Cari amici,
oggi è di nuovo mia ospite Eufemia Griffo, che ci aveva proposto il suo interessantissimo articolo sulla tragica figura della regina Maria Antonietta (lo potete trovare qui).
Nel nuovo post toccherà un argomento altrettanto tragico anche se ambientato in tempi diversi, cioè la nascita della figura della strega e la caccia che si scatenò soprattutto in età moderna. In poco spazio ci proporrà un excursus davvero imperdibile e quindi lo divido in due parti per una migliore fruizione. Buona lettura!
***
Donne, guaritrici, medichesse, streghe
In inglese la parola strega si dice witch, vocabolo che deriva dalla parola wicce che significa mago, veggente o sciamano. Ma può anche significare saggio.
Alcuni testi affermano che la parola derivi da un vocabolo scandinavo, vitke, che significa cantante delle melodie sacre.
Vitke è indubbiamente una parola dal suono armonioso, evoca immagini di donne guaritrici che avevano un profondo legame con la natura. Le immagino mentre cantavano durante la raccolta delle erbe, oppure quando ringraziavano Madre Terra con canti antichi che avevano appreso dalle loro madri.
Tutta questa premessa si scontra drammaticamente con la realtà storica, perché la stregoneria e la caccia alle streghe hanno segnato la vita sociale di intere comunità, divenendo oggetto di serio dibattito fra i pensatori più eminenti tra il Quattrocento e il Settecento.
È impossibile stimare il numero delle vittime di trecento anni di caccia alle streghe. L’ottanta per cento dei giustiziati erano donne e furono soprattutto le donne più intelligenti a essere perseguite.
Nei processi per stregoneria, la svolta storica avvenne con Maria Teresa d’Austria, che nel 1766 si occupò personalmente delle sentenze relative ai processi per stregoneria. Per la prima volta, si ammise che i fenomeni di stregoneria erano da attribuire a dicerie malvagie e all’opera di truffatori con problemi di salute mentale.
Tuttavia dovremmo attendere il 1787, quando l’imperatore Giuseppe II, figlio di Maria Teresa, cancellò dal codice penale il delitto di stregoneria.
Infine, il 12 marzo 2000, papa Paolo Giovanni Paolo II chiese ufficialmente scusa al mondo intero, per l’uso della violenza e per i metodi usati durante le Crociate e la caccia alle streghe. Il papa ammise le offese alla dignità umana durante le persecuzioni e soprattutto, l’accanimento nei confronti delle vittime, persone innocenti che operavano a fin di bene.
Ma chi sono le streghe?
Già nell’antica Roma si parlava di streghe e stregoneria.
Plauto parla di striges che mangiano gli organi interni dei vivi. Ovidio allude invece a uccelli voraci, mentre Petronio utilizza la parola striges riferendosi a donne che possono trasformarsi in mostri. Queste accezioni saranno accettate anche nel Medioevo.
Sono sempre le donne a essere considerate le malevole e dispensatrici del male. Dal Medioevo all’età moderna, le donne curatrici, guaritrici, sapienti, le erboriste, le levatrici saranno accusate di stregoneria.
Sono sempre le donne a procurare il male, ad avere rapporti con il diavolo anche sessuali, a cibarsi della carne dei bambini, a sapersi spostare addirittura in volo, dove vogliono.
Il Santo Uffizio perseguitò e bruciò donne senza pietà, estorcendo con la tortura le confessioni alle malcapitate. Il dolore che ne conseguiva e che spesso conduceva alla morte, le induceva a confessare atti criminali mai connessi.
Difficile immaginare quale genere di supplizi venivano scelte ai danni delle malcapitate, ma essi erano talmente crudeli oltre ogni fervida immaginazione.
Excursus storico e l’inizio della caccia alle streghe
🗝Nell’antica Grecia nessuna legge proibiva alle donne di esercitare la professione medica.
🗝Nel 340 d.C. troviamo notizie di persecuzioni contro chi praticava la magia.
🗝Nel 643 l’Editto di Rotari, oltre a condannare le streghe, indicava anche i provvedimenti da prendere nei confronti di chi arrecava loro danno, in quanto venivano considerate soltanto vittime della propria superstizione.
🗝Nel 727, l’Editto di Liutprando poneva attenzione all’aspetto eretico della stregoneria, in quanto a causa dell’atteggiamento pagano, offendeva la religione cristiana.
🗝Nei testi medievali, i giuristi consideravano le streghe dedite ai rapimenti dei bambini per succhiar loro il sangue. Pur ammettendo che alcuni aspetti, come il volo, non fossero reali, sostenevano che avessero rapporti con il diavolo.
🗝A partire dal XII secolo, cominciò a farsi avanti l’idea dell’esistenza di donne capaci di danneggiare il prossimo tramite l’arte magica, e questo, nonostante Giovanni di Salisbury continuasse ad affermare che il sabba fosse pura fantasia.
Nel 1218, Federico II decise che la stregoneria fosse imputabile di offesa alla maestà divina, ma eravamo ancora lontani dalla feroce caccia alle streghe del XVI secolo.
Nel XIII secolo la medicina richiedeva una preparazione universitaria da cui erano escluse le donne che non potevano diventare dottori. La chiesa controllava gran parte delle scuole mediche universitarie. Il processo di professionalizzazione della medicina andò a scapito delle donne che non potevano ovviamente istruirsi, mentre i medici maschi dell’epoca consideravano le donne guaritrici, profane e incompetenti, perché mancava loro una formazione classica.
Nel 1421, i medici inglesi presentarono una petizione a Enrico V affinché impedisse alle donne di praticare medicina, pena, la reclusione, la scomunica e la multa.
Nel cinquecento, re Enrico VIII concedeva licenze mediche occasionali ad alcune donne affinché si prendessero cura dei poveri che non potevano pagare un medico.
In molte regioni d’Europa, a ereditare il ruolo del guaritore del villaggio erano donne e uomini saggi, ma a esse era riservato il compito di accudire i familiari malati e moribondi, e di prendersi cura dei vicini infermi.
In Europa, tra il 1400 e il 1700, la Chiesa cattolica e luterana mise al bando le donne herbarie e guaritrici, con una massiccia campagna di demonizzazione che confluì nella caccia alle streghe. Venivano quindi considerate streghe tutte quelle donne che per secoli erano state erboriste, sacerdotesse, sciamane, indovine, levatrici, infermiere, chirurghe.
Il retaggio di questa demonizzazione contro le guaritrici gettò un’ombra sinistra sulla professione medica. Anche quando riuscivano a ottenere qualifiche professionali, le donne potevano esercitare le professioni di levatrici o infermiere, ma non di medico.
Dovremo attendere il diciannovesimo secolo affinché una donna potesse esercitare l’arte medica.
La prima donna a lottare per diventare un medico fu Elizabeth Blackwell che conseguì la laurea in un college di New York il 23 gennaio del 1849, ma questo non rese semplice l’accesso agli studi ad altre ragazze.
In Inghilterra Elizabeth Garrett volle seguire le sue orme e con mille difficoltà riuscì a studiare e praticare come medico. Infine, Sophia Jex-Blake, una ragazza molto intelligente e combattiva, che lottò per il diritto allo studio.
… continua…
Eufemia Griffo
Fai bene, Cristina, a trattare il tema delle streghe. È un argomento che conosco e che merita spazio.Le donne che si ribellano alla sottomissione imposta dalla società patriarcale hanno sempre fatto paura e per tale motivo sono state stereotipizzate in vari modi. Gli antichi poemi greci narravano di erinni, sirene, lamie e dee terribili come Circe o Ecate. Il folklore mesopotamico ed ebreo narra di Lilith che miete tempesta, morte, disgrazia e mangia i bambini. Molto più tardi abbiamo streghe, fate, vampiresse e così via.
Il tema delle streghe è molto interessante oltre che drammatico, perché fu la cartina al tornasole di una mentalità di avversione strisciante nei confronti delle donne. Leggevo in un testo di età moderna (perché poi si associa la caccia alle streghe soprattutto al Medioevo, il realtà il fenomeno era iniziato a fine Quattrocento per poi culminare nel Cinquecento-Seicento) che c’era stata una concomitanza di fattori che hanno condotto a un tragico “precipitato”. Instabilità politica e sociale a causa delle terribili e continue guerre europee, ostilità nei confronti della donna medichessa, avversione perché si permetteva di esercitare una professione riservata soltanto agli uomini, odio nei confronti dell’emarginazione e del diverso, infine legame con il diavolo hanno finito per determinare un agglomerato esplosivo. Leggevo tra l’altro che la caccia alle streghe ebbe il suo culmine in alcune zone dell’Impero germanico e anche in Svizzera.
Lettura molto interessante!
Un libro che vi segnalo sulle donne medico ai tempi della prima guerra mondiale è “Come vento cucito alla terra” di Ilaria Tuti. La paura e sfiducia nei confronti delle donne spingeva a volte i soldati a rifiutare le cure.
Grazie, Susanna! Di Ilaria Tuti ho letto un paio di libri, di cui uno è un giallo intitolato “Ninfa dormiente” dove fa riferimento a una comunità femminile di donne guaritrici. Nella bibliografia fa riferimento ad alcuni testi molto interessanti.
L’argomento è molto interessante, e tutto sommato poco conosciuto, se non nei suoi esiti più tipici e famosi. E’ triste dover constatare questo e altri effetti nefasti dell’avvento del cristianesimo, come il tentativo di estirpare le tradizioni esistenti e i rituali pagani, in parte ri-adottati con il travestimento da festività cristiane, ma anche le persecuzioni, oltre che verso le streghe, verso eretici, ebrei, zingari. Quanta sofferenza umana, quanto danno arrecato alla ricchezza culturale dei vari luoghi! In molti campi si arranca ancora per recuperare ciò che è andato perduto. Grazie per il bell’articolo. 🙂
Ti ringrazio per essere passata a leggere, Grazia! Purtroppo dell’argomento si conosce soltanto il lato sensazionalistico. Sembra comunque incredibile a quale livello di efferatezza può arrivare l’essere umano in nome della religione e dell’ideologia, perché poi il messaggio originale, di solito trasmesso con le migliori intenzioni come quello del cristianesimo, si irrigidisce nel nome di un dogmatismo cieco. Inoltre sono convinta che le peggiori pulsioni sessuali trovino uno sfogo sui più deboli, in questo caso le donne.
La persecuzione contro le “streghe” era probabilmente anche una caccia autorizzata al “cattivo”, una furberia tipica del potere che quando le cose vanno male trova sempre un colpevole da demonizzare (in tutti i sensi) facendo credere al popolino che i problemi sono tutta colpa del “cattivo” di turno (ebreo, strega, nero, etc.) e li trasforma nel capro espiatorio sui quali far sfogare la rabbia popolare, salvando nel contempo se stesso e facendo credere di non avere nessuna responsabilità se le cose stanno andando male.
In effetti quando le cose vanno male, Ariano, si cerca sempre il capro espiatorio, con il tipico meccanismo che crea il “nemico” di turno. Nel contesto di età moderna, dove le guerre imperversavano (penso alla devastante Guerra dei Trent’anni, ma anche alle numerose guerre a bassa intensità sul territorio europeo che portavano carestia, saccheggi, violenze), bastava poco per essere sospettati delle peggiori nefandezze. Poi il popolo, seguendo più il proprio istinto che la razionalità, asseconda immediatamente questa strategia del potere, e a farne le spese sono gli emarginati, i diversi, gli “strani” che si pongo fuori dalla società. E non c’è nulla di più “strano” di una strega.