, Hobbes, Bossuet) al pensiero che vi si oppone e prepara la rivoluzione (Locke, Montesquieu, Rousseau, Sieyès), all’età postrivoluzionaria (Burke, Fichte, Tocqueville), per chiudere con le due opposte vie che hanno segnato la vicenda politica dell’ultimo secolo, il socialismo e il nazionalismo (Marx Engels, Maurras, Sorel, Lenin, Hitler).

AVVINCENTE. Come vi raccontavo nel resoconto del mio esame di Storia delle Dottrine Politiche, che potete trovare qui, il corso è stato bellissimo. Questo testo specifico era il vero e proprio manuale e costituisce una serie di ritratti dei più eminenti autori e delle loro opere politiche. Come ho più volte ribadito, non si capisce nulla di un pensiero se non lo si esamina in rapporto all’epoca, come il concetto dell’assolutismo regio il cui ripescaggio ora sarebbe, com’è ovvio, ridicolo e anacronistico… a parte certi politici fiorentini che credono di essere il re Sole ;). La prosa dell’autore è molto vivace e ti fa appassionare a una materia che potrebbe risultare abbastanza ostica. Un esempio per tutti, quando presenta Niccolò Machiavelli e il suo “Il Principe”, spiega l’autore e l’opera, ma propone anche una domanda: qual è il vero amore che alberga nel cuore di Machiavelli?

 

7. Le regine di Gerusalemme di Cristina M. Cavaliere – ROMANZO STORICO

Marrakech, 1109. Nel palazzo del sovrano almoravide, lo schiavo cristiano Francesco ha la visione ditre donne, riflesse nell’ametista del suo anello, e di un’infinità di croci contro il cielo azzurro. È la Città Santa di Gerusalemme. La spirale del tempo si riavvolge su se stessa. Una regina innamorata attende il ritorno di un cavaliere, leggende di sante e streghe balenano dallo specchio di una donna morta e una fanciulla siciliana, ricamando una triscele, si prepara al viaggio oltremare. Nelle nuove avventure che attendono i protagonisti del ciclo La Colomba e i Leoni, i Saint-Omer padre e figlio entreranno nel cerchio di fuoco dell’eros, poiché “Forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione.” Ma l’amore e i ricordi del passato non saranno gli unici pericoli da affrontare. Presenze demoniache si nascondono nelle profondità del Tempio di Salomone, impazienti di liberarsi dalle loro antiche catene, e uccidere.

Ovviamente non mi autorecensisco, perché sono l’autrice di questo romanzo. 😉 Forse vi chiederete come mai io abbia inserito un mio romanzo tra le letture, ma l’ho fatto perché… si è trattato comunque di una rilettura che mi serviva per poter iniziare la revisione del seguito (“Il Tempio di Salomone”) e mi sembrava giusto inserirla.

 

8. Vita di Vittorio Alfieri – AUTOBIOGRAFIA, TESTO PER L’UNIVERSITÀ

Scrivere un’autobiografia a poco più di quarant’anni può sembrare prematuro: ma non quando si ha avuto il destino di vivere negli anni e con l’intensità di Vittorio Alfieri. Iniziata dopo che Alfieri aveva portato a compimento l’esperienza delle tragedie e vissuto la delusione della degenerazione della rivoluzione francese, la Vita è molti libri in uno. Si alternano i ricordi dell’infanzia e le avventure della maturità, gli amori e gli entusiasmi letterari, la riflessione politica e quella poetica, sino a trasformare quest’opera nell’unico, autentico romanzo del nostro Settecento.

SORPRENDENTE. La vera scoperta dell’anno scorso, che ho recensito con abbondanza in questo post dal titolo “Una rosa di maggio, e un alfiere.” Com’era prevedibile, sono stata contenta che la docente abbia scelto questo testo da portare per il Modulo C, dato che tratta del periodo di fine Settecento, ma la goduria è andata oltre le mie più rosee previsioni. Intanto lui è davvero un personaggio da romanzo, e lo interpreta in maniera teatrale e magistrale, e poi è l’incarnazione del nobile settecentesco sempre in viaggio per l’Italia e l’Europa. A proposito, di recente ho visto una bellissima mostra a Milano dal titolo “Grand Tour. Sogno d’Italia tra Venezia e Pompei”: qui il link e mostra assolutamente da visitare se vi capita di passare a Milano entro il 27 marzo.

9. Alfieri di Gabriella Fenocchio – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

Pensata come complemento della “Storia della letteratura italiana” (6 voll., 2005), questa serie di
“Profili” ne ripropone la formula introduttiva. Collocandolo nel quadro storico e sociale della sua epoca, ogni volume presenta uno dei grandi autori della tradizione letteraria italiana, ne discute criticamente le opere e ne illustra la poetica.

PER TUTTI I FAN DI VITTORIO. Essendomi così appassionata alle vicende alfieriane, ho comprato e letto anche questo libro che era per i “non frequentanti”. A parte ritrovare le informazioni sulla vita e le opere di Vittorio Alfieri, è stata parecchio utile per approfondire le sue tragedie, e la loro composizione, e ho avuto la riprova che era davvero un autore moderno per la profondità quasi psicanalitica con cui faceva esprimere i suoi personaggi e la loro interiorità.

 

 

10. Robespierre di Jean-Clement Martin – BIOGRAFIA

L’autore ci accompagna lungo l’evoluzione dell’uomo, nel rapporto con i suoi pari e i suoi rivali: un’infanzia difficile, un’adolescenza dedita allo studio, la precoce scalata sociale, mondana e letteraria. Attraverso le molteplici e successive prese di posizione politica, emerge l’antagonismo con i vari Danton, Marat, Sant-Just, che gli impedì di esercitare una qualsiasi magistratura suprema. Quando infine sembrò accedervi, venne giudicato e condannato come criminale dai suoi colleghi, il 9 Termidoro 1794. Come sappiamo, nessuna strada di Parigi porta il nome di Robespierre, passato alla storia come l’archetipo del mostro. Una reputazione costruita ad arte dai termidoriani, che si affrancarono così dal loro ruolo nella violenza di Stato. Il 10 e l’11 Termidoro videro l’esecuzione di Robespierre, Couthon, Saint-Just e circa altri 100 personaggi, denunciando l’Incorruttibile come il solo responsabile del Terrore. Un’accusa che ha riscritto la storia della rivoluzione e che è ancora la versione dei fatti più accreditata. L’autore smonta i miti e la leggenda che circondano il personaggio, per ritrovare l’uomo. Una ricostruzione senza faglie, un libro che restituisce a Robespierre l’immagine dell’eminente uomo politico.

OSTICO. Questa biografia mi era stata vivamente consigliata dai professori subito dopo l’esame di Storia e Web, che si componeva di una parte orale e di una parte scritta, quest’ultima sotto forma di un articolo accademico piuttosto tecnico in rapporto al web. L’argomento era a piacere, e mi sono catapultata a scegliere “iddu”, l’Incorruttibile. Robespierre e il web mi avevano fruttato un bel 30 e lode. Tornando al libro, ammetto di averlo letto con parecchia difficoltà: a parte la decostruzione dell’immagine del mostro, su cui sono del tutto d’accordo, l’autore si concentra quasi esclusivamente sulla parte politica con un’analisi molto minuziosa di giornate quasi minuto per minuto, interventi all’Assemblea o alla Convenzione, posizioni politiche. Insomma, nonostante tutto il mio amore per la rivoluzione francese, l’ho trovato di lettura molto difficoltosa.

 

11. Il diavolo al Pontelungo di Riccardo Bacchelli – ROMANZO

Nelle pagine ironiche e avventurose del “Diavolo al Pontelungo”, Riccardo Bacchelli rievoca volti e personaggi (il gigante Bakunin, il pallido Cafiero, lo spavaldo Andrea Costa) e racconta sogni e utopie che guidarono il fallito tentativo di una donchisciottesca insurrezione anarchico-socialista che si sarebbe dovuta tenere a Bologna l’8 agosto del 1874. Restituisce così ai lettori, tra la Baronata di Locarno e la città dello Studio, una vicenda dimenticata, una rivoluzione mancata ma feconda di frutti.

SPASSOSO. Avevo sempre sentito nominare questo romanzo di Bacchelli, autore di Il Mulino del Po, e lo aveva poi nominato il docente di Storia delle Dottrine Politiche. Ho ho scoperto di averlo in casa, e pronto per essere avviato alla biblioteca tra i 300 libri da regalare, e l’ho ripescato. Ho trovato la prosa di Bacchelli piuttosto involuta in alcuni punti, ma la storia è molto godibile e a tratti addirittura spassosa. La prima parte narra l’acquisto di una villa a Locarno da parte dell’anarchico Cafiero, venuto in possesso di una cospicua eredità e pronto a metterla a disposizione al servizio della causa. La villa sarà la base operativa dove alloggiare il maestro Bakunin, la moglie, e gli anarchici di tutta Europa. Il problema è che sarà un pessimo affare, e gli ingenui idealisti vengono imbrogliati dai contadini che si occupano della tenuta, e anche dai finti anarchici che confluiscono sul posto alla ricerca di vitto e alloggio gratis. La seconda parte si concentra invece a Bologna e nella zona limitrofa, dove Bakunin cerca di fomentare un’insurrezione senza riuscirci.

 

12. La libertà degli uguali di Michail Bakunin – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

Agitatore instancabile, attivo protagonista delle innumerevoli rivolte che scuotono da un capo all’altro l’Europa del suo tempo, Bakunin (1814-1876) appare come il perfetto prototipo del rivoluzionario ottocentesco. Ma non è stato solo questo: è stato anche un acuto pensatore, ancor oggi capace di parlare alla sensibilità contemporanea. Questa scelta antologica propone alcuni testi decisivi per la formazione del socialismo libertario, testi che ci restituiscono tutta la sua attualità, a partire dalla critica del mito della scienza, fatta in pieno positivismo, per arrivare all’innovativa proposta di un’educazione integrale che combini lavoro intellettuale e lavoro manuale o alle straordinarie anticipazioni sull’avvento di una nuova classe – gli emergenti ceti tecno-burocratici – implicito tanto negli sviluppi del capitalismo manageriale quanto nelle tesi marxiste sulla «dittatura del proletariato».

 

ATTUALISSIMO. Di Bakunin esiste un celebre aneddoto, ovvero una classifica delle sue vicende autobiografiche da lui stilata durante una cena con amici. Secondo l’agitatore russo, ci sono sette cose che rendono gli uomini felici: 1. Morire lottando per la libertà (e Bakunin possiede quella che definisce “una vocazione alla rivolta” e immola tutta la sua esistenza per la libertà, patendo il carcere, i lavori forzati in Siberia). 2. L’amore e l’amicizia. 3. L’arte, la scienza e la cultura. 4. Fumare. 5. Bere. 6. Mangiare. 7. Dormire. Il libro costituisce un estratto dal pensiero di Bakunin, e viene suddiviso per argomento. Il suo pensiero è piuttosto complesso e anche contraddittorio, ma pieno di spunti di riflessione validi anche al giorno d’oggi. Particolarmente toccante è lo sguardo  ricco di umanità e vera pietas che quest’uomo rivolge agli umili e in special modo ai contadini, coloro che sono in fondo alla scala sociale e che invece Marx definisce con disprezzo “proletariato straccione” o “sottoproletariato”.

 

13. Manifesto del partito comunista di Karl Marx e Friedrich Engels – OPERA POLITICA – TESTO PER L’UNIVERSITÀ

«Un testo formidabile che sa alternare toni apocalittici e ironia, slogan efficaci e spiegazioni chiare, un capolavoro di oratoria politica». (U. Eco). Abbattimento della borghesia, dominio del proletariato, sovvertimento della vecchia società fondata sul conflitto di classe, istituzione di una nuova società senza classi né proprietà privata: questi gli obiettivi del pensiero politico di Marx ed Engels, che diedero vita, nel 1848, al «Manifesto del partito comunista». Un testo che ebbe vicende burrascose, più volte censurato, più volte ripubblicato, e sicuramente uno degli scritti politici più influenti dei nostri tempi.

PIETRA MILIARE. Un altro testo che avevo in casa e che avevo in mente di leggere da tempo, anche in questo caso ho colto l’occasione al volto per studiarlo e portarlo all’esame per la parte monografica. Beh, che dire? Un altro libro imperdibile, al di là degli orientamenti politici che si possano avere, serrato nell’esposizione. Proprio la semplicità e la chiarezza furono uno dei fattori che determinarono la rapida diffusione e fortuna del testo. Tengo a specificare che tra Marx e Bakunin non correvano buoni rapporti, e che ci fu un famoso scambio di insulti dove Marx diede a Bakunin dell’asino, ma l’anarchico bollò Marx di un epiteto davvero ingiurioso: “Borghese.”

 

14. La teoria delle forme di governo nella storia del pensiero politico di Norberto Bobbio – RACCOLTA DISPENSE PER L’UNIVERSITÀ

Norberto Bobbio fu filosofo del diritto e storico della cultura italiano (Torino 1909 – ivi 2004). Nell’ambito della teoria generale del diritto si è impegnato in una ricostruzione e in un ripensamento del giusnaturalismo e del positivismo (Giusnaturalismo e positivismo giuridico, 1965). Nel campo degli studi politici, è stato autore di fondamentali saggi sui classici moderni (Da Hobbes a Marx, 1965) e sugli elitisti italiani (Saggi sulla scienza politica in Italia, 1969); è tornato più volte sul rapporto tra politica e cultura (Politica e cultura, 1955) e sulla democrazia (Il futuro della democrazia, 1984). La sua riflessione è ispirata all’esigenza di coniugare le istanze della libertà individuale con quelle dell’eguaglianza sociale (liberal-socialismo). Nel 1984 fu nominato senatore a vita.

CHIARISSIMO (PROFESSORE). Ecco un testo di dispense dattiloscritte “vecchia maniera” sul corso che teneva il professor Bobbio, che dimostra che quando il contenuto è valido poco ce ne cale dei fiocchetti alla confezione. Sembra infatti di essere all’università ad ascoltare Bobbio che ci parla di argomenti tanto difficili con la sua voce pacata, quasi prevenendo domande e dubbi degli studenti.

15. Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos – ROMANZO EPISTOLARE

Considerato il più grande romanzo epistolare della letteratura francese, Le relazioni pericolose (1782) è ambientato nella Parigi del Settecento, dove la Marchesa de Merteuil, falsa e devota, abbandonata dall’amante, Gercourt, decide di vendicarsi disonorandolo. A questo scopo conquista la complicità del Visconte di Valmont, suo ex amante e noto seduttore senza scrupoli. Valmont accetta la sfida e decide di sedurre la giovane Cécile, promessa sposa di Gercourt. Inizia così lo scambio epistolare (175 lettere) che mette in scena la rete diabolica elaborata da Valmont e dalla Marchesa di Merteuil, tessuta in cinque mesi di progetti, manovre, sotterfugi, confessioni, elaborate ipocrisie, colpi di scena e complicatissimi intrighi. Nella rappresentazione dei due protagonisti principali, tutti presi dalla loro volontà di autoaffermazione, Laclos ritrae in modo del tutto originale il quadro realistico di una società moralmente dissoluta e crudele, ormai in discesa libera verso l’autodistruzione nel momento in cui elabora l’idea del massimo potere e del completo piacere, del dominio incontrastato e ottenuto con ogni mezzo, e a ogni prezzo.

IRRINUNCIABILE. Ho voluto rileggere questo libro perché non riuscivo a trovare un romanzo storico di mio gradimento e della mia rilettura ho parlato in questo post. “Le relazioni pericolose” è un capolavoro narrativo, oltre che uno spaccato impietoso della società nobiliare dell’epoca e dell’esercizio del libertinaggio inteso non soltanto come piacere dei sensi ma anche come forma di potere, pianificata a tavolino in maniera fredda e cerebrale. Nel post parlo anche delle fortunate riduzioni cinematografiche che ne sono state tratte.


16. La bambinaia francese di Bianca Pitzorno – ROMANZO STORICO

Parigi, 1832. In una gelida sera d’inverno, la giovane Sophie sviene per la fame in casa della étoile dell’Opéra Céline Varens, dove si è recata per una consegna di biancheria. È l’inizio di una singolare amicizia tra la ballerina e l’orfana, che grazie a Céline frequenterà la scuola tenuta da un vecchio aristocratico, ammiratore dell’Illuminismo e della Rivoluzione, che tutti chiamano il Cittadino Marchese. Insieme a Toussaint, un giovane schiavo nero orginario delle colonie, Sophie affronterà ogni sorta di pericolose avventure, in Francia e in Inghilterra, per salvare la ballerina dai suoi persecutori e la piccola Adèle, sua figlia, dagli inquietanti misteri di una cupa dimora inglese chiamata Thornfield Hall.

INCANTEVOLE. Questo romanzo era stato recensito da Luana Petrucci del blog “Io, la letteratura e Chaplin”, e ne avevo parlato a mia volta nell’articolo “Avvincenti scoperte, tra classici e riletture” che potete trovare qui se volete approfondire.

 

 

17. Pensieri sulla democrazia in Europa di Giuseppe Mazzini – RACCOLTA ARTICOLI – TESTO PER L’UNIVERSITÀ

Dall’agosto 1846 al giugno 1847 Giuseppe Mazzini, esule a Londra, pubblica sul “People’s Journal” otto articoli sulla democrazia. Con questi interventi, di cui in Italia è stata pubblicata soltanto la rielaborazione in italiano fatta da Mazzini stesso nel 1852, uno dei “padri” del nostro Risorgimento si inserisce a pieno titolo nel dibattito europeo sulla democrazia, iscrivendo di fatto il proprio nome tra i suoi protagonisti più illustri: Tocqueville, Blanc, Cabet, Proudhon.

ILLUMINATO. Come tante altre figure del Risorgimento italiano, il destino di Mazzini è stato quello di essere ridotto a una specie di immaginetta da collezione, e semplificato all’osso a beneficio delle generazioni di studenti sbadiglianti. Posso affermare che Mazzini è stata un’altra grande sorpresa delle letture dello scorso anno: per il pensiero democratico progressista, per l’insistenza sul tema dell’istruzione per il popolo come vera base dell’evoluzione e dell’etica, per l’assoluta necessità di raggiungere la parità tra uomini e donne tramite eguali diritti (N.B. nel 1846…!), sì alla spiritualità ma no al clericalismo ottuso. E, dal punto di vista biografico, la coerenza di una vicenda per la quale pagò con l’esilio la sua lotta politica.

 

 

18. Saggio sulla libertà di John Stuart Mill – SAGGIO PER L’UNIVERSITÀ

Fin dalla sua pubblicazione nel 1858, il “Saggio sulla libertà” è stato considerato uno dei testi fondanti del liberalismo e il modello per la costruzione di una democrazia reale. Quali sono la natura e i limiti del potere che la società può legittimamente esercitare sull’individuo? Così si interroga John Stuart Mili in questo classico del pensiero politico. Alla base della risposta c’è il criterio utilitarista del massimo benessere per il maggior numero di persone, che deve essere il fondamento delle norme che regolano il vivere comune. Nel suo percorso alla ricerca della felicità, l’individuo è libero fino a quando non arreca danno agli altri: libero anche di esprimere il proprio dissenso dalle idee predominanti, libero di non conformarsi a un modello di opinioni, sentimenti e usanze che la società impone come norma di condotta. Prefazione di Giulio Giorello e Marco Mondadori. Postfazione di Giulio Giorello.

SECONDA PIETRA MILIARE. Avevo già letto questo libro anni fa, ma l’ho riletto davvero volentieri ed è stato a lungo in ballottaggio con Marx come materiale da portare all’esame. Da consigliare nella maniera più assoluta e anche per rinfrescarci un po’ la maniera su molti concetti quali la libertà che spesso tendiamo a dimenticare. Anche J.S. Mill peraltro sottolineò l’importanza dell’assoluta parità tra uomini e donne, concetto esemplificato nella figura luminosa della moglie che lui considera la sua vera coautrice.

 

19. Novantatré di Victor Hugo – ROMANZO STORICO

“Novantatré” (1872), dedicato all’anno del Terrore, conclude il dialogo che Hugo aveva intrattenuto per tutta la vita con la Rivoluzione: nuova barbarie o nuova età dell’oro? Immenso affresco storico, questo romanzo è anche la storia di tre “caratteri” scolpiti con stupefacente maestria: Lantenac, l’uomo del re e dell’onore antico; Cimourdain, genio austero e implacabile della Rivoluzione; Gauvain, aristocratico nipote di Lantenac, passato al popolo. Sullo sfondo del grande dramma collettivo e personale, la folla di “spiriti in preda al vento” che hanno cambiato la Francia e il mondo, veri protagonisti di questa formidabile raffigurazione dalle tinte infuocate, in cui buoni e cattivi, torto e ragione sono mossi da quell'”enigma della storia” che tutti e tutto trascende.

GRANDIOSO. Sono consapevole di essere di parte quando si tratta di rivoluzione francese e dintorni, ma nello stesso tempo sono anche molto esigente e quando leggo un romanzo di questo periodo sono già appostata con lo schioppo e pronta a sparare a vista al minimo muovere di foglia. Non vi dico quindi la mia goduria: a) nello scoprire che il grande Hugo aveva scritto un romanzo sul 1793, cioè il periodo più sanguinoso della rivoluzione; b) nel leggere un romanzo sontuoso e cinematografico nella prosa, nei personaggi e negli eventi. Anche di questo romanzo avevo parlato nello stesso post dedicato a “La bambinaia francese”, qui.

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Bene, questo è tutto! Che ne pensate di questa prima parte di letture? C’è qualcosa che vi ha colpito e che vi piacerebbe leggere? 

Cristina M. Cavaliere