Rieccomi a voi contenta come una Pasqua e dunque come un uovo di cioccolato (sciolto dal caldo) per condividere con voi la mia felicità per come si è svolta la giornata della proclamazione in presenza nella sede dell’Università degli Studi di Milano. Qui potete vedermi a proclamazione avvenuta nel cortile centrale del prestigioso edificio storico, anche conosciuto come Ca’ Granda.

Esso nasce nella parte centrale come ospedale voluto dal duca Francesco Sforza per aiutare soprattutto nella cura dei milanesi indigenti e anche per farsi perdonare la sua presa di potere da parte dei nuovi sudditi con una monumentale opera di pubblica utilità. La prima pietra venne posata il 12 aprile 1456 a seguito di un decreto. Si trattava di un ospedale di assoluta avanguardia sia nella somministrazione delle cure e dei pasti con ingredienti sani e di qualità (addirittura con diete personalizzate per ciascun ammalato), nelle visite mediche accurate e frequenti, nell’igiene e nell’aerazione dei locali, addirittura nel rispetto della privacy! In questo siamo decisamente peggiorati… Il complesso, successivamente ampliato con altri cortili, divenne poi università nel 1923.

Università degli Studi di Milano – facciata su via Festa del Perdono, 7  Foto: wikipedia

 

Chiostro Maggiore, detto del Richini o cortile d’onore. Foto: wikipedia

 

In questo post vi ho già raccontato come era andata la scrittura della tesi, la domanda di laurea e la sessione di laurea online dove sono stata subito proclamata dottoressa in Storia il 7 luglio 2022 con 110 e Lode. Anche prepararsi per la grande giornata della proclamazione è stato impegnativo e importante: infatti è come organizzare un matrimonio in modo che sia tutto pronto a tempo debito. Naturalmente si può anche non fare nulla, ma mi sembrava bello comunque curare aspetti come:  

Il vestito, le scarpe e la borsetta. La corona di alloro. Il parrucchiere. Il trucco. Le bomboniere. Inviti a parenti e amici.

L’abito da cerimonia, la corona di alloro, l’invito-promemoria Whatsapp,  il magnete gufetto per creare varie card,  e le due bomboniere (tipologia segnalibro e portachiavi)  del negozio La Perla di Cinisello Balsamo.

 

Giorno 21 luglio 2022


6:30
= mi alzo dopo una notte insonne causa caldo e un po’ di apprensione. Mi guardo allo specchio e constato che i riccioli creati dalla parrucchiera il giorno innanzi si sono completamente disfatti per la compressione sul cuscino e per la sudata notturna. Decido che devo porre rimedio e ficco la testa sotto il rubinetto per rilavare i capelli e fare il mio solito caschetto liscio buono per tutte le stagioni.

7:00 = operazione trucco che richiede qualche tempo perché mi sono comprata dei maquillage nuovi per gli occhi, che di solito non trucco mai per timore di allergie. Ovviamente faccio tutto di corsa, riducendo il mobiletto a un campo di battaglia. Mi spruzzo sulla faccia l’acqua spray lenitiva che dovrebbe aiutare a fissare il trucco e a non far colare tutto determinando l’effetto Panda.

7:15 = mi faccio coraggio e mi vesto anche se ho la tentazione di presentarmi alla cerimonia in pareo e infradito. La parte più difficile è l’infilatura delle calze, pur essendo molto leggere, dato che la scarpa chiusa richiede il collant. So già che le temperature saranno infernali, e per fortuna che la proclamazione è prevista dalle 9:30 alle 11:00 in aula, dove è consentito l’ingresso a sole 3 persone oltre al candidato. Ho dato appuntamento ad amici e parenti alle 11:00 nel cortile centrale per consegna bomboniere e fotografie.

7:30 = dopo aver estratto la corona di alloro dal frigorifero, e aver preso la borsa con le bomboniere, usciamo di casa io, marito e figlio – come tre peones nella pampa sconfinata. Mio figlio è incaricato di fare delle foto e quindi avrà la borsa con le bomboniere e la macchina fotografica, mentre il marito si occuperà del “carico fragile” ovvero della corona di alloro. Veniamo investiti dal vento caldo dell’estate, come nella canzone di Alice che se volete potete ascoltare qui, vento che per fortuna mi gonfia il vestito tipo vela e fa circolare l’aria.

7:45 = parcheggiamo a Sesto F.S. che è un capolinea e prendiamo la metropolitana linea 1. Sembra di scendere all’Inferno dantesco e il primo girone è la banchina di attesa surriscaldata. C’è un treno pronto, a mo’ di Caronte traghettatore, dove ci infiliamo prontamente nella speranza che parta subito e consenta l’avvio dell’aria condizionata. I passeggeri mi osservano con curiosità: del terzetto sono la più elegante.

8:30 = arriviamo alla fermata Duomo dove decidiamo di compiere il tragitto a piedi dal retro della cattedrale (foto: Wikipedia) passando per piazza Fontana e poi attraversando via Larga per arrivare in via Bergamini, giungere di fronte all’università e infilarci in un bar per fare colazione. Fa talmente caldo che persino le guglie del Duomo sembrano disfarsi... Lungo la strada individuiamo un gruppetto di persone molto eleganti, e deduciamo che le ritroveremo nell’aula.

8:45 = colazione al bar davanti all’università con cappuccio e brioche. Prima di pagare e uscire, vado in bagno per spruzzare la portentosa acqua taumaturgica che preserverà il trucco dalla colatura.

9:10 = entriamo in università e giungiamo in prossimità della fatidica aula 208, che avevo cercato la scorsa settimana per non correre il rischio di girovagare a vuoto nel labirintico edificio universitario. Vediamo già un nutrito gruppo di persone che aspettano, e un’addetta che sorveglia la porta.

 

Nel cortile principale, sono ancora senza corona (ovviamente).

9:15 = si schiudono le porte della magica aula 208, l’addetta ci fa entrare, contando quante persone porta ciascun laureato. Un’altra addetta raccomanda di cercare il nostro nome nelle file centrali di quella che è una sorta di aula magna. Ci sono due gruppi (Storia e Scienze umanistiche della comunicazione), siamo stati collocati in ordine di gruppo e anche alfabetico, e quindi io mi trovo nella quarta fila e nel terzo posto da sinistra. I parenti e gli amici invece sono seduti nelle file laterali.

Mi guardo attorno e vedo che gli altri hanno portato una copia della tesi, mi preoccupo un po’ perché non ci ho pensato, ma probabilmente servirà loro soltanto per eventuali foto in cortile. Ai lati ho una signora poco meno giovane di me, che si è laureata realizzando un sogno accantonato da ragazza, e uno studente che sembra un ragazzino.

9:30 = mentre gli ultimi arrivati si sistemano, l’addetta ci spiega come muoverci: alla chiamata il laureato uscirà dalla parte sinistra della fila, andrà a firmare alla cattedra sulla destra, ritirerà l’attestato, ci sarà la foto del fotografo ufficiale e poi si porterà sulla sinistra per ritirare il tubo contenitore. Durante questi movimenti verrà proclamato il voto e il fatto che si sia diventati “dottore” o “dottoressa” in… dopodiché ci si porterà sul lato destro e si risale la gradinata giungendo alla fila, mentre i compagni scaleranno di uno: alla fine, scivolando, si ritornerà ognuno al proprio posto! Tutto è organizzato a puntino e in stile quasi militare: sono profondamente ammirata e penso: “Vedi che se vogliono sono organizzati costoro?”. Sono anche contenta di non essere la prima, così “guarderò quello che fanno gli altri”…

Mentre aspetto vedo un uomo che mi fa grandi gesti dalla prima fila: è il signor Giovannino, una vera celebrità nell’università. Pensate che dopo essere andato in pensione si era iscritto alle scuole serali per conseguire il diploma, e poi all’università. Lo avevo conosciuto al corso di Istituzioni Politiche. Lui mi aveva riconosciuto e si stava sbracciando per attirare la mia attenzione. Era convinto che fossi già laureata, invece apparteniamo entrambi alla sessione estiva: a me sembra una coincidenza bellissima!

9:35 = comincia la cerimonia con i saluti della presidentessa e degli altri due docenti che indossano le toghe d’ordinanza. La presidentessa guarda con aria arcigna chi sta arrivando in quel momento, e ci intima che non dobbiamo fare rumore, non dobbiamo parlare, non dobbiamo muoverci, non dobbiamo fiatare ecc. poiché, essendo un’aula universitaria, l’acustica è ottima e amplifica tutto quanto. Ci ingiunge anche di mantenere un contegno decoroso all’interno dell’università senza cantare, urlare, ballare, fare goliardate ecc.

Fa un discorso di elogio a noi studenti che siamo riusciti ad arrivare al termine del percorso, in un mondo angosciante che sembrava sgretolarsi, e tutto avveniva dietro lo schermo di un computer, mentre alcuni hanno mollato o non ce la stanno facendo. Mi viene già da piangere perché di colpo mi sento protagonista di un’impresa quasi sovrumana, ma anche parte di un gruppo, di una comunità: non conta l’età e il proprio percorso di vita, solo il fatto che abbiamo studiato e lavorato sodo arrivando al tanto sospirato traguardo. Come diceva il professor Luca Serianni, da poco scomparso, ai suoi studenti: “Voi siete lo Stato”. Elogia in modo particolare la nostra laurea umanistica, ci invita a trasmettere ciò che abbiamo imparato, i valori di cui siamo portatori. Visto quello che sta accadendo a livello politico, mi sento particolarmente orgogliosa.

9:45 = inizia la chiamata specifica e la premiazione, ma siamo così intimiditi dall’avvertimento preliminare che nessuno applaude al voto, così l’altra docente dice, sorridendo: “Potete applaudire” e così facciamo in modo convinto. L’aula risuona di applausi a ogni proclamazione.

10:00 circa = è il mio turno, vengo chiamata e scendo la gradinata appoggiandomi con la mano destra al banco e guardando bene dove metto i piedi. Arrivo davanti al foglio per firmare, poi ricevo l’attestato e mentre faccio la fotografia, sento: Dottoressa in Storia con 110 e attribuzione della lode. L’aula viene già letteralmente dagli applausi, che sono fragorosi e interminabili (mio marito alla fine conterà sei 110 e lode in Storia e due 110 e lode in Comunicazione su un’ottantina di studenti).

 

La firma del documento…

 

… e il momento della proclamazione!

 

Vado a recuperare il tubo blu, salgo alla mia fila dalla parte destra, e i miei compagni scalano di un posto. Mi giro e vedo mio figlio che mi fa una foto, e anche la mia amica Antonella che li ha raggiunti.

10:15 = le premiazioni sono finite, ed è il turno di parlare degli altri due professori, infine riprende la parola la presidentessa. Il tutto si conclude in anticipo alle 10:30, dove possiamo alzarci e sfilare in fondo all’aula per uscire. A quel punto mio marito estrae la corona di alloro dal sacchetto e me la mette in testa e comincio a fare le prime foto.

 

Versione con corona di alloro

 

10:15 = Man mano arrivano amici e amiche cui ho dato appuntamento nel cortile dell’università per la consegna delle bomboniere e alcune foto, e che si congratulano con me: ci sono Antonella Scorta, che avete conosciuto su questo blog per i suoi articoli (l’ultimo su Il vino nell’antichità tra storia e mito), la blogger e autrice Sandra Faè (qui il suo blog, da visitare se non lo conoscete), i miei amici Paola Vischer e Fabio Notarbartolo, l’amica Oshima Etsuko (appena tornata dal suo Giappone), Maria Paola Zanoboni, storica medievalista e autrice di saggi storici (l’ultimo “La vita al tempo della peste”, qui il link amazon)… Quando vedo arrivare Paolo, un mio compagno di corso più grande di me (maestro di scuola elementare in pensione) cui mancano pochi esami per laurearsi, ripenso alla fatica fatta, mi commuovo e mi metto proprio a piangere.

Arrivano anche moltissimi regali, ora ho il tavolo della sala pieno, sembra di essere a Natale… con la differenza che sono tutti per me! Chiacchieriamo a lungo nel cortile, pieni di gioia nel vedere altri laureati a poca distanza da noi attorniati da amici e parenti che li festeggiano, giovani che purtroppo si troveranno a vivere in un paese in preda all’incertezza economica e ai giochi scellerati della politica. Ma oggi accantoniamo le preoccupazioni: l’atmosfera è soltanto di grande festa e gioia. Facciamo parecchie foto ricordo che conserverò sempre care.

La mia famiglia mi festeggia!  Ecco mio figlio Stefano e mio marito Ruggero.

 

11:30 = Usciamo dall’università, ci soffermiamo ancora a parlare in strada, poi ci muoviamo… di nuovo diretti in piazza Duomo perché il caldo si sta facendo davvero opprimente e il tragitto fino a casa sarà lungo. In metropolitana le persone mi fissano con simpatia e curiosità causa corona di alloro che porto sempre sul capo. 😉

12:30 = varco la soglia di casa precipitandomi in bagno per togliere gli abiti da cerimonia e mettermi in libertà, e finalmente posso rilassarmi.

Venerdì sera invece siamo andati a festeggiare come si deve al ristorante La Baitella di Cinisello Balsamo, a conduzione familiare. Stefano, il proprietario, è un sommelier sempre in grado di offrire menu di qualità con ingredienti cercati sul territorio italiano e francese. Ecco il link al loro sito, se volete dare un’occhiata.

 

 

Ed ecco alcuni dei piatti gustati:

 

 

 

E per non farci mancare nulla… la torta della laurea preparata con frutta fresca, molto adatta al clima, con la rossa candela della laurea.

 

 

Ora siamo giunti davvero in fondo e mi è piaciuto condividere con voi il soddisfacente traguardo raggiunto dopo cinque anni di durissimo lavoro, e soprattutto in tempi così difficili dove stiamo passando da un’emergenza all’altra.

Mi piacerebbe avere i vostri commenti, e anche l’orsacchiotto della Thun, regalatomi dai miei nipotini, si unisce al mio auspicio! 🥰

Con il prossimo post si concluderà la storia della scrittrice Katherine Mansfield e il blog chiuderà in agosto per la pausa estiva causa soprattutto caldo e affaticamento. In quella sede vi darò appuntamento a settembre per alcune clamorose novità.

Cristina M. Cavaliere