“Cristina Rossi, la commissione, considerato il curriculum degli studi da Lei compiuto e valutata la tesi di laurea, attribuisce alla prova finale la votazione di 110/110 con conferimento della Lode. Per l’autorità conferitami dal Magnifico Rettore la proclamo Dottoressa in Storia.”

Quando ho sentito pronunciare queste parole pronunciate dal presidente di commissione attraverso lo schermo del computer e dopo aver sostenuto la sessione di laurea online, mi sono chiesta: “Ma parla proprio di me? Ma sarà vero?” Ebbene, è tutto magnificamente vero e posso finalmente dire che sono arrivata al termine di questo lungo, impegnativo, faticoso, esaltante e tortuoso percorso e che sono ufficialmente

DOTTORESSA IN STORIA 
CON 110/110 E LODE!

 

Ma andiamo con ordine altrimenti potrei perdere la testa, come disse Robespierre un giorno in cui era in vena di battute. Dunque vi parlerò sia dell’argomento scelto e della stesura della tesi, dell’iter burocratico che ancora una volta ha colpito duro e della sessione di laurea vera e propria. Ci sarà come sempre la parte semiseria con cui spero di farvi sorridere. Infatti sono rimasta silente sull’argomento in questi mesi per scaramanzia e perché mi sembrava di remare a bordo di una scialuppa su un mare immerso in una fitta nebbia e senza una bussola per orientarmi.

 

LA TESI DI LAUREA

L’incontro con il relatore

Siccome tutti suggerivano di non “arrivare all’ultimo momento” con la tesi, ero andata in università a fine ottobre per incontrare il professor Antonino De Francesco, il quale è tra l’altro direttore del Dipartimento di Studi Storici, e uno dei massimi studiosi italiani del giacobinismo e delle rivoluzioni del Settecento, e il cui nome mi era stato fatto da più parti. Appresa la mia intenzione di incentrare la mia tesi triennale su un argomento qualsiasi purché relativo alla rivoluzione francese, mi aveva proposto di lavorare su una serie di lettere scritte da un poeta americano di nome Joel Barlow alla moglie Ruth rimasta a Londra, nell’estate del 1792 – periodo in cui si trovava in Francia. Mi ha chiesto infatti se fossi in grado di leggere sia in inglese sia in francese, cosa che ho confermato. Queste lettere sono state digitalizzate e messe a disposizione del pubblico nell’archivio della Harvard University. Se avessi accettato la proposta, mi avrebbe fornito poi una bibliografia su cui lavorare. Una volta a casa, mi sono collegata al sito, ho letto la prima lettera e mi sono venuti i lacrimoni per l’emozione… già sapevo che sarebbe stata una tesi molto umida! Ecco la prima lettera di Barlow:

Naturalmente ho accettato già travolta dall’entusiasmo e, in attesa di affrontare gli ultimi due esami che mancavano al completamento del mio cursus honorum (Storia dell’Illuminismo e delle Rivoluzioni a fine novembre, Storia dell’Arte Medievale a gennaio), ho cominciato a scaricare e a trascrivere le lettere. Il professore mi aveva detto di concentrarmi sulle quattro-cinque lettere con le vicende politiche della primavera e dell’estate del 1792, ma nel frattempo mi sono talmente appassionata che ho cominciato a scaricare, a trascrivere e a tradurre anche tutte quelle del 1793 e l’unica del 1794 in preda al sacro furore.

I materiali per la tesi

Ho ordinato una biografia in inglese di Joel Barlow dall’Inghilterra, dato che non esiste nessun materiale accademico in lingua italiana, e ho scaricato altri articoli in inglese sul periodo temporale specifico, tramite il sistema bibliotecario collegato con altre biblioteche di tutto il mondo e che mette a disposizione degli iscritti ogni sorta di articolo e libro, sia in forma cartacea che ebook, da usare naturalmente per motivi di studio e ricerca e non per farne mercimonio.

I corsi online

Ho partecipato anche a un paio di corsi online organizzati dalla biblioteca: il primo ci ha insegnato come usare al meglio Jstor (https://www.jstor.org/), una biblioteca digitale statunitense fondata nel 1995. Nata in origine per conservare le digitalizzazioni di numeri passati di periodici accademici, include ora un numero esorbitante di libri, fonti primarie e numeri correnti di periodici, e consente di effettuare ricerche sull’intero testo di più di un migliaio di testate.  Il secondo corso verteva su come organizzare il lavoro sulla tesi (“Verso la tesi”). I suggerimenti delle bibliotecarie, cui bisognerebbe fare un monumento per gentilezza e competenza, sono stati preziosissimi, soprattutto per il sistema delle citazioni e su come evitare il plagio.

Chi era Joel Barlow?

Man mano che continuavo ad approfondire, ho scoperto che Joel Barlow era un vero personaggio da romanzo, e non è escluso che un giorno lo utilizzi in qualche libro… insomma, mi sono così affezionata a lui, e lo conosco talmente bene, che lo considero ormai “il mio Joel”.

Questo signore però lo conoscono solo gli americanisti, e a stento. Rispetto alle più eminenti figure dei “fondatori” degli Stati Uniti in campo politico e letterario, infatti Joel Barlow (1754-1812) ha conosciuto un destino antitetico. Celebre e celebrato in vita come poeta epico americano, è caduto progressivamente in una lunga ombra postuma. Oggi è considerato un poeta mediocre, dallo stile enfatico e ampolloso, al punto che nemmeno i docenti universitari americani propongono più lo studio del suo poema The Vision of Columbus, o dell’espanso The Columbiad, limitandosi tutt’al più a citare Barlow per un gustoso poemetto eroicomico dal titolo The Hasty-Pudding (1793).

Pochi invece possedevano una conoscenza di prima mano quanto Barlow sia della rivoluzione americana (1776-1789) cui partecipò in gioventù che della rivoluzione francese (1789-1794). Per diciassette anni, dal 1788 al 1805, egli visse prevalentemente tra Londra e Parigi, viaggiando in modo pressoché instancabile sul continente europeo. Intelligente, ambizioso, dotato di un fascino e un’amabilità che persino i suoi numerosi detrattori gli riconoscevano, questo poeta americano fu catturato dal cataclisma che travolse l’Europa dal 1788 in poi. Il suo ardente repubblicanesimo e le sue simpatie liberali, unite a un occhio molto acuto e teso a cogliere le opportunità offerte dalle circostanze, lo indussero a ritagliarsi un ruolo attivo nella rivoluzione.

Era anche un uomo dalle molte sfaccettature e dalle mille risorse: fu di volta in volta uno speculatore e un agente commerciale nella vendita di territori dell’occidente americano; si accostò ai circoli radicali inglesi e divenne il promotore del movimento riformatore che intendeva importare in Inghilterra la rivoluzione francese e le sue conquiste; gli fu conferita la cittadinanza francese, e divenne propagandista della rivoluzione; e, infine, si trasformò ancora una volta in un uomo d’affari internazionale che colse le opportunità offerte nel tempo della guerra. Altri aspetti di straordinaria modernità e interesse sono l’essere stato un poliglotta e un autentico cittadino del mondo secondo lo spirito Illuminista. Amò in ugual misura la sua patria di origine, gli Stati Uniti, e la Francia rivoluzionaria che lo ricambiò ampiamente e lo adottò.

Contenuto della tesi

Avevo dunque intenzione di ampliare l’ottica, anche se il professore mi aveva detto che stavo scrivendo troppo per una tesi di laurea triennale, e comunque, se volevo sbizzarrirmi, non c’erano preclusioni sulla lunghezza. Dopo queste parole non ho più avuto freni e ho concluso la tesi con ben 120 pagg. al mio attivo… e del resto solo le lettere del 1792, che ho trascritto e tradotto e poste in appendice, ammontano a una quarantina di pagine! La mia tesi si compone di un’Introduzione, quattro capitoli – il Capitolo 3 è dedicato alle lettere e al commento ed analisi delle stesse – e una Conclusione. Ed ecco il risultato:

 


“Un poeta americano tra due rivoluzioni”

Lettere di Joel Barlow
a Ruth Baldwin Barlow, 1792

 

L’ITER BUROCRATICO


La burocrazia universitaria: “Lasciate ogni speranza…”

Mentre lavoravo alacremente alla tesi, però, tenevo d’occhio le date utili per le sessioni di laurea, e avevo programmato di consegnare al professore la tesi subito dopo Pasqua per avere un mese e mezzo onde procedere a eventuali integrazioni e correzioni da parte sua. Infatti c’erano tutta una serie di scadenze, alcune delle quali piuttosto sibilline. In linea generale per laurearsi bisognava infatti:
– avere sostenuto tutti gli esami di profitto previsti dall’ultimo piano di studio approvato = FATTO
– aver pagato tutte le tasse dovute compresa la tassa di laurea = FATTO
– aver depositato online la tesi in formato PDF/A = DA FARE
– aver compilato il questionario laureandi obbligatorio = DA FARE
– essere in regola con gli altri adempimenti previsti dal corso di studio, come precisati nelle disposizioni pubblicate sul sito di ateneo. = ???

Sarebbe stato troppo semplice avere tutto quanto in un unico luogo e in maniera ordinata, infatti da un’altra parte c’erano scritte una serie di date per la sessione estiva (prima sessione – appello unico) – a.a. 2021/2022, come segue:
· Periodo esami di laurea: dal 7 luglio 2022
· Presentazione domanda di laurea online: dal 2 maggio al 6 giugno 2022
· Compilazione del questionario laureandi obbligatorio: entro il 16 giugno 2022
· Termine per sostenere gli esami: 15 giugno 2022
· Deposito online tesi (solo ad esami conclusi): dal 2 maggio al 16 giugno 2022
· Proclamazione: 20 e 21 luglio 2022. Il calendario di convocazione sarà reso noto da metà giugno, nella sezione sottostante Calendari di laurea: discussioni e proclamazioni. Il numero di accompagnatori ammessi alla cerimonia dovrà garantire i limiti necessari a consentire il regolare svolgimento della cerimonia e sarà definito e reso noto dopo la scadenza delle domande di laurea.

Avrò fatto tutto giusto? 

Approvata la tesi ed eseguite le procedure di cui sopra, a ogni pie’ sospinto continuavo ad accedere alla pagina “Laurearsi” e saltabeccavo poi da una pagina all’altra del sito universitario per confrontare le informazioni, segnare le date, controllare le procedure e sperare di avere fatto tutto corretto. Infatti tu fai la domanda di laurea essenzialmente tramite l’upload della tesi, e ti arriva la ricevuta in automatico, come pure ti arriva la ricevuta in automatico quando paghi la tassa o compili il chilometrico questionario, ma NESSUNO ti manda una mail in casella per rassicurarti che è andato tutto a buon fine e che la tua domanda è stata accettata: sei costretto a rimanere nel tuo limbo immersa appunto nella nebbia e in uno stato di grave incertezza e con mille dubbi.  Mi sarebbe seccato aver sbagliato un passaggio ed essere “rimandata a settembre” per un cavillo burocratico.

La laureanda è dispersa in mare, l’orizzonte è nebuloso,
senza punti di riferimento o terra in vista.

 

Esami online o in presenza?

Non era molto chiaro nemmeno se gli esami di laurea sarebbero stati in presenza, cosa su cui contavo perché avevo visto che c’era stata una sessione di laurea straordinaria a metà giugno in presenza… Un giorno, consultando per l’ennesima volta la pagina “Laurearsi” vedo scritto: “Periodo esami di laurea: 7, 8 e 11 luglio 2022 (da remoto)“.
Però NON compaiono i calendari di convocazione bensì l’avviso con la cerimonia di proclamazione prevista per Storia il 21 luglio, e lì ho capito che non ci sarebbe stata sessione di laurea+proclamazione, ma il tutto era diviso in due momenti differenti. In pratica prima hanno pubblicato un avviso per qualcosa che era temporalmente posteriore alle sedute di laurea! La comunicazione si faceva sempre più nebulosa, nel frattempo si era quasi a fine giugno ma non c’erano ancora gli elenchi per gli esami online, e il tutto a questo punto assumeva i contorni di un thriller. Dato che c’era stata una sessione in presenza, pensavo che magari le date di 7 e 8 luglio sarebbero state in presenza, e solo l’11 luglio da remoto… ma nessuno scioglieva ancora l’arcano.

Nel frattempo mi sono recata a una copisteria davanti all’università perché volevo stampare 6 copie della tesi da regalare ad alcune persone scelte o tenere come ricordo (e ho poi mandato il marito a ritirare le copie perché in quella giornata ero in “modalità rottame ON” in quanto non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto per via dei miei dolori osteoarticolari di cui vi ho parlato qui). Mi ero già portata avanti anche con il negozio per ordinare almeno le bomboniere da regalare con il bigliettino interno e la data di luglio, e in quanto c’era carenza di alcune materie prime. Siccome continuavo a non sapere la data precisa, a un certo punto ho detto alla signora del negozio – sfinita quanto me per l’attesa – che faceva testo il mese e di lasciare soltanto “luglio”.

Il decreto del rettore

Nel frattempo scopro, in un altro anfratto del sito, che c’era stato un decreto del rettore del 22 febbraio 2022 che nella sessione estiva gli esami per le lauree triennali sarebbero stati online, e lì ho cominciato a farmi delle domande esistenziali: perché tutto il mondo affolla concerti, stadi, ristoranti e mezzi pubblici e noi ancora lì a fare gli esami online? Il decreto del rettore non equivale alle Tavole della Legge incise sulla pietra o alla Costituzione, ma qualcosa che si può modificare. Quindi il (da remoto) posto alla fine della frase era giusto, perché gli esami erano TUTTI DA REMOTO.

Presto, eseguiamo una danza per evocare l’animale totemico!

I calendari di convocazione!!!

Il fatidico giorno ….. consulto per l’ennesima volta la pagina “Laurearsi” e scopro che finalmente sono comparsi i calendari di convocazione per gli esami online, cerco freneticamente il mio cognome con numero di matricola e tiro un sospiro di sollievo nel vedermi inserita il 7 luglio 2022 alle h 16:00-18:00. Però poi la comunicazione non è completa perché mancano i link per accedere a ciascun gruppo virtuale, come invece vedo scritto per i laureandi in Filosofia. Come faccio ad accedere se manca il link? Faccio una seduta spiritica? Chiamo in soccorso il mio animale totemico?

Mentre mi spremo di nuovo le meningi e ho il dito sulla tastiera per scrivere in segreteria, dove si stanno suicidando a raffica alla ricezione di ogni mia mail, il giorno dopo nella mia casella di posta arriva la mail contenente il link apposito. Al che ne deduco che non si sia voluto fare pubblicità per evitare che eventuali troll possano disturbare le sedute (con eccezione dei filosofi, che forse sono in grado di affrontarli meglio). Ora sono proprio a posto e posso prepararmi per l’esame di laurea online, e per una volta sono tranquillissima.

 

IL GIORNO DELLA SESSIONE DI LAUREA

Prima dell’esame

Per prepararmi all’esame di laurea, mi ero esercitata davanti allo schermo. Intuivo però di avere a disposizione poco tempo, e che non avrei potuto dispiegare in lungo e in largo la mia eloquenza. Prima di parlare del focus della tesi – le lettere – vogliamo non dire qualcosa sulla biografia di Joel Barlow, e altri punti che dalla rivoluzione americana lo raccordano alla Francia rivoluzionaria? Certo che sì, il problema è che il cronometro mi indicava un range di esposizione che variava dalla mezz’ora ai quarantacinque minuti come minimo. Insomma, si rischiava di far notte…

Il giorno dell’esame

Mi vesto tutta elegante con una nuova camicetta e collego con cinque minuti di anticipo, e vedo comparire man mano le sigle dei candidati e i visi dei professori. Il mio relatore ha qualche difficoltà a collegarsi, e partiamo con dieci minuti di ritardo. La prima in ordine sono proprio io, il professore-presidente spiega le regole, ovvero che avremmo dovuto parlare in maniera stringata del nostro elaborato, poi ci avrebbe interrotto facendoci una domanda per poi chiedere ai colleghi se volevano avanzare anche loro delle domande.

Ero la prima, e quindi sono partita lancia in resta come mi ero riproposta, e mentre parlavo mi veniva da ridere perché ero consapevole di parlare come Giovanna Botteri, cioè enfatizzando alcune parole. Gli altri membri della commissione sono a dir poco pietrificati. Resosi probabilmente conto che avrei potuto parlare per ore, il professore mi interrompe e mi chiede di passare direttamente alla “famosa estate del 92”, e “spiegando il lavoro che lei ha fatto sulla trascrizione e traduzione delle lettere.” Obbedisco come Garibaldi, e faccio quindi un salto temporale di non poco conto e balzo in Inghilterra, e poi plano direttamente in Francia. Comincio a commentare le prime due lettere evidenziando la parte politica, che poi è la cosa più interessante, e sto per passare alla successiva e alla lettera del giugno 1792, ripartendo a spron battuto con l’assalto al palazzo delle Tuileries da parte della folla parigina, quando vengo di nuovo interrotta dal professore, che mi dice che secondo lui può bastare, e se gli altri vogliono fare domande. Nessuno mi chiede niente, sembrano tutti ancora pietrificati, quindi mi ritiro disattivando audio e video e rimanendo in ascolto.

Tocca agli altri candidati che si stavano laureando in Scienze umane dell’ambiente, del territorio e del paesaggio, con degli elaborati molto interessanti che comprendevano sia una parte teorica sia una parte pratica con dei progetti sul territorio. Alla fine delle esposizioni, il presidente dice che la commissione si sarebbe ritirata per deliberare in un’altra aula virtuale, e di attendere. Ancora una volta mi sembrava di essere in qualche serie tv giudiziaria americana, con i giurati che si ritirano per poi emettere il verdetto. Dopo una decina di minuti tornano e inizia la proclamazione dei candidati, iniziando dalla sottoscritta, che sente pronunciare le magiche parole di cui sopra: “Cristina Rossi, la commissione, considerato il curriculum degli studi da Lei compiuto e valutata la tesi di laurea, attribuisce alla prova finale la votazione di 110/110 con conferimento della Lode. Per l’autorità conferitami dal Magnifico Rettore la proclamo Dottoressa in Storia.
Figuratevi che, oltre a essere preda dell’incredulità per essere arrivata alla fine di tutto, ho passato il successivo quarto d’ora a chiedermi se per caso non avessi capito male il voto e la lode… Invece, sono già dottoressa come proclama a gran voce anche il mio portale universitario!

e, in quanto agli addetti della segreteria, hanno preso ferie in massa sia per far bisboccia sia per riprendersi da questi cinque anni in cui li ho bombardati senza pietà di mail.

La cerimonia pubblica – quella in pompa magna – invece è prevista per il 21 luglio dalle 9:30 alle 11:00 in via Festa del Perdono: a Dio piacendo e covid permettendo, ci sarò e dunque alla fine del mese di luglio seguiranno le fotografie. Rimanete sintonizzati!
 
***

Ebbene, spero di avervi fatto sorridere per un’ultima volta! 🙂 Quali sono le vostre impressioni sull’ultimo atto della mia lunga avventura universitaria?
Cristina M. Cavaliere

***

Fotografia di apertura: freepik.com

Fotografia totem: Wikipedia
Fotografia barca nella nebbia: pixabay.com/Miss Orphelia
Fotografia di persona a computer: https://it.freepik.com/autore/jcomp