Ecco a voi la grande sorpresa dell’anno, cioè la nuova collaboratrice del blog. Si chiama Susanna Albertini e ci proporrà la sua rubrica “Il racconto del mese”. Si tratterà di agili racconti, particolarmente adatti a una lettura sul web, di lunghezza breve ma dal contenuto denso. I racconti compariranno orientativamente a metà del mese, il mercoledì.

Susanna avrà una sua pagina che potrete rintracciare in alto a destra, dopo L’angolo di Cle e LetterarieMenti, e si chiamerà Il racconto del mese.

 

 

1. Ma prima procediamo con le presentazioni ufficiali! Parlaci un po’ di te (chi sei, dove vivi, il tuo percorso di studi e qual è la tua professione…).

Sono una donna curiosa e entusiasta di ogni forma di bellezza. Sono piemontese, ma vivo a Roma e ho un figlio di quasi vent’anni. Ho un’agenzia di comunicazione assieme a mio marito, lavoriamo prevalentemente in progetti finanziati dalla Commissione Europea per promuovere temi legati alla sostenibilità. Un lavoro molto coinvolgente, vario e creativo. Siamo sempre in viaggio per l’Europa, a volte fin troppo! Sono una psicologa del lavoro e ho lavorato per una decina d’anni come attrice e regista di cortometraggi. Ho scritto sceneggiature, libri per bambini, manuali di attività creative. La scrittura di racconti è una passione più recente. Sono una lettrice ingorda e adoro i romanzi storici.

 

2. Il nome Susanna è biblico (dall’episodio di Susanna e i vecchioni, che ha avuto tanto spazio nella storia dell’arte). Che rapporto hai con il tuo nome, ti piace o l’avresti voluto diverso? In quest’ultimo caso, quale nome avresti preferito ricevere?

Amo il mio nome, mi rispecchia proprio. Quando mia mamma era incinta, pensava al nome Selvaggia. Poi ha riflettuto sul fatto che sarebbe stato pesante da portare se non fossi stata una bambina carina e elegante.

E così ha pensato a Susanna: un nome allegro. È anche un nome poco comune, anche se lo si trova in tutte le culture, con diverse scritture. Per me è il colore del sole, è il suono di un ruscello di montagna o di un bimbo che ride guardando le nuvole.

 

3. Ho scoperto dalla tua biografia che hai tantissime passioni in ambiti molto differenti tra loro. Sono curiosa di saperne di più, in particolare del fatto che ti piace costruire mobili. Ce le vuoi raccontare?

In generale mi incuriosisce qualsiasi cosa. Sicuramente tutte le espressioni artistiche. Oltre a scrivere mi piace fotografare, dipingere e costruire o recuperare cose. La passione per il restauro e la costruzione di oggetti e mobili viene dalle lunghe estati passate con mio fratello dai nonni: con il nonno andavamo per boschi a raccogliere materiali da utilizzare per un gigantesco plastico con trenini che ci ha richiesto anni di lavoro, poi ci chiudevamo in officina a costruire e aggiustare oppure in camera oscura a sviluppare foto. Con la nonna, invece cucinavo, cucivo e lavoravo all’uncinetto. Dipingevamo anche soldatini minuscoli o personaggi per il plastico. Mio fratello aveva più talento di me per la pittura, infatti ora dipinge e espone.

Quando abbiamo acquistato la casa dove viviamo ora, soprattutto per risparmiare qualcosa, mi sono impicciata di edilizia. Ho trascorso interi week-end a buttar giù muri, rasare, progettare e costruire mobili e dipingere. Sono una professionista del rulletto. Ho dipinto chilometri quadrati di mobili, tra cui un’enorme libreria e una capiente cabina armadio. Ho anche posato sanpietrini a coda di pavone. Se vi serve una brava manovale, eccomi!

 

4. Ormai sei una donna adulta che si è fatta una famiglia sua. Parlando di aspettative, che cosa avresti voluto essere “da grande”, quando eri una bambina?

Una grande passione di famiglia è la storia, e la cultura in generale, trasmesse da mamma e papà. Sia io che mio fratello avremmo voluto diventare archeologi. Poi la vita ci ha portato altrove. Tuttavia mantengo viva questa dimensione attraverso la lettura, i viaggi o le visite guidate. Da qualche anno faccio archeotrekking, si tratta di camminate per raggiungere luoghi solitamente chiusi al pubblico, che ci vengono svelati da guide locali o appassionati. A volte anziani che ci raccontano le avventure dei loro nonni! Una volta un signore ci ha raccontato di come il nonno abbia fronteggiato Garibaldi “In questo paese comando io!”

La mia filosofia è che si debba cambiare lavoro ogni dieci anni, per non annoiarsi, quindi chissà quante altre avventure mi aspettano!

 

5. Ma non abbiamo ancora detto nulla di come ci siamo conosciute! Vuoi svelarlo ai nostri lettori?

È una storia molto carina! Devo fare una piccola premessa. Quando viaggio amo entrare nell’atmosfera del posto attraverso libri ambientati nei luoghi dove andrò. Avevo in programma di andare a Venezia e ho googolato alla ricerca di un romanzo storico ambientato tra le calli. Così mi sono imbattuta ne “Il pittore degli angeli” e ho visitato Venezia per mano a Lorenzo, il protagonista del tuo libro. Ha reso la mia visita davvero speciale.

Siccome sono impicciona, mi sono cercata e letta altre tue opere e poi ti ho cercata perché avevo desiderio di conoscerti. E dai nostri scambi è nata questa collaborazione.

 

6. Abbiamo nominato la scrittura, dunque. Parliamo anche della formula di questi racconti brevi che troveranno spazio su Il Manoscritto del Cavaliere. Come è nata questa tua preferenza per un genere all’apparenza facile, ma che non lo è affatto?

Se ti dicessi per questioni di tempo, sarebbe un po’ riduttivo. Ovviamente la scrittura di un romanzo richiede molto tempo e competenze. In questo momento della mia vita scrivo di notte e sto studiando strutture narrative. Quindi la forma più consona a questo momento della mia esistenza è sicuramente il racconto.

Oltre a questo, io ho una mente molto visiva e i miei racconti sono quasi fotografie di attimi o emozioni. Sono piccole letture, che mi piace pensare come carezze a chi si ritrova in un’atmosfera, un pensiero, un sentimento. Altri racconti invece parlano di storie lontane da noi, che facciamo fatica a vedere, a comprendere, ma con cui possiamo entrare empaticamente in contatto. Scrivo di donne, ma anche bambini, animali o chiunque non abbia voce. Il tema della violenza in particolare mi è molto caro. Attraverso la scrittura è possibile e doveroso sensibilizzare e fare rumore.

 

7. Da quello che ho letto, i tuoi racconti spaziano in generi molto diversi, dallo storico al romance. Qual è quello che senti più affine a te?

Sicuramente il genere storico. Per Il Manoscritto del Cavaliere, infatti, voglio concentrarmi proprio su questa tipologia. Essendo una lettrice molto critica, ogni racconto mi richiede un grosso lavoro di ricerca, che mi aiuta anche a entrare nell’atmosfera del momento storico che voglio affrontare. Uso molto la prima persona, per creare una connessione emotiva dei lettori con i protagonisti.

Però nell’ultimo anno e mezzo mi sono divertita a sperimentare e anche la narrativa contemporanea, con una forte componente ironica e comica, che mi appassiona e mi riesce meglio di altre. In particolare scrivo racconti sarcastici su disavventure o sfortunelle che mi capitano, ironizzando spietatamente sulla mia imbranataggine. Un esempio è la saga “la tempesta perfetta di Murphy”, una serie di raccontelli sulla settimana più assurda della mia vita, che ho pubblicato su Facebook @lacompagniadelleparole.

Invece sono veramente incapace nei romance e nelle “paurissime”, come diceva mio figlio da piccolo, thriller, horror, noir o polizieschi. Mi scappa sempre una dimensione comica…

 

8. Dunque, se potessi viaggiare nel tempo, viaggeresti nel passato o nel futuro? Dove andresti?

Sicuramente nel rinascimento. Alle corti dei grandi casati, gli Este, i Gonzaga, gli Sforza… Visiterei la Roma barocca, nel momento magico in cui tutti i grandi artisti e architetti rendevano la città la meraviglia che non ci stanchiamo di scoprire oggi. Mi infilerei nelle botteghe delle donne che hanno sfidato le regole: Artemisia, Plautilla…

 

9. Hai mai pensato di cimentarti con un’opera di più ampio respiro come un romanzo? Parlaci dei tuoi progetti letterari.

Ho diverse idee in testa. Dalle decine di racconti che ho scritto ci sono storie che mi chiedono di essere raccontate con un respiro più ampio. Chissà, magari in futuro mi ritirerò in un faro in Cornovaglia a scrivere soltanto…

In questo momento sto lavorando a un romanzo storico-comico, dal titolo “La gallina fuggiasca”, Parla di una pollastra geniale e sarcastica che, assieme alla sua padrona, racconta l’evoluzione dell’Italia dal 1930 a oggi, attraverso una serie di avventure surreali e divertentissime che le vede protagoniste.

Sto anche scrivendo una serie di racconti storici ambientati durante la seconda guerra mondiale, partendo da storie di famiglia. I miei nonni, un pilota di caccia e un bersagliere che insegnava ginnastica alla casa reale, ci hanno raccontato avventure che da sole varrebbero un romanzo. Mio fratello sta facendo una ricerca storica sulla famiglia, raccogliendo documentazione fino ai primi dell’800 da entrambi gli ascendenti. Io pesco qualcosa e scrivo storie. Sarebbe carino pubblicarle qui sul Manoscritto del Cavaliere, che ne dite?

Un altro progetto che mi frulla in testa è una raccolta di racconti che abbiano come protagonisti donne. Scienziate, fotografe, artiste di varie epoche, unite da uno sguardo geniale al mondo. Vorrei raccontare le loro storie, anche delle donne dimenticate dalla storia ufficiale. Un esempio è il racconto “La ragazzina nel vento”, programmato nel blog per Luglio.

 

10. Per concludere, se dovessi riassumere Susanna con uno slogan, quale sarebbe?

La bellezza della vita è di chi si ferma a osservarla.

 

Ci auguriamo che questa intervista vi abbia divertito e incuriosito e vi diamo dunque appuntamento per il primo racconto del mercoledì, che verrà pubblicato proprio a marzo. A presto!

 

Cristina e Susanna