Come anticipato nel post precedente, ricomincio le pubblicazioni senza programmare troppo, e stavolta affido la ripresa a Clementina, la mia amica e collaboratrice del blog. Siamo ufficialmente in periodo estivo, e quindi si possono fare ancora dei viaggi e delle visite, e quindi vorremmo deliziarvi con un articolo su un luogo davvero magico: Villa del Balbianello sul lago di Como.

Anch’io ebbi modo di visitarla anni fa, e ne rimasi incantata. Spesso accade che edifici costruiti in posizione strategica su uno specchio d’acqua – che sia lago o mare – acquisiscano una luce molto particolare, specialmente se hai la fortuna di visitarle in una bella giornata di sole. Per me accadde con le grotte di Catullo sul lago di Garda, per esempio, e proprio con la villa del Balbianello.

Ma lascio subito spazio a Clementina, che per l’occasione mi ha fatto avere anche una sua foto nuova di zecca! 😉

 

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Anche questo è un invito a un viaggio. Questa volta si tratta di un viaggio concreto, in territorio comasco, che vede come grande protagonista Villa del Balbianello, bene di proprietà del FAI (Fondo Ambiente Italiano).

La scenografica villa Arconati Visconti, detta “del Balbianello”,
si porge al visitatore destando immediata meraviglia.

 

Aperta a un vastissimo panorama, collocata sull’estrema punta di un promontorio boscoso, chiamato Dosso di Lavedo, e protesa nell’acqua di fronte alla sponda occidentale del lago di Como, con uno sguardo rivolto anche verso Bellagio, essa è raggiungibile in barca e a piedi.

Optando per il percorso lacustre il visitatore assiste al suo disvelamento immediato; al contrario, scegliendo il tragitto che si snoda attraverso l’area boscosa del parco che la circonda, essa si manifesta pian piano, ma in modo altrettanto spettacolare.

Personalmente ho gradito moltissimo questa visita. La bellezza del luogo è senza dubbio altamente suggestiva, soprattutto in una splendida giornata d’estate, ma si è rivelato altrettanto efficace il clima di calma nel quale mi sono trovata immersa.

Qui ogni cosa appare calma; i pensieri si fanno limpidi, le emozioni si acquietano.

Villa del Balbianello è un sito che invita naturalmente a fermarsi, a lasciare andare le tensioni, gli affanni, lo stress. È un luogo che aiuta a ritrovare il proprio respiro, il proprio ritmo interno.

L’impressione che ho avuto, accedendovi, è stata quella di entrare in uno spazio (e in un tempo sospeso) nel quale il caos si interrompe. L’inquinamento del rumore, del traffico, del chiacchiericcio convulso, degli squilli dei cellulari, delle parole inutili scompare all’improvviso e, di colpo, ci si sente a proprio agio, protetti e stimolati ad aprirsi all’ascolto di noi stessi, della nostra parte più profonda, ma anche degli altri intorno a noi, della loro indole più autentica e, non ultima, della natura.

Bene, dopo essermi immersa in questa deliziosa fase di concentrazione, ho voluto approfondire la storia di questo luogo e, ora, ve la racconto!

Parliamo di un complesso residenziale, residuo dell’antico eremo francescano di San Giovanni da cui il milanese cardinale Angelo Maria Durini, legato pontificio e nunzio apostolico a Malta, nel 1787, ricavò l’attuale dimora che ebbe tra i suoi ospiti Parini e Silvio Pellico.

Una volta acquistata punta Balbianello, con il soppresso convento francescano, Durini aggiunse alla chiesetta con i due campanili e all’edificio religioso una splendida loggia con due padiglioni ai lati, uno adibito a studiolo e l’altro a sala da musica.

Nelle belle giornate estive qui si riuniva la crème della società, soprattutto milanese, attirata dalla ricca biblioteca, oltre che dall’amenità del sito, e durante lo svolgimento delle cene mondane, per la prima volta in Lombardia, veniva offerto il caffè.

Fra i tanti e prestigiosi ospiti di questo incantevole luogo vi era anche l’abate Parini, che dedicò al cardinale l’ode “La Gratitudine”.

Com’è facilmente immaginabile la dimora ha sempre avuto una vocazione eccentrica, tanto che, fin dal principio, fu progettata come ritiro di delizia e svago letterario, il cui motto, suggerito dallo stesso Durini, in seguito scolpito presso il porticciolo d’accesso, accoglie i visitatori in arrivo dal lago così: “Fay ce que vouldras” (Fai ciò che vuoi).

 

La splendida loggia con il Ficus Repens fa da sfondo al bacio
tra la principessa Padmè e il giovane Anakin nel secondo episodio
di Star Wars, di George Lucas (2002).

Dopo il 1797 la proprietà passò al conte Luigi Porro Lambertenghi e in seguito alla famiglia Arconati Visconti. Essa divenne anche asilo dei patrioti che nutrivano sentimenti anti-austriaci, tant’è che Silvio Pellico trascorse qui l’ultima notte prima di venire arrestato il 13 ottobre 1820.

Il successivo proprietario acquistò la villa nel 1974: era l’imprenditore, collezionista, nonché alpinista ed esploratore artico Guido Monzino. Egli decise di arricchire la nuova residenza dei tanti ricordi della sua avventurosa esistenza.

Questi cimeli, numerosi volumi, carte geografiche, strumenti di viaggio, arredi e preziose collezioni di oggetti d’arte antica e primitiva, sono tutt’oggi esposti in un percorso museale accessibile a tutti, dopo che nel 1988 il complesso è stato lasciato in eredità al FAI (Fondo Ambiente Italiano).

 

Prospettiva di Villa Balbianello in direzione di Bellagio.
Ritroviamo questo sfondo nelle scene
girate da John Irvin per il suo “Un mese al lago” (1995).

 

In questa armoniosa sintesi di natura alpina ed esotica, architettura e paesaggio lacustre si staglia un percorso romantico che ha spinto, fin dagli anni ’40, grandi registi, italiani e internazionali, ad ambientare qui alcuni grandi film.

Infatti, il curatissimo giardino a terrazze, con i platani potati “a candelabro”, il grande leccio potato “a ombrello”, i glicini, i gerani, i viali fiancheggiati da eleganti statue e la meravigliosa loggia ospitante uno strabiliante Ficus Repens, appaiono nelle scene girate in esterno di svariati lungometraggi.

 

Angolo ospitante il platano potato a candelabro.

 

Nel 1941 Mario Soldati ambientò qui la tormentata storia d’amore tra Franco Maironi (Massimo Serato), patriota e fervido cattolico, e Luisa Rigey (Alida Valli) del suo “Piccolo mondo antico”.

Ritroviamo questo sito nelle inquadrature del regista Christian-Jaque, per “La Certosa di Parma” (1947).

Lo riconosciamo pure nelle scene girate da John Irvin per il suo “Un mese al lago” (1995) che narrava di un triangolo amoroso tra un maggiore dell’esercito britannico (Edward Fox), una giovane governante americana (Uma Thurman) e una ricca e matura signora borghese (Vanessa Redgrave).

Questo sito ha ospitato anche il cast e la produzione di uno dei film di fantascienza più visti nella storia del cinema, Star Wars. In questo caso il regista George Lucas ha usato la loggia nel secondo episodio prequel della popolarissima saga (2002). Essa era il meraviglioso sfondo del romantico bacio tra la senatrice Padmè Amidala e il giovane apprendista jedi, Anakin Skywalker.

 

Visuale del giardino sovrastante il porticciolo.

 

Persino James Bond, interpretato da Daniel Craig, trascorse un periodo di convalescenza a Villa Balbianello, dopo essere stato ferito nell’episodio della saga di 007, “Casino Royale” (2006), di Martin Campbell.

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Questo è tutto per il momento. Che cosa pensate di questa prima presentazione? Vi piace il luogo? Un abbraccio e a presto! ^__^

Clementina Daniela Sanguanini

 

 

 

ICONOGRAFIA:

P.S: a parte l’immagine di apertura (la cui fonte è citata in didascalia), tutte le foto presenti nel post sono frutto dei miei scatti personali e ve lo dico con la speranza di essere riuscita a catturare almeno un pochino della folgorante bellezza di questo luogo di delizie per mostrarvelo al meglio.

BIBLIOGRAFIA:

Villa Balbianello: https://www.fondoambiente.it/luoghi/villa-del-balbianello

Villa Balbianello: Le province di Como e Lecco, Il lago, le ville, i parchi, Bellagio, Menaggio, Varenna, Guide d’Italia, Touring Club Italia editore, 2003

Franco Monzino: http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-emanuele-monzino_%28Dizionario-Biografico%29/