Print Friendly, PDF & Email

Rieccoci con la seconda parte dell’articolo sulla stregoneria al femminile e sulla persecuzione che ne conseguì, firmato da Eufemia Griffo. Nel caso abbiate perso la prima parte, la potete trovare qui.

***

Medioevo e Ildegarda

 

Pensando al Medioevo, una delle affermazioni più ricorrenti è che sia stata un’epoca oscura. Si è anche affermato che il livello della medicina nel Medioevo fosse molto basso. Questo è quanto affermava Ruggero Bacone nel suo “De erroribus medicorum”.

Ma le cose stanno davvero in questa maniera?

Si pensava che molti rimedi in voga fossero da attribuire a Galeno, quando in realtà erano dei veri e propri ritrovati medievali. Quando un medico medievale adottava un sistema nuovo, dichiarava di averlo letto in Galeno. Perché succedeva questo?

A causa della pressione ideologica della Chiesa che respingeva sistematicamente ogni novità. Galeno, dunque, serviva da scudo, quindi gli antichi medici continuavano a essere autorità indiscusse.

In realtà la medicina medievale non fu affatto stagnante, e lo dimostra il fatto che i personaggi che contavano, politici, nobili, lo stesso papa si rivolgevano a bravi medici che nella maggior parte dei casi erano ebrei e principalmente cerusici.

Nel 1163, con il concilio di Tours, la chirurgia fu abbassata al rango di mestiere manuale. Ci furono tuttavia grandi chirurghi che insegnavano nelle università o che vivevano presso le corti o presso il Papa.

Tra questi ricordiamo Henri de Mondeville e Guy de Chauliac.

Tentarono infatti di praticare la anestesia chirurgica, servendosi di una spugna soporifera, intrisa di succo di giusquiamo, oppio e canapa indiana. Ovviamente erano tecniche inefficaci poiché bisognerà attendere il XIX secolo per poter avere un’anestesia generale.

🗝 Nel Medioevo l’unica università medica, operante fin dal decimo secolo, si trovava a Salerno. In quell’ateneo studiò e si formò la grande Trotula de Ruggiero. In “Miscellanea medica” del quattordicesimo secolo, c’è la miniatura di una donna in piedi, vestita di rosso e verde, e che tiene in mano un contenitore con le urine. Si ritiene che sia un’immagine di Trotula.

I medici medievali erano interessati ad alleviare la sofferenza fisica, ma la cura e la guarigione erano affidate alle mani delle donne. Infatti, oltre ai cerusici, erano sempre e soprattutto le donne a occupare un posto d’onore quando si trattava di medicina e di cura.

🗝 Oltre alla già citata Trotula de Ruggero della scuola salernitana, ricordiamo: Ildegarda di Bingen, badessa benedettina tedesca del XII secolo, considerata una dei pionieri della medicina globale – corpo, anima, spirito – e della guarigione naturale. Nell’immagine, l’Uomo Universale dal Liber Divinorum Operumfolio 9, XIII secolo, conservato alla Biblioteca Statale di Lucca e opera della stessa Ildegarda.

Ildegarda sviluppò concetti che erano molto in anticipo sui tempi. Introdusse dieci principi chiave, contenenti consigli sulla prevenzione, sul digiuno, sulla connessione mente-corpo e sulla meditazione, nonché considerazioni relative all’ecologia. La badessa era a conoscenza dei benefici terapeutici dei cibi e delle piante, degli alimenti da evitare, ma possedeva anche una profonda conoscenza delle ricette, dei balsami e degli elisir di origine vegetale, a cui si aggiungevano i suggerimenti per alleviare i disturbi più comuni.

Nelle opere di Ildegarda si trovano anche ricette per pietanze e bevande, nonché antichi rimedi per la salute, associati a uno stile di vita che oggi definiremmo moderno. Infine, procedure e pratiche terapeutiche, come il rituale quotidiano del mattino, i dieci alimenti e le dieci piante chiave per migliorare la salute.

Le herbarie

 

È un termine che per la prima volta venne usato nel Pactus Alemannorum del VII secolo, un documento in cui la parola herbaria indicava la strega che vagava di notte per compiere malefici.

Questo ci dice che già nel settimo secolo la strega veniva collegata alle donne che conoscevano l’uso delle erbe.

È sempre la donna che nella medicina popolare usava le erbe a scopo terapeutico, una donna sapiente, depositaria di conoscenze arcaiche che da sempre venivano tramandate da madre in figlia.

Sono proprio queste conoscenze che in passato furono oggetto di demonizzazione, portando alla condanna le herbarie, le guaritrici, le curatrici.

E perché proprio la donna?

Perché la donna dà la vita, procrea, ma succede anche che sia dispensatrice di morte. Molte guaritrici venivano infatti condannate in caso di insuccesso e morte del paziente.

“Il sabba delle streghe” di Francisco Goya,un quadro a olio realizzato nel 1820-1823 e conservato al Museo del Prado di Madrid.

 

Nel Malleus Maleficarum (1486), i due autori Kramer e Sprenger si scagliarono proprio contro le herbarie: “Le streghe ostetriche in diversi modi uccidono nell’utero i concepiti, provocando aborti e se non fanno questo, offrono al diavolo i bambini appena nati”.

Tra il 1590 e il 1640, la caccia alle streghe toccò il suo culmine. Complessivamente in circa tre secoli, in Europa occidentale ci furono fra le 40mila e le 60mila condanne capitali. Di queste circa la metà sono state eseguite in Germania. Anche oltreoceano si registrano processi per stregoneria.

Per trecento anni le donne guaritrici saranno perseguitate e trucidate. Per trecento anni l’odio nei confronti delle donne assumerà il nome di caccia alle streghe.

 

Eufemia Griffo

Chi è l’autrice

 

Eufemia Griffo è laureata in pedagogia e insegna alla scuola dell’infanzia.

Esordisce come scrittrice nel 2005, con un racconto vincitore di un primo premio internazionale. Ha vinto premi di narrativa e di poesia. Molti suoi racconti e poesie sono contenuti in numerose antologie. Nel 2014 scrive “L’eredità di Dracula. Liriche gotiche sull’amore oltre il tempo”, una rivisitazione poetica del romanzo di Bram Stoker, primo premio Leandro Polverini e una recensione su Panorama.

Appassionata di haiku, nel 2017 vince quattro primi premi, e nel 2019 il primo premio internazionale “Blith Award international”. Membro della prestigiosa British Haiku Society, pubblica i suoi haiku nelle migliori riviste internazionali. Nel 2020 è la prima autrice italiana pubblicata sulla rivista americana “Living haiku anthology”. Nell’aprile 2020, la sua biografia è apparsa su un noto blog americano.

Nel dicembre 2022 riceve per il sesto anno consecutivo il diploma internazionale di “Haiku European TOP 100“.

Nel 2018 pubblica con Le Mezzelane “Sagome di carta. Le streghe di Triora”, il suo primo romanzo storico, seguito nel 2021 da “Da lontano, Venezia. I viaggi di Marco Polo” e nel 2022 da “Il vento delle Highlands racconta”.