Cari amici,

oggi è di nuovo mia ospite Eufemia Griffo, che ci aveva proposto il suo interessantissimo articolo sulla tragica figura della regina Maria Antonietta (lo potete trovare qui).

Nel nuovo post toccherà un argomento altrettanto tragico anche se ambientato in tempi diversi, cioè la nascita della figura della strega e la caccia che si scatenò soprattutto in età moderna. In poco spazio ci proporrà un excursus davvero imperdibile e quindi lo divido in due parti per una migliore fruizione. Buona lettura!

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“Il cerchio magico” del pittore preraffaellita John William Waterhouse (1886), Tate Britain. Fonte: Wikipedia.

 

Donne, guaritrici, medichesse, streghe

In inglese la parola strega si dice witch, vocabolo che deriva dalla parola wicce che significa mago, veggente o sciamano. Ma può anche significare saggio.

Alcuni testi affermano che la parola derivi da un vocabolo scandinavo, vitke, che significa cantante delle melodie sacre.

Vitke è indubbiamente una parola dal suono armonioso, evoca immagini di donne guaritrici che avevano un profondo legame con la natura. Le immagino mentre cantavano durante la raccolta delle erbe, oppure quando ringraziavano Madre Terra con canti antichi che avevano appreso dalle loro madri.

Tutta questa premessa si scontra drammaticamente con la realtà storica, perché la stregoneria e la caccia alle streghe hanno segnato la vita sociale di intere comunità, divenendo oggetto di serio dibattito fra i pensatori più eminenti tra il Quattrocento e il Settecento.

È impossibile stimare il numero delle vittime di trecento anni di caccia alle streghe. L’ottanta per cento dei giustiziati erano donne e furono soprattutto le donne più intelligenti a essere perseguite.

Nei processi per stregoneria, la svolta storica avvenne con Maria Teresa d’Austria, che nel 1766 si occupò personalmente delle sentenze relative ai processi per stregoneria. Per la prima volta, si ammise che i fenomeni di stregoneria erano da attribuire a dicerie malvagie e all’opera di truffatori con problemi di salute mentale.

Tuttavia dovremmo attendere il 1787, quando l’imperatore Giuseppe II, figlio di Maria Teresa, cancellò dal codice penale il delitto di stregoneria.

Infine, il 12 marzo 2000, papa Paolo Giovanni Paolo II chiese ufficialmente scusa al mondo intero, per l’uso della violenza e per i metodi usati durante le Crociate e la caccia alle streghe. Il papa ammise le offese alla dignità umana durante le persecuzioni e soprattutto, l’accanimento nei confronti delle vittime, persone innocenti che operavano a fin di bene.

Ma chi sono le streghe?

Già nell’antica Roma si parlava di streghe e stregoneria.

Plauto parla di striges che mangiano gli organi interni dei vivi. Ovidio allude invece a uccelli voraci, mentre Petronio utilizza la parola striges riferendosi a donne che possono trasformarsi in mostri. Queste accezioni saranno accettate anche nel Medioevo.

Sono sempre le donne a essere considerate le malevole e dispensatrici del male. Dal Medioevo all’età moderna, le donne curatrici, guaritrici, sapienti, le erboriste, le levatrici saranno accusate di stregoneria.

Sono sempre le donne a procurare il male, ad avere rapporti con il diavolo anche sessuali, a cibarsi della carne dei bambini, a sapersi spostare addirittura in volo, dove vogliono.

Il Santo Uffizio perseguitò e bruciò donne senza pietà, estorcendo con la tortura le confessioni alle malcapitate. Il dolore che ne conseguiva e che spesso conduceva alla morte, le induceva a confessare atti criminali mai connessi.

Difficile immaginare quale genere di supplizi venivano scelte ai danni delle malcapitate, ma essi erano talmente crudeli oltre ogni fervida immaginazione.

 

Supplizio di Anneke Hendrick condannata a morte per stregoneria ad Amsterdam, 1571. Incisione del 1685 di Jan Luyken. Fonte: Wikimedia Commons.

 

Excursus storico e l’inizio della caccia alle streghe

 

🗝Nell’antica Grecia nessuna legge proibiva alle donne di esercitare la professione medica.

🗝Nel 340 d.C. troviamo notizie di persecuzioni contro chi praticava la magia.

🗝Nel 643 l’Editto di Rotari, oltre a condannare le streghe, indicava anche i provvedimenti da prendere nei confronti di chi arrecava loro danno, in quanto venivano considerate soltanto vittime della propria superstizione.

🗝Nel 727, l’Editto di Liutprando poneva attenzione all’aspetto eretico della stregoneria, in quanto a causa dell’atteggiamento pagano, offendeva la religione cristiana.

🗝Nei testi medievali, i giuristi consideravano le streghe dedite ai rapimenti dei bambini per succhiar loro il sangue. Pur ammettendo che alcuni aspetti, come il volo, non fossero reali, sostenevano che avessero rapporti con il diavolo.

🗝A partire dal XII secolo, cominciò a farsi avanti l’idea dell’esistenza di donne capaci di danneggiare il prossimo tramite l’arte magica, e questo, nonostante Giovanni di Salisbury continuasse ad affermare che il sabba fosse pura fantasia.

Nel 1218, Federico II decise che la stregoneria fosse imputabile di offesa alla maestà divina, ma eravamo ancora lontani dalla feroce caccia alle streghe del XVI secolo.

Nel XIII secolo la medicina richiedeva una preparazione universitaria da cui erano escluse le donne che non potevano diventare dottori. La chiesa controllava gran parte delle scuole mediche universitarie. Il processo di professionalizzazione della medicina andò a scapito delle donne che non potevano ovviamente istruirsi, mentre i medici maschi dell’epoca consideravano le donne guaritrici, profane e incompetenti, perché mancava loro una formazione classica.

Nel 1421, i medici inglesi presentarono una petizione a Enrico V affinché impedisse alle donne di praticare medicina, pena, la reclusione, la scomunica e la multa.

Nel cinquecento, re Enrico VIII concedeva licenze mediche occasionali ad alcune donne affinché si prendessero cura dei poveri che non potevano pagare un medico.

In molte regioni d’Europa, a ereditare il ruolo del guaritore del villaggio erano donne e uomini saggi, ma a esse era riservato il compito di accudire i familiari malati e moribondi, e di prendersi cura dei vicini infermi.

In Europa, tra il 1400 e il 1700, la Chiesa cattolica e luterana mise al bando le donne herbarie e guaritrici, con una massiccia campagna di demonizzazione che confluì nella caccia alle streghe. Venivano quindi considerate streghe tutte quelle donne che per secoli erano state erboriste, sacerdotesse, sciamane, indovine, levatrici, infermiere, chirurghe.

Il retaggio di questa demonizzazione contro le guaritrici gettò un’ombra sinistra sulla professione medica. Anche quando riuscivano a ottenere qualifiche professionali, le donne potevano esercitare le professioni di levatrici o infermiere, ma non di medico.

Dovremo attendere il diciannovesimo secolo affinché una donna potesse esercitare l’arte medica.

La prima donna a lottare per diventare un medico fu Elizabeth Blackwell che conseguì la laurea in un college di New York il 23 gennaio del 1849, ma questo non rese semplice l’accesso agli studi ad altre ragazze.

In Inghilterra Elizabeth Garrett volle seguire le sue orme e con mille difficoltà riuscì a studiare e praticare come medico. Infine, Sophia Jex-Blake, una ragazza molto intelligente e combattiva, che lottò per il diritto allo studio.

… continua…

 

Eufemia Griffo