Oggi è Venerdì Santo ed ecco a voi in successione: il link musicale, il passo evangelico e l’opera d’arte, davvero inconsueta.

 

Brano musicale: Miserere a 10 voci 

Coro. Lento – Miserere mei Deus. Provided to YouTube by Supraphon Miserere á 10 voci per il Venerdi Santo – Coro. Lento – Miserere mei Deus · Franz Xaver Richter · Czech Ensemble Baroque Orchestra/Roman Válek Richter: Super flumina Babylonis, Miserere ℗ 2019 SUPRAPHON a.s. (1:44)

https://www.youtube.com/watch?v=WPt-HAx0Psc&ab_channel=FranzXaverRichter-Topic

 

La Crocifissione secondo il Vangelo di Giovanni 19, 17-30

 

17 Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, 18 dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo. 19 Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». 20 Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. 21 I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei». 22 Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto».

23 I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. 24 Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:

Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte.

E i soldati fecero proprio così.

25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». 27 Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

28 Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». 29 Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30 E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.

Corpus Hypercubus di Salvador Dalì (1954)

Nel cercare un’immagine adatta, mi sono imbattuta in quest’opera davvero singolare. S’intitola Corpus Hypercubus ed è un dipinto a olio su tela di 58,4 × 73,7 cm realizzato nel 1954 da Salvador Dalì. Il quadro raffigura una Crocifissione ed è conservato nel Metropolitan Museum of Art di New York.

Il titolo della tela fa riferimento al fatto che la figura di Cristo non è inchiodata all’usuale croce, ma è sospesa nell’aria, accostata a una struttura fatta da otto cubi che simulano la forma della croce. Essi in realtà esprimono la rappresentazione dello sviluppo, nello spazio tridimensionale, di un solido appartenente alla geometria della “quarta dimensione”: il tesseratto, ossia un ipercubo quadrimensionale.

Data la mia immensa ignoranza in geometria, ho fatto un po’ di ricerca.

Il termine tesseratto deriva dal greco τέσσερις ακτίνες, ovvero “quattro raggi”, con riferimento ai quattro spigoli che si dipartono da ogni vertice della figura. In fisica, e in particolare nella teoria della relatività, la quarta dimensione è riferita al tempo, componente che costituisce lo spazio-tempo quadridimensionale unificato in cui occorrono ed esistono tutti gli eventi del nostro universo.

Potete trovare alcune spiegazioni e proiezioni dell’ipercubo su questa pagina Wikipedia, mentre qui accanto vi propongo lo sviluppo di un tesseratto – che evoca il crocifisso infinito di Dalì.

Ritornando al quadro, l’unica figura umana presente, oltre a Cristo, è la Madonna. Compare sulla sinistra con un’acconciatura moderna (si tratta di Gala, moglie del pittore e soggetto di molte sue opere), e un lussuoso mantello giallo drappeggiato sulle spalle. Il colore del mantello richiama quello della croce. La donna si erge sopra un piedistallo, o una sporgenza, di cui si vede uno spigolo aguzzo.

Sotto la croce sospesa nell’aria, si stende sterminato pavimento a scacchiera, che si conclude con un paesaggio notturno. Alcuni quadrati della scacchiera sono riempiti di colore marrone, come la fosca linea del paesaggio all’orizzonte.

Gran parte della composizione è basata sugli elementi del quadrato o del cubo, a evocare il dolore infinito patito dal corpo inchiodato di Cristo.

Buon Venerdì Santo!

Cristina M. Cavaliere