Il giorno del solstizio d’estate (21 giugno) è la data magica per eccellenza, e in questo giorno ci sarà un avvenimento molto importante che vi svelerò alla fine del post. 😊

Che cosa s’intende per solstizio? Ho fatto un po’ di ricerche, partendo innanzitutto dalla parola. Il solstizio (in latino: solstitium, composto da sol-, “sole” e -sistere, “fermarsi”) è, in astronomia, il momento in cui il Sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima o minima.

Celeberrimi sono gli imponenti ruderi di Stonehenge in Gran Bretagna: si tratta di due cerchi concentrici di monoliti che raggiungono le 50 tonnellate. L’asse del monumento è orientato astronomicamente, con un viale di accesso al cui centro si erge un macigno detto “pietra del calcagno” (Heel Stone, detta anche Friar’s Heel, cioè “Tallone del frate”). Al solstizio d’estate il Sole si leva al di sopra della Heel Stone.

Stonehenge all’alba del solstizio d’estate (21 giugno 2005), con una folla di 19.000 persone che hanno aspettato l’alba tutta la notte. 

Tracce di culti solari s’incontrano in tutto il mondo, dalla Polinesia all’Africa alle Americhe e giungono fino ai nostri giorni: per esempio in Indonesia il sole s’identifica con un uccello e con il potere del volo, tra le popolazioni africane primitive la pioggia è il seme fecondatore del dio Amma, il sole, creatore della terra. Gli stessi Inuit (eschimesi) ritenevano fino a poco tempo fa che il sole, durante la notte, rotolasse sotto l’orizzonte verso nord e di qui diffondesse la pallida luce delle aurore boreali.

Per gli Inca, la cui massima fioritura si ha intorno al XV secolo, la divinità Inti è il sole, sovrano della terra, figlio di Viracocha, il creatore, e padre della sua personificazione umana, l’imperatore. Potete vedere qui accanto Inti, o il Sole di maggio, che campeggia sulla bandiera dell’Argentina.

Per i Maya il sole è il supremo regolatore delle attività umane, sulla base di un calendario nel quale confluiscono credenze religiose e osservazioni astronomiche per quell’epoca notevolmente precise.

Presso gli Aztechi il sole è assimilato a un giovane guerriero che muore ogni sera e ogni mattina risorge, sconfiggendo la luna e le stelle: per nutrirlo il popolo gli offriva in sacrificio vittime umane.

Nell’immagine potete vedere lPiedra del Sol (“Pietra del sole”), un monolite azteco conservato al Museo nazionale di antropologia di Città del Messico. Detta anche “pietra di Tenochtitlan”, ha forma circolare e una simbologia molto complessa. Al centro è scolpita la testa di una divinità che gli studiosi ritengono essere il Quinto SoleTonatiuh.

Tutto il culto degli antichi Egizi è dominato dal sole, chiamato Horus o Kheper al mattino quando si leva, Ra quando è nel fulgore del mezzogiorno e Atum quando tramonta. Eliopoli, la città del Sole, era il luogo sacro all’astro del giorno, il tempio di Abu Simbel, fatto costruire da Ramses II nel XIII secolo a.C., era dedicato al culto del Sole.

Secondo la cosmologia egizia il Nilo era il tratto meridionale di un grande fiume che circondava la Terra e che, verso nord, scorreva nella valle di Dait, che raffigurava la notte; su esso viaggiava un’imbarcazione che trasportava il Sole (raffigurato come un disco di fuoco e impersonato nella figura del dio Ra) che nasceva ogni mattino, aveva il culmine a mezzogiorno e al tramonto viaggiava su un’altra imbarcazione che lo riportava a est.

Il solstizio d’estate, rappresentando l’inizio dell’omonima stagione, è sempre stato nella storia occasione di feste, come i Litha nel neopaganesimo o la natività cristiana di Giovanni Battista, cosiddetta “Notte di San Giovanni” o “Notte di mezza estate“. Talvolta nelle zone di cultura celtico-germanica la “Festa del sole di mezza estate” era associata anche alla celebrazione della mascolinità e della sua funzione sociale.

Tra gli esempi di questo binomio si può osservare, in Italia, l’usanza della Festa dal suu / Festa di Òman a Canzo, in provincia di Como.

Il quadro che vedete, invece, s’intitola “Vigilia di mezza estate” ed è opera del pittore preraffaellita Edward Robert Hughes. Bellissimo e magico, non è vero?

Ebbene, che cosa accadrà in questa data così speciale? Un avvenimento magico naturalmente, almeno per me! Il giorno 21 giugno pubblicherò finalmente

 

Il Tempio di Salomone

 

cioè il quarto episodio della saga crociata di La Colomba e i Leoni!

L’attesa è stata lunga poiché la revisione si è dimostrata faticosa in quanto frutto dell’unione di alcune parti del quinto e ultimo romanzo e di questo e com’è ovvio ero anche in altre faccende affaccendata (lavoro, famiglia e università), ma sono ampiamente soddisfatta del risultato. Le mie beta-reader hanno provveduto a un’attenta rilettura, allo scopo di offrirvi un prodotto di qualità.

Trattandosi di un libro molto esoterico, non c’è miglior data che il 21 giugno (quindi: “visto si stampi”, a meno di cataclismi non imputabile alla mia volontà). Prossimamente vi darò qualche anticipazione e dei piccoli spunti per stuzzicare la vostra curiosità,  soprattutto per quanto riguarda la copertina, che è ancora una volta frutto della maestria di Fabio Gialain ed è semplicemente strepitosa.

A presto!

Cristina M. Cavaliere

FONTE IMMAGINI: Wikipedia

“Wings of the morning”, altra opera di Edward Robert Hughes