Graditissimo ospite del blog è oggi Renato Ghezzi con il suo guest post dal titolo “La Cina è vicina”. Renato è una figura poliedrica: è presidente dell’associazione LetterarieMenti per la sezione lombarda, autore di romanzi storici, persona eclettica e, non da ultimo, cinisellese come me.
Ci ha presentati Romina Tamerici, una blogger che adora organizzare incontri letterari di menti affini e innescare quindi uno scambio virtuoso di idee e iniziative culturali, proprio come il personaggio di Jane Austen, Emma. La potete trovare qui e qui. Grazie, Romina!
***
La Cina è vicina
In questo periodo purtroppo colmo di tensione a livello internazionale, è interessante ripercorrere i passi che hanno portato all’attuale situazione geopolitica. Oggi sono tre le nazioni a influenzare le sorti del mondo e, se delle relazioni tra Stati Uniti e Russia si parla diffusamente, meno si dice di quanto sta accadendo tra USA e Cina.
La Cina viene vista come un’alleata di Mosca, in quanto non ha applicato sanzioni, anzi ha intensificato gli scambi commerciali con il Cremlino. Ma ci fu un momento nella Storia nel quale pareva che l’alleanza fosse invece proprio tra Usa e Cina per contrastare l’allora Unione Sovietica.
Ripercorrere quella vicenda, da me narrata nel romanzo storico “La pace viaggia in autobus”, aiuta a comprendere come siamo arrivati all’oggi e farci sperare che qualcosa può sempre accadere.
Torniamo al 1971.
La Repubblica Popolare di Cina è isolata. Fuori dalle Nazioni Unite, fuori da ogni organizzazione internazionale, Olimpiadi comprese. Solo il blocco comunista riconosce l’esistenza della Cina di Mao, per il resto del mondo Cina è la Repubblica di Taiwan. Ma anche con l’Unione Sovietica i cinesi hanno rotto: addirittura si arriva a scaramucce armate ai confini settentrionali. La situazione è tesissima.
Dall’altra parte del Pacifico, Nixon pure ha problemi seri con i Sovietici. Sia per lui che per Mao un’alleanza che avesse il fine di tenere a bada l’orso russo sarebbe una gran cosa. Ma come superare una barriera in piedi dal 1949?
Qui intervenne, in modo del tutto inaspettato, lo sport.
Per motivi storici, l’unica autorità sportiva a riconoscere la Cina di Mao era la Federazione Internazionale di Tennis Tavolo. E i cinesi si erano dati da fare per formare una squadra di ping-pong in grado di vincere i campionati del mondo. Nel 1971 la squadra partì per i campionati del mondo, a Nagoya in Giappone, allo scopo di vincere il più possibile. Avevano però l’ordine di non parlare con i nemici, quei cani imperialisti di statunitensi.
La squadra americana era quanto di più scombinato e zingaresco si possa immaginare. Impiegati, studentesse, casalinghe: gente che si era pagata il viaggio facendo debiti e collette. C’era anche un hippy diciannovenne, Glenn Cowan, donnaiolo e trasgressivo.
A Nagoya, alla fine di un allenamento, Glenn salì sull’autobus sbagliato. Quello dei cinesi. Nel silenzio imbarazzato, da bravo hippy si lasciò andare a un discorso di pace e amore. Il capitano della squadra cinese, Zuang Zedong, ignorando i divieti, lo andò a salutare e gli fece un dono. La foto di loro che, scendendo dal bus, si stringono la mano, fece il giro del mondo.
Mao la vide; dapprima si infuriò, poi chiamò l’ambasciatore in Giappone. «Fate venire qui la squadra di ping-pong americana», disse. Era il 6 aprile 1971. Quattro giorni dopo, primi americani a essere ufficialmente invitati, i giocatori americani varcarono il confine tra Hong Kong e Cina Popolare.
Poi venne l’incontro Nixon-Mao, la Cina nell’Onu e il nuovo equilibrio mondiale. Ma tutto nacque da quei due coraggiosi giocatori che si diedero la mano, nonostante tutti i divieti.
Spero, con tutto il cuore, che vi siano in ogni nazione uomini come Glenn Cowan e Zuang Zedong.
Renato Ghezzi
Volete saperne di più? Non vi resta che cliccare sui seguenti link, dove potrete acquistare il romanzo “La pace viaggia in autobus”:
Chi è l’autore
Renato Ghezzi è nato a Milano nel 1957 e ha vissuto sempre nell’hinterland milanese. Ingegnere elettronico, dopo una carriera nelle telecomunicazioni si dedica alla sua vera passione: la scrittura e il lavoro editoriale.
Nel 2018 il suo racconto “Lisa Volpi” apre la raccolta “Chiamami per nome”, edita da Le Mezzelane Casa Editrice. Nello stesso anno pubblica, per la stessa Casa Editrice, il suo primo romanzo storico, “Seconda possibilità”, a cui segue nel 2021 il secondo, “La pace viaggia in autobus”; nel 2022 esce la raccolta di racconti fantastici “Troppa realtà fa male”, per RingWorld. Nel 2023 è prevista l’uscita di “Riempiendo il cielo inglese di miraggi”, cronaca di un percorso artistico, storico e letterario nel sud dell’Inghilterra.
Alcuni suoi racconti entrano nelle selezioni finali di vari concorsi letterari nazionali. In particolare si classifica primo al concorso “Bruna Montessori 2019” e al concorso “La pelle non dimentica 2023”.
Fa parte dello staff di Le Mezzelane Casa Editrice in veste di editor e responsabile della collana Historica, dedicata al romanzo storico. Dirige l’associazione culturale LetterarieMenti Lombardia, che raccoglie scrittori emergenti del territorio e organizza eventi culturali.
Tra le sue passioni, i viaggi, i gatti e la danza storica, tra il Quattrocento e l’epoca Regency.
La politica del ping pong, il mio professore di italiano alle superiori c’è ne parlò una volta. Al momento attuale ci vorrebbe qualcosa del genere, che però potrebbe avvenire solo se anche a livello politico ci fosse una volontà di cooperazione. Invece al momento attuale ogni superpotenza guarda con sospetto l’altra e i rapporti internazionali sono da guerra fredda tripolare (penso che il maggiore feeling tra Cina e Russia sia dovuto solo alla volontà della Cina di esercitare maggiore pressione sugli Usa e costringerli a cedere sulla questione Taiwan, se ci fosse questo passaggio presumo che poi la Cina cercherebbe di essere equidistante con entrambe le potenze, ha tutto l’interesse a avere ottimi rapporti commerciali con entrambi i paesi).
Da ragazzina ho un ricordo nitido della partita tra Mao e Nixon, e delle parodie e imitazioni che seguirono, anche perché in famiglia se ne parlava diffusamente. Purtroppo le superpotenze ora si sono riposizionate nella guerra fredda tripolare, come hai detto, quindi la situazione si è fatta ancora più complessa. L’unica speranza è che la Cina sia interessata a ripristinare il mercato e gli scambi commerciali con l’occidente, e quindi cooperi fattivamente affinché la pace venga presto ristabilita (anche) in suo favore.
Sono le persone capaci di ragionare e agire “fuori dalla scatola” a dare una spinta, quando tutto sembra bloccato. Le ringrazio di cuore. Senza di loro chissà dove saremmo oggi. (Una nuova collaborazione! Stringo la mano all’autore dell’articolo.)
La cosa straordinaria è che poi, a cose fatte, ci si chiede come mai nessuno ci avesse mai pensato prima. Proprio ieri sera, per esempio, ho visto su raiplay il film “Fernanda” sulla vita di Fernanda Wittgens, prima donna a dirigere la pinacoteca di Brera. Durante la guerra cooperò non soltanto a salvare le opere d’arte dalle razzie di fascisti e dei nazisti, ma anche a proteggere moltissimi ebrei, procurando loro documenti falsi e aiutandoli a espatriare in Svizzera nascosti tra le casse delle opere d’arte. Un’altra persona che ha pensato fuori dagli schemi, e ha pagato con un anno di carcere il suo coraggio. Non per niente è Giusta tra le Nazioni.
Sarebbe bello oggi assistere a una stretta di mano del genere, ma forse non basterebbe per arrivare alla pace. Questa però è davvero una bella storia, non la conoscevo ed è davvero emblematica
Anch’io non conoscevo questa storia nel dettaglio, anche se, come scrivevo ad Ariano, ricordavo la diplomazia del ping pong tra Cina e Usa. Mi piace molto quella foto! Un gesto semplicissimo che, complici i mass media, ha fatto il giro del mondo.