Ingegnere, architetto, creatore di macchine per la guerra, così si era descritto nella missiva che gli aveva aperto le porte di Milano, 20 anni prima. E ora la città era disseminata del suo genio.
Si riscosse.
La luce era scesa e cominciava a fare freddo.
Diede un ultimo sguardo al muro bianco del refettorio dei frati
e vide le ombre prendere vita.
“Uno di voi mi tradirà.”
Una frase di pietra, buttata sul banchetto di Pasqua, a voce bassa, senza accusa.
Quasi curiosa, solo un po’ delusa.
Sconcerto, accuse, sospetto, proclami di innocenza.
Osservando quella scena immaginaria, iniziò a tracciare le linee di fuga dalla testa di Gesù, al centro della composizione.
Il Moro voleva un’opera grandiosa che celebrasse la sua famiglia, il suo potere, il rinascimento.
E lui seppe in quell’istante che le contraddizioni tra l’umano e il divino avrebbero reso eterna la sua ultima cena.
Susanna Albertini
Mi è piaciuto moltissimo come da poche scelte ed accurate parole nasce un racconto di due personaggi , Leonardo e Gesù, accumunati dal sentimento di solitudine e di pietosa comprensione per i tradimenti di chi li circonda.
Cara Vivi, sono molto contenta che il racconto ti sia piaciuto, Susanna è molto brava e in poche righe riesce a trasmettere sensazioni e ambienti. Il racconto non è una formula facile. A presto!